Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 18 Agosto 2019.
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Unโunica sorte accomuna i profeti
Stupisce la facilitร e la rapiditร con cui lo scetticismo, il discredito o lโirrisione riescano a raffreddare gli entusiasmi, a spegnere gli ideali, a rendere innocui gli insegnamenti piรน nobili.
Abbiamo conosciuto giovani che, mossi da sincera passione, si erano impegnati per costruire un mondo nuovo e una chiesa piรน evangelica. Nel breve volgere di alcuni anni hanno ammainato le bandiere e rinunciato ai sogni. Si sono adeguati al perbenismo imperante, a ciรฒ che prima consideravano futile, effimero, banale. Per comoditร , per opportunismo? Alcuni forse sรฌ, ma altri hanno rinunciato con profondo rammarico agli slanci e ai progetti giovanili perchรฉโฆ si sono lasciati prendere prima dallo scoraggiamento, poi dalla rassegnazione. Non avevano messo in conto lโopposizione, le resistenze, i conflitti, le difficoltร e non hanno resistito.
Chi si impegna nella comunitร si aspetta lโapprovazione, la lode, il sostegno per le iniziative che porta avanti, per il tempo e le energie che dedica. ร unโillusione! Presto avrร a che fare con le critiche malevole, le invidie, le gelosie. E fin qui siamo ancora nellโambito delle incomprensioni e dei normali dissapori. Il contrasto diviene piรน serio quando in gioco ci sono scelte ecclesiali decisive, lโadesione alle nuove prospettive aperte dal Concilio, le proposte evangeliche incompatibili con la logica di questo mondo. Allora lโostilitร si manifesta in modo aperto e assume tutte le sfumature che vanno dallโinsulto, alla calunnia, allโemarginazione, al linciaggio morale.
Chi si sente osteggiato in questo modo รจ tentato di scoraggiarsi e di rimettere in discussione le scelte che ha fatto. La tentazione di adeguarsi alla mentalitร dominante, ai principi e ai valori comunemente accettati diviene quasi irresistibile.
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Gesรน ha messo in guardia i suoi discepoli da questo pericolo: โSe il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciรฒ che รจ suoโ (Gv 15,18). Ha tranquillizzato i loro animi perplessi e vacillanti ricordando che un destino drammatico accomuna, da sempre, tutti i giusti: โAllo stesso modo, infatti, facevano i loro padri con i profetiโฆ Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo, infatti, facevano i loro padri con i falsi profetiโ (Lc 6,23.26).
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โSia riconosciuta, Signore, la veritร dei tuoi profetiโ.
Prima Lettura (Ger 38,4-6.8-10)
In quei giorni 4 i capi dissero al re: โSi metta a morte questo uomo, appunto perchรฉ egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa cittร e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poichรฉ questo uomo non cerca il benessere del popolo, ma il maleโ. 5 Il re Sedecรฌa rispose: โEcco, egli รจ nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voiโ.
6 Essi allora presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malchia, principe regale, la quale si trovava nellโatrio della prigione. Calarono Geremia con corde. Nella cisterna non cโera acqua ma fango, e cosรฌ Geremia affondรฒ nel fango.
8 Ebed-Mรจlech uscรฌ dalla reggia e disse al re: 9 โRe mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremia, gettandolo nella cisterna. Egli morirร di fame sul posto, perchรฉ non cโรจ piรน pane nella cittร โ. 10 Allora il re diede questโordine a Ebed-Mรจlech lโEtiope: โPrendi con te da qui tre uomini e fa risalire il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoiaโ.
Bisogna combattere! Bisogna dialogare! No, non si viene a patti con il nemico! Chi non impugna la spada, chi non lotta, chi ha paura di ricorrere alla violenza non ama il popolo! Ognuno avanza la sua proposta e cerca di imporla agli altri.
Siamo a Gerusalemme nellโanno 586 a.C. e la situazione รจ disperata. La cittร รจ circondata dallโesercito di Nabucodonosor, la gente muore di fame, ma i generali dellโesercito vogliono resistere ad ogni costo e il re Sedecia non ha il coraggio di opporsi alla loro volontร . ร un momento drammatico e Geremia รจ lโunico che non perde la testa: รจ un uomo di pace, riflette, si rende conto dellโinutilitร della resistenza armata e suggerisce la resa. La sua proposta provoca lโindignazione degli ufficiali che vanno da Sedecia e gli dicono: โSi metta a morte questโuomo, perchรฉ egli scoraggia i guerrieriโฆ questโuomo non cerca il benessere del popolo, ma il maleโ (v.4). Il re li ascolta ed alla fine acconsente. Geremia viene imprigionato e gettato in una cisterna piena di fango (vv.5-6).
ร la sconfitta del profeta che si sente abbandonato da tutti: dagli amici, dai suoi familiari ed anche da Dio che pure gli ha promesso protezione (Ger 1,8).
Ecco perรฒ, inaspettatamente, farsi avanti un uomo retto e coraggioso, uno di quelli che non riescono a stare in silenzio di fronte allโingiustizia. Si chiama EbedโMรจlech. ร uno straniero, un nero venuto dallโEtiopia che da tempo presta servizio alla corte del re. Si presenta da Sedecia e gli dice: โMio signore, quegli uomini hanno agito maleโฆโ (v.9).
Ci vuole del coraggio per pronunciare simili parole, per mettersi contro i personaggi piรน influenti della nazione!
Il re lo ascolta e dร ordine di liberare il profeta. EbedโMรจlech prende con sรฉ alcuni uomini, si procura una corda e degli stracci, va alla cisterna e dice a Geremia: โSu, mettiti i pezzi dei cenci e degli stracci alle ascelle, sotto le cordeโ. Geremia fa come gli รจ stato suggerito e viene tirato fuori (Ger 38,11-13).
Ciรฒ che รจ accaduto a questo profeta non รจ un fatto isolato. Tutti coloro che annunciano la parola di Dio sono sempre trattati allo stesso modo. Il loro messaggio, prima o poi, si scontra con gli interessi dei potenti e questi cominciano a perseguitarli, cercano in ogni modo di metterli a tacere o addirittura di eliminarli. Anticamente si ricorreva alla violenza fisica (cosรฌ furono tolti di mezzo Gesรน e molti dei suoi discepoli). Oggi i metodi sono diversi, ma non meno brutali: lโemarginazione, il disprezzo, la denigrazione, le minacce. Basta pensare a cosa va incontro chi osa criticare i comportamenti scorretti di chi detiene il potere, chi denuncia ingiustizie, furti, disonestร sul lavoro, chi rifiuta la violenza come mezzo per ristabilire la giustizia. Basta pensare a come vengono trattati, a volte anche dai fratelli della comunitร cristiana, coloro che fanno proposte evangeliche, chiedono una maggiore trasparenza nellโuso del denaro, la rinuncia ai privilegi.
Il Signore perรฒ non abbandona i suoi profeti perseguitati, isolati, gettati nel fango. Egli sta sempre al loro fianco, magari suscitando, come al tempo di Geremia, qualche persona semplice, onesta, coraggiosa, come lโetiope EbedโMรจlech.
Seconda Lettura (Eb 12,1-4)
Fratelli, 1 circondati da un cosรฌ gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciรฒ che รจ di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, 2 tenendo fisso lo sguardo su Gesรน, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando lโignominia, e si รจ assiso alla destra del trono di Dio.
3 Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sรฉ una cosรฌ grande ostilitร dei peccatori, perchรฉ non vi stanchiate perdendovi dโanimo.
4 Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato.
Abbiamo giร sottolineato la scorsa domenica che i cristiani ai quali รจ diretta la lettera agli Ebrei stavano vivendo un momento molto difficile, tanto da essere tentati di abbandonare la propria fede. Le difficoltร erano iniziate subito dopo la loro conversione: erano stati fatti oggetto di abusi; erano stati aggrediti, spogliati dei loro beni, messi in prigione (Ebr 10,32-34). Poi la situazione era ulteriormente peggiorata, al punto che la loro stessa vita era in pericolo.
Lโautore della lettera cerca di incoraggiarli, li invita a non perdersi dโanimo, a non cedere. Questa โ dice โ รจ unโoccasione privilegiata perchรฉ permette di dimostrare a Cristo il proprio amore e la propria fedeltร .
La lettura paragona la condizione di questi cristiani in difficoltร ad una sfida nello stadio. Essi sono atleti che devono dare prova di forza e di abilitร davanti a spettatori eccezionali: i grandi personaggi del passato, da Abramo fino allโultimo dei profeti (Ebr 11). La meta da raggiungere รจ Cristo. I discepoli devono correre come il Maestro ha fatto e, quale premio, riceveranno dal Padre la corona di gloria.
Naturalmente non si puรฒ correre spediti se ci si trascina dietro qualche carico, come ad esempio il peccato.
Vangelo (Lc 12,49-57)
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: 49 โSono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse giร acceso! 50 Cโรจ un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finchรฉ non sia compiuto!
51 Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. 52 Dโora innanzi in una casa di cinque persone 53 si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suoceraโ.
54 Diceva ancora alle folle: โQuando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e cosรฌ accade. 55 E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarร caldo, e cosรฌ accade. 56 Ipocriti! Sapete giudicare lโaspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?
57 E perchรฉ non giudicate da voi stessi ciรฒ che รจ giusto?
Cosโรจ il fuoco che Gesรน รจ venuto a portare sulla terra (v.49)? Cosโรจ il battesimo che egli deve ricevere (v.50)? Come mai afferma di non essere venuto a portare la pace, ma la divisione (v.51)? Cosa sono i segni del tempo che gli ipocriti non riescono a riconoscere (v.56)? Che cโentra in tutto questo discorso la parabola sulla necessitร di evitare il giudizio davanti al magistrato (vv.58-59)? Il Vangelo di oggi accosta una serie di detti del Signore piuttosto enigmatici. Vediamo di coglierne il significato.
Cominciamo dalle immagini del fuoco e del battesimo (vv.49-50).
Al termine del diluvio appare nel cielo lโarcobaleno, simbolo della pace ristabilita fra il cielo e la terra e Dio giura: โNon sarร piรน distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, nรฉ piรน diluvio devasterร la terraโ (Gen 9,11). Da questa promessa nasce e si diffonde in Israele la convinzione che, per purificare il mondo dallโiniquitร , Dio non si sarebbe piรน servito dellโacqua, ma del fuoco: โCon il fuoco il Signore farร giustizia su tutta la terraโ (Is 66,16). Anche il Battista annunciava la venuta del messia con parole minacciose: โEgli vi battezzerร in Spirito santo e fuoco. Brucerร la pula con un fuoco inestinguibileโ (Mt 3,11-12). Di fuoco parla anche Gesรน e, dopo di lui, un poโ tutti gli autori del NT.
Di che si tratta? Viene spontaneo pensare al giudizio finale e al supplizio eterno che attende i malvagi. Andiamoci piano! Forse cosรฌ lo immaginavano il Battista e i discepoli Giacomo e Giovanni che volevano invocare il fuoco del cielo contro i Samaritani (Lc 9,54), ma non certo Gesรน.
Il fuoco di Dio non ha lo scopo di annientare o torturare chi ha commesso degli errori, ma รจ lo strumento con cui egli vuole distruggere il male e purificare dal peccato.
ร meglio lasciare il fuoco che castiga ai fondamentalisti e ai predicatori fanatici delle sette apocalittiche! Quello annunciato dai profeti e acceso da Gesรน salva, monda, risana: รจ il fuoco della sua parola, รจ il suo messaggio di salvezza, รจ il suo Spirito, quello Spirito che, nel giorno di Pentecoste, รจ sceso come fiamma sui discepoli (At 2,3-11) e ha cominciato a diffondersi nel mondo come un incendio benefico e rinnovatore.
Ora siamo in grado di dare un senso allโesclamazione di Gesรน: Come vorrei che fosse giร acceso! (v.49). ร lโespressione del suo ardente desiderio di vedere al piรน presto distrutta la zizzania che รจ nel mondo. Malachia ha annunciato: โSta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierร โ (Mal 3,19). Gesรน attende con ansia la realizzazione di questa profezia e giร vede spuntare il mondo nuovo nel quale non ci sarร piรน spazio per i malvagi. Questi spariranno, annientati dalla fiamma irresistibile del suo amore.
La seconda immagine, quella del battesimo, รจ legata alla precedente. Gesรน afferma che, per scatenare questo incendio, egli deve prima essere battezzato. Battezzare significa sommergere e Gesรน si riferisce alla sua immersione nelle acque della morte (Cf. Mc 10,38-39). Questโacqua รจ stata preparata dai suoi nemici con lโobiettivo di spegnere per sempre il fuoco della sua parola, del suo amore, del suo Spirito; invece ottiene lโeffetto opposto: comunica a questo fuoco una forza incontenibile. Gesรน โguarda con angosciaโ alla passione che lo attende. La prospettiva che ha di fronte รจ drammatica: verrร travolto dai flutti dellโumiliazione, della sofferenza e della morte, ma sa che, uscendo da queste acque oscure, nel giorno di Pasqua, darร inizio al mondo nuovo.
Se รจ questo il destino del Maestro, quale sarร quello dei discepoli, tedofori del suo fuoco? Provocheranno anchโessi โ assicura Gesรน โ dissensi, divisioni, ostilitร e dovranno mettere in conto dolorose lacerazioni allโinterno delle loro stesse famiglie (vv.51-53).
โPensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisioneโ. Unโaffermazione sorprendente che lascia sconcertati perchรฉ nei libri dei profeti รจ scritto che il Messia sarร โil principe della paceโ; durante il suo regno โla pace non avrร fineโ (Is 9,5-6); โil lupo dimorerร insieme con lโagnello, la pantera si sdraierร accanto al capretto, il vitello e il leoncello pascoleranno insiemeโ (Is 11,6-9); โlโarco di guerra sarร spezzato, annunzierร la pace alle genti, il suo dominio sarร da mare a mare e dal fiume ai confini della terraโ (Zac 9,10). A Betlemme gli angeli cantano: โPace sulla terra!โ (Lc 2,14) e Paolo scrive: โEgli รจ la nostra pace!โ (Ef 2,14).
Lโannuncio del Vangelo porterร nel mondo, fra i popoli, nelle famiglie armonia o discordie?
ร vero, i profeti hanno promesso la pace per i tempi messianici, ma hanno anche annunciato conflitti e separazioni. Quando Gesรน parla di incomprensioni fra le generazioni (giovani-anziani) e fra coloro che vivono nella stessa casa, non fa che citare un testo del profeta Michea (Mic 7,6) il quale aveva intuito che la nascita del mondo nuovo non sarebbe avvenuta in modo pacifico e indolore e che ci sarebbero state dolorose lacerazioni.
Luca verifica nelle sue comunitร che queste rotture sono avvenute. Alla luce delle parole del Maestro capisce che erano inevitabili e il contesto in cui queste parole sono collocate ci aiuta a capire il perchรฉ.
Il messaggio di Gesรน รจ un fuoco e โ comโรจ logico โ chi ha dei beni da proteggere, dei palazzi da custodire non vede di buon occhio gli incendiari. Il Vangelo รจ una fiaccola accesa che vuole ridurre a un immenso rogo tutte le strutture ingiuste, le situazioni disumane, le discriminazioni, la bramosia del denaro, la frenesia del potere.
Chi si sente minacciato da questo โfuocoโ non rimane passivo. Si oppone con ogni mezzo. Reagisce con violenza perchรฉ vuole perpetuare il mondo del peccato. ร a questo punto che scoppiano prima le incomprensioni, poi le divisioni e i conflitti, infine le persecuzioni e le violenze.
Non sempre lโunione รจ buona e va approvata. Si deve cercare lโunione, ma a partire dalla parola di Dio, a partire dalla veritร . La pace fondata sulla menzogna e sullโingiustizia, non puรฒ essere favorita. ร doveroso a volte provocare, con molto amore e senza offendere nessuno, salutari divisioni.
Non si deve confondere lโodio, la violenza, le parole offensive e arroganti โ che sono incompatibili con la scelta cristiana โ con il confronto leale, con i dissensi che nascono da proposte nuove, evangeliche. Questi sono necessari, anche se dolorosi, soprattutto quando coinvolgono i membri della stessa famiglia.
Abbiamo sentito parlare tanto dopo il Concilio della stupenda immagine dei โsegni dei tempiโ. Compare sulla bocca di Gesรน nella terza parte del Vangelo di oggi (vv.54-57).
Per i contadini รจ importante saper riconoscere i cambiamenti del tempo: devono sapere quando sono in arrivo le piogge per seminare al momento giusto. Scrutano il cielo, studiano il vento, sanno di non poter sbagliare perchรฉ rischiano di vedere le proprie sementi bruciate dal sole. Come mai โ chiede Gesรน โ gli uomini che sono cosรฌ attenti ai segni del calore e delle piogge, non sanno riconoscere i segni del mondo nuovo che รจ apparso? Perchรฉ โ risponde โ sono ipocriti. Sono in grado di vedere, ma non vogliono aprire gli occhi e non lo fanno per ignoranza, ma per cattiva volontร . La realtร nuova introdotta dalla sua parola li disturba, li scomoda. Vogliono che il mondo antico continui e fingono (come fanno gli attori, gli โipocritiโ appunto) di non accorgersi di ciรฒ che sta accadendo.
Luca ha presente la situazione delle sue comunitร nelle quali molti hanno paura delle conseguenze del Vangelo e โfingonoโ di non accorgersi dei cambiamenti, delle trasformazioni, delle novitร che esso sta per introdurre.
Il Vangelo si conclude con una parabola (vv.58-59). Un uomo ha fatto un torto ad un altro e questi minaccia di portarlo davanti al magistrato. Che fare? Il colpevole non ha tempo da perdere: deve cercare immediatamente un accordo col suo avversario, altrimenti rischia la condanna. Che senso ha questa parabola?
Sta per giungere โ dice Gesรน โ il momento del giudizio, sta per sorgere il mondo nuovo. I segni del grande incendio che rinnoverร la faccia della terra sono evidenti: i ciechi recuperano la vista, i sordi odono, gli storpi camminano, i lebbrosi sono curati, i morti risuscitano ed ai poveri รจ annunciata una buona novella (Mt 11,5), eppure ci sono persone che non se ne preoccupano minimamente. Verranno colte impreparate.
