Commento al Vangelo del 13 Ottobre 2019 – don Marco Simeone

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Questa domenica ci confrontiamo con la malattia, nello specifico con la lebbra. Ovviamente ci sono malattie piรน devastanti e piรน leggere, ma la lebbra era un mix stranissimo di gravitร  fisica, sociale e spirituale. In un tempo in cui la scienza medica era ancora “acerba” chi aveva la lebbra si trovava condannato ad una morte lenta, con l’obbligo di stare lontano da tutti i sani e vivere o di fortuna o di caritร  dei sani, per di piรน col sospetto di essere colpito dal Signore: niente male.

Questa รจ la cornice dell’episodio descritto dal vangelo: correttamente i lebbrosi si fermano a distanza e gridano a Gesรน in attesa di un qualcosa, forse stanno semplicemente giocandosi un jolly, puntiamo sull’outsider, non si sa mai โ€ฆ

Gesรน, seguendo la Legge, li manda dai sacerdoti (erano coloro che riconoscevano la lebbra e quindi stabilivano se mandare fuori dalla comunitร , erano anche gli addetti al riconoscimento di un’eventuale guarigione [sotto la dicitura di lebbra entravano anche tutte le altre malattie della pelle: vitiligine, psoriasi e cosรฌ via]). Come interpretare questo invito?

  • Il minimo sindacale: andate un poโ€™ dai sacerdoti, magari vi faranno anche passare (quindi Gesรน che non si sporca le mani, non si “sbilancia” per loro)
  • Andate dai sacerdoti cosรฌ ve ne andate (difficile da credere)
  • Andate perchรฉ io vi guarisco, ma il riconoscimento della guarigione rimane appannaggio dei sacerdoti, cosรฌ si compie anche la Legge.

Ovviamente รจ la terza opzione.

I dieci lebbrosi vanno da Gesรน, ma ci credono? Forse sรฌ e forse no, da una parte รจ naturale (non si guarisce dalla lebbra) ma il nucleo del discorso รจ aprirci al Signore, qui c’รจ tutto il discorso sulla malattia. Non รจ Dio che manda le malattie, non ha un cesto di malattie da dover “piazzare” sulla terra; forse l’unico vero e sano modo di vivere la malattia รจ di avvicinarci a Gesรน, esattamente quello che fanno loro. La vicinanza significa chiedere al Signore di aiutarci a comprendere, ma anche quando questo non si realizzasse cerchiamo da Lui che รจ la vita che non finisce, sentirci amati ci ridona la dignitร  che la malattia ci toglie, dร  senso alla vita che ogni giorno diventa piรน difficile. Sotto il peso della malattia (o della difficoltร ) riusciamo a raggiungere quell’unitร  nel cuore che ci apre a dire con Maria: eccomi, si compia in me il tuo disegno di salvezza. Questa รจ la salvezza: arrivare all’unione interiore di testa e cuore (corpo, anima e spirito) che ci fa aprire a Dio, che significa smettere di fuggire all’incontro col Signore per continuare a giocare con i nostri piccoli idoli.
Il miracolo avviene quando uno ha il coraggio di iniziare a credere a quella parola: loro si mettono in viaggio senza segni evidenti di guarigione. Quante volte non ci muoviamo se non abbiamo segni tangibili e incontrovertibili di salvezza e tanti saluti alla fede.
Loro si muovono e questa dร  spazio alla parola del Signore di essere accolta e di fare frutto: la guarigione.

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A 9 di loro questo basta e avanza, a uno no.
รˆ quello che per un attimo, per grazia di Dio, si solleva dai suoi problemi e dai propri desideri per rendersi conto che aveva appena incontrato Dio in persona che gli aveva ridato la vita. Si pone un dilemma: mi sbrigo a farmi riammettere dai sacerdoti o ritornare da Gesรน? Mettersi al sicuro o slanciarsi? Equilibrio o “squilibrio” direbbe papa Francesco? Il decimo, un samaritano, un eretico, uno che era molto meglio perderlo che trovarlo, proprio lui si lascia interpellare da quello che gli sta accadendo: ma veramente quello era il Messia?
Allora vado da lui! E se poi i sacerdoti non mi dovessero piรน riammettere? Va bene anche cosรฌ, io mi tengo il Signore. Questa รจ la parabola della fede: non รจ conoscere tutte le veritร  di fede, non avere mai cedimenti morali, dare sempre il buon esempio; tutto questo al massimo va desiderato come una conseguenza. La fede รจ poter dire: io ti conosco e mi fido/affido a te, con tutti i miei se e i ma, con le mie ferite e le mie gioie, sapendomi infinitamente amato da Te.

Solo cosรฌ ci sentiremo dire che la fede ci ha salvati veramente: quanto sono buffi, siamo buffi, come cristiani a metร , durissimi su quello che, in definitiva, non ci interessa e mondanissimi su quello a cui teniamo. Oggi il vangelo ci chiede di metterci in cammino, anche con una fede incompleta, anche se interessati, ma dobbiamo almeno darGli una chance di donarci alla Sua grazia, poi Lui sa come fare.
Una parola va spesa su chi sono i lebbrosi di oggi: malati e scansati, forse piรน correttamente bisognerebbe dire “schifati”, dagli altri; ritenuti scartati anche da Dio. Messi alla porta cosรฌ che non li vediamo piรน e siamo autorizzati a non pensare piรน a loro, una condizione di “pre-morte”.
Chi sono? Chi sono per me? Quali sono quelli che mi stanno intorno e io mi sento autorizzato a ignorare?

Forse la risposta non ci puรฒ essere data dall’esterno, forse oggi questo vangelo ci mette sull’avviso che bisogna aprire gli occhi, ascoltare il grido, di chi abbiamo intorno (come nel discorso con il dottore della legge in Lc 10). Imparare a farci prossimi di chi soffre, di quelli che si sono persi รจ forse quel viaggio che oggi Gesรน chiede di fare alla comunitร  cristiana, ognuno a cercare quel lebbroso sta cercando la salvezza per condividerla e poter andare nel mondo a testimoniare le grandi opere di Dio. Allora tutti oggi si mettono in cammino: i sani verso i malati e i malati verso i sani: Gesรน non รจ venuto a dare una mano di belletto, ma a rimetterci tutti in marcia verso la casa del Padre. E per poterci dire: la tua fede ti ha salvato!

Letture della
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Tornato Naamร n dall’uomo di Dio, confessรฒ il Signore.

Dal secondo libro dei Re
2 Re 5,14-17

ย 
In quei giorni, Naamร n [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisรจo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
ย 
Tornรฒ con tutto il seguito ย da [Elisรจo,] lโ€™uomo di Dio; entrรฒ e stette davanti a lui dicendo: ยซEcco, ora so che non cโ€™รจ Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servoยป. Quello disse: ยซPer la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderรฒยป. Lโ€™altro insisteva perchรฉ accettasse, ma egli rifiutรฒ.
ย 
Allora Naamร n disse: ยซSe รจ no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perchรฉ il tuo servo non intende compiere piรน un olocausto o un sacrificio ad altri dรจi, ma solo al Signoreยป.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 97 (98)
R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perchรฉ ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
ย 
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si รจ ricordato del suo amore,
della sua fedeltร  alla casa dโ€™Israele. R.
ย 
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

Seconda Lettura

Se perseveriamo, con lui anche regneremo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
2 Tm 2,8-13

ย 
Figlio mio, ricรฒrdati di Gesรน Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non รจ incatenata! Perciรฒ io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perchรฉ anchโ€™essi raggiungano la salvezza che รจ in Cristo Gesรน, insieme alla gloria eterna.
ย 
Questa parola รจ degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherร ;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perchรฉ non puรฒ rinnegare se stesso.

Parola di Dio

Vangelo

Non si รจ trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, allโ€™infuori di questo straniero.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 11-19

ย 
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesรน attraversava la Samaria e la Galilea.
ย 
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: ยซGesรน, maestro, abbi pietร  di noi!ยป. Appena li vide, Gesรน disse loro: ยซAndate a presentarvi ai sacerdotiยป. E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornรฒ indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrรฒ davanti a Gesรน, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesรน osservรฒ: ยซNon ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si รจ trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, allโ€™infuori di questo straniero?ยป. E gli disse: ยซร€lzati e vaโ€™; la tua fede ti ha salvato!ยป.

Parola del Signore

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