GESU’, IL PASTORE DIVINO
L’Antico Testamento ci presenta IHWH come il “Pastore di Israele” (Gen 48,15): “Il Signore รจ il mio pastore…, su pascoli erbosi mi fa riposare” (Sl 23); “Tu, pastore di Israele,.. guidi Giuseppe come un gregge” (Sl 80,2; cfr Is 40,11). Dio si serve di uomini (giudici, re, profeti) per pascere Israele: ma spesso questi sono indegni, mercenari, e lasciano perire il gregge loro affidato (Ger 23,1-3; Ez 34,1-10).
Ma, alla fine dei tempi, IHWH stesso si prenderร cura del gregge (Ger 23,3), lo radunerร (Mi 4,6), lo ricondurrร (Ger 50,19), e infine lo custodirร (Ger 31,10; Ez 34,11-22). Per far ciรฒ, dice IHWH: “Io susciterรฒ per loro un pastore che pascerร le mie pecore, Davide mio servo. Egli le condurrร al pascolo, sarร il loro pastore” (Ez 34,23-24). Nasce l’attesa del pastore messianico, che “pascerร con la forza del Signore” (Mi 5,3): che perรฒ sarร colpito (Zac 13,7), trafitto (Zac 12,10), e la cui morte sarร salutare (Zac 13,1).
Gesรน, durante la Festa della Dedicazione (Gv 10,22), in cui si leggeva, tra gli altri brani, proprio il capitolo 34 di Ezechiele, che canta IHWH come Pastore unico di Israele e mette in guardia dai falsi pastori, si presenta proprio come il pastore “kalรฒs” (Gv 10,11), letteralmente “bello”, in senso ideale di perfezione, cioรจ come il Pastore “ideale”, “modello”, “perfetto”: egli รจ colui che ha pietร delle pecore senza pastore ed รจ l’inviato alle pecore perdute della casa di Israele (Mc 6,34; Mt 10,6; 15,24).
Egli รจ il “grande pastore delle pecore” (Eb 13,20), “il pastore ed il guardiano del gregge” (1 Pt 2,25), l’agnello-pastore che conduce alle fonti della vita (Ap 7,17). Gesรน applica a sรจ i caratteri del pastore messianico che dร la vita per le pecore (Gv 10,11.15.17.18: lo ripete cinque volte!). Anzi, si proclama Dio stesso (l'”Io sono” dei vv. 9 e 11 รจ il Nome stesso di Dio!): le pecore sono “sue” (v. 14), ascoltano la “sua” voce (v.16). Egli le “conosce” (v. 14: semitismo per “amare”), e le sue pecore lo “conoscono”. Egli รจ il Pastore non solo di Israele, ma di tutte le genti (v. 16), unica salvezza per tutti gli uomini (Prima lettura: At 4,12). I Giudei capiscono l’enorme portata teologica di questo discorso, e concludono che รจ completamente pazzo, “indemoniato” (Gv 10,20).
Quale tenerezza nella definizione di Gesรน come pastore: c’รจ tutta la sua agร pe, la sua provvidenza, il suo pensare a ciascuno di noi, preoccupandosi di noi, conoscendo i nostri ritmi, preparando per noi acque e pascoli tranquilli, conducendoci pian piano anche nelle tenebre e nei pericoli, difendendoci, recuperandoci se smarriti, dando la vita per noi!
Quale sicurezza, quale serenitร , quale pace quale gioia deve nascere per noi dalla contemplazione di questo mistero! Non siamo piรน noi a dover gestire, programmare la nostra vita. Non siamo piรน noi a dover cercare la nostra strada. Non siamo piรน soli nel pericolo e nelle difficoltร . C’รจ Dio che pensa a noi, provvede a noi, ci aiuta. Si scioglie la nostra ansia, la nostra angoscia. E cantiamo con il Sl 131,2: ” Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre!”.
Il Vangelo odierno รจ anche un monito ai pastori della Chiesa che, come Gesรน, devono “amare-conoscere” le loro pecore e dare la vita per esse. Guai se sono solo “mercenari” (v,12)! Dirร Pietro: “Pascete il gregge di Dio che vi รจ affidato… non per forza, ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirร il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce” (1 Pt 5,24).
Il commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.
