Commento al Vangelo del 1 novembre 2017 – Fraternità Gesù Risorto

Con questa parola “santi” che cosa si intende? Dio solo è santo, cioè Dio soltanto vive un amore perfetto, un amore che non si lascia condizionare né dalla bontà né dalla cattiveria degli uomini. Dio solo è santo, quel Dio che sa solo amare. E il suo Unigenito, il Figlio, è chiamato “il santo di Dio”, perché vive lo stesso amore del Padre senza interruzione e fino a donare la propria vita. Noi attribuiamo questo titolo “santo” anche agli uomini, ma non a tutti, bensì a quelli nella cui vita traspare qualche raggio della santità di Dio. Coloro che hanno seguito e seguono Gesù, che lo ascoltano e vivono secondo la sua sapienza, questi sono portatori della santità di Dio e del suo Figlio! Essi infatti scelgono la povertà, scelgono di non dipendere per nulla dalla ricchezza, che avvicina al “principe di questo mondo”, per essere liberi di ubbidire al Padre. Essi non si lamentano delle angustie e sofferenze, perché vogliono portare la propria croce dietro Gesù. Essi ancora non imitano il nemico nella sua superbia e nelle sue pretese, e rimangono miti, semplici, sereni in ogni situazione, perché sanno che tutto, spazio e tempo, appartengono a Dio. Chi segue Gesù cerca occasioni per vivere la misericordia, perché è l’atteggiamento che intenerisce il cuore di Dio e lo fa risplendere sulla terra. E ancora, vive la purezza del cuore in ogni ambito della vita: in tal modo nei suoi occhi risplende la luce, e non si vergogna di guardare in faccia nessuno. Chi segue Gesù desidera e vuole compiere sempre la volontà del Padre, e glielo chiede con preghiera intensa, anche dovesse per questo subire derisioni e violenze da parte di chi serve le opinioni degli uomini. La gioia diventa la caratteristica della vita del credente: si rallegra quando, a causa di Gesù, tutti parlano male di lui, lo calunniano e perseguitano.

Tutti questi atteggiamenti sono quelli che vediamo vissuti dal nostro Signore Gesù Cristo, e che lui ha elencato quando, sul monte, ha iniziato a parlare ai discepoli e alle folle. Ad essi diceva: “Beati…”, ed era come dicesse: «Guardatemi, io sono così, e voi sarete così e diventerete così restando con me. Vivendo con me non diventerete famosi e ricercati in questo mondo. Quando siete con me invece sgorgherà la pace e la gioia nel vostro intimo, e solo coloro che soffrono e sono tristi vi cercheranno. In voi essi troveranno ascolto e parole di consolazione, troveranno comprensione e parole di incoraggiamento, troveranno luce e parole di fede semplice e pura».

Ecco, chi è con Gesù e senza vergogna lo segue, quello diventa beato, cioè vive una vita piena e ricca di bellezza, e può essere chiamato santo, perché fa risplendere sulla terra, dentro la tenebra di questo mondo, la bella santità di Dio nostro Padre.

Oggi celebriamo questa santità apparsa e diffusa sulla terra nei cuori e nelle opere degli uomini: li chiamiamo santi, perché sono come stelle che brillano nel firmamento oscuro. Celebriamo anche la tua e la mia santità, non solo quella dei nostri fratelli, che ormai ogni giorno fanno festa nel cielo di Dio!

In alcuni luoghi questa festa viene fatta precedere da una giornata riservata quasi a festeggiare il nemico di Dio e dell’uomo. In tal modo adulti e bambini non si preparano ad accogliere in sé e a vivere, nei pensieri e nelle opere, la bellezza e la bontà del Padre. L’astuzia del nemico, che vuole rovinare la comunione santa dei fedeli, le inventa tutte. Non saremo noi più furbi di lui? A lui non conviene dare importanza, cioè non conviene dargli né tempo né denaro, nessuna attenzione. La nostra attenzione fa data a chi vive la vita che noi desideriamo per tutta l’eternità.

La festa di tutti i santi è la festa di Gesù, che vede il frutto della sua grande fatica, il frutto della sua passione e della sua morte. Egli oggi vede la moltitudine di coloro che grazie a lui sono risorti dalla morte del peccato e vivono nel cuore del Padre, divenuti tutt’uno con il suo amore.

Cantiamo perciò insieme con gioia l’alleluia dei redenti, il cantico di coloro che hanno vissuto con allegrezza le beatitudini: “Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen”. Essi sono “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. … E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello»”!

A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo  -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 5, 1-12
Dal Vangelo secondo  Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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