Commento al Vangelo del 18 ottobre 2015 – fr. Massimo Rossi

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“Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”:

Ma che razza di domanda รจ questa? Quasi che il Paradiso fosse un luogo, sul quale si puรฒ ragionare in termini di sopra-sotto, vicino-lontano, destra-sinistra…

In Paradiso non ci sono prime file e posti in piedi, platea e palchi, poltronissime e loggione…

Dunque, non possiamo pensare che ci sia qualcuno che siederร  piรน vicino di noi al Signore, perchรฉ ha piรน meriti di noi, perchรฉ รจ piรน santo di noi.

rossi

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[ads2]Il Paradiso รจ stare con Dio, o, meglio ancora, essere in Dio!

Il paradiso non รจ un luogo dove vivremo per l’eternitร , ma un modo di essere, รจ la beatitudine eterna, รจ la felicitร  eterna… C’รจ soltanto una condizione che ci possa dare felicitร  piena, totale, eterna; e questa condizione รจ “essere in Dio”. Quando saremo in Dio ogni nostro desiderio sarร  saziato; in veritร , essere in Dio รจ il nostro unico desiderio – il punto di osservazione รจ la fede – l’unico desiderio a non essere esaudito fino a quando resteremo ancora quaggiรน, “in questa valle di lacrime“… per usare un’espressione cara alla devozione popolare.

Tornando alla sciagurata domanda di Giacomo e Giovanni, formulata in tempi non sospetti, secoli e secoli prima che Dante componesse la Divina Commedia, verosimilmente, anche noi, come i due figli del tuono, lavoriamo di immaginazione. E siccome, neppure con l’immaginazione siamo in grado di cogliere qualcosa che non sia situato o situabile nello spazio e nel tempo, l’idea di un Paradiso diverso da come ce l’hanno raccontato i poeti, le suore e i preti… non ci va, ci sta stretta, o, al contrario, รจ troppo larga…

Larga! sรฌ, l’idea di un Paradiso non connotato da alcuna dimensione spazio-temporale, ci sta troppo larga! perchรฉ insinua l’immagine di qualcosa che non ha limiti… Ma allora, se (il Paradiso) non ha limiti, c’รจ posto per tutti!… E questo proprio non ci va giรน!! C’รจ un limite a tutto, anche alla misericordia e alla bontร  di Dio! Di questo passo, dove arriveremo? a spalancare le porte del Paradiso – ammesso che il paradiso abbia le porte – ai musulmani? alle coppie di fatto? agli omosessuali? ai peccatori peggiori?… Vanno tutti in Paradiso? Che ci guadagneremo noi che, moralmente, abbiamo rigato dritto tutta la vita? Lo ripeto: a tutto c’รจ un limite!

รˆ inutile, non ce la facciamo a immaginare qualcosa o qualcuno che non abbia dei limiti!
C I M A N C A I L C O N C E T T O D I I N F I N I T O!!!

O, meglio, il concetto di infinito ce l’abbiamo, ma รจ pur sempre di natura aritmetica, geometrica… quantitativa. Insomma, per noi, l’infinito รจ “solo” l’infinitamente grande.

E cosรฌ non possiamo parlare delle realtร  ultraterrene, come il Paradiso, appunto, ma anche l’inferno, il purgatorio… รˆ un nostro limite; tantovale rassegnarci. Evitiamo con cura di descrivere quelle veritร  che vanno oltre le nostre capacitร . Rischiamo di dire una montagna di…., infilandoci in un ginepraio da cui non si esce. Crediamoci e basta! Ogni articolo di fede รจ sempre ragionevole; possiamo fidarci e crederci. Ma, ripeto, non parliamone! ci mancano gli strumenti e le categorie.

L’insigne filosofo e matematico austriaco Ludwig Wittgenstein (1889-1951), a proposito di fede, dichiarรฒ: “Ciรฒ di cui non si puรฒ parlare, si taccia”: peccato che i suoi discepoli abbiano spinto oltre il suo ragionamento, concludendo: “Ciรฒ di cui non si puรฒ parlare, non esiste“: รจ la fine di tutti i dogmi! Mi sento di sottoscrivere la dichiarazione di Wittgenstein quanto al Paradiso & co., ma non sottoscrivo certo le conclusioni dei suoi discepoli.

La nostra ragione รจ potente, ma anche questa รจ limitata; indaga e comprende tutto e solo ciรฒ che si puรฒ ricondurre entro coordinate di ordine razionale.

Stiamo parlando, invece, di veritร  che esorbitano dalle coordinate razionali! Ragionevole รจ un conto; razionale รจ un altro conto!

Nel Vangelo che abbiamo ascoltato, il Signore sposta per cosรฌ dire l’asse del discorso sulle condizioni attuali per entrare nella Gloria di Dio. In altre parole, invece di disquisire su dove saremo, come saremo, nell’altra vita, concentriamoci su ciรฒ che possiamo e dobbiamo essere nella vita presente: questo sรฌ che รจ nelle nostre capacitร ! Non solo possiamo e dobbiamo parlarne; prima di parlarne, dobbiamo viverle, con quanta piรน convinzione siamo capaci! Convinzione intellettuale e passione! non si tratta di semplici concetti che possiamo condividere in modo astratto e formale; si tratta di valori che dobbiamo incarnare tutti i giorni!

In particolare, quest’oggi, Gesรน ci propone il valore dell’umiltร …ma che dico, l’umiltร ; Gesรน parla di umiliazione bella e buona!

Giร  essere umili costa parecchio: essere umili significa essere noi stessi, realizzando i nostri talenti, ma anche riconoscendo i nostri limiti; nรฉ piรน, nรฉ meno! L’umiltร  dell’uomo รจ la veritร  di sรฉ.

L’ho giร  detto tante volte e colgo ogni occasione, opportuna e inopportuna, per ripeterlo.

Il Figlio di Dio, vero Dio e vero uomo, non รจ venuto per manifestare umilmente la sua identitร  e veritร , non soltanto. La questione รจ delicata, e spiegarla a parole รจ complicato: salendo sulla croce, il Figlio di Dio si รจ addirittura umiliato al di sotto, molto al di sotto della sua dignitร ! Umiliandosi, Gesรน ha fatto veritร  su di sรฉ, รจ diventato il Cristo.

Venendo a me, venendo a noi – declinare il Mistero della croce alla prima persona singolare-plurale รจ d’obbligo – per guadagnare il paradiso, ci basta essere umili, o รจ necessario umiliarci?
La risposta sembrerร  forse salomonica.

Cominciamo col diventare umili: questo dipende unicamente da noi.

Quanto alle umiliazioni non dobbiamo preoccuparci: se e quando verranno, dipendono dagli altri…

fr. Massimo Rossi

XXIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesรน Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedรจo, dicendogli: ยซMaestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemoยป. Egli disse loro: ยซChe cosa volete che io faccia per voi?ยป. Gli risposero: ยซConcedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistraยป.
Gesรน disse loro: ยซVoi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?ยป. Gli risposero: ยซLo possiamoยป. E Gesรน disse loro: ยซIl calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; รจ per coloro per i quali รจ stato preparatoยป.
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesรน li chiamรฒ a sรฉ e disse loro: ยซVoi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ; ma chi vuole diventare grande tra voi sarร  vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarร  schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non รจ venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 18 – 24 ottobre 2015
  • Tempo Ordinario XXIX, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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