Il mondo moderno vive generalmente allโinsegna dellโegoismo, dellโisolamento, del disinteressarsi degli altri. โPensa a te stessoโ, โFatti gli affari tuoiโ, โNon mettere il naso nei fatti altruiโ, โHomo homini lupusโ, โMors tua, vita meaโ, โPoca brigata, vita beataโ, โMorto io, morti tuttiโโฆ: sono le โmassimeโ correnti della morale contemporanea. La logica di Dio รจ completamente diversa: il nostro Dio รจ il Dio della relazione, รจ il Dio della โgiustiziaโ (in ebraico โsedaqahโ e in greco โdikaiosyneโ), che nella Bibbia altro non significa che la sua volontร di essere comunicazione, comunione, solidarietร .
Dio crea lโuomo perchรฉ sia anche lui relazione, con tutto il creato e soprattutto con i suoi simili. Fin dalla Genesi รจ ricordata la reciproca fratellanza degli uomini: nel racconto di Caino e Abele (Gn 4,1-16) la parola-chiave โfratelloโ (โ‘ahโ) ricorre ben sette volte. E viene sottolineato che ciascuno รจ custode del fratello: ognuno รจ responsabile di fronte a Dio dei problemi, delle sofferenze, delle tragedie degli altri. Perchรฉ โla voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suoloโ (Gn 4,10), dice il Signore: a lui dovremo rispondere di tutti i morti di fame, di solitudine, di malattie curabili, di povertร , di violenza per conflitti sociali, razziali, economici, politici, religiosi: ogni uomo รจ mio fratello! Caino รจ cacciato in una terra desertica (Gn 4,12.14), tuttavia anche lui รจ un fratello, e pertanto porterร un segno che lo proteggerร dalla vendetta (Gn 4,15).
La consapevolezza di essere un popolo di fratelli regola in Israele i rapporti sociali: il Deuteronomio riprende tutte le disposizioni dell’Esodo reinterpretandole in chiave di fratellanza (Dt 15,1-15). Il Levitico afferma: โNon odierai il fratello…, ma amerai il prossimo tuo come te stessoโ (Lv 19,17-18). Il โfratelloโ non รจ solo il membro della stessa famiglia, dello stesso clan o dello stesso popolo, ma anche lo straniero (Lv 19,34).
Il Vangelo (Mt 18,15-20) ci invita ad ogni sforzo per ricucire relazioni profonde con i fratelli, facendoci ministri di vera riconciliazione e di perdono. Di fronte al mondano: โMa chi se ne importa!โ, il Vangelo ci chiama a quello che sarร il motto di Don Milani: โI careโ, โMe ne prendo curaโ, โMe ne interessoโ.
โI pochi versetti proclamati in questa domenica vogliono indicare la necessitร della riconciliazione sia nel vivere quotidiano sia nella preghiera rivolta al Signore vivente. Ecco allora la prima parola di Gesรน: ยซSe tuo fratello pecca (contro di te), vaโ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterร , avrai guadagnato tuo fratelloยป. In veritร questa sentenza di Gesรน รจ attestata nei manoscritti in due forme: quella breve, che parla di un fratello che pecca (cioรจ che compie un peccato contro le esigenze cristiane), e quella lunga, che specifica ยซcontro di teยป, ipotizzando unโoffesa personale.
Nel primo caso la direttiva sarebbe ecclesiale, e dunque si tratterebbe di un preciso comportamento da viversi come chiesa; nel secondo caso Gesรน si riferirebbe alla riconciliazione fraterna in caso di dissidio o offesa. La traduzione italiana ufficiale opta per questa seconda lettura, ma sia lโuna sia lโaltra versione sono accentuazioni diverse di unโunica veritร , perchรฉ il peccato intravisto รจ comunque un peccato grave che impedisce la comunione fraternaโฆ Il cristiano assume su di sรฉ due responsabilitร , quella di perdonare il peccato oppure di non perdonarlo: ยซTutto quello che legherete sulla terra sarร legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarร sciolto in cieloยป.
Il potere del legare e dello sciogliere, conferito da Gesรน a Pietro (cfr Mt 16,19), รจ dato anche a ogni cristiano affinchรฉ eserciti il ministero della riconciliazione, sempre e con autorevolezza. Questo potere รจ dato ai discepoli come lโha avuto Gesรน stesso, ยซnon per giudicare ma per salvare il mondoยป (cfr Gv 3,17). Nella suaย Regolaย san Benedetto sa che, esaurita ogni possibilitร di correzione di un fratello che continua a dimorare nel peccato grave, non resta che pregare, rimettendo lโaltro alla misericordia del Signore e alla potenza della grazia, lโamore che non va mai meritato (cfrย RBenย 23-28)โ (E. Bianchi).
La fonte di quel miracolo che รจ la trasformazione dei nostri deserti di solitudine ed egoismo nei prati rigogliosi della relazione e della caritร รจ Cristo stesso, sempre presente laddove due o tre sono riuniti, sono โsinfoniciโ (โsi metteranno dโaccordoโ, da sรฝn-phonรฉo) nel suo nome (Mt 18,20). Ed ogni Eucarestia, incontro specialissimo con lui, deve spingerci a creare legami di fraternitร profonda a livello non solo personale ma anche comunitario e sociale. โLโEucarestia รจ una riconciliazione con Dio che si realizza mediante una riconciliazione fra noi e con le cose.
Il pane e il vino sono il ยซsimbolo dei beni della terra e del lavoro dellโuomoยป: il simbolo del petrolio, del carbone, del rame, dellโoro, delle banane, dello zucchero, del caffรจ, dei manufatti, dei macchinari, di tutti quei beni cioรจ che sono la causa prima delle nostre separazioni, della disuguaglianza profonda tra popoli, fra nazioni e nazioni, fra uomo e uomo, i simboli della non-fraternitร , dellโesclusione. Il grande tema che tutte le generazioni si trovano assegnato come compito essenziale da svolgereโฆ, รจ precisamente il tema eucaristico: il tema dellโuguaglianza tra tutti gli uomini, della relazione e della riconciliazioneโ (A. Paoli).
Carlo Miglietta
Il commento alle letture di domenica 3 settembre 2023 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.
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