Commento al Vangelo del 20 maggio 2018 – don Marco Simeone

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Il commento al Vangelo di domenica 20 maggio 2018 a cura di don Marco Simeone.

Pentecoste significa 50 (giorni) dalla resurrezione di Gesรน e ne rappresenta il completamento, perchรฉ senza questa festa la Resurrezione sarebbe rimasta incompleta. Gesรน aveva detto in precedenza che se non se ne andava non avrebbe inviato lo Spirito Santo, e adesso sappiamo che l’andarsene significa la Sua morte e resurrezione: la Sua umanitร  doveva passare per questa prova enorme e arrivare a fare l’atto del perfetto abbandono al Padre, e sconfiggere cosรฌ il pungiglione della morte. Sรฌ, perchรฉ la morte non รจ solo il fermarsi del nostro cuore, ci piaccia o no lo vivremo tutti, ma il pungiglione (cosรฌ lo chiama S. Paolo) รจ la paura di essere totalmente abbandonati alla nostra debolezza, di vivere da soli la prova peggiore. Gesรน vive la morte sentendosi protetto, affidato, nelle mani del Padre: questo รจ l’ultimo scalino da salire, poter dire “credo in Te al punto di scommetterci tutta la mia vita”, senza alcunโ€™altra via di fuga.

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รˆ perchรฉ Gesรน ha portato la Sua umanitร  a questa altezza che ha reso la nostra umanitร  capace di accogliere lo Spirito del Padre, lo Spirito datore di vita, quello che all’inizio della creazione stava sulle acque e che ha dato vita ad ogni vivente. Il giorno di Pentecoste รจ il momento in cui Gesรน (da fratello nostro) insieme al Padre ci manda lo Spirito e cosรฌ completare la creazione, perchรฉ possiamo anche noi avere un cuore nuovo, capace di essere libero da quella paura che ci attanaglia: la paura della morte. Sapere che nemmeno la morte รจ capace di separarci da Dio, che la nostra debolezza diventa il luogo dove incontriamo il Signore, la pace nuova che Gesรน consegna ai suoi (questo รจ il significato della formula che ripetiamo a messa). Perchรฉ se penso che mi devo “difendere” da solo, che ce la devo fare da solo, io mi carico di un peso insostenibile; se al contrario mi sento accolto, perdonato e amato, allora so che la mia vita non sarร  mai abbandonata, che mi difenderร  il Padre in persona.

Quando il vangelo di oggi ci riporta le parole del discorso dell’ultima cena, come ce lo racconta Giovanni, parla di una veritร  tutta intera che ora non siamo in grado di sopportare, di sostenere: รจ che ci dobbiamo affidare al Padre perchรฉ รจ Colui che ci ama ed รจ fedele . Per fare questo dobbiamo avere un cuore nuovo, il che non รจ assolutamente il risultato di sforzi spirituali o chissร  cos’altro, ma un dono: il dono dello Spirito.

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Il giorno di Pentecoste si compie la promessa di Gesรน, che aveva promesso un cuore nuovo, un cuore da innestare nel โ€œmarasmaโ€ dei cuori, appesantiti da paure e sensi di colpa, di grandi progetti e meschinerie, cuori dai quali puรฒ nascere qualcosa di radicalmente diverso ed esplosivo: รจ questo il boato dello Spirito Santo. La scena che accade nel cenacolo รจ la versione in grande di quello che sta accadendo nei cuori dei 12: scende con un boato lo Spirito come una fiamma. Quella fiamma fa pensare al roveto ardente di Mosรจ: brilla ma non brucia, รจ capace di attirare perchรฉ fa luce e scalda, ma non consuma, non รจ violento. รˆ capace di tirare fuori quello che mai avrebbero pensato di avere: il coraggio e la gioia di parlare a tutti di Cristo, di annunciare il Regno di Dio, e questo non come se fosse una lezione di teologia (o di catechismo) ma dal cuore dei fratelli: questa รจ la lingua natia che ciascuno quella mattina ha sentito.

Dal marasma del cuore lo Spirito Santo fa nascere persone nuove, complete (prima erano come un feto che aspetta di essere partorito) che adesso hanno una libertร  e una fiducia/franchezza (in greco si dice parresia), che prima era solo un miraggio. Perchรฉ il frutto (da fare attenzione perchรฉ รจ unico, quindi non un poโ€™ di quello o di quell’altro, ma tutto e tutto insieme, รจ il dono per eccellenzaโ€ฆ) dello spirito (la seconda lettura) รจ per chi ha scelto di non rimanere ancorato alla propria piccineria, facendola diventare l’unico metro con cui misurare il mondo (la carne e la sua concupiscenza), ma di diventare grande, di sviluppare la bellezza del cuore che Dio ci ha dato, diventando persone che fanno un frutto di vita eterna nella vita degli altri.

Questo discorso penso che divenga evidente nella vita di ogni giorno: come si fa a parlare la lingua giusta per farsi capire? Tra moglie e marito, tra genitori e figli, quale รจ il modo di comprendersi veramente?

รˆ la lingua di chi ti capisce perchรฉ non si difende da te, sa che non gli sei nemico, non pensa al suo interesse ma pensa solo al tuo e cosรฌ dร  gloria a Dio. Pensate che libertร  poter non pensare a sรฉ stessi, non tenere piรน la contabilitร  del bene che facciamo โ€ฆ

Cosรฌ: come si fa a vivere nella gioia, nella mitezza, nella castitร , proprio oggi in un mondo che ti indica di realizzare immediatamente ogni possibile desiderio? Come si puรฒ essere liberi da quella fame di vita e di piacere che riduce la vita a semplice soddisfazione?

Che libertร  bisogna avere per donarsi agli altri senza aspettarsi un grazie?

Se fossero cose da fare con uno sforzo di volontร  รจ meglio lasciare perdere, ma quello che Gesรน oggi ci indica รจ un dono che ci sta facendo, qui e ora, a noi, peccatori come siamo, anche se non riusciamo a capire e a desiderarLo come dovremmo eppure ti chiede solo di poter compiere in te la sua nuova creazione, o se vuoi di portare a compimento l’opera del Padre, darti un cuore a immagine del Suo.

Gli auguri al termine della celebrazione รจ perchรฉ ci sosteniamo nel nostro si, proprio come Maria, anche se abbiamo paura della santitร , anche se il nostro angoletto ci fa sentire piรน sicuri, siamo attirati alla luce vera, alla vita vera. Che Dio porti a compimento l’opera che ha iniziato in te!

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

DOMENICA di PENTECOSTE (Messa del giorno)

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 20 Maggio 2018 anche qui.

Gv 15,26-27; 16,12-15
Dal Vangelo secondoย Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:

ยซQuando verrร  il Parร clito, che io vi manderรฒ dal Padre, lo Spirito della veritร  che procede dal Padre, egli darร  testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perchรฉ siete con me fin dal principio.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrร  lui, lo Spirito della veritร , vi guiderร  a tutta la veritร , perchรฉ non parlerร  da se stesso, ma dirร  tutto ciรฒ che avrร  udito e vi annuncerร  le cose future. Egli mi glorificherร , perchรฉ prenderร  da quel che รจ mio e ve lo annuncerร . Tutto quello che il Padre possiede รจ mio; per questo ho detto che prenderร  da quel che รจ mio e ve lo annuncerร ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 20 – 26 Maggio 2018
  • Tempo Pasqualeย Pentecoste
  • Colore Rosso
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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