Commento al Vangelo del 2 ottobre 2016 – p. Ermes Ronchi

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Servi ยซinutiliยป, che cioรจ non cercano il proprio utile

Gesรน ha appena avanzato una proposta che ai discepoli pare una missione impossibile: quante volte devo perdonare? Fino a settanta volte sette. E sgorga spontanea la richiesta: accresci in noi la fede, o non ce la faremo mai. Una preghiera che Gesรน non esaudisce, perchรฉ non tocca a Dio aggiungere fede, non puรฒ farlo: la fede รจ la libera risposta dell’uomo al corteggiamento di Dio.

E poi ne basta poca, meno di poca, per ottenere risultati impensabili: se aveste fede come un granello di senape, potrete dire a questo gelso sradicati…

[ads2]Qui appare uno dei tratti tipici dei discorsi di Gesรน: l’infinito rivelato dal piccolo. Gesรน sceglie di parlare del mondo interiore e misterioso della fede usando le parole di tutti i giorni, rivela il volto di Dio e il venire del Regno scegliendo il registro delle briciole, del pizzico di lievito, della fogliolina di fico, del bambino in mezzo ai grandi. รˆ la logica dell’Incarnazione che continua, quella di un Dio che da onnipotente si รจ fatto fragile, da eterno si รจ perduto dentro il fluire dei giorni.

La fede รจ rivelata dal piรน piccolo di tutti i semi e poi dalla visione grandiosa di foreste che volano verso i confini del mare. La fede รจ un niente che รจ tutto. Leggera e forte. Ha la forza di sradicare gelsi e la leggerezza di un minimo seme che si schiude nel silenzio.

Ho visto il mare riempirsi di gelsi. Ho visto imprese che sembravano impossibili: madri e padri risorgere dopo drammi atroci, disabili con occhi luminosi come stelle, un missionario discepolo del Nazzareno salvare migliaia di bambini-soldato, una piccola suora albanese rompere i tabรน millenari delle caste…
Un granello: non la fede sicura e spavalda ma quella che nella sua fragilitร  ha ancora piรน bisogno di Lui, che per la propria piccolezza ha ancora piรน fiducia nella sua forza.

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Il Vangelo termina con una piccola parabola sul rapporto tra padrone e servo, chiusa da tre parole spiazzanti: quando avete fatto tutto dite: siamo servi inutili. Capiamo bene, perรฒ: mai nel Vangelo รจ detto inutile il servizio, anzi รจ il nome nuovo della civiltร . Servi inutili non perchรฉ non servono a niente, ma, secondo la radice della parola, perchรฉ non cercano il proprio utile, non avanzano rivendicazioni o pretese. Loro gioia รจ servire la vita.

Servo รจ il nome che Gesรน sceglie per sรฉ; come lui sarรฒ anch’io, perchรฉ questo รจ l’unico modo per creare una storia diversa, che umanizza, che libera, che pianta alberi di vita nel deserto e nel mare.

Inutili anche perchรฉ la forza che fa germogliare il seme non viene dalle mani del seminatore; l’energia che converte non sta nel predicatore, ma nella Parola.

ยซNoi siamo i flauti, ma il soffio รจ tuo, Signoreยป. (Rumi).

p. Ermes Ronchi | Fonte

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XXVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Lc 17, 5-10
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: ยซAccresci in noi la fede!ยป.
Il Signore rispose: ยซSe aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Srร dicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirร , quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirร  piuttosto: “Prepara da mangiare, strรญngiti le vesti ai fianchi e sรฉrvimi, finchรฉ avrรฒ mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrร  forse gratitudine verso quel servo, perchรฉ ha eseguito gli ordini ricevuti?
Cosรฌ anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi รจ stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 02 – 08 Ottobre 2016
  • Tempo Ordinario XXVII, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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