Carlo Miglietta – Commento alle letture di domenica 19 Ottobre 2025

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La forza della preghiera

La Prima Lettura ci dร  testimonianza della forza della preghiera di Mosรจ nella battaglia contro Amalek (Es 17,8-13). In altre meditazioni abbiamo riflettuto sulla bella Catechesi lucana sulla preghiera presentataci dal Vangelo odierno (Lc 18,1-8): sulla necessitร  di unโ€™orazione incessante, che sia davvero avere il cuore sempre unito al Signore, come insegna la โ€œPreghiera del cuoreโ€ della tradizione Orientale, dove addirittura si arriva a modulare sul ritmo del respiro lโ€™invocazione: โ€œGesรน, Figlio di Davide, abbi pietร  di noi!โ€; e sulla preghiera di domanda, che non รจ โ€œsprecare parole come i pagani, i quali credono di essere ascoltati a forza di paroleโ€ฆ, perchรฉ il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate” (Mt 6,7-8): ma che รจ essenzialmente richiesta dello Spirito Santo (Lc 11,11-13), che ci insegni ad accogliere la volontร  di Dio su di noi (1 Gv 5,14-15), che รจ sempre piano di salvezza, libertร , resurrezione. 

Vogliamo oggi fermarci sulla frase conclusiva del brano: โ€œMa il Figlio dellโ€™uomo, quando verrร , troverร  la fede sulla terra?โ€ (Lc 18,8).

La morte, Parusia del Signore

La parola  parusia percorre tutto il pensiero teologico del Nuovo Testamento: essa vi ricorre ventiquattro volte, di cui quattordici negli scritto paolini. Nel mondo greco designa lโ€™arrivo di qualcuno, soprattutto la venuta di una persona eccezionale, quale lโ€™imperatore. 

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Nel mondo giudaico il termine acquisisce un significato teologico. I profeti parlano di una particolare venuta: รจ il โ€œgiorno di IHWHโ€ (Am 5,18); ma โ€œDio viene abitualmente nella storia, nel culto, nella rivelazione della sua parola. Sono ancora i profeti ad annunciare la futura presenza del discendente di Davide, il Messia (Dn 7,13)โ€ฆ Non piรน quindi una venuta, ma la venutaโ€ (M. Orsatti).

Paolo e lโ€™Apocalisse ci parlano di una prima venuta culminata nella morte e Resurrezione di Gesรน, in cui il mondo รจ stato giudicato, Satana distrutto per sempre e la morte vinta. Ma nel tempo presente noi sperimentiamo ancora la prova, il dolore, la persecuzione, la morte, la caduta, il peccato. Perciรฒ si parla anche di una seconda venuta, in cui โ€œil cielo e la terra scomparirannoโ€ (Ap 20,11). 

In Dio, nel suo eterno presente, noi siamo giร  vincitori, beati, nella gloria. Ma poichรฉ noi creature siamo immersi nello spazio e nel tempo, ciรฒ che รจ giร  presente in lui lo diventerร  per noi quando usciremo dallo stato di creaturalitร , cioรจ alla nostra morte. La Parusia รจ in Dio giร  avvenuta nellโ€™Incarnazione del Figlio, ma noi lโ€™attendiamo ancora perchรฉ siamo schiavi del tempo. Ma alla nostra morte saremo invece per sempre in Dio. Finalmente lo incontreremo. La morte sarร  quindi il momento bellissimo in cui Dio verrร  a prenderci per farci stare sempre con lui. รˆ la nostra morte, per ciascuno di noi, il momento della Parusia del Signore, della sua seconda venuta! 

Se la nostra sorte sarร  tanta gioia e tanta bellezza, altro che aver paura della morte! Il credente sa che la morte รจ solo un passaggio alla vita beata. 

Perseverare nella Fede

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Non รจ facile invecchiare bene. Soprattutto quando il tempo passa, quando svaniscono gli entusiasmi iniziali della conversione o della gioventรน, il credente รจ chiamato alla perseveranza, virtรน quanto mai oggi in crisi. Gesรน insiste sulla necessitร  di perseverare nella Fede: โ€œMa il Figlio dellโ€™uomo, quando verrร , troverร  la fede sulla terra?โ€ (Lc 18,8): la venuta del Signore si realizzerร  al momento della nostra morte, e Gesรน sa che con il passare degli anni, con lโ€™accumularsi delle prove, delle disillusioni e delle ferite della vita, รจ sempre piรน difficile confidare in lui e a lui affidarsi. 

Lโ€™anziano รจ quindi chiamato ad aderire con gioia al Signore, per farsi rinnovare in profonditร  da lui, per attingere da lui perenne freschezza e vitalitร . 

Non tutti gli anziani sperimentano nella loro vita terrena i prodigi che Dio ha compiuto per i vecchi Abramo e Sara (Gn 18,11-14), o per Zaccaria ed Elisabetta (Lc 1,18); ma tutti sanno che nella loro etร  รจ inscritta la potenza del Dio della vita, pronto a trasfigurarli nel suo Regno, dove โ€œtergerร  ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarร  piรน la morte, nรฉ lutto, nรฉ lamento, nรฉ affannoโ€, perchรฉ egli farร  โ€œnuove tutte le coseโ€ (Ap 21,4-6). Perciรฒ lโ€™anziano credente puรฒ concludere, con Paolo: โ€œSe anche il nostro uomo esteriore cade in sfacelo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giornoโ€ (2 Cor 4,16).

La vecchiaia รจ quindi sempre tempo di grazia, sia che giร  sperimenti, con un inatteso vigore, lโ€™opera potente di Dio, sia che, in una situazione di decadimento e di malattia, divenga testimonianza (in greco martyrรฌa, da cui la parola โ€œmartirioโ€) della fiduciosa speranza in Dio Signore e Padrone della vita che chiama alla resurrezione della carne e alla beatitudine del Paradiso. 

Perseverare nella Fede, โ€œrestando saldi in ciรฒ che abbiamo imparatoโ€ (Seconda Lettura: 2 Tm 3,14-4,2) significa quindi restare fedeli anche nella prova, nella tentazione, nella tribolazione. รˆ a questo che ci chiama il Vangelo di oggi.

Il commento alle letture della domenica a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โ€œBuona Bibbia a tuttiโ€œ.

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