IV Domenica di Quaresima – Anno B
Siamo nel contesto del colloquio con Nicodemo, che dice di sapere; โnoi sappiamo che sei venuto da Dioโ (Gv 3,29), e al quale Cristo risponde che, per sapere, bisogna vedere. Ma, per vedere lโevento del regno di Dio, bisogna avere la vita di Dio, cioรจ bisogna avere un modo di esistere secondo Dio. Solo cosรฌ si รจ in grado di vedere le cose e gli eventi secondo Dio (cfr. Gv 3,3) e questo vuol dire avere una conoscenza che viene dalla partecipazione alla vita, cioรจ dallโesperienza.
Partecipare alla vita di Dio vuol dire avere lโesperienza della salvezza, ossia lโesperienza che la nostra vita non รจ in grado di rimanere, di sopravvivere alle fragilitร , alle malattie, alle ingiustizie, al male, al peccato e oltrepassare la tomba. Perciรฒ Cristo richiama l’immagine di Mosรจ che innalza il serpente per salvare il popolo che aveva il pungiglione della morte dentro di sรฉ, per dire che noi allo stesso modo abbiamo giร il veleno dentro e dunque stiamo giร camminando verso la morte.
Perciรฒ non possiamo nรฉ vedere nรฉ conoscere, perchรฉ tutto ciรฒ che vediamo e conosciamo รจ avvelenato da questa ferita e dalla morte e dunque tutto viene letto nella chiave della salvezza che ci รจ necessaria, che dobbiamo in qualche modo procuraci. La paura per sรฉ stessi e il bisogno assoluto di salvarsi falsano la nostra lettura delle cose, degli eventi, degli altri e, soprattutto, di Dio stesso.
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ร curioso il termine โinnalzatoโ, perchรฉ da un lato si rifร certamente in maniera diretta al testo di Numeri (Nm 21,4-9), ma dallโaltro lato va compreso anche nel contesto di Giovanni, dove compare un paio di volte. โQuando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnatoโ (Gv 8,28). Questo innalzamento non sarร dunque una affermazione del Figlio, ma una glorificazione del Padre. Il Figlio manifesterร la veritร del Padre, sarร un trionfo della comunione del Padre e del Figlio. Perciรฒ sarร la redenzione dellโuomo, perchรฉ questo รจ il nostro Dio. La sua manifestazione รจ la rinascita dellโuomo. Infatti Giovanni sottolineerร che il Figlio ci consegna il Respiro โ lo Spirito โ (cfr.Gv19, 30), che รจ il Signore della vita stessa di Dio, cioรจ il Signore della vita come comunione, come amore. Allude a questo il Figlio stesso parlando della sua morte: โE io, quando sarรฒ innalzato da terra, attirerรฒ tutti a meโ (Gv 12,32). Il Figlio glorifica il Padre perchรฉ, facendo passare il suo Respiro agli uomini e attirandoli nella comunione, li presenta al Padre come figli. Il Padre รจ glorificato nella figliolanza. Perciรฒ questo salire in alto non รจ per prendere il posto per giudicare. Il Figlio non รจ stato mandato per condannare il mondo, ma per salvarlo proprio per mezzo di sรฉ (cfr. Gv 3,17), per mezzo della sua consegna nelle nostre mani (cfr. Mc 9,31). E non si consegna nelle mani dei giusti come premio per il loro impegno esemplare, ma si consegna nelle mani dei peccatori, quando eravamo suoi nemici, quando non ci fidavamo di lui, ma credevamo piuttosto in noi stessi (cfr. Rm 5,7-11).
Il pungiglione della morte รจ stato eliminato perchรฉ abbiamo ricevuto una vita che รจ immune al peccato e alla morte. โChiunque รจ nato da Dio non commette peccato perchรฉ un germe divino dimora in lui e non puรฒ peccare perchรฉ รจ nato da Dioโ (1Gv 3,9). E โchiunque ha il Figlio ha la vitaโ (1Gv 5,12). Per questo afferma che โchiunque crede in lui non va perduto ma ha la vita eternaโ (cfr. Gv 3,16), usando un inequivocabile verbo al tempo presente.
Perciรฒ nellโaccoglienza di questo dono, di questo Dio che si dona nel Figlio, avviene ciรฒ che viene detto giร nel Prologo: a noi viene dato il potere di essere figli di Dio (cfr. Gv 1,12). ร lรฌ che la vita di Dio passa in noi. E la vita di Dio per Giovanni รจ la vita che รจ veritร , perchรฉ la vita di unโunica relazione incrollabile, cioรจ la vita come zoรจ, tra il Padre e il Figlio. Anche quando si farร buio su tutta la terra, lโunica lโasse ferma in quella terza ora del pomeriggio sarร la relazione tra il Padre e il Figlio. Ed รจ cosรฌ che Giovanni ci tramanda il termine โvita eternaโ. Perchรฉ aionios, questo termine che Giovanni ama tanto in forma di aggettivo, nella forma di avverbio, aion, significa sempre; ma nella forma di sostantivo, anche in greco, conserva lโeco della sua origine sanscrita, dove il termine significa la forza vitale. In piรน, nel mondo greco significava la vita senza etร , cioรจ di sempre, che non ha etร . Non si tratta di una vita che ora รจ giovane, poi matura, invecchia e muore, ma รจ senza etร , รจ sempre la vita.
Questa vita โ lโamore del Padre e del Figlio โ รจ la veritร che illumina ogni uomo facendolo partecipe di questa comunione, di questa stessa vita, dello stesso Respiro, ossia dello stesso Spirito Santo che da โpresso di voiโ passa โin voiโ (cfr. Gv14,17). Noi accogliamo il Figlio nel battesimo. Ed รจ questa vita che noi siamo chiamati a coltivare fino alla statura di Cristo (cfr. Ef 4,13), facendola passare in tutto ciรฒ che siamo affinchรฉ ogni cosa sia riempita di lui sotto ogni aspetto (cfr. Ef 1,23).
ร facile scivolare dalla fede alla religione. Il pungiglione del peccato suggerisce sempre che ci si salva solo se si meriterร la salvezza. Allora, invece di accogliere il dono, si cominciano ad elaborare ideologie e moralismi di conquista: bisogna โessere braviโ per ricevere ciรฒ che si merita. Ma giร Berdjaev diceva che รจ proprio la bravura dellโindividuo il grande ostacolo allโamore e dunque alla fede che รจ trasfigurazione causata dallโaccoglienza.
La via della religione รจ quella con cui si arriva a sentirsi giustificati, e quindi a giudicare e a condannare il prossimo. Si elaborano delle dottrine che giustificano religiosamente il nostro giudizio sugli altri. Si pensa di credere e di essere di Cristo, invece si รจ soli, nel buio del cuore che non ha la luce della vita. Persino il Padre non giudica, ma ha affidato giudizio al Figlio (cfr. Gv 5,22), ma lui vuole attirare tutti a sรฉ affinchรฉ nessuno sia perduto (cfr.Gv18, 9). Ma una certa decadenza religiosa ci rende aspri, acerbi e lontani dalla vita di Dio, perchรฉ non ci si abbandona alla vita che ci porta a donare noi stessi.
Bisogna fare la veritร e non solo pensarla, o addirittura essere convinti di possederla. La veritร si manifesta nella nostra umanitร che si consuma per gli altri.
Perciรฒ proprio perchรฉ la prassi fa vedere la vita, quella non soggetta alla morte, quando Cristo รจ pienamente cosciente che รจ giunta lโora di passare al Padre, lava i piedi ai suoi discepoli, cioรจ fa un gesto (cfr. Gv 13,1-5). Ha fatto la veritร . Questa รจ la vita che ci fa passare al Padre: la vita vissuta come dono. E questa รจ la veritร . La quaresima รจ il tempo per purificare la nostra mente affinchรฉ possa pensare cosรฌ e affinchรฉ i nostri sensi non si ribellino allโamore.
P. Marko Ivan Rupnik – Fonte
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
dellaย IV Domenica del Tempo di Quaresima – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 11 Marzo 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Viola
- 2 Cr 36, 14-16. 19-23; Sal. 136; Ef 2, 4-10; Gv 3, 14-21
Gv 3, 14-21
Dal Vangelo secondo Giovanni
14E come Mosรฉ innalzรฒ il serpente nel deserto, cosรฌ bisogna che sia innalzato il Figlio dellโuomo, 15perchรฉ chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perchรฉ il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non รจ condannato; ma chi non crede รจ giร stato condannato, perchรฉ non ha creduto nel nome dellโunigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio รจ questo: la luce รจ venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato piรน le tenebre che la luce, perchรฉ le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perchรฉ le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la veritร viene verso la luce, perchรฉ appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dioยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 11 – 17 Marzo 2018
- Tempo di Quaresimaย IV
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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