Ballata della speranza – David Maria Turoldo

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Tempo del primo avvento tempo del secondo avvento
sempre tempo d’avvento:
esistenza, condizione
d’esilio e di rimpianto.

Anche il grano attende
anche l’albero attende
attendono anche le pietre
tutta la creazione attende.

Tempo del concepimento
di un Dio che ha sempre da nascere.

(Quando per la donna รจ giunta la sua ora
รจ in grande pressura
ma poi tutta la sua tristezza
si muterร  in gaudio
perchรฉ รจ nato al mondo un uomo.)

Questo รจ il vero lungo inverno del mondo:
Avvento, tempo del desiderio
tempo di nostalgia e ricordi
(paradiso lontano e impossibile!)
Avvento, tempo di solitudine
e tenerezza e speranza.
Oh, se sperassimo tutti insieme
tutti la stessa speranza
e intensamente
ferocemente sperassimo
sperassimo con le pietre
e gli alberi e il grano sotto la neve
e gridessimo con la carne e il sangue
con gli occhi e le mani e il sangue;
sperassimo con tutte le viscere
con tutta la mente e il cuore
Lui solo sperassimo;
oh se sperassimo tutti insieme
con tutte le cose
sperassimo Lui solamente
desiderio dell’intera creazione;
e sperassimo con tutti i disperati
con tutti i carcerati
come i minatori quando escono
dalle viscere della terra,
sperassimo con la forza cieca
del morente che non vuol morire,
come l’innocente dopo il processo
in attesa della sentenza,
oppure con il condannato
avanti il plotone d’esecuzione
sicuro che i fucili non spareranno;
se sperassimo come l’amante
che ha l’amore lontano
e tutti insieme sperassimo,
a un punto solo
tutta la terra uomini
e ogni essere vivente
sperasse con noi
e foreste e fiumi e oceani,
la terra fosse un solo
oceano di speranza
e la speranza avesse una voce sola
un boato come quello del mare,
e tutti i fanciulli e quanti
non hanno favella
per prodigio
a un punto convenuto
tutti insieme
affamati malati disperati,
e quanti non hanno fede
ma ugualmente abbiano speranza
e con noi gridassero
astri e pietre,
purchรฉ di nuovo un silenzio altissimo
– il silenzio delle origini –
prima fasci la terra intera
e la notte sia al suo vertice;
quando ormai ogni motore riposi
e sia ucciso ogni rumore
ogni parola uccisa
– finito questo vaniloquio! –
e un silenzio mai prima udito
(anche il vento faccia silenzio
anche il mare abbia un attimo di silenzio,
un attimo che sarร  la sospensione del mondo),
quando si farร  questo
disperato silenzio
e stringerร  il cuore della terra
e noi finalmente in quell’attimo dicessimo
quest’unica parola
perchรฉ delusi di ogni altra attesa
disperati di ogni altra speranza,
quando appunto cosรฌ disperati
sperassimo e urlassimo
(ma tutti insieme
e a quel punto convenuti)
certi che non vale chiedere piรน nulla
ma solo quella cosa
allora appunto urlassimo
in nome di tutto il creato
(ma tutti insieme e a quel punto)
VIENI VIENI VIENI, Signore
vieni da qualunque parte del cielo
o degli abissi della terra
o dalle profonditร  di noi stessi
(ciรฒ non importa) ma vieni,
urlassimo solo: VIENI!

Allora come il lam po guizza dall’oriente
fino all’occidente cosรฌ sarร  la sua venuta
e cavalcherร  sulle nubi;
e il mare uscirร  dai suoi confini
e il sole piรน non darร  la sua luce
nรฉ la luna il suo chiarore
e le stelle cadranno fulminate
saranno scosse le potenze dei cieli.

E lo Spirito e la sposa dicano: Vieni!
e chi ascolta dica: vieni!
e chi ha sete venga
chi vuole attinga acqua di vita
per bagnarsi le labbra
e continuare a gridare: vieni!

Allora Egli non avrร  neppure da dire
eccomi, vengo – perchรฉ giร  viene.

E cosรฌ! Vieni Signore Gesรน,
vieni nella nostra notte,
questa altissima notte
la lunga invincibile notte,
e questo silenzio del mondo
dove solo questa parola sia udita;
e neppure un fratello
conosce il volto del fratello
tanta รจ fitta la tenebra;
ma solo questa voce
quest’unica voce
questa sola voce si oda:

VIENI VIENI VIENI, Signore!
– Allora tutto si riaccenderร 
alla sua luce
e il cielo di prima
e la terra di prima
son sono piรน
e non ci sarร  piรน nรฉ lutto
nรฉ grido di dolore
perchรฉ le cose di prima passarono
e sarร  tersa ogni lacrima dai nostri occhi
perchรฉ anche la morte non sarร  piรน.
E una nuova cittร  scenderร  dal cielo
bella come una sposa
per la notte d’amore
(non piรน questi termitai
non piรน catene dolomitiche
di grattacieli
non piรน urli di sirene
non piรน guardie
a presiedere le porte
non piรน selve di ciminiere).

– Allora il nostro stesso desiderio
avrร  bruciato tutte le cose di prima
e la terra arderร  dentro un unico incendio
e anche i cieli bruceranno
in quest’unico incendio
e anche noi, gli uomini,
saremo in quest’unico incendio
e invece di incenerire usciremo
nuovi come zaffiri
e avremo occhi di topazio:

quando appunto Egli dirร 
“ecco, giร  nuove sono fatte tutte le cose”

allora canteremo
allora ameremo allora allora…

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