La pagina evangelica della festa della presentazione di Gesรน mostra lโincontro nel tempio di Gerusalemme tra la Legge โ osservata puntualmente da Giuseppe e Maria โ e la profezia incarnata da Simeone e Anna, testimoni della fedeltร del Signore, che vedono colmata la loro attesa del Messia promesso. La loro perseveranza e la loro fedeltร non li hanno induriti, ma resi capaci di discernimento, di tenerezza, di accoglienza, di amore.
Di Simeone il Vangelo non rivela lโetร , non dice che รจ vecchio, ma solo che non sarebbe morto prima di vedere il Messia. Simeone รจ abitato dalla capacitร di amare nella libertร e in modo liberante. Mentre accoglie il bambino tra le sue braccia, non lo trattiene, ma lo confessa come dono di Dio destinato non solo a Israele, ma anche โa tutti i popoliโ (Lc 2,31). Anna รจ donna che la preghiera perseverante e il digiuno hanno reso capace di discernere nel bambino il Messia atteso e che sa lodare e ringraziare Dio per il suo intervento.
[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]
Il testo di Luca intreccia i temi del dono e dellโofferta. Il gesto di Maria e Giuseppe mostra che Gesรน รจ il figlio che viene da Dio, suo dono, e che a Dio รจ presentato, offerto, nel tempio, come segno di una vita che sarร tutta vissuta come offerta a Dio. Questo dinamismo, che teologicamente scaturisce dal dono di Dio, รจ al cuore della vita spirituale di ogni cristiano, chiamato a fare della propria esistenza un culto gradito a Dio. Il verbo usato qui per indicare la โpresentazioneโ di Gesรน a volte significa โoffrireโ e indica anche lโofferta che i cristiani sono chiamati a fare del proprio corpo a Dio in sacrificio vivente (cf. Rm 12,1). Si tratta dunque di fare della propria esistenza quotidiana il luogo del culto gradito a Dio. Secondo il Nuovo Testamento, infatti, lโessenza del culto non risiede nel rito, ma nella relazione con il Signore e con i fratelli e le sorelle.
La centralitร di Cristo significa sottomissione alla Parola di Dio tagliente come spada affilata (cf. Lc 2,35; Eb 4,12). Il cristiano non deve brandire questa spada contro altri, ma lasciarsene trafiggere e acconsentire che essa giunga โfino al punto di divisione dellโanima e dello spirito, fino alle giunture e alle midollaโ, affinchรฉ possa discernere โi sentimenti e i pensieri del cuoreโ (Eb 4,12). La vita del battezzato รจ chiamata ad andare in profonditร piรน che in estensione: รจ un cammino interiore di veritร fatto alla luce della Parola di Dio. Essa svela le contraddizioni e le ambiguitร del cuore, le insinceritร e le tergiversazioni, fa emergere le tenebre che abitano nel profondo dellโessere umano. Questo doloroso momento รจ indispensabile al cammino di veritร e di sinceritร che richiede di rientrare nel proprio cuore e di lasciare che la Parola del Signore lo purifichi fino a giungere a santificare il Signore, Cristo, nel proprio cuore (cf. 1P 3,15).
- Pubblicitร -
Se oggi la perseveranza appare quanto mai difficile per tutti, nondimeno le esigenze radicali del Vangelo ci richiamano allโunica via grazie a cui ogni battezzato, fondandosi sulla fedeltร di Dio e sulla gratuitร del suo dono e della sua chiamata, puรฒ fare della propria vita intera un capolavoro umano e spirituale.
fratel Guido della comunitร monastica di Bose
Dal Vangelo secondoย Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosรจ, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore ย come รจ scritto nella legge del Signore: ยซOgni maschio primogenito sarร sacro al Signoreยป ย e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recรฒ al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesรน per fare ciรฒ che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
ยซOra puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perchรฉ i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israeleยป.
Il padre e la madre di Gesรน si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: ยซEcco, egli รจ qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione ย e anche a te una spada trafiggerร l’anima ย, affinchรฉ siano svelati i pensieri di molti cuoriยป.
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuรจle, della tribรน di Aser. Era molto avanzata in etร , aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro cittร di Nร zaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Puoi ricevere il commento al Vangelo del Monastero di Bose quotidianamente cliccando qui
