Commento al Vangelo del 13 settembre 2015 – padre Gian Franco Scarpitta

- Pubblicitร  -

Il commento di padre Gian Franco Scarpitta al Vangello di domenica 13 settembre 2015.

La croce articolo di fede

Pagina quaresimale ci si pone di fronte in pieno tempo ordinario. Ci rammenta l’itinerario di Gesรน verso Gerusalemme con la conseguente consegna a coloro che vorranno la sua condanna di croce. Ci ravvisa che questo supplizio non interessa semplicemente l’uomo Gesรน, ma il Figlio di Dio che deliberatamente vuole affrontare la spassionata tappa d’amore per l’umanitร , mostrando se stesso quale “agnello votato al macello”, sfigurato d’aspetto. La sua decisione รจ ponderata e risoluta. Non vi si oppone, non recrimina e accetta consapevolmente il suo destino, ben conscio che questo corrisponde alla volontร  del Padre. Che cosa aveva stabilito Dio Padre per il suo unico Figlio? Che, a differenza di Isacco che fu risparmiato dal sacrificio sul monte, questi morisse come vittima sacrificale sul monte Calvario. Vittima del sacrificio di espiazione delle colpe del mondo intero, senza il quale sarebbe stato impossibile il riscatto dell’umanitร . Era nel progetto di Dio che il Figlio dell’uomo soffrisse, venisse riprovato da scribi e farisei, fosse messo a morte perchรฉ solo cosรฌ si poteva realizzare la nostra salvezza. E questo era il disegno del Padre: il sacrificio del proprio Figlio e non le vie di comodo o di successo immediato. Certo, dopo la crocifissione seguirร  la risurrezione e l’esaltazione al di sopra di tutto (Eb 3), ma quella della morte sul legno doveva essere una tappa irrinunciabile. Disattenderla sarebbe stato dare alito alla volontร  del maligno, la cui tattica รจ quella di fare apparire buono e giusto ciรฒ che in realtร  รจ distruttivo e deleterio. Solo il diavolo, nemico dei progetti di Dio, puรฒ ora inficiare la buona fede di Pietro al punto da fargli apparire sconveniente che il maestro si rechi a Gerusalemme, perchรฉ se nell’ottica del Signore l’immolazione favorisce il riscatto, nei progetti di Satana l’autodifesa, apparentemente legittima e utile, serve a distogliere il Figlio di Dio dal completare il progetto di salvezza. In altre parole, Satana sotto l’apparenza di amore filantropico suggerisce a Pietro che Gesรน non deve recarsi a Gerusalemme. Per evitare la croce. E cosรฌ non portare a compimento la redenzione e la salvezza. E in tutto questo sembra addirittura che Satana si prenda la briga di prevaricare sul Figlio di Dio e, per mezzo di Pietro dettare addirittura legge. Ecco perchรฉ Gesรน risponde categoricamente e con tono deciso: “Va’ dietro a me, Satana” (Non “allontanati da me”). Non puรฒ sostituirsi a Dio il maligno approfittando vigliaccamente della debolezza di un uomo, succube alle tentazioni. “Stai al tuo posto”.

[ads2]La dimensione della croce รจ quella che piรน ci identifica come cristiani. Il suo mistero deve essere accolto e accettato senza riserve e di esso si dev’essere anche pronti a fare esperienza diretta affinchรฉ al Crocifisso noi ci associamo. Del resto, per quanto cerchiamo di evitarla eludendola o scaricandola su altri, la croce รจ sempre quella, inevitabile per tutti e di peso per chi non sa accettarla veramente come tale. Per quanto ne diamo le interpretazioni piรน svariate e stratificate, chiamandola con altri termini e identificandola come pena, sacrificio, tortura e qualche altro sinonimo di matrice profana o miscredente, essa รจ sempre la stessa per tutti e nessuno ne sarร  mai esentato. Laici, anticlericali, atei, irreligiosi, cristiani o professanti altri culti, quella รจ sempre la stessa e a tutti ci si propone in ugual misura, non importa come la interpretiamo o il nome che le attribuiamo. Qual รจ la differenza fra la croce di chi crede e quella di chi non ha fede? Semplicemente chi crede la conosce come “croce” a tutti gli effetti, ossia come partecipazione al carattere espiativo del Cristo, come luogo della nostra salvezza nel partecipare alle sofferenze di chi ci ha redenti sul Golgota. E di conseguenza per il credente essa รจ un’opportunitร  e perfino un privilegio. Per chi crede nel Crocifisso essa รจ luogo di speranza; per chi non crede puรฒ diventare disperazione. Chi crede sa come attribuirle un senso, chi non crede puรฒ smarrire il senso della sua vita. Chi crede in essa vive di fiducia nel futuro (gloria e risurrezione); chi non crede puรฒ anche non aver futuro. La croce รจ una tappa dolorosissima e atroce, inevitabile, sconcertante ma necessaria se si vuol raggiungere qualsiasi obiettivo di gioia e di realizzazione; in essa si trova anzi il germe della vittoria perchรฉ essa racchiude la caparra della nostra gratificazione. Ma รจ garanzia di vittoria al termine della lotta, di gioia una volta terminato il dolore, di conquista una volta terminata la prova. “Solo un essere invidioso puรฒ godere del mio soffrire” diceva Pascal.

Solo chi si colloca nella prospettiva del dolore di redenzione puรฒ partecipare del “segreto messianico”, cioรจ sapere ciรฒ che ad altri non รจ consentito di sapere. Gesรน, come in tante altre circostanze, raccomanda a Pietro il “segreto messianico” cioรจ di non riferire a nessuno ciรฒ che adesso Questi ha compreso “non per la carne o per il sangue”ma per rivelazione divina: che Egli รจ cioรจ il Signore, il Cristo Figlio del Dio vivente. Perchรฉ? Per il semplice fatto che Gesรน non va accolto da altri semplicemente perchรฉ sia uomo dalle straordinarie facoltร  o dalle grandi prerogative di taumaturgo o zelante predicatore, ma che vada accolto nella pienezza del suo mistero. Chi si lascia avvincere nella fede dal Cristo in quanto Figlio di Dio umiliato fino alla morte come agnello votato al macello, questi puรฒ avere confidenza del “segreto messianico”. Chi invece รจ ancora lontano dall’unicitร  del fatto di redenzione della croce e non se ne lascia avvincere, chi pretende di scoprire Gesรน per mezzo di puri elementi esteriori o solamente affascinato dal presunto sensazionalismo dell’immagine miracolistica, chi si sofferma insomma su un dato esclusivamente secondario della sua figura e del suo messaggio e chi solo in modo blando e superficiale si pone al suo seguito, ebbene non deve venire a conoscenza di quanto รจ “segreto”, ma deve aprire il cuore alla rivelazione di un Dio Amore che รจ capace di donare fino all’immolazione di se stesso. La conoscenza di quanto gli apostoli conoscono di Gesรน non deve interessare nessun altro, se non chi voglia aderire in pienezza al mistero della sua morte redentrice. Chi insomma accetta la possibilitร  di un Dio che si immola.

Gesรน รจ il Messia Servo umile e sofferente, le cui aspettative sono differenti da quelle dell’antico giudaismo che rivendicava un Messia capace di miracoli, imposizioni e coercizioni. Non รจ Messia belligerante e altezzoso, capace di rivoluzioni politiche e di affermazioni personali, ma di un messianismo del tutto solidale con i poveri e con i peccatori, con gli ultimi e con gli esclusi, con gli abbandonati. E soprattutto un agnello votato al macello, il cui strumento di salvezza รจ nient’altro che il supplizio. La vera messianicitร  verrร  palesata sul Golgota e non sul trono o su un pulpito. “Lo straordinario si fa evento”, dice il titolo di un’opera di Bonheffer e la grande straordinarietร  dell’evento Gesรน Cristo รจ la forza di Dio che si รจ manifestata nella croce. Chi ripudia la croce ripudia qualsiasi articolo di fede.

- Pubblicitร  -

padre Gian Franco Scarpitta | via Qumran

XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Mc 8, 27-35
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesรน partรฌ con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarรจa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: ยซLa gente, chi dice che io sia?ยป. Ed essi gli risposero: ยซGiovanni il Battista; altri dicono Elรฌa e altri uno dei profetiยป.
Ed egli domandava loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Pietro gli rispose: ยซTu sei il Cristoยป. E ordinรฒ loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciรฒ a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverรฒ Pietro e disse: ยซVa’ dietro a me, Satana! Perchรฉ tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiยป.
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: ยซSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 13 – 19 Settembre 2015
  • Tempo Ordinario XXIV, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

Altri Articoli
Related

Liturgia della Parola in LIS di giovedรฌ 25 dicembre 2025

Le letture della Notte di Natale in LIS (Lingua...

Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2025 โ€“ Sussidio Avvento CEI – Messa della Notte

ยซUn bambino รจ nato per noiยป (Is 9,1-6) Tutta la...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

padre Ezio Lorenzo Bono – Commento al Vangelo di lunedรฌ 22 dicembre 2025

UN CANTO NEL GREMBO I. Cosa succede quando una donna...