Carlo Miglietta – Commento alle letture di domenica 26 Marzo 2023

707

Con la resurrezione di Lazzaro si conclude la prima parte del Vangelo di Giovanni, il cosiddetto โ€œLibro dei Segniโ€. Per Giovanni, il โ€œsegnoโ€ (semeion) รจ un evento che deve portare alla fede in Gesรน. Giovanni ne racconta sette: il segno del vino a Cana, la guarigione del figlio del funzionario, la guarigione dell’infermo alla piscina di Betzaetร , la moltiplicazione dei pani, il camminare sulle acque, la guarigione di un cieco tale dalla nascita, la resurrezione di Lazzaro. Il segno puรฒ portare alla fede, ma Gesรน rimprovera una fede troppo basata sui segni (2,23-24; 4,48; 20,28: โ€œBeati quelli che crederanno senza aver veduto!โ€), e in ogni caso il segno รจ sotto il primato della Parola che lo esplica (5,46).

Il Libro dei Segni รจ articolato attorno a sette festivitร  liturgiche ebraiche, citate esplicitamente, nellโ€™arco di due anni. Nella Festa della Dedicazione (Gv 10,22), in cui si celebrava IHWH, con la recita del Salmo 30, come Datore di vita, Gesรน, a Betania, la โ€œcasa dellโ€™afflizioneโ€, proclama di essere lui stesso la vita, e ne dร  segno nella resurrezione di Lazzaro, il cui nome significa โ€œDio aiutaโ€.

Gesรน รจ il Dio della vita: รจ Dio che soffre di fronte alla condizione umana e che si fa ad essa solidale nel dolore (Es 2,24-25). Non รจ Dio che ci manda il male: il nostro Dio si adira contro il male! โ€œGesรน allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbรฒโ€ฆ Intanto Gesรน, ancora profondamente commosso, si recรฒ al sepolcroโ€: il verbo โ€œembrimasthaiโ€ (Gv 11,33.38) non indica tanto โ€œcommozioneโ€, quanto โ€œcolleraโ€, โ€œiraโ€: la malattia non รจ qualcosa verso cui rassegnarsi, ma contro cui sdegnarsi, combattere, lottare. Se siamo nella sofferenza, Dio รจ al nostro fianco, piange con noi, si adira con noi; e interviene a darci la vita, anche se talora non come vorremmo noi: talora aspetta il โ€œterzo giornoโ€ (v. 6): โ€œGesรน voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: ยซAndiamo di nuovo in Giudea!ยปโ€ (Gv 11,6-8). 

Ma in ogni caso ogni malattia o morte รจ per la sua Gloria, perchรฉ egli trionferร  sul male e ridarร  la vita: รจ questa la stupenda certezza cristiana: โ€œGesรน disse: ยซQuesta malattia non รจ per la morte, ma per la gloria di Dio, perchรฉ per essa il Figlio di Dio venga glorificatoยป… Disse Gesรน (a Marta): ยซNon ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?ยปโ€ (Gv 11,4.40).

Il Vangelo odierno รจ anche un racconto esemplificativo del cammino di fede del cristiano. Ne sono tipo i discepoli, che non comprendono perchรฉ il Cristo, Figlio di Dio, debba andare a soffrire (v. 8), che non capiscono il mistero della malattia di Lazzaro e perchรฉ Gesรน tardi ad intervenire (vv. 12-14): รจ lโ€™obiezione del mondo, personificato dai Giudei (v. 37), su perchรฉ Dio permetta il dolore umano e non intervenga, se รจ Onnipotente. Ma in fondo i discepoli, per bocca di Tommaso, intuiscono il โ€œmisterium crucisโ€, e in qualche modo sono coloro che accettano di โ€œandare a morire con luiโ€: โ€œAllora Tommaso, chiamato Dรฌdimo, il Gemello, disse ai condiscepoli: ยซAndiamo anche noi a morire con lui!ยปโ€ (Gv 11,16). 

Anche Marta รจ tipo del cristiano: avverte Gesรน di essere nel bisogno (v. 3), fa esodo verso di lui (v. 20), si rivolge a lui con titoli elevati (โ€œSignore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!โ€: vv. 20-21): ma la sua fede รจ inadeguata. Non ha ancora capito che รจ Gesรน la vita stessa (v. 24). Prima afferma: โ€œMa anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederร โ€ (v. 22), che sembrerebbe esprimere fede indiscussa, ma poi emerge subito lโ€™incredulitร  del v. 39: โ€œDisse Gesรน: ยซTogliete la pietra!ยป. Gli rispose Marta, la sorella del morto: ยซSignore, giร  manda cattivo odore, poichรฉ รจ di quattro giorniยปโ€. 

Ma Gesรน richiama il credente al cuore della fede: la Cristologia. Se accettiamo lui, abbiamo la vita eterna: chi crede in lui, vedrร  la Gloria di Dio (v. 40). Marta รจ come noi: professiamo con la bocca che la luce e la vita sono venute nel mondo, ma il nostro cuore รจ ancora incerto, vacillante.

Altro modello del discepolo รจ Maria: รจ la dimensione contemplativa (vv. 2.20.32; Lc 10,39; Gv 12,3), รจ lโ€™adorazione, la liturgia, la dimensione sacerdotale del credente che, pur in una fede imperfetta, porta a Dio, nelle lacrime, la sofferenza dellโ€™uomo.

Pure Lazzaro รจ tipo del credente: รจ lโ€™amico di Dio (v. 3), colui a cui il Signore vuole molto bene (v. 5): ma, lontano dal Cristo, si ammala e muore (vv. 21.32), imputridisce (v. 39). 

Gesรน, per intercessione della comunitร , va alla ricerca dellโ€™uomo anche se questi non fa nulla per invocarlo: ci viene a scovare lร  dove siamo, scende nei nostri sepolcri, indipendentemente dai nostri meriti. E ci chiama a โ€œuscir fuoriโ€ (v. 43) dalla nostra condizione di morti imputriditi, e ci risuscita. Ma noi spesso restiamo mummie incapaci di muoverci: Gesรน ordina alla comunitร  di sciogliere i nostri legami e renderci capaci di โ€œandareโ€ (v. 44) dietro di lui, coinvolti nel mistero pasquale di morte e resurrezione.

Carlo Miglietta

- Pubblicitร  -


Il commento alle letture di domenica 26 marzo 2023 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โ€œBuona Bibbia a tuttiโ€œ.