Commento al Vangelo del 15 marzo 2015 – don Mauro Manzoni

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La Parola di Dio“, canale YouTube del prolifico Don Mauro di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica prossima, IV Domenica di Quaresima – Anno B.

Chi desidera automaticamente avere il testo delle riflessioni, mandi il proprio indirizzo email a riflessionevangelo@graficapastorale.com che lo spedirร  ogni settimana.

Il Vangelo di questa 4 domenica di Quaresima ci presenta alcuni segni e simboli da osservare e valutare per la nostra breve riflessione.
Prima di tutto il serpente. “come Mosรจ – dice Gesรน a Nicodemo – come Mosรจ innalzรฒ il serpente nel deserto, cosรฌ bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”. Gesรน si riferisce al libro dei Numeri quando il popolo ebreo si ribellรฒ a Dio che lo punรฌ con la piaga dei serpenti velenosi. Il popolo, pentito, chiese perdono al Signore, il quale disse a Mosรจ: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque lo guarderร , resterร  in vita”.
Il serpente, segno di morte e di pericolo, di disgrazia e fallimento, innalzato diventa segno di vita. Come segno di vita diventa la croce sulla quale viene innalzato Cristo. La croce che รจ sofferenza, supplizio, disperazione e angoscia รจ stata vinta da quel Gesรน ed รจ diventata per noi ritorno alla vita, risurrezione e rinascita. Cioรจ, salvezza.
Il Padre non ha mandato suo Figlio per giudicarmi e condannarmi. lo ha mandato perchรฉ mi possa salvare attraverso di Lui. Non รจ venuto per condannare e giudicare, ma a salvare.
Una bella bastonata sulla nostra testa! A noi, abituati a giudicare gli altri, a cucire vestiti su misura, a condannare senza appello, a isolare chi non la pensa come me e inchiodarlo sul patibolo della emarginazione. Sempre pronti al risentimento, alla indifferenza e al rancore. Poco inclini alla comprensione e tolleranza, sempre pronti alla vendetta piรน che al perdono. “Dio non ha mandato suo Figlio a condannare, ma a salvare”. Veramente una bella bastonata in testa per noi che ci crediamo e professiamo cristiani.

Gv 3, 14-21
Dal Vangelo secondoย Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse a Nicodรจmo:
ยซCome Mosรจ innalzรฒ il serpente nel deserto, cosรฌ bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perchรฉ chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non รจ condannato; ma chi non crede รจ giร  stato condannato, perchรฉ non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio รจ questo: la luce รจ venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato piรน le tenebre che la luce, perchรฉ le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perchรฉ le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la veritร  viene verso la luce, perchรฉ appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dioยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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