Un’altra logica
Ci sono momenti, nella storia di un rapporto di amicizia, di amore o anche solo di collaborazione, in cui non c’รจ verso di capirsi. E questo, non perchรฉ non ci si voglia bene o perchรฉ non si vada d’accordo: semplicemente, perchรฉ non si riesce a comprendersi, perchรฉ si parlano linguaggi differenti o si รจ su lunghezze d’onda diverse, non si รจ sintonizzati sullo stesso canale. C’รจ poco da fare: Gesรน e i discepoli, nei vangeli di queste ultime domeniche, non riescono proprio a capirsi. Entrambi si trovano su lunghezze d’onda molto distanti tra di loro, e poichรฉ abbiamo a che fare con il Figlio di Dio (che per ora Marco ci presenta solo come “Figlio dell’uomo”) pare abbastanza scontato che chi sbaglia a sintonizzarsi siano i discepoli, che si dimenticano ogni tanto di “aggiornare il decoder” della loro amicizia con il Maestro!
[ads2]ร da qualche domenica, infatti (e la cosa proseguirร ancora), che i discepoli denotano di avere in testa un’idea di Messia e di Regno di Dio abbastanza diversa da quella di Gesรน: e in questo frangente, il Maestro, in terra straniera, ha aperto gli orecchi e la bocca a un sordomuto. Un sordomuto cui Gesรน pur essendo in terra straniera si rivolge – lo ricordiamo bene – in lingua aramaica, la lingua dei discepoli: forse erano proprio loro i sordomuti chiamati a comprendere e ad annunciare un Messia diverso da ciรฒ che si attendevano. Invece, sono passati solo pochi versetti dalla narrazione del rimprovero a Pietro e ai Dodici sull’immagine distorta di Messia, e giร ci si ritrova a discutere su temi legati al potere, all’autoritร , al comando all’interno del venturo Regno di Dio.
Gesรน, che conosce bene il modo di pensare dei suoi discepoli e che quindi รจ cosciente della fatica da fare per catechizzarli, sfrutta il suo passaggio dalla Galilea (l’ultimo, prima di andare a Gerusalemme per la Pasqua) per insistere su un tema a lui caro, fondamentale per la rivelazione del Figlio di Dio: l’annuncio della sua passione, morte e resurrezione, cosa che poco prima aveva appunto incontrato l’avversione di Pietro. Gesรน ci riprova, ma i risultati sono, purtroppo, nuovamente deludenti: i discepoli “non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo”. L’abbinamento di queste due espressioni (non capire e avere timore di chiedere spiegazioni) fa comprendere chiaramente che in realtร essi avevano compreso bene la lezione precedente, ma non volevano accettarla, e per questo avevano paura di chiedere a Gesรน ulteriori spiegazioni per evitare di sentirsi dire cose a loro poco gradite: ovvero, che il Messia da lui incarnato era tutt’altro che un leader secondo il pensiero degli uomini, un capo politico vittorioso e potente, ben lontano dal Dio di Gesรน Cristo.
La Galilea รจ terra di rivoluzioni: non c’รจ, quindi, scenario migliore che quello di Cafarnao, nella tranquillitร della quiete domestica, per cercare di nuovo di far ragionare i discepoli e far comprendere loro che il Regno di Dio non risponde alle logiche del potere, dell’autoritร , dell’incarico da svolgere o dell’importanza di uno rispetto all’altro. Perchรฉ il Regno non mette al centro la figura del Figlio di Dio (quello verrร rivelato solo…sul Calvario, ovvero appeso alla croce), ma quella del Figlio dell’uomo: non il divino rivelatosi con potenza all’umanitร , ma l’umanitร resa divina dalla potenza di Dio, questa รจ la prospettiva con cui i discepoli devono guardare al Regno.
Per fare questo, dicevo, Gesรน cerca nuovamente di catechizzare i discepoli: i particolari con cui Marco introduce questa piccola catechesi di Gesรน sono davvero interessanti. Innanzitutto, inizia chiedendo loro di tirare fuori quello che avevano dentro, facendosi dire ciรฒ di cui stavano discutendo “per la strada”. La strada – lo vedevamo giร domenica scorsa – รจ il luogo della semina andata a male, il luogo in cui il seme viene portato via da satana, in cui l’avversario cerca di appartare tutti (addirittura il Maestro) dalla propria missione e dalle proprie responsabilitร . “Per la strada” i discorsi non sono piรน dialoghi, ma discussioni: ci si accapiglia per cercare di capire chi debba essere “il piรน grande”, come se non fosse chiaro che questo ruolo competeva al Maestro e basta. Allora Gesรน entra in casa, si siede (come fa un Maestro quando insegna), “chiama i Dodici” (sรฌ, bisogna ripartire da capo, come sulle rive del lago di Galilea), e spiega loro cosa significhi “essere il primo”: significa cambiare totalmente logica, passando da quella del potere a quella del servizio e dell’accoglienza. Nel Regno di Dio, non si puรฒ ragionare secondo il pensiero degli uomini cercando di essere “Figli di Dio”, perchรฉ la vera immagine di Figlio di Dio si puรฒ avere solo sulla croce. Bisogna ragionare secondo Dio, cercando di essere “Figli dell’uomo”, figli di un’umanitร che si mette a servizio degli altri. E per fare questo, gli altri vanno messi al centro: a partire dagli ultimi, dai piรน deboli. Ecco perchรฉ Gesรน prende un bambino e lo mette “in mezzo a loro”, ovvero nel posto riservato a lui, il posto del Maestro, affermando che accogliere i piรน deboli significa, in definitiva, accogliere lui e addirittura il Padre che lo ha mandato.
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Una bella lezione per tutti, non c’รจ che dire: soprattutto in questi giorni in cui molta gente, e addirittura intere nazioni e capi di stato fanno fatica ad accogliere alle proprie frontiere orde di disperati in cerca di pace. Vogliamo dirci cristiani, anzi “figli dell’uomo e dell’umanitร ”? Iniziamo a non chiudere le porte in faccia a nessuno, e a mettere al centro gli ultimi e i deboli. Non รจ una strada facile: ma di sicuro, su questo tipo di strada il seme del Regno di Dio porta frutto.
don Alberto Brignoli | via Qumran
XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
- Colore liturgico: bianco
- Sap 2, 12.17-20; Sal.53; Gc 3,16 – 4,3; Mc 9, 30-37
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesรน e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: ยซIl Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerร ยป. Essi perรฒ non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafร rnao. Quando fu in casa, chiese loro: ยซDi che cosa stavate discutendo per la strada?ยป. Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse piรน grande. Sedutosi, chiamรฒ i Dodici e disse loro: ยซSe uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tuttiยป.
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: ยซChi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 20 – 26 Settembre 2015
- Tempo Ordinario XXV, Colore verde
- Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
