Commento al Vangelo del 2 Giugno 2019 – p. Fernando Armellini

- Pubblicitร  -

Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 2 Giugno 2019.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

Con lโ€™entrata di Gesรน nella gloria del Padre รจ cambiato qualcosa sulla terra?

Esteriormente nulla. La vita degli uomini ha continuato ad essere quella di prima: seminare e mietere, commerciare, costruire case, viaggiare, piangere e fare festa, tutto come prima. Anche gli apostoli non hanno ricevuto alcuno sconto sui drammi e le angosce sperimentati dagli altri uomini. Tuttavia qualcosa di incredibilmente nuovo รจ accaduto: sullโ€™esistenza dellโ€™uomo รจ stata proiettata una luce nuova.

In un giorno di nebbia, improvvisamente compare il sole. Le montagne, il mare, i campi, gli alberi del bosco, i profumi dei fiori, il canto degli uccelli rimangono gli stessi, ma diverso รจ il modo di vederli e di percepirli.

- Pubblicitร  -

Accade anche a chi รจ illuminato dalla fede in Gesรน asceso al cielo: vede il mondo con occhi rinnovati. Tutto acquista un senso, nulla rattrista, nulla piรน spaventa.

Oltre le sventure, le fatalitร , le miserie, gli errori dellโ€™uomo sโ€™intravede sempre il Signore che costruisce il suo regno.

Un esempio di questa prospettiva completamente nuova potrebbe essere il modo di considerare gli anni della vita. Tutti conosciamo, e forse sorridiamo, degli ottantenni che invidiano chi ha meno anni di loro, si vergognano della loro etร โ€ฆ insomma, volgono lo sguardo al passato, non al futuro. La certezza dellโ€™Ascensione capovolge questa prospettiva. Mentre trascorrono gli anni, il cristiano รจ soddisfatto perchรฉ vede avvicinarsi il giorno dellโ€™incontro definitivo con Cristo; รจ lieto di essere vissuto, non invidia i piรน giovani, li guarda con tenerezza.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œLe sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che sarร  rivelata in noiโ€.

Prima Lettura (At 1,1-11)

1 Nel mio primo libro ho giร  trattato, o Teรฒfilo, di tutto quello che Gesรน fece e insegnรฒ dal principio 2 fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
3 Egli si mostrรฒ ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. 4 Mentre si trovava a tavola con essi, ordinรฒ loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre โ€œquella, disse, che voi avete udito da me: 5 Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorniโ€.
6 Cosรฌ venutisi a trovare insieme gli domandarono: โ€œSignore, รจ questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?โ€. 7 Ma egli rispose: โ€œNon spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, 8 ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderร  su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terraโ€.
9 Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. 10 E poichรฉ essi stavano fissando il cielo mentre egli se nโ€™andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: 11 โ€œUomini di Galilea, perchรฉ state a guardare il cielo? Questo Gesรน, che รจ stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerร  un giorno allo stesso modo in cui lโ€™avete visto andare in cieloโ€.

Sul monte degli Ulivi รจ stato costruito dai crociati un piccolo santuario ottagonale, trasformato poi in moschea dai musulmani nel 1200. Spiegavo a dei pellegrini che questโ€™edicoletta oggi ha un tetto, ma originariamente era scoperta per ricordare lโ€™Ascensione di Gesรน al cielo. Uno scanzonato del gruppo ha commentato: โ€œNon aveva il tetto perchรฉ altrimenti, salendo, Gesรน avrebbe battuto la testaโ€. Qualcuno non ha gradito la battuta dissacrante, ma qualche altro lโ€™ha considerata una provocazione ad approfondire il significato del testo degli Atti.

A prima vista, il racconto dellโ€™Ascensione scorre fluido, ma quando si considerano tutti i particolari si comincia a provare un certo imbarazzo: sembra piuttosto inverosimile che Gesรน si sia comportato come un astronauta che si stacca dal suolo, sโ€™innalza verso il cielo e scompare oltre le nubi; ci sono inoltre alcune incongruenze difficili da spiegare.

Alla fine del suo Vangelo, Luca โ€“ lo stesso autore degli Atti โ€“ afferma che il Risorto condusse i suoi discepoli verso Betania e โ€œmentre li benediceva si staccรฒ da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioiaโ€ (Lc 24,50-53). Lasciamo perdere la strana annotazione sulla โ€œgrande gioiaโ€ (chi di noi รจ felice quando un amico parte?) e il disaccordo sulla localitร  (Betania รจ un poโ€™ fuori mano rispetto al monte degli Ulivi). Ciรฒ che sorprende รจ la palese divergenza sulla data: secondo Lc 24 lโ€™Ascensione avviene nello stesso giorno di Pasqua, mentre negli Atti รจ collocata quaranta giorni dopo (At 1,3). Stupisce che lo stesso autore fornisca due informazioni contrastanti.

Se prendiamo per buona la seconda versione (quella dei quaranta giorni) viene spontaneo chiedersi: cosa ha fatto Gesรน durante questo tempo? Sul Calvario non aveva promesso al ladrone: Oggi sarai con me in paradiso? Perchรฉ non รจ vi andato subito?

Le difficoltร  elencate sono sufficienti per metterci in guardia: forse lโ€™intenzione di Luca non รจ quella di informarci su dove, come e quando Gesรน รจ salito al cielo. Forse (anzi, senza forse!) la sua preoccupazione รจ unโ€™altra: vuole rispondere a problemi e sciogliere dubbi che sono sorti nelle sue comunitร , vuole illuminare i cristiani del suo tempo sul mistero ineffabile della Pasqua. Per questo, da artista della penna qual รจ, compone una pagina di teologia utilizzando un genere letterario e delle immagini ben comprensibili ai suoi contemporanei. Il primo passo da compiere dunque รจ quello di comprendere il linguaggio impiegato.

Al tempo di Gesรน lโ€™attesa del regno di Dio รจ vivissima e gli scrittori apocalittici la annunciano come imminente. Si attendono: un diluvio di fuoco purificatore dal cielo, la risurrezione dei giusti e lโ€™inizio di un mondo nuovo. Anche nella mente di alcuni discepoli si crea un clima di esaltazione, alimentata da alcune espressioni di Gesรน che possono facilmente essere fraintese: โ€œNon avrete finito di percorrere le cittร  di Israele, prima che venga il Figlio dellโ€™uomoโ€ (Mt 10,23); โ€œVi sono alcuni tra i presenti che non morranno finchรฉ non vedranno il Figlio dellโ€™uomo venire nel suo regnoโ€ (Mt 16,28).

Con la morte del Maestro, perรฒ, tutte le speranze vengono deluse: โ€œNoi speravamo che egli sarebbe stato quello che avrebbe liberato Israeleโ€ โ€“ diranno i due di Emmaus (Lc 24,21).

La risurrezione risveglia le attese: si diffonde fra i discepoli la convinzione di un immediato ritorno di Cristo. Alcuni fanatici, basandosi su presunte rivelazioni, cominciano addirittura ad annunciarne la data. In tutte le comunitร  si ripete lโ€™invocazione: โ€œMarana thaโ€, vieni Signore!

Gli anni passano, ma il Signore non viene. Molti cominciano ad ironizzare: โ€œDovโ€™รจ la promessa della sua venuta? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi, tutto rimane come al principio della creazioneโ€ (2 Pt 3,4).

Luca scrive in questa situazione di crisi. Si rende conto che un equivoco sta allโ€™origine della cocente delusione dei cristiani: la risurrezione di Gesรน ha segnato sรฌ lโ€™inizio del regno di Dio, ma non la conclusione della storia.

La costruzione del mondo nuovo รจ soltanto iniziata, richiederร  tempi lunghi e tanto impegno da parte dei discepoli.

Come correggere le false attese? Luca introduce nella prima pagina del libro degli Atti un dialogo fra Gesรน e gli apostoli.

Consideriamo la domanda che questi pongono: quando giungerร  il regno di Dio? (v. 6). รˆ la stessa che, alla fine del secolo I, tutti i cristiani vorrebbero rivolgere al Maestro. La risposta del Risorto, piรน che ai Dodici, รจ diretta ai membri delle comunitร  di Luca: smettetela di disquisire sui tempi e sui momenti della fine del mondo, questi sono conosciuti solo dal Padre. Impegnatevi piuttosto a portare a compimento la missione che vi รจ stata affidata: essere miei testimoni โ€œa Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terraโ€ (vv. 7-8)!

A questo dialogo segue la scena dellโ€™Ascensione (vv. 9-11).

Gesรน e i discepoli sono seduti a mensa (At 1,4), in casa dunque. Perchรฉ non si sono salutati lรฌ, dopo aver cenato? Che bisogno cโ€™era di andare verso il monte degli Ulivi? E gli altri particolari: la nube, gli sguardi rivolti verso il cielo, i due uomini in bianche vesti sono annotazioni di cronaca o artifici letterari?

Nellโ€™AT cโ€™รจ un racconto che assomiglia molto al nostro, si tratta del โ€œrapimentoโ€ di Elia (2 Re 2,9-15).

Un giorno questo grande profeta si trova presso il fiume Giordano con il suo discepolo Eliseo. Questi, saputo che il maestro sta per lasciarlo, osa chiedergli in ereditร  due terzi del suo spirito. Elia glieli promette, ma solo a una condizione: se mi vedrai quando sarรฒ rapito lontano da te. Allโ€™improvviso, appare un carro con cavalli di fuoco e, mentre Eliseo guarda verso il cielo, Elia viene rapito in un turbine. Da quel momento Eliseo riceve lo spirito del maestro ed รจ abilitato a continuarne la missione in questo mondo. Il libro dei Re racconterร  poi le opere di Eliseo: sono le stesse che ha compiuto Elia.

Facile rilevare gli elementi comuni con il racconto degli Atti ed allora la conclusione non puรฒ essere che questa: Luca si รจ servito della scenografia grandiosa e solenne del rapimento di Elia per esprimere una realtร  che non puรฒ essere verificata con i sensi nรฉ descritta adeguatamente con parole: la Pasqua di Gesรน, la sua Risurrezione e la sua entrata nella gloria del Padre.

La nube indica nellโ€™AT la presenza di Dio in un certo luogo (Es 13,22). Luca la impiega per affermare che Gesรน, lo sconfitto, la pietra scartata dai costruttori, colui che i nemici avrebbero voluto che rimanesse per sempre prigioniero della morte, รจ stato invece accolto da Dio e proclamato Signore. I due uomini vestiti di bianco sono gli stessi che compaiono presso il sepolcro nel giorno di Pasqua (Lc 24,4). Il colore bianco rappresenta, secondo la simbologia biblica, il mondo di Dio. Le parole poste sulla bocca dei due uomini sono la spiegazione data da Dio agli avvenimenti della Pasqua: Gesรน, il Servo fedele, messo a morte dagli uomini, รจ stato glorificato. Le loro parole sono veritiere (essendo due, sono testimoni degni di fede).

Infine: lo sguardo rivolto al cielo. Come Eliseo, anche gli apostoli ed i cristiani del tempo di Luca rimangono a contemplare il Maestro che si allontana. Il loro sguardo indica la speranza di un suo immediato ritorno, il desiderio che, dopo un breve intervallo, egli riprenda lโ€™opera interrotta. Ma la voce dal cielo chiarisce: non sarร  lui a portarla a compimento, sarete voi. Lo farete, siete abilitati a farlo perchรฉ avete trascorso con lui quaranta giorni (nel linguaggio del giudaismo era il tempo necessario alla preparazione del discepolo) e ne avete ricevuto lo Spirito.

Per gli apostoli, come per Eliseo, lโ€™immagine del โ€œrapimento del maestroโ€ indica il passaggio di consegne.

Giร  al tempo di Luca cโ€™erano cristiani che โ€œguardavano al cieloโ€, cioรจ, che consideravano la religione come unโ€™evasione, non come uno stimolo ad impegnarsi concretamente per migliorare la vita degli uomini. Ad essi Dio dice โ€œsmettetela di guardare il cieloโ€, รจ sulla terra che dovete dar prova dellโ€™autenticitร  della vostra fede. Gesรน tornerร , sรฌ, ma questa speranza non deve essere una ragione per estraniarvi dai problemi di questo mondo. Beati saranno infatti quei servi che il Signore, ritornando, troverร  impegnati nel lavoro per i fratelli (Lc 12,37).

Gesรน รจ dunque salito al cielo?

Certo che sรฌ, ma dire che รจ asceso al cielo equivale a dire: รจ risorto, รจ stato glorificato, รจ entrato nella gloria di Dio. Il suo corpo, รจ vero, รจ stato posto nel sepolcro, ma Dio non ha avuto bisogno degli atomi del suo cadavere, per dargli quel โ€œcorpo da risortoโ€ che Paolo chiama: โ€œCorpo spiritualeโ€ (1 Cor 15,35-50).

Quaranta giorni dopo la Pasqua non si รจ verificato alcuno spostamento nello spazio, nessun โ€œrapimentoโ€ dal monte degli Ulivi verso il cielo. Lโ€™Ascensione รจ avvenuta nellโ€™istante stesso della morte, anche se i discepoli hanno cominciato a capire e a credere solo a partire dal โ€œterzo giornoโ€.

Il racconto di Luca รจ una pagina di teologia, non il reportage di un cronista. In questa pagina egli vuole dirci che Gesรน ha attraversato per primo il โ€œvelo del tempioโ€ che separava il mondo degli uomini da quello di Dio e ha mostrato come tutto ciรฒ che accade sulla terra: successi e disavventure, ingiustizie, sofferenze e persino i fatti piรน assurdi, come una morte ignominiosa, non sfuggono al progetto di Dio.

Lโ€™Ascensione di Gesรน รจ tutto questo. Allora non ci si deve meravigliare che sia stata salutata dagli apostoli con gioia grande (Lc 24,52).

Seconda Lettura (Eb 9,24-28; 10,19-23)

9, 24 Cristo non รจ entrato in un santuario fatto da mani dโ€™uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, 25 e non per offrire se stesso piรน volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui.
26 In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire piรน volte dalla fondazione del mondo.
Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, รจ apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.
27 E come รจ stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, 28 cosรฌ Cristo, dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirร  una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che lโ€™aspettano per la loro salvezza.
10, 19 Avendo dunque, fratelli, piena libertร  di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesรน, 20 per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioรจ la sua carne; 21 avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, 22 accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
23 Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perchรฉ รจ fedele colui che ha promesso.

Oggi si continua a parlare di sacerdoti per indicare i presbiteri, per riferirsi ai ministri dellโ€™Eucaristia e della Riconciliazione; ma il Concilio Vaticano II ha accuratamente evitato di farlo e ha riservato il termine sacerdote โ€“ come fa del resto tutto il Nuovo Testamento โ€“ a Cristo e al popolo di Dio unito a Cristo nellโ€™offerta di sacrifici spirituali graditi al Padre.

Il brano della Lettera agli ebrei che oggi ci viene proposto inizia indicando due ragioni per cui Gesรน รจ lโ€™unico vero sacerdote.

La prima รจ che i sacerdoti antichi offrivano olocausti in un tempio materiale, fatto di pietre, mentre Gesรน svolge il suo ministero in cielo, in un santuario non costruito da mani dโ€™uomo (Eb 9,24).

Poi, il sacerdozio dellโ€™antica Alleanza aveva come obiettivo la purificazione del popolo dalle sue colpe. Per espiare i peccati, il sommo sacerdote entrava โ€“ da solo e con timore โ€“ nella parte piรน sacra del tempio, nel Santo dei Santi e versava il sangue degli animali sacrificati sulla pietra che si riteneva fosse stata collocata da Dio a fondamento del mondo. Si diceva anche che questa pietra costituisse il tappo che bloccava le acque dellโ€™abisso. Se, nel giorno dello Yom Kippur, i peccati del popolo non fossero stati espiati, attraverso lโ€™esecuzione accurata e minuziosa di tutti i riti purificatori, le acque infernali si sarebbero di nuovo riversate sul mondo.

Il sommo sacerdote ripeteva ogni anno questi gesti liturgici, ma non otteneva alcuna remissione del peccato. Gli uomini continuavano ad essere malvagi e ad avere bisogno di espiazione.

Il sacerdozio di Gesรน รจ completamente diverso: egli ha offerto un unico e perfetto sacrificio e non ha versato sangue di animali, ma ha donato il proprio sangue e, con il suo gesto dโ€™amore, ha rimosso per sempre il peccato (Eb 9,25-27).

Egli verrร  di nuovo, non per ripetere i sacrifici, ma per prendere con sรฉ gli uomini che il suo unico e perfetto sacrificio ha redento da ogni colpa (Eb 9,28).

Nella seconda parte della lettura (Eb 10,19-23) lโ€™autore evidenzia il risultato del sacrificio offerto da Cristo e presenta con un linguaggio teologico lโ€™ascensione al cielo che oggi festeggiamo.

Si rivolge ai destinatari della sua lettera chiamandoli fratelli e annuncia loro: il culto antico รจ finito, Cristo ha inaugurato quello nuovo.

Negli Atti degli Apostoli, Luca ha presentato questa veritร  servendosi di unโ€™immagine spaziale, ha invitato a contemplare Gesรน che sale al cielo.

Lโ€™autore della Lettera agli ebrei introduce lo stesso evento con un linguaggio teologico, richiamandosi alla liturgia del tempio di Gerusalemme: รจ Gesรน il vero, unico Sommo Sacerdote che, attraversato il velo che separava il mondo degli uomini da quello di Dio, รจ entrato nel Santuario eterno del cielo. รˆ entrato e ha presentato al Padre il suo sacrificio: non lโ€™offerta di animali che a Dio non sono mai interessati, ma la propria vita donata agli uomini, per amore. Cosรฌ ha spalancato per tutti lโ€™ingresso nella casa del Padre.

Lโ€™esortazione finale al discepolo che ora ha il cuore purificato dal suo sangue e il corpo lavato dallโ€™acqua del Battesimo รจ ad essere fedele, a non vacillare nella professione di questa speranza (vv. 21-23).

Vangelo (Lc 24,46-53)

In quel tempo, Gesรน apparve agli Undici e disse loro: 46 โ€œCosรฌ sta scritto: il Cristo dovrร  patire e risuscitare dai morti il terzo giorno 47 e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48 Di questo voi siete testimoni. 49 E io manderรฒ su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in cittร , finchรฉ non siate rivestiti di potenza dallโ€™altoโ€.
50 Poi li condusse fuori verso Betร nia e, alzate le mani, li benedisse. 51 Mentre li benediceva, si staccรฒ da loro e fu portato verso il cielo. 52 Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; 53 e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Noi siamo in grado di studiare e conoscere le realtร  materiali, basta riuscire ad applicare intelligenza e perspicacia.

I segreti di Dio invece ci sfuggono, sono imperscrutabili, egli soltanto puรฒ rivelarli.

Se ci accostiamo a Gesรน, se ripercorriamo le tappe della sua vita guidati unicamente dalla sapienza umana ci troviamo di fronte a un fitto mistero, brancoliamo nel buio. Dallโ€™inizio alla fine, ciรฒ che gli accade rimane un enigma. La stessa madre, Maria, รจ sorpresa e stupita quando il progetto di Dio comincia ad attuarsi nel figlio (Lc 2,33.50). Nella fede, anche lei deve โ€œmettere insiemeโ€, come tasselli, i vari avvenimenti (Lc 2,19), per scoprirvi il puzzle del Signore. Come coglierne il senso?

A questa domanda risponde, nei primi versetti del Vangelo di oggi (vv. 46-47), il Risorto. Egli โ€“ riferisce Luca โ€“ aprรฌ lโ€™intelligenza dei discepoli alla comprensione delle Scritture: โ€œCosรฌ sta scrittoโ€ฆโ€. Solo dalla parola di Dio annunciata dai profeti puรฒ venire la luce che rischiara gli avvenimenti della Pasqua. Nella Bibbia โ€“ dice Gesรน โ€“ giร  era predetto che il Messia avrebbe sofferto, sarebbe morto e risorto.

Difficile trovare nellโ€™AT affermazioni tanto esplicite. Tuttavia, non cโ€™รจ dubbio che ciรฒ che ha cambiato la mente dei discepoli e ha fatto loro comprendere che il Messia di Dio era molto diverso da quello che essi si attendevano, sono stati i testi del profeta Isaia che parlano del Servo del Signore โ€œdisprezzato, reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patireโ€ฆ Ma che avrร  una discendenza, vivrร  a lungo e dopo il suo intimo tormento vedrร  la luceโ€ (Is 53).

Un altro avvenimento โ€“ dice il Risorto โ€“ รจ annunciato nelle Scritture: โ€œNel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccatiโ€ (v. 47).

Qui il richiamo al testo biblico รจ chiaro. Si allude alla missione del Servo del Signore: โ€œIo ti ho posto come luce per le genti perchรฉ tu porti la salvezza sino alle estremitร  della terraโ€ (Is 49,6).

Secondo il profeta, รจ compito del Messia portare la salvezza a tutte le genti. Come si realizzerร  questa profezia se Gesรน ha limitato la sua attivitร  al suo popolo, se ha offerto la salvezza solo agli israeliti (Mt 15,24)?

Nella seconda parte del Vangelo di oggi (vv. 48-49) si risponde a questa domanda: Gesรน diventerร  โ€œluce delle gentiโ€ attraverso la testimonianza dei suoi discepoli.

Si tratta di un incarico troppo superiore alle capacitร  umane. Per svolgere la missione di Cristo non bastano buona volontร  e belle qualitร , รจ necessario poter contare sulla sua stessa forza. Ecco la ragione della promessa: โ€œVoi restate in cittร , finchรฉ non siate rivestiti di potenza dallโ€™altoโ€ (v. 49).

รˆ lโ€™annuncio dellโ€™invio dello Spirito, Colui che diventerร  il protagonista del tempo della Chiesa. Negli Atti degli Apostoli verrร  ricordata spesso la sua presenza nei momenti salienti e la sua assistenza nelle scelte decisive fatte dai discepoli.

Il Vangelo di Luca si conclude con il racconto dellโ€™Ascensione (vv. 50-53).

Prima di entrare nella gloria del Padre, Gesรน benedice i discepoli (v. 51).

Terminate le celebrazioni liturgiche nel tempio, il sacerdote usciva dal luogo santo e pronunciava una solenne benedizione sui fedeli radunati per la preghiera (Sir 50,20). Dopo la benedizione questi tornavano alle loro occupazioni, certi che il Signore avrebbe condotto a buon fine ogni loro sforzo ed ogni loro fatica. La benedizione di Gesรน accompagna la comunitร  dei suoi discepoli ed รจ la promessa e la garanzia del successo pieno dellโ€™opera alla quale stanno per dare inizio.

Il richiamo finale non poteva che essere alla gioia: i discepoli โ€œtornarono a Gerusalemme con grande gioiaโ€ (v. 52).

Luca รจ lโ€™evangelista della gioia. Giร  nella prima pagina del suo Vangelo si incontra lโ€™angelo del Signore che dice a Zaccaria: โ€œAvrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascitaโ€ (Lc 1,14). Poco dopo, nel racconto della nascita di Gesรน, di nuovo appare lโ€™angelo che dice ai pastori: โ€œNon temete, ecco vi annuncio una grande gioia, che sarร  di tutto il popoloโ€ (Lc 2,10).

La prima ragione per cui i discepoli gioiscono, pur non avendo piรน il Maestro visibilmente con loro, รจ il fatto di aver compreso che egli non รจ rimasto, come i suoi nemici pensavano, prigioniero della morte.

Hanno fatto lโ€™esperienza della sua risurrezione, sono certi che egli ha attraversato per primo il โ€œvelo del tempioโ€ che separava il mondo degli uomini da quello di Dio. Cosรฌ ha mostrato che tutto ciรฒ che avviene sulla terra: successi e disavventure, ingiustizie, sofferenze ed anche i fatti piรน assurdi, come quelli che sono accaduti a lui, non sfuggono al progetto di Dio. Se questo รจ il destino di ogni uomo, la morte non fa piรน paura, Gesรน lโ€™ha trasformata in una nascita alla vita con Dio. Questa รจ la prima ragione per affrontare con speranza anche le situazioni piรน drammatiche e complicate.

La luce delle Scritture ha fatto loro capire che Gesรน non รจ andato in un altro luogo, non si รจ allontanato, ma รจ rimasto con gli uomini. Il suo modo di essere presente non รจ piรน lo stesso, ma non รจ meno reale. Prima della Pasqua egli era condizionato da tutte le limitazioni alle quali noi siamo soggetti. Ora non piรน e puรฒ stare accanto ad ogni uomo, sempre. Con lโ€™Ascensione la sua presenza non รจ diminuita, si รจ moltiplicata! Ecco la seconda ragione della gioia dei discepoli e nostra.

Fonte – Settimana News

Altri Articoli
Related

Liturgia della Parola in LIS di giovedรฌ 25 dicembre 2025

Le letture della Notte di Natale in LIS (Lingua...

Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2025 โ€“ Sussidio Avvento CEI – Messa della Notte

ยซUn bambino รจ nato per noiยป (Is 9,1-6) Tutta la...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

padre Ezio Lorenzo Bono – Commento al Vangelo di lunedรฌ 22 dicembre 2025

UN CANTO NEL GREMBO I. Cosa succede quando una donna...