La Liturgia odierna ci ripresenta il brano evangelico della Trasfigurazione, su cui abbiamo giร meditato nella II Domenica di Quaresima A. Per unโesegesi piรน accurata, vi rimando a quel commento. Qui vorrei aggiungere alcune considerazioni.
La Trasfigurazione di Gesรน: la manifestazione della sua forma divina
Secondo il racconto evangelico della Trasfigurazione (Mt 17,1-13; Mc 9,2-10; Lc 9,28-36), Gesรน โsi trasformรฒโ (metemorphรฒte), subรฌ una metamorfosi, cambiรฒ di aspetto, o meglio โfu trasformatoโ (passivo divino: Mc 9,2; Mt 17,2), subรฌ un mutamento di forma nei vestiti e nel corpo. Luca, temendo che i lettori del vangelo comprendano questo evento come un mito, una metamorfosi alla stregua dei riti pagani greci, preferisce usare unโespressione piรน neutra: โlโaspetto del suo volto divenne altroโ (hรฉteros: Lc 9,29).
Qui riscontriamo come lโevento sia in realtร inesprimibile e come il linguaggio degli evangelisti sia inadeguato: Matteo parla di โvestiti bianchi come la luceโ, Marco li descrive โsplendenti, bianchissimi, quali non li potrebbe rendere nessun lavandaio sulla terraโ, Luca li definisce โsfolgorantiโ. Ma รจ solo Matteo che individua come oggetto di tale trasformazione il volto di Gesรน, che diventa radioso come il sole. I tre racconti tentano dunque di descrivere la luce di questi vestiti, certamente non dimenticando che la luce รจ il mantello di cui si riveste Dio (cfr Sl 104,2); in profonditร , perรฒ, la sorgente di questa luce รจ Gesรน stesso: ecco perchรฉ il corpo di Gesรน fu trasfigurato (Mc e Mt), il suo volto brillรฒ come il sole (Mt) e lโaspetto del suo volto divenne altro (Lc).
Invece del corpo e del volto umano, quotidiano, di Gesรน come lo conoscevano i discepoli, il mutamento fornisce la visione di un volto altro, luminoso, un volto trasfigurato da unโazione che poteva solo essere divina. Se Paolo nellโinno della Lettera ai Filippesi confessava:
โColui che era nella forma di Dio (en morphรช theoรป)
non ritenne un possesso geloso
la sua uguaglianza con Dio.
Ma egli svuotรฒ se stesso,
prendendo forma di schiavo (morphรจ doรบlou),
diventando simile agli uomini,
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riconosciuto nella forma come uomoโ (Fil 2,6-7),
ora nella trasfigurazione colui che aveva la forma di schiavo riprende la sua forma di Dio e risplende di luce divina.
A nessuno puรฒ sfuggire, una seconda volta, in parallelo con Mosรฉ che, quando discese dalla Santa montagna, โnon si era accorto che la pelle del suo volto era raggiante, per il fatto di aver conversato con Dioโ (Es 34,29-35). I vv. 29-35 di Es 34, di origine incerta, raccontano tradizioni sui raggi che emanavano dal volto di Mosรจ, che i vv. 29-33 collegano alla discesa dal Sinai, i vv. 34-35 alla tenda del Convegno. โSplendereโ in ebraico รจ quaran: un equivoco con qeren, โcornaโ, ha fatto sรฌ che la Vulgata traducesse: โCumque descenderet Moses de monte Sinai tenebat duas tabulas testimonii et ignorabat quod cornuta esset facies sua ex consortio sermonis Deiโ (Es 34,29): โla sua faccia era cornutaโ. Molte raffigurazioni di Mosรจ, tra cui la famosa statua di Michelangelo, lo rappresentano con queste โcornaโ sulla fronte. Dirร Paolo: โSe il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu circonfuso di gloria, al punto che i figli dโIsraele non potevano fissare il volto di Mosรจ a causa dello splendore pure effimero del suo volto, quanto piรน sarร glorioso il ministero dello Spirito?โ (2 Cor 3,7).
โSullโalta montagna Gesรน non รจ stato visto da loro nella sua condizione ordinaria di uomo fragile e mortale, ma in unโaltra forma: irradiante luce, radioso di luce, splendente come il Signore cantato dal Salmo 76 (โSplendente di luce sei tu e magnificoโ: v. 5a) e dal Salmo 104 (โAvvolto dalla luce come da un mantoโ: v. 2a). Per dirla con il linguaggio paolino, colui che era โen morphรช theoรปโ, โin forma di Dioโ, e aveva preso la โmorphรฉ doรบlouโ, โla forma di schiavoโ (cf. Fil 2,6-7), ora riprende la forma di Dio e dunque risplende. Si compie cosรฌ la profezia di Isaia: โAllora si rivelerร la gloria del Signore e ogni carne la vedrร โ (Is 40,5) e accade ciรฒ che รจ testimoniato dal quarto vangelo: โE la Parola si รจ fatta carne e ha piantato la sua tenda tra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloriaโ (Gv 1,14)โ (E. Bianchi).
Trasfigurarci e trasfigurare il mondo
โMa qui noi ci poniamo una domanda. Siccome in Marco e in Matteo sta scritto che Gesรน โfu trasfigurato รฉmprosthen autรดn, davanti a loroโ (Mc 9,2; Mt 17,2), e solo davanti a loro, allora ci chiediamo: รจ il corpo di Gesรน che si รจ trasfigurato oppure sono stati i discepoli che, per grazia di una rivelazione, hanno visto nella carne fragile e umana di Gesรน la sua gloria divina? Giร Origene si poneva tale domanda, e concludeva che sono stati i discepoli a subire una trasfigurazione della loro vista nella fede, fino a vedere nellโumanitร del Servo, nella forma dello schiavo, la forma di Dio. Egli scrive: โTu tenti di sapere se i discepoli, quando Gesรน si trasfigurรฒ davanti a quelli che aveva fatto salire sullโalta montagna, videro Gesรน sotto la forma di Dio, quella che era la sua prima, avendo egli preso quaggiรน la forma di schiavo? Ebbene, ascolta queste parole, se tu sei capace, in un senso spirituale, e nota che non รจ detto solo ยซfu trasfiguratoยป, bensรฌ ยซfu trasfigurato davanti a loroยป, come dicono Matteo e Marco. Tu dunque concluderai che รจ possibile che Gesรน davanti ad alcuni sia trasfigurato e davanti ad altri non lo siaโ (Commento a Matteo XII,37,1-21 [su Mt 17,2]).
Ma affinchรฉ questa rivelazione, questa apocalisse sia per i discepoli autentica e definitiva, ecco anche la visione della Legge e dei Profeti, di Mosรจ ed Elia che conversano con Gesรน. Mosรจ ed Elia, servi del Signore, appaiono qui nella condizione gloriosa di viventi presso Dio, quali testimoni della gloria di Gesรน. La Legge e i Profeti che sullโalta montagna avevano visto la teofania, la manifestazione di Dio e della sua gloria (cfr Es 19,16-25; 24,12-18,33,18-34,28; 1 Re 19,8-18), ora sullโalta montagna vedono la cristofania, la manifestazione del Messia Gesรน! ร manifestazione, questa, della Parola di Dio detta dalla Legge e dai Profeti e fatta carne in Gesรนโ (E. Bianchi).
La trasfigurazione รจ mistero di trasformazione: il nostro corpo e questa creazione sono chiamati alla trasfigurazione, a diventare โaltroโ; il nostro corpo di miseria diventerร un corpo di gloria (cf. Fil 3,21), e โla creazione che geme e soffre nelle doglie del partoโ (cfr Rm 8,22) conoscerร il mutamento in โcielo nuovo e terra nuovaโ (Ap 21,1). Ciรฒ che รจ avvenuto sul monte Tabor in Gesรน Cristo avverrร per tutti i credenti e per il cosmo intero alla fine della storia.
โCelebrare lโEucaristia รจ vivere in anticipo la trasfigurazione in comunione con il Signore e con i fratelli e sorelle: la Parola si trasfigura in pane e in vino e questi in cibo che a sua volta si trasfigura nella nostra vita. In questo modo lโEucaristia diventa un progetto di trasformazione che deve impegnarci nella nostra storia: abbiamo lโobbligo di trasformare il pane delle nostre possibilitร in pane per tutti affinchรฉ non vi siano affamati nel mondo; abbiamo il compito di trasfigurare ciรฒ che viviamo e facciamo e tocchiamo perchรฉ la pace possa chiamarsi giustizia. Gesรน non resta sul monte della trasfigurazione, ma scende nel mondo della storia quotidiana per portare il vangelo della trasformazione agli uomini e alle donne che incontrerร sul suo cammino verso la cittร di Dio: la cittร della trasfigurazione definitiva che muta la morte in vita e la croce da strumento di tortura e di morte in simbolo di misericordia e di redenzione. Noi ne siamo testimoni. Noi lo annunciamo con la nostra vitaโ (P. Farinella).
Carlo Miglietta
Il commento alle letture di domenica 30 luglio 2023 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.



