HomeVangelo della DomenicaCharles de Foucauld - Commento al Vangelo del 17 Marzo 2024

Charles de Foucauld – Commento al Vangelo del 17 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 12, 20-33

«Padre mio, salvami da quest’ora!… Padre mio, glorifica il tuo nome».

Come sei buono, mio Dio, a insegnarci a pregare… Come ci aiuti a vivere una vita d’amore di Dio, insegnandoci a parlare a Dio, custodendo la nostra anima nei suoi rapporti con lui!… Come sei buono a continuare con questa lezione la tua opera «di accendere sulla terra il fuoco» dell’amore di Dio! E come sei buono a darci questa lezione con un’applicazione così quotidiana, questo principio che ci dirigerà non solamente ogni giorno, ma in ogni ora…

Preghiamo Dio, come Gesù ce lo insegna… Ci mostra due modi di pregare, entrambi perfetti, entrambi divini, poiché ci dona lui stesso l’esempio di tutti e due. Uno è quello del Getsemani, consiste nell’esprimere prima di tutto a Dio in una parola il proprio bisogno, la propria pena («togli da me questo calice») e nell’aggiungere poi come complemento, come correttivo se si può dire, questo supplemento indispensabile: «Tuttavia, non la mia volontà, ma la tua»…

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La seconda preghiera è quella del Pater: «Sia santificato il tuo nome», non si dice altra cosa, non si chiede altra cosa, questa comprende tutto, così come Nostro Signore ha assicurato dicendo: «Cercate soltanto il regno di Dio, il resto vi sarà dato in sovrappiù»…

La preghiera attuale contiene, sembra, l’esempio delle due preghiere… Nostro Signore comincia con il dire, come al Getsemani: «Liberami»… e poi si riprende, per così dire, benché la sua preghiera fosse la perfezione stessa, e al posto di aggiungere «non la mia volontà, ma la tua», passa al secondo modo di pregare che comprende tutto, riassume tutto, contiene tutto e si accontenta di fare questo secondo tipo di preghiera, dicendo «Padre, glorifica il tuo nome!»…

I due generi di preghiera sono ugualmente perfetti: facciamo sia l’uno, sia l’altro, secondo quanto lo Spirito Santo ci ispira… Tutte e due si assomigliano in quanto consistono in pochissime parole («pregate con poche parole»), (non che occorra pregare poco tempo; bisogna pregare a lungo, ma non facendo grandi discorsi, ripetendo spesso le stesse parole brevi e semplici che esprimono la nostra domanda), e in quanto racchiudono entrambe una dichiarazione di conformità alla volontà di Dio[1].

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[1]M/476, su Gv 12,27-28, in C. de Foucauld, L’imitation du Bien-Aimé, Méditations sur les Saints Évangiles (2), Nouvelle Cité, Montrouge 1997, 201-202; tr. it., “Stabilirci nell’amore di Dio…”. Meditazioni sul vangelo di Giovanni, ed. A. Fraccaro, Glossa, Milano 2009, 145-147.

Fonte

Nota su Charles de Foucauld

La vicenda spirituale di Charles de Foucauld (1858-1916) continua anche oggi ad essere motivo di interesse diffuso tra cristiani e non cristiani, poiché si affida a valori umani sempre più cercati, diventati ormai rari nelle nostre comunità civili: il primato di Dio, le relazioni umane, la cura del prossimo, la qualità della vita ordinaria.Il vangelo rimane la parola più autorevole per introdurre il credente ad una vita autentica. Charles de Foucauld ha sostato a lungo sui testi evangelici, per imparare a vivere in modo fedele un’esistenza degna di essere vissuta: una vita a imitazione di Gesù. Le meditazioni sul vangelo di Giovanni, che egli ha realizzato in Terra santa, possono essere considerate come un insieme di lezioni di vita cristiana, una raccolta di indicazioni pedagogiche per imparare, giorno dopo giorno, a seguire il Signore nella propria condizione di vita, in ascolto delle reali esigenze del mondo d’oggi.

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Immagine iniziale (Algeria, Hoggar, Assekrem) by jacqueline macou from Pixabay

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