Battesimo del Signore
In breve
- Isaia 40,1-5.9-11: «Consolate, consolate il mio popolo».
Missione profetica come mandato a esercitare il ministero della consolazione. - Salmo 103: «Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo a tempo opportuno».
La tenerezza di Dio si manifesta come attenzione al bisogno di ciascuno. L’annuncio della salvezza inserisce i credenti nel grande fiume della tenerezza di Dio, e li rende a loro volta attenti e solleciti per i fratelli. - Tito 2,11-14;3,4-7: «È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini».
La salvezza è per tutti gli uomini. L’annuncio trova le sue radici nell’ampiezza del progetto di Dio. - Luca 3,15-16.21-22: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Facendosi battezzare insieme ai peccatori, Gesù estende la stessa possibilità di essere amati dal Padre ad ogni uomo. Il Padre stesso è il primo annunciatore del Figlio.
L’annuncio della consolazione

Battezzati ed evangelizzatori
Tutti i battezzati sono per ciò stesso annunciatori. Divenuti figli di Dio, in maniera esplicita e consapevole, sono chiamati a mostrare la loro appartenenza a Cristo. In passato si è spesso insistito sulla dimensione personale della testimonianza; sull’importanza per ogni individuo di riappropriarsi dell’evento del battesimo ricevuto, con con tutto ciò che questo comporta; sarebbe tuttavia fuorviante concentrarsi unicamente su se stessi, come se da soli si fosse effettivamente capaci di testimoniare la grazia di Cristo, l’eroismo delle proprie virtù, la forza che deriva dallo Spirito. Il pieno risveglio dell’identità battesimale, con tutto il suo potenziale esplosivo di annuncio, di testimonianza, di trasformazione delle strutture di ingiustizia presenti nel mondo, si ha quando si avverte anche la sua dimensione comunitaria. Lo Spirito che nel Battesimo ci restituisce all’originaria amicizia con Dio, nello stesso tempo ci lega alla comunione con i fratelli. Solo insieme a loro è possibile dare una testimonianza completa. Tanto più in un contesto storico-sociale in cui, sotto la maschera e il trucco dell’individualismo, si nasconde la massima rete di interdipendenza che sia mai stata presente nella storia.
Se guardiamo al brano evangelico, Gesù nel Battesimo costituisce un ambito di fraternità. Nella narrazione lucana si specifica che “tutto il popolo era stato battezzato”. Il battesimo di Gesù avviene in un contesto specificamente comunitario. La voce del Padre e la presenza dello Spirito confermano Gesù come Figlio amato, che è in grado di abbracciare una moltitudine di fratelli. Tutto lo sforzo evangelizzatore di Gesù a partire dal Battesimo è mirato a risvegliare anche una consapevolezza comunitaria, che partendo dai suoi discepoli coinvolge tutto Israele, anche i peccatori, attraverso l’annuncio scandaloso della misericordia.
Un popolo puro che gli appartenga
La seconda lettura conferma il quadro evangelico: lo scopo del dono di amore di Cristo è “costituire un popolo puro che gli appartenga”. Esso si distingue per lo “zelo nelle opere buone”. Ma si noti bene che un simile zelo è un frutto, non una radice. La costituzione di una comunità credente non è il risultato di sforzi troppo umani, di espedienti psico-sociologici, di trame politiche. Dio ci salva e ci costituisce in una comunità di fratelli e sorelle “non per opere giuste da noi compiute”, ma “per la sua misericordia”. Con gli strumenti solo umani si può costituire un club, un’associazione, una setta, eventualmente una nazione o anche un movimento rivoluzionario, si possono manipolare i pensieri di milioni di consumatori… ma non si può costituire la fraternità dei credenti.
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Battezzati nello Spirito
Anche l’annuncio del Battista mette in evidenza la differenza qualitativa tra il “battesimo d’acqua” e il “battesimo in Spirito Santo e fuoco”, tra il segno di conversione che egli pone e la radicale novità portata da colui che è “più forte” di lui. C’è una relazione di anticipazione, di preparazione tra le due realtà; ma è necessario anche che il Precursore si tiri indietro di fronte al Salvatore. Allo stesso modo anche noi saremo ben disponibili ad essere, a modo nostro, precursori di Cristo e della sua grazia; ma sapremo anche tirarci indietro, per lasciare che le persone possano arrivare a Cristo.
