Commento al Vangelo del 2 Agosto 2020 – p. Ermes Ronchi

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รˆ un dono il pane del Signore e va donato

Padre Ermes Ronchi commenta il brano del Vangelo di domenica 2 Agosto 2020.

Vangelo del pane che trabocca dalle mani, dalle ceste. Segno da custodire con particolare cura, raccontato per ben sei volte dai Vangeli, carico di promesse e profezia.

Gesรน vide la grande folla, sentรฌ compassione di loro e curรฒ i loro malati. Tre verbi rivelatori (vide, sentรฌ, curรฒ) che aprono finestre sui sentimenti di Gesรน, sul suo mondo interiore. Vide una grande folla, il suo sguardo non scivola via sopra le persone, ma si posa sui singoli, li vede ad uno ad uno. Per lui guardare e amare sono la stessa cosa. E la prima cosa che vede alzarsi da tutta quella gente e che lo raggiunge al cuore รจ la loro sofferenza: e sentรฌ compassione per loro.

Gesรน prova dolore per il dolore dell’uomo, รจ ferito dalle ferite di chi ha davanti, ed รจ questo che gli fa cambiare i programmi: voleva andarsene in un luogo deserto, ma ora chi detta l’agenda รจ il dolore dell’uomo, e Gesรน si immerge nel tumulto della folla, risucchiato dal vortice della vita dolente. Primo viene il dolore. Il piรน importante รจ chi patisce: nella carne, nello spirito, nel cuore. E dalla compassione fioriscono miracoli: guarรฌ i loro malati. Il nostro tesoro piรน grande รจ un Dio appassionato che patisce per noi.

Il luogo รจ deserto, รจ ormai tardi, questa gente deve mangiare… I discepoli alla scuola di Gesรน sono diventati sensibili e attenti, si prendono a cuore le persone. Gesรน perรฒ fa di piรน: mostra l’immagine materna di Dio che raccoglie, nutre e alimenta ogni vita, e incalza i suoi: Voi stessi date loro…[…]

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FAME di COSE GRANDI

Vorrei essere uno dei cinquemila, quella sera, sul lago!
Li invidio non per il miracolo dei pani, ma per la seduzione che hanno, piรน forte di ogni paura.
Con Gesรน, che ascoltano e bevono. Ascoltano e brucia loro il cuore, ascoltano e risplende la vita.
Stare con lui, quando sera e notte scendono su noi. E il lago, e il deserto, profumano di pane.
Stare con lui, e sentire che piรน vivo di cosรฌ non sarรฒ mai.

In quella infinita sera sul lago, due verbi opposti: comprare o dare. Comprare, dicono gli apostoli. Mentalitร  che รจ nostra: se vuoi qualcosa, lo devi pagare. Niente di scandaloso, ma diventa banale questa logica dโ€™eterna illusione, in bilico tra dare e avere. In questo sistema chiuso, Gesรน rilancia: DATE!
Date voi stessi da mangiare. Non giร  โ€œvendete, scambiate, prestateโ€; ma radicalmente โ€œdateโ€.

E sulla notte della necessitร  ecco spuntare lโ€™alba della gratuitร , dell’amore squilibrato e senza calcoli, del dare a fondo perduto senza aspettarsi nulla. Solo la gioia, forse.

Quante volte nel Vangelo lo si vede intento a condividere, felice, il pasto con altri, da Cana all’ultima cena, fino a Emmaus.
Gesรน amava cosรฌ tanto mangiare insieme, che il tenerli vicini a sรฉ รจ diventato il simbolo della sua vita: โ€œquando me ne andrรฒ, e non potrรฒ piรน riunirvi e darvi il pane, e condividerlo, voi potrete unirvi e mangiare meโ€.
Dio ferma la fame del mondo solo quando le nostre mani imparano a donare. L’aveva detto: โ€œVoi farete cose piรน grandi di meโ€.
E a noi, che sempre preghiamo โ€œdacci oggi il nostro paneโ€, il Signore risponde: โ€œdate voi il vostro paneโ€.

Ecco che i cinque pani passano dalle mani di uno a quelle di tutti i cinquemila.
Misteriosa e multipla regola del Regno: poco pane condiviso รจ sufficiente, perchรฉ solo cosรฌ diventa pane di Dio. Cinque pani allora basteranno per una folla, e i pezzi rimasti riempiranno le ceste. Nulla andrร  perduto.
Cinque pani e due pesci: รจ poco, รจ solo una goccia nel mare, ma รจ quella goccia che puรฒ dare senso a tutta la vita (Madre Teresa).

La fame inizia quando io tengo il mio pane per me, quando l’Occidente sazio tiene il proprio pane per sรฉ. Fame che, allora, non finirร .
Sfamare la terra invece รจ un miracolo possibile se la condivisione si fa realtร . Cโ€™รจ pane sufficiente per tutti nel mondo, ma รจ diventato insufficiente per lโ€™aviditร  di pochi.
Il profeta ripete: chi ha fame venga e mangi, senza denaro nรฉ spesa.
Ma quale fame morde dentro di noi? Solo di pane? O fame di giustizia per noi e per tutti? Fame di avere o anche fame di dare?

Il Signore sia il nostro affamatore, e sapremo dare pane a chi ha fame e accendere fame di cose grandi in chi รจ sazio di solo pane. E la nostra sarร  fame di un mondo nuovo, con mani di pane che conoscono il miracolo del dono.

AUTORE: p. Ermes Ronchi FONTE: AvvenirePAGINA FACEBOOK

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