Benedetto XVI – Omelia per la messa della notte di Natale 2012 in mp3

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Fonte immagini corriere.it - http://bit.ly/TuVERn
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Cari fratelli e sorelle!

Sempre di nuovo la bellezza di questo Vangelo tocca il nostro cuore โ€“ una bellezza che รจ splendore della veritร . Sempre di nuovo ci commuove il fatto che Dio si fa bambino, affinchรฉ noi possiamo amarlo, affinchรฉ osiamo amarlo, e, come bambino, si mette fiduciosamente nelle nostre mani. Dio dice quasi: So che il mio splendore ti spaventa, che di fronte alla mia grandezza tu cerchi di affermare te stesso. Ebbene, vengo dunque a te come bambino, perchรฉ tu possa accogliermi ed amarmi.

Sempre di nuovo mi tocca anche la parola dellโ€™evangelista, detta quasi di sfuggita, che per loro non cโ€™era posto nellโ€™alloggio. Inevitabilmente sorge la domanda su come andrebbero le cose, se Maria e Giuseppe bussassero alla mia porta. Ci sarebbe posto per loro? E poi ci viene in mente che questa notizia, apparentemente casuale, della mancanza di posto nellโ€™alloggio che spinge la Santa Famiglia nella stalla, lโ€™evangelista Giovanni lโ€™ha approfondita e portata allโ€™essenza scrivendo: โ€œVenne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accoltoโ€ (Gvย 1,11). Cosรฌ la grande questione morale su come stiano le cose da noi riguardo ai profughi, ai rifugiati, ai migranti ottiene un senso ancora piรน fondamentale: abbiamo veramente posto per Dio, quando Egli cerca di entrare da noi? Abbiamo tempo e spazio per Lui? Non รจ forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi? Ciรฒ comincia col fatto che non abbiamo tempo per Dio. Quanto piรน velocemente possiamo muoverci, quanto piรน efficaci diventano gli strumenti che ci fanno risparmiare tempo, tanto meno tempo abbiamo a disposizione. E Dio? La questione che riguarda Lui non sembra mai urgente. Il nostro tempo รจ giร  completamente riempito. Ma le cose vanno ancora piรน in profonditร . Dio ha veramente un posto nel nostro pensiero? La metodologia del nostro pensare รจ impostata in modo che Egli, in fondo, non debba esistere. Anche se sembra bussare alla porta del nostro pensiero, Egli deve essere allontanato con qualche ragionamento. Per essere ritenuto serio, il pensiero deve essere impostato in modo da rendere superflua lโ€™โ€œipotesi Dioโ€. Non cโ€™รจ posto per Lui. Anche nel nostro sentire e volere non cโ€™รจ lo spazio per Lui. Noi vogliamo noi stessi, vogliamo le cose che si possono toccare, la felicitร  sperimentabile, il successo dei nostri progetti personali e delle nostre intenzioni. Siamo completamente โ€œriempitiโ€ di noi stessi, cosรฌ che non rimane alcuno spazio per Dio. E per questo non cโ€™รจ neppure spazio per gli altri, per i bambini, per i poveri, per gli stranieri. A partire dalla semplice parola circa il posto mancante nellโ€™alloggio possiamo renderci conto di quanto ci sia necessaria lโ€™esortazione di san Paolo: โ€œLasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare!โ€ (Rmย 12,2). Paolo parla del rinnovamento, del dischiudere il nostro intelletto (nous); parla, in generale, del modo in cui vediamo il mondo e noi stessi. La conversione di cui abbiamo bisogno deve giungere veramente fino alle profonditร  del nostro rapporto con la realtร . Preghiamo il Signore affinchรฉ diventiamo vigili verso la sua presenza, affinchรฉ sentiamo come Egli bussa in modo sommesso eppure insistente alla porta del nostro essere e del nostro volere. Preghiamolo affinchรฉ nel nostro intimo si crei uno spazio per Lui. E affinchรฉ in questo modo possiamo riconoscerlo anche in coloro mediante i quali si rivolge a noi: nei bambini, nei sofferenti e negli abbandonati, negli emarginati e nei poveri di questo mondo.

Cโ€™รจ ancora una seconda parola nel racconto di Natale sulla quale vorrei riflettere insieme a voi: lโ€™inno di lode che gli angeli intonano dopo il messaggio circa il neonato Salvatore: โ€œGloria a Dio nel piรน alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini del suo compiacimentoโ€. Dio รจ glorioso. Dio รจ luce pura, splendore della veritร  e dellโ€™amore. Egli รจ buono. รˆ il vero bene, il bene per eccellenza. Gli angeli che lo circondano trasmettono in primo luogo semplicemente la gioia per la percezione della gloria di Dio. Il loro canto รจ unโ€™irradiazione della gioia che li riempie. Nelle loro parole sentiamo, per cosรฌ dire, qualcosa dei suoni melodiosi del cielo. Lร  non รจ sottesa alcuna domanda sullo scopo, cโ€™รจ semplicemente il dato di essere colmi della felicitร  proveniente dalla percezione del puro splendore della veritร  e dellโ€™amore di Dio. Da questa gioia vogliamo lasciarci toccare: esiste la veritร . Esiste la pura bontร . Esiste la luce pura. Dio รจ buono ed Egli รจ il potere supremo al di sopra di tutti i poteri. Di questo fatto dovremmo semplicemente gioire in questa notte, insieme agli angeli e ai pastori.

Con la gloria di Dio nel piรน alto dei cieli รจ in relazione la pace sulla terra tra gli uomini. Dove non si dร  gloria a Dio, dove Egli viene dimenticato o addirittura negato, non cโ€™รจ neppure pace. Oggi, perรฒ, diffuse correnti di pensiero asseriscono il contrario: le religioni, in particolare il monoteismo, sarebbero la causa della violenza e delle guerre nel mondo; occorrerebbe prima liberare lโ€™umanitร  dalle religioni, affinchรฉ si crei poi la pace; il monoteismo, la fede nellโ€™unico Dio, sarebbe prepotenza, causa di intolleranza, perchรฉ in base alla sua natura esso vorrebbe imporsi a tutti con la pretesa dellโ€™unica veritร . รˆ vero che, nella storia, il monoteismo รจ servito di pretesto per lโ€™intolleranza e la violenza. รˆ vero che una religione puรฒ ammalarsi e giungere cosรฌ ad opporsi alla sua natura piรน profonda, quando lโ€™uomo pensa di dover egli stesso prendere in mano la causa di Dio, facendo cosรฌ di Dio una sua proprietร  privata. Contro questi travisamenti del sacro dobbiamo essere vigilanti. Se un qualche uso indebito della religione nella storia รจ incontestabile, non รจ tuttavia vero che il โ€œnoโ€ a Dio ristabilirebbe la pace. Se la luce di Dio si spegne, si spegne anche la dignitร  divina dellโ€™uomo. Allora egli non รจ piรน lโ€™immagine di Dio, che dobbiamo onorare in ciascuno, nel debole, nello straniero, nel povero. Allora non siamo piรน tutti fratelli e sorelle, figli dellโ€™unico Padre che, a partire dal Padre, sono in correlazione vicendevole. Che generi di violenza arrogante allora compaiono e come lโ€™uomo disprezzi e schiacci lโ€™uomo lo abbiamo visto in tutta la sua crudeltร  nel secolo scorso. Solo se la luce di Dio brilla sullโ€™uomo e nellโ€™uomo, solo se ogni singolo uomo รจ voluto, conosciuto e amato da Dio, solo allora, per quanto misera sia la sua situazione, la sua dignitร  รจ inviolabile. Nella Notte Santa, Dio stesso si รจ fatto uomo, come aveva annunciato il profeta Isaia: il bambino qui nato รจ โ€œEmmanueleโ€, Dio con noi (cfrย Isย 7,14). E nel corso di tutti questi secoli davvero non ci sono stati soltanto casi di uso indebito della religione, ma dalla fede in quel Dio che si รจ fatto uomo sono venute sempre di nuovo forze di riconciliazione e di bontร . Nel buio del peccato e della violenza, questa fede ha inserito un raggio luminoso di pace e di bontร  che continua a brillare.

Cosรฌ Cristo รจ la nostra pace e ha annunciato la pace ai lontani e ai vicini (cfrย Efย 2,14.17). Come non dovremmo noi pregarlo in questโ€™ora: Sรฌ, Signore, annuncia a noi anche oggi la pace, ai lontani e ai vicini. Faโ€™ che anche oggi le spade siano forgiate in falci (cfrย Isย 2,4), che al posto degli armamenti per la guerra subentrino aiuti per i sofferenti. Illumina le persone che credono di dover esercitare violenza nel tuo nome, affinchรฉ imparino a capire lโ€™assurditร  della violenza e a riconoscere il tuo vero volto. Aiutaci a diventare uomini โ€œdel tuo compiacimentoโ€ โ€“ uomini secondo la tua immagine e cosรฌ uomini di pace.

Appena gli angeli si furono allontanati, i pastori dicevano lโ€™un lโ€™altro: Orsรน, passiamo di lร , a Betlemme e vediamo questa parola che รจ accaduta per noi (cfrย Lcย 2,15). I pastori si affrettavano nel loro cammino verso Betlemme, ci dice lโ€™evangelista (cfr 2,16). Una santa curiositร  li spingeva a vedere in una mangiatoia questo bambino, del quale lโ€™angelo aveva detto che era il Salvatore, il Cristo, il Signore. La grande gioia, di cui lโ€™angelo aveva parlato, aveva toccato il loro cuore e metteva loro le ali.

Andiamo di lร , a Betlemme, dice la liturgia della Chiesa oggi a noi.ย Trans-eamusย traduce la Bibbia latina: โ€œattraversareโ€, andare di lร , osare il passo che va oltre, la โ€œtraversataโ€, con cui usciamo dalle nostre abitudini di pensiero e di vita e oltrepassiamo il mondo meramente materiale per giungere allโ€™essenziale, al di lร , verso quel Dio che, da parte sua, รจ venuto di qua, verso di noi. Vogliamo pregare il Signore, perchรฉ ci doni la capacitร  di oltrepassare i nostri limiti, il nostro mondo; perchรฉ ci aiuti a incontrarlo, specialmente nel momento in cui Egli stesso, nella Santissima Eucaristia, si pone nelle nostre mani e nel nostro cuore.

Andiamo di lร , a Betlemme: con queste parole che, insieme con i pastori, ci diciamo lโ€™un lโ€™altro, non dobbiamo pensare soltanto alla grande traversata verso il Dio vivente, ma anche alla cittร  concreta di Betlemme, a tutti i luoghi in cui il Signore ha vissuto, operato e sofferto. Preghiamo in questโ€™ora per le persone che oggi lรฌ vivono e soffrono. Preghiamo perchรฉ lรฌ ci sia pace. Preghiamo perchรฉ Israeliani e Palestinesi possano sviluppare la loro vita nella pace dellโ€™unico Dio e nella libertร . Preghiamo anche per i Paesi circostanti, per il Libano, per la Siria, per lโ€™Iraq e cosรฌ via: affinchรฉ lรฌ si affermi la pace. Che i cristiani in quei Paesi dove la nostra fede ha avuto origine possano conservare la loro dimora; che cristiani e musulmani costruiscano insieme i loro Paesi nella pace di Dio.

I pastori si affrettavano. Una santa curiositร  e una santa gioia li spingevano. Tra noi forse accade molto raramente che ci affrettiamo per le cose di Dio. Oggi Dio non fa parte delle realtร  urgenti. Le cose di Dio, cosรฌ pensiamo e diciamo, possono aspettare. Eppure Egli รจ la realtร  piรน importante, lโ€™Unico che, in ultima analisi, รจ veramente importante. Perchรฉ non dovremmo essere presi anche noi dalla curiositร  di vedere piรน da vicino e di conoscere ciรฒ che Dio ci ha detto? Preghiamolo affinchรฉ la santa curiositร  e la santa gioia dei pastori tocchino in questโ€™ora anche noi, e andiamo quindi con gioia di lร , a Betlemme โ€“ verso il Signore che anche oggi viene nuovamente verso di noi. Amen.

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Fonte: Radio Vaticana via FeedRss

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