Commento al Vangelo del 13 settembre 2015 – don Luciano Cantini

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don Luciano Cantini

Vincere

Ordinรฒ loro severamente
Non sembri strano il modo di fare di Gesรน, prima domanda ai discepoli cosa la folla ha capito di lui, poi l’interpella direttamente per, subito dopo, proibirgli severamente di parlare di lui. In altre parole a Gesรน non interessa la propaganda e tanto meno il proselitismo, e questo andrebbe considerato ancora oggi. Perchรฉ una cosa รจ la testimonianza personale di un incontro ed altro รจ sbandierare un leader per raccogliere proseliti. L’incontro con una persona coinvolge la vita, istaura legami, matura, cresce, si modifica… diverso รจ diventare fan di un personaggio con il rischio dell’ideologia o del partito preso, o peggio di una visione trionfalistica, non autentica, del Signore.
Ogni religione ha i suoi fanatici… la cronaca di questi giorni nรฉ รจ piena, ma anche il cristianesimo ha i suoi, piรน o meno palesi magari legati ad un santuario, a un santo, o ad un modo di celebrare o pregare… la fantasia dell’uomo non ha limiti.
Il problema concreto che Gesรน aveva davanti a sรฉ, sia per la considerazione della gente e sia per la dichiarazione di Pietro, era la visione “vincente” del Messia, infatti secondo la mentalitร  corrente il Cristo doveva restituire l’autonomia politica agli Ebrei e restaurare il Regno di Israele.

[ads2]Doveva soffrire molto
Gesรน comincia ad insegnare ai suoi quale sarebbe stato il percorso che avrebbe dovuto affrontare: la sofferenza, il rifiuto, fino alla uccisione e poi la risurrezione. Nell’insegnamento di Gesรน dovremmo cogliere la profonditร  del mistero della incarnazione, il suo totale coinvolgimento nel dramma e nella tragedia della esperienza umana che arriva a identificarsi nel malfattore condannato a morte. Ma รจ nella resurrezione che tutto si compendia e giunge a pienezza.
Faceva questo discorso apertamente, non ha usato parabole o immagini, la sua รจ stata una dichiarazione schietta, determinata che non avrebbe dovuto lasciare incertezze o dubbi, ma non ha scalfito la mentalitร  dei suoi interlocutori talmente radicati nella tradizione che non hanno compreso il senso delle sue parole.
Ce lo dimostra Pietro che prende il Signore in disparte e lo rimprovera. Pietro probabilmente dietro l’immagine del Messia, come tutti i suoi connazionali, intravede la forza, il potere, certamente non riesce a vedere la sofferenza, tantomeno il dramma di tutta l’umanitร  caricato sulle spalle del Signore fino alle estreme conseguenze. In fondo il pensiero di Pietro รจ semplice, e non distante dal nostro: il messia doveva essere Messia, cosรฌ come Dio deve essere Dio, il Messia deve essere forte e potente, vincitore su tutto, cosรฌ come Dio deve essere onnipotente e al di sopra di tutto; a che serve un Messia umile che subisce la prepotenza degli uomini o un Dio che manifesta la sua onnipotenza nella debolezza?

Perchรฉ tu non pensi secondo Dio
Gesรน si volta e guarda i discepoli; mentre rimprovera Pietro ci sta guardando; il suo sguardo, piรน che le parole ci colpisce perchรฉ giunge al midollo del nostro animo, guarda le nostre debolezze e i nostri limiti, raccoglie le nostre ferite e incomprensioni con la potenza del suo amore (cfr Mc 10,21) e la forza della speranza (cfr Mc 10,27). Nelle parole stabilisce la veritร  delle cose. Dobbiamo rimanere dietro di lui, nessuno puรฒ atteggiarsi a maestro perchรฉ siamo tutti discepoli e dal suo insegnamento dobbiamo imparare. Non dobbiamo lasciarci condizionare dal pensiero mondano su Dio, dobbiamo abbandonare convinzioni e preconcetti che appartengono ad una visione pagana e idolatra ed aprirci alla Rivelazione; non solo cogliere l’amore di Dio per noi ma soprattutto il modo con cui Dio ha scelto di amarci anche se questo ci scandalizza. รˆ proprio nella scandalo della Croce che Dio manifesta la forza del suo amore.

Prenda la sua croce e mi segua
รˆ alla folla insieme ai suoi discepoli che Gesรน mostra la strada che lui stesso sta percorrendo e che sono chiamati a percorrere tutti coloro che vogliono seguirlo. La croce non “capita” tra capo e collo come un destino ineludibile di qualcuno costretto a trascinarla per la vita, ma la scelta positiva di chi vuole prendere sulle sue spalle la sua croce. Tutto รจ rovesciato, il perdere e il salvare. Il Vangelo ci chiede un altro modo di entrare in relazione col mondo e con il prossimo, di vivere e di vincere.

don Luciano Cantini | Qumran

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XXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

Mc 8, 27-35
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesรน partรฌ con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarรจa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: ยซLa gente, chi dice che io sia?ยป. Ed essi gli risposero: ยซGiovanni il Battista; altri dicono Elรฌa e altri uno dei profetiยป.
Ed egli domandava loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Pietro gli rispose: ยซTu sei il Cristoยป. E ordinรฒ loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciรฒ a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverรฒ Pietro e disse: ยซVa’ dietro a me, Satana! Perchรฉ tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiยป.
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: ยซSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 13 – 19 Settembre 2015
  • Tempo Ordinario XXIV, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo B | Anno I, Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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