Commento al Vangelo del 14 Giugno 2020 – don Giovanni Berti (don Gioba)

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Lโ€™altare della vita

Posso dire che sono cristiano anche senza andare a Messa la domenica e fare la Comunione?
Mi piacerebbe davvero iniziare la messa domenicale con questa domanda e discuterne insieme con chi รจ presente. Ognuno arriva a messa, me compreso, con le sue motivazioni e il suo cammino di fede personale. Non รจ detto che tutti riguardo la domanda iniziale abbiamo la medesima risposta, che non puรฒ essere sbrigativamente risolta con un โ€œsiโ€ o un โ€œnoโ€ โ€ฆ
La Chiesa nella seconda domenica dopo la Pentecoste, dopo aver riflettuto su Dio come Trinitร  portandoci a livelli dal punto di vista teologico cosรฌ alti da risultare quasi estranei al nostro vero interesse, in questa domenica dedicata al Corpo e Sangue del Signore fa una inversione di marcia e ci riporta ad un aspetto concretissimo della nostra fede. Dio in sรฉ stesso รจ Trinitร  di persone in una sola sostanza divina, ma per noi si mostra nella concretezza dellโ€™uomo Gesรน, fatto di carne e sangue, di vita vera, come la nostra.

Carne e sangue, che nella mentalitร  biblica non รจ solo il corpo fisico ma tutta la concretezza della vita fatta di scelte, passioni, decisioni, dolore, contatto fisico e anche morte vera. Questo รจ Dio per noi: lโ€™uomo Gesรน. Nella via dellโ€™umanitร , fatta di carne e sangue di ogni uomo, noi possiamo arrivare a Dio, anzi รจ Dio stesso che arriva a noi. Questa รจ la novitร  piรน profonda del Vangelo che scandalizzava a quel tempo cosรฌ come anche oggi risulta difficile da accettare fino in fondo.

Credere in un dio che sta distaccato in un olimpo divino fuori dal mondo, che detta regole da seguire piรน o meno comprensibili e che ci aspetta alla fine per un castigo o premio, รจ forse piรน facile da credere e accettare. Un dio senza carne e sangue รจ โ€œpiรน dioโ€ secondo la logica umana. Infatti noi sperimentiamo quanto siamo fragili e limitati, e quanto la nostra concretezza fisica e sociale abbia davvero poco di divino. Un vero dio non ha nulla a che fare con noi se non una distaccata presenza e sostegno, ma con la massima attenzione di non mescolarsi con la bassezza umana.

Ma il Vangelo ci racconta un’altra visione di Dio, ed รจ proprio per questo che รจ Vangelo, cioรจ โ€œbuona notiziaโ€: Lโ€™uomo Gesรน รจ Dio, quindi Dio รจ lโ€™uomo Gesรน, con la sua carne e il suo sangue. E in questa carnalitร  umana segnata da tutte le fragilitร  posso incontrare Dio.
Le parole del Vangelo di questa domenica che la Chiesa ha scelto per la solennitร  del Corpus Domini, sono le ultime di un lungo discorso che Gesรน fa alla folla dei discepoli dopo aver operato un segno miracoloso concreto: la moltiplicazione dei pani. Da questo gesto concreto di sostegno alla vita fisica, Gesรน porta lโ€™insegnamento su chi รจ lui stesso. ยซIo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป. Chi รจ Gesรน? Un essere semidivino venuto a mostrare la potenza di Dio con prodigi cosรฌ da sottomettere la volontร  umana a quella divina? No. Gesรน รจ venuto a mostrare Dio che davvero nel concreto si sottomette lui ai bisogni veri dellโ€™uomo, lโ€™uomo concreto di carne e sangue che ha il bisogno primario di vivere e di sentirsi amato. Gesรน รจ il cibo per lโ€™uomo perchรฉ viva dentro la sua vita concreta la bellezza di Dio, lโ€™eternitร  possibile anche se la vita non sembra cosรฌ eterna ed รจ fragile. Gesรน si รจ fatto davvero mangiare dalla folla sei sui discepoli e del mondo di allora fino alla croce, quando il suo corpo รจ stato innalzato e il sangue versato. Lโ€™uomo di carne e sangue Gesรน mostra chi รจ veramente anche lโ€™uomo stesso e quanto la sua carne e sangue possono essere pieni di Dio.

La domanda dei Giudei, che lโ€™evangelista riporta nel suo racconto, รจ una domanda vera anche per noi: ยซCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?ยป
Gesรน quando รจ uomo vivente non invita ovviamente al cannibalismo, ma insegna a riconoscere proprio nella sua concretezza la presenza di Dio che dona vita. Ma le parole di Gesรน raccolte nel Vangelo rimangono valide per i cristiani soprattutto dopo la sua morte e resurrezione, quindi anche fino a noi oggi. Con il pane e il vino della celebrazione domenicale, i cristiani ora davvero possono mangiare e bere Gesรน, possono ancora oggi, entrare in contatto fisico con Gesรน, con Dio stesso, con la sua forza vitale che cambia il mondo. Questa รจ lโ€™Eucarestia domenicale, e non una serie di riti piรน o meno incomprensibili che ci eleva a Dio. Lโ€™Eucarestia domenicale รจ una azione concreta che abbassa Dio a livello umano, come รจ stato allora nel Vangelo. Questa comunione con il corpo e sangue di Gesรน nel pane e sangue eucaristici, non possono allora che ricordarci nel profondo che la via per arrivare a Dio รจ quella dellโ€™uomo, di ogni uomo, di ogni carne e sangue umano, specialmente quello piรน debole e povero.

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Alla domanda iniziale se posso dirmi cristiano senza andare a Messa, la mia risposta personale dopo aver letto questo Vangelo รจ che per essere un vero cristiano ho bisogno della Messa e della Comunione! Al di la dellโ€™aspetto rituale, in quel gesto che faccio insieme ad altri fratelli e sorelle accanto a me, mantengo la mia fede ancorata alla vita, quella di Gesรน e quella degli altri. La Comunione al suo corpo e al suo sangue, mi sostiene nella vita di comunione con il corpo e il sangue di Gesรน che non trovo solo nel pane e nel calice sullโ€™altare in chiesa, ma nella vita del prossimo sullโ€™altare della vita.

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)


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