Commento al Vangelo del 2 febbraio 2018 – Monastero di Bose

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La pagina evangelica della festa della presentazione di Gesรน mostra lโ€™incontro nel tempio di Gerusalemme tra la Legge โ€“ osservata puntualmente da Giuseppe e Maria โ€“ e la profezia incarnata da Simeone e Anna, testimoni della fedeltร  del Signore, che vedono colmata la loro attesa del Messia promesso. La loro perseveranza e la loro fedeltร  non li hanno induriti, ma resi capaci di discernimento, di tenerezza, di accoglienza, di amore.

Di Simeone il Vangelo non rivela lโ€™etร , non dice che รจ vecchio, ma solo che non sarebbe morto prima di vedere il Messia. Simeone รจ abitato dalla capacitร  di amare nella libertร  e in modo liberante. Mentre accoglie il bambino tra le sue braccia, non lo trattiene, ma lo confessa come dono di Dio destinato non solo a Israele, ma anche โ€œa tutti i popoliโ€ (Lc 2,31). Anna รจ donna che la preghiera perseverante e il digiuno hanno reso capace di discernere nel bambino il Messia atteso e che sa lodare e ringraziare Dio per il suo intervento.

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Il testo di Luca intreccia i temi del dono e dellโ€™offerta. Il gesto di Maria e Giuseppe mostra che Gesรน รจ il figlio che viene da Dio, suo dono, e che a Dio รจ presentato, offerto, nel tempio, come segno di una vita che sarร  tutta vissuta come offerta a Dio. Questo dinamismo, che teologicamente scaturisce dal dono di Dio, รจ al cuore della vita spirituale di ogni cristiano, chiamato a fare della propria esistenza un culto gradito a Dio. Il verbo usato qui per indicare la โ€œpresentazioneโ€ di Gesรน a volte significa โ€œoffrireโ€ e indica anche lโ€™offerta che i cristiani sono chiamati a fare del proprio corpo a Dio in sacrificio vivente (cf. Rm 12,1). Si tratta dunque di fare della propria esistenza quotidiana il luogo del culto gradito a Dio. Secondo il Nuovo Testamento, infatti, lโ€™essenza del culto non risiede nel rito, ma nella relazione con il Signore e con i fratelli e le sorelle.

La centralitร  di Cristo significa sottomissione alla Parola di Dio tagliente come spada affilata (cf. Lc 2,35; Eb 4,12). Il cristiano non deve brandire questa spada contro altri, ma lasciarsene trafiggere e acconsentire che essa giunga โ€œfino al punto di divisione dellโ€™anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midollaโ€, affinchรฉ possa discernere โ€œi sentimenti e i pensieri del cuoreโ€ (Eb 4,12). La vita del battezzato รจ chiamata ad andare in profonditร  piรน che in estensione: รจ un cammino interiore di veritร  fatto alla luce della Parola di Dio. Essa svela le contraddizioni e le ambiguitร  del cuore, le insinceritร  e le tergiversazioni, fa emergere le tenebre che abitano nel profondo dellโ€™essere umano. Questo doloroso momento รจ indispensabile al cammino di veritร  e di sinceritร  che richiede di rientrare nel proprio cuore e di lasciare che la Parola del Signore lo purifichi fino a giungere a santificare il Signore, Cristo, nel proprio cuore (cf. 1P 3,15).

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Se oggi la perseveranza appare quanto mai difficile per tutti, nondimeno le esigenze radicali del Vangelo ci richiamano allโ€™unica via grazie a cui ogni battezzato, fondandosi sulla fedeltร  di Dio e sulla gratuitร  del suo dono e della sua chiamata, puรฒ fare della propria vita intera un capolavoro umano e spirituale.

fratel Guido della comunitร  monastica di Bose

Lc 2, 22-40
Dal Vangelo secondoย Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosรจ, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore ย– come รจ scritto nella legge del Signore: ยซOgni maschio primogenito sarร  sacro al Signoreยป ย– e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recรฒ al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesรน per fare ciรฒ che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
ยซOra puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perchรฉ i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israeleยป.
Il padre e la madre di Gesรน si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: ยซEcco, egli รจ qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione ย– e anche a te una spada trafiggerร  l’anima ย–, affinchรฉ siano svelati i pensieri di molti cuoriยป.
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuรจle, della tribรน di Aser. Era molto avanzata in etร , aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro cittร  di Nร zaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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