C’รจ un posto anche per me a Natale?

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Invito dell”Arcivescovo di Torino ad accogliere chi รจ piรน in difficoltร 

ยซMentre si trovavano a Betlemme, si compirono per Maria i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perchรฉ per loro non c’era posto nell’alloggioยป (Luca, 2, 6-7)

La celebrazione del Natale ci rimanda direttamente all’accoglienza
Come Dio ha accolto la nostra umanitร  e si รจ fatto uno di noi nascendo a Betlemme, cosรฌ ogni persona รจ chiamata ad accogliere gli altri, a instaurare e curare relazioni di vicinanza basate sul dono gratuito e solidale. Tanti di noi potranno sperimentare tutto questo nei giorni di Natale, riunendosi in famiglia, con gli amici, con quanti hanno un significato forte nella propria vita. Con loro mangeremo, ci scambieremo regali, ma soprattutto staremo insieme sperimentando il calore dell’amicizia e dell’amore.

Tanti, ma non tutti
Nella nostra cittร , come nei piccoli centri delle province, ci sono persone per le quali le feste natalizie portano con sรฉ la tristezza della solitudine, dell’allontanamento, della sofferenza e della povertร . Piรน di duemila sono i fratelli che vivono in strada, costretti a questo dalla grave crisi che tutti ci circonda. Molti anziani non potranno nemmeno scambiare una parola durante il pranzo di Natale perchรฉ vivono abbandonati nei loro “alloggetti”. I carcerati vedranno Natale attraverso le sbarre delle finestre pensando ai figli e alle famiglie lontane. Tanti stranieri, qui soli, avvertiranno forte lo strappo della distanza. Qualche papร  separato sarร  lontano dai figli, qualche mamma sola dovrร  inventarsi un motivo per giustificare la non presenza di Babbo Natale. E altri esempi si potrebbero fare.

Insieme doniamo gioia
Se ci mettiamo insieme, abbiamo la possibilitร  di far sentire a casa loro tante di queste persone piรน fragili. Se duemila anni fa a Betlemme non c’era posto per Gesรน, Maria e Giuseppe, oggi a Torino un posto ci puรฒ essere. Sono le nostre case, che si aprono per invitare a pranzo una di queste persone, o una piccola famigliola. Ci vuole un po’ di coraggio, ma non รจ affatto difficile: basta lasciarsi guidare dal cuore. Ecco l’invito che rivolgo a me stesso e a voi cari presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, fedeli laici eย  famiglie, uomini e donne di buona volontร .

Un invito che richiama le nostre coscienze
A Natale o nel tempo natalizio invitiamo a pranzo, una persona sola o in difficoltร  o in povertร , per condividere insieme il calore della nostra casa. Nel palazzo dove abitiamo non sarร  difficile invitare la persona anziana che vediamo solo di sfuggita, o la famiglia del compagno di classe di nostro figlio, o la persona senza dimora che incontriamo usualmente sulla porta della chiesa o del supermercato e con la quale abbiamo scambiato qualche fugace parola, o la signora straniera che fa le pulizie sulle scale del nostro caseggiato, o …
Magari parliamone con il nostro parroco, con i volontari del territorio, con gli amici. Sarร  una ricerca ricca per il nostro cuore.

Proviamoci. Cerchiamoli! Potrebbe essere l’occasione giusta per iniziare una consuetudine da coltivare. Una cosa semplice che dona tanta umanitร . E che puรฒ cambiare dentro.
Auguri

+ Cesare NOSIGLIA
vescovo, padre e amico