Commento al libro dei Maccabei – 1Macc.14, 1-40 – don Giovanni Nicolini

1151

Tutto il capitolo è dedicato ad una grande e affettuosa lode della famiglia dove i fratelli hanno donato la loro esistenza al Signore per la salvezza e per il maggior bene del popolo.

Tenendo alta la vigilanza per la difesa e la sicurezza del popolo e della sua terra, tuttavia la memoria storica sembra poter finalmente riposare sulla memoria del lavoro e della vita buona di tutti.

Di conseguenza, anche le “alleanze” con gli altri popoli vengono ricordate come eventi della stima verso Israele da parte di popoli anche ben più grandi e potenti ne riconoscono e ne ammirano la fedeltà e la prosperità! Più di tutto mi affascinano le parole dedicate alla pace e alla sapienza della vita di tutti, dagli anziani ai giovani ai vers.8-15!

La stessa vita del popolo con le sue attenzioni e le sue vicende sia politiche, sia di difesa militare sono descritte come frutto della vita buona di tutti e centralmente della comunione di fede con il Signore e con la grande tradizione religiosa! La potenza di tutto questo sembra essere frutto della fedeltà di questi “fratelli” così radicalmente attenti ad offrire la loro vita al bene del popolo e liberi da tentazioni di potere personale.

Mi sembra bello anche sottolineare come la positiva di questo tempo è tuttavia anche tempo di attesa per un adempimento e una pienezza che cogliamo al ver.41: “… finché non sorgesse un profeta fedele!”. Nella storia della salvezza, ogni tempo celebra la sua positività e fecondità perché non è chiuso in un ambito di autocompiacimento, ma è teso e aperto sempre verso i tempi di Dio! Ogni “tempo” è dunque sempre anche “dedicato”!

E come tale è sempre “profezia”: preparazione, attesa e umile dedicazione! Forse possiamo “intravedere” in questo profeta che sorgerà – alla lettera, “risorgerà”! – un preannuncio del Messia?

Dio ti benedica.  E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.

1 Maccabei 14, 1-49

1Nell’anno centosettantadue il re Demetrio radunò le sue milizie e partì per la Media, per raccogliere rinforzi e combattere Trifone. 2Ma Arsace, re della Persia e della Media,
appena seppe che Demetrio era entrato nel suo territorio, mandò uno dei suoi generali per catturarlo vivo.
3Costui venne, batté l’esercito di Demetrio, lo catturò e lo condusse ad Arsace e
questi lo mise in carcere.
4Rimase tranquilla la terra di Giuda per tutta la vita di Simone;
egli cercò il bene della sua gente
e a loro fu gradito il suo potere
e la sua gloria per tutti i suoi giorni.
5In aggiunta a tutte le sue glorie
egli prese Giaffa per farne un porto
e aprì un accesso alle isole del mare.
6Ampliò i confini del suo popolo
e riconquistò la regione.
7Raccolse una turba di prigionieri
e si impadronì di Ghezer, di Bet-Sur e della Cittadella;
spazzò via da essa le impurità,
e nessuno gli si oppose.
8In pace si diedero a coltivare la loro terra;
il suolo dava i suoi prodotti
e gli alberi della campagna i loro frutti.
9I vecchi sedevano nelle piazze,
tutti deliberavano sugli interessi comuni,
i giovani indossavano splendide vesti
e armature di guerra.
10Alle città fornì vettovaglie,
e le munì con mezzi di difesa;
così divenne celebre il suo nome
e la sua gloria fino all’estremità della terra.
11Fece regnare sul paese la pace
e Israele gioì di grande letizia.
12Ognuno sedeva sotto la sua vite
e sotto il suo fico
e nessuno incuteva loro timore.
13Scomparve dal paese chi li avversava
e i re andarono in rovina in quei giorni.
14Confortò tutti i derelitti nel suo popolo;
ricercò la legge ed eliminò ogni iniquo e maligno.
15Diede splendore al tempio
e lo arricchì dei suoi arredi.
16Si sparse fino a Roma e a Sparta la notizia che era morto Giònata e se ne rattristarono
molto. 17Tuttavia, quando seppero che Simone, suo fratello, era divenuto sommo sacerdote al suo posto
e continuava a mantenere il potere sulla regione e sulle città, 18gli scrissero su tavolette di
bronzo per rinnovare con lui l’amicizia e l’alleanza che avevano concluso con Giuda e Giònata,
suoi fratelli. 19I messaggi furono letti davanti all’assemblea a Gerusalemme.
20Questa è la copia della lettera che inviarono gli Spartani:
«Le autorità e la cittadinanza degli Spartani a Simone, grande sacerdote, agli anziani, ai sacerdoti
e al resto del popolo dei Giudei, loro fratelli, salute! 21I messaggeri inviati al nostro popolo ci
hanno riferito intorno alla vostra gloria e al vostro onore e noi ci siamo rallegrati per il loro arrivo.
22Abbiamo registrato le loro dichiarazioni negli atti pubblici, in questi termini: “Numenio,
figlio di Antioco, e Antìpatro, figlio di Giasone, messaggeri dei Giudei, sono giunti presso di noi per
rinnovare l’amicizia con noi. 23È piaciuto al popolo di ricevere questi uomini con ogni
onore e inserire la copia del loro discorso nei registri a disposizione del pubblico, perché il popolo
degli Spartani ne mantenga il ricordo. Ne è stata scritta una copia per Simone, il sommo
sacerdote”».
24Successivamente Simone mandò a Roma Numenio con un grande scudo d’oro, del peso di
mille mine, per confermare l’alleanza con loro.
25Quando il popolo seppe queste cose, si disse: «Quale contraccambio daremo a Simone e ai suoi
figli? 26Egli infatti e i suoi fratelli e la casa di suo padre sono stati saldi e hanno ricacciato da
sé con le armi i nemici d’Israele e gli hanno restituito la libertà». Incisero
perciò un’iscrizione su tavole di bronzo e l’apposero su colonne sul monte Sion.
27Questa è la copia dell’iscrizione:
«Il diciotto di Elul dell’anno centosettantadue, che è il terzo anno di Simone, sommo
sacerdote, in Asaramèl, 28nella grande assemblea dei sacerdoti e del popolo, dei capi della
nazione e degli anziani della regione, ci è stato reso noto: 29Poiché più volte
erano sorte guerre nel paese, Simone, figlio di Mattatia, sacerdote della stirpe di Ioarìb, e i suoi
fratelli si gettarono nella mischia e si opposero agli avversari del loro popolo, perché restassero
incolumi il santuario e la legge, procurando gloria grande al loro popolo. 30Giònata diede
unità alla nazione, ne divenne sommo sacerdote e poi fu riunito al suo popolo. 31I loro nemici
volevano invadere il loro paese e stendere la mano contro il santuario. 32Simone allora si oppose e si
batté per la sua nazione, spese molto del suo per dotare di armi le milizie della sua nazione e
pagò loro il salario. 33Inoltre fortificò le città della Giudea e Bet-Sur nel
territorio della Giudea, dove prima c’era la roccaforte dei nemici, e vi pose un presidio di soldati
giudei. 34Fortificò anche Giaffa, situata sul mare, e Ghezer presso i confini di Azoto, nelle
quali prima risiedevano i nemici; vi fece abitare dei Giudei e le rifornì di quanto era necessario al loro
sostentamento. 35Il popolo vide la fede di Simone e la gloria che egli si proponeva di procurare alla
sua nazione; lo costituirono loro capo e sommo sacerdote per queste sue imprese e per la giustizia e la fede che
egli aveva conservato al suo popolo e perché aveva cercato con ogni mezzo di elevare il suo popolo.
36Nei suoi giorni si riuscì felicemente, per suo mezzo, a scacciare dal paese le nazioni e
quelli che erano nella Città di Davide e a Gerusalemme, che si erano edificati la Cittadella e ne uscivano
profanando i dintorni del santuario e recando offesa grande alla sua purità. 37Egli vi
insediò soldati giudei, la fortificò per la sicurezza della regione e della città ed
elevò le mura di Gerusalemme. 38Il re Demetrio quindi gli confermò il sommo sacerdozio,
39lo ascrisse tra i suoi amici e gli conferì grandi onori. 40Seppe infatti che i
Giudei erano considerati amici, alleati e fratelli da parte dei Romani, e che questi erano andati incontro ai
messaggeri di Simone con segni di onore, 41che i Giudei e i sacerdoti avevano approvato che Simone
fosse sempre loro condottiero e sommo sacerdote finché non sorgesse un profeta fedele, 42che
fosse loro stratega e avesse cura del santuario e fossero nominati da lui i sovrintendenti ai lavori, al paese,
agli armamenti e alle fortezze, 43che si prendesse cura del santuario, fosse da tutti obbedito e si
scrivessero nel suo nome tutti i contratti del paese e vestisse di porpora e ornamenti d’oro.
44Non dovrà essere lecito a nessuno del popolo né dei sacerdoti respingere alcuno di
questi diritti o disobbedire ai suoi ordini o convocare riunioni senza il suo consenso e vestire di porpora e
ornarsi della fibbia d’oro; 45chiunque agirà contro questi decreti o ne respingerà
qualcuno, sarà ritenuto colpevole. 46Piacque a tutto il popolo sancire che Simone si
comportasse secondo questi decreti. 47Simone da parte sua accettò e gradì di esercitare
il sommo sacerdozio, di essere anche stratega ed etnarca dei Giudei e dei sacerdoti e capo di tutti».
48Disposero che questa iscrizione fosse riportata su tavole di bronzo, da collocarsi nel recinto del
santuario in luogo visibile, 49e che se ne depositasse copia nel tesoro, perché fosse a
disposizione di Simone e dei suoi figli.