Commento al Vangelo del 13 Settembre 2020 – P. Antonio Giordano, IMC

Gli ebrei dell’Antico Testamento già conoscevano il dovere del perdono. Nella prima lettura è riportato uno dei testi più significativi di perdonare i propri fratelli come condizione per poter ricevere il perdono di Dio: «Perdona l’offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati. Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo, come oserà chiedere la guarigione al Signore?» (Sir 28,2-3).

Ciò che non era chiaro ai Giudei era la misura del perdono: quante volte bisognava perdonare al prossimo?  Ecco la domanda di san Pietro al Maestro. L’Apostolo propone di perdonare un numero di volte che a lui sembra già grande: fino a sette volte. La risposta del Maestro va oltre ogni limite e misura: bisogna perdonare «settanta volte sette», ossia sempre.

Questo è logico:

– Quando Gesù disse a Pietro, “Perdonerai 70 volte 7 … sempre, sapeva che l’uomo avrebbe sempre offeso il Signore Dio, tuttavia Lui si preparava a sacrificare sé stesso sulla croce … quindi la croce non avrebbe liberato l’uomo dal peccare, dalle imperfezioni, ma gli avrebbe sempre ottenuto il perdono. Il perdono è quindi più importante che il non peccare. Gli angeli non peccano, ma non acquistano meriti ottenendo il perdono, soffrendo per il peccato che commettono.

–  Il perdono per la nostra salvezza è la strada scelta da Dio e realizzata da Gesù; chi non perdona in pratica si mette contro Gesù, non accettando il modo di salvezza che Gesù ha realizzato. Dice in pratica a Dio, “io non accetto il tuo piano di salvezza”.

–  Certo Dio perdona sempre quando uno è pentito sia la colpa (atto cattivo voluto) sia la pena causata dalle imperfezioni e da colpa involontaria. Ma Dio legge il cuore dell’uomo e vede se il suo pentimento è sincero.

Io non vedo il cuore di mio fratello e non sono mai sicuro se il suo pentimento è sincero. Spesso ho l’impressione che il suo pentimento sia solo apparente e che nel suo animo si celi la malizia di ingannarmi e di burlarsi di me.

Tuttavia: se io sempre perdono, al più potrò ricevere la burla o la malizia di mio fratello, ma avrò fatto un atto buono davanti a Dio. Se non perdono e mio fratello è sinceramente pentito … mi trovo ad andare contro Dio che lo ha perdonato.

La malizia o burla di mio fratello non mi toglie mai l’azione buona davanti a Dio.

La base su cui perdonare è indicata nel Nuovo Testamento: Cristo morto e risorto. Dobbiamo perdonare imitando Gesù che, mentre sulla croce soffre il tremendo martirio dell’umana ingratitudine, si rivolge al Padre e lo supplica di concedere il perdono ai suoi crocifissori, perché non sanno quello che fanno. Quali insondabili abissi di amore e di perdono!

I Santi dicono del perdono:

– San Paolo dice: “e siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo” (Ef 4,32).

– Sant’Agostino: “perdonare perché perdonati”. Sin dal battesimo siamo stati perdonati da Lui, cioè ci è stato condonato il debito originale.

– Santa Teresa d’Avila: “ci stancheremo prima noi a peccare che non Dio a perdonarci. Il Signore non si stanca mai di donare le sue misericordie che non si possono mai esaurire.  Ancora: “tu o Dio, per un attimo di pentimento dimentichi la valanga di offese che ti ha fatte”.

– Papa San Giovanni XXIII in una delle sue spontanee prediche: “la legge del perdono, trionfo di fraternità perfetta”.

– San Giovanni Paolo II “tra gli sposati il perdonare è il più alto atto di amore”.

Ultima considerazione:

Il perdono è il frutto più bello dell’amore ed è, allo stesso tempo, la base della vera civiltà. Cosa sarebbe, infatti, la società senza il perdono? Una spirale di violenza e di odio votata alla distruzione. E che cosa sarebbe la famiglia, se i membri di essa non trovassero la forza di perdonarsi le piccole, inevitabili incomprensioni? Purtroppo, noi spesso accampiamo ogni scusa per non perdonare, pur costatando che Dio è sempre pronto a perdonare a noi.

Maria, Madre di misericordia, donaci il coraggio di perdonare sempre.


Fonte: consolata.org

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