Il programma delle virtù – L’impegno

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Formazione Spirituale

Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere” [Mt7,15-20].

Abbiamo già visto come il cristianesimo non sia un’etica, una morale che indichi un dover fare o un dovere essere, sé un sentimento, un’esperienza soggettiva orientata dal gusto, dal piacere. Si tratta piuttosto di una relazione, la profonda disposizione a cambiare il proprio modo di essere perché un giorno possiamo pensare, sentire e agire al modo di un uomo che si chiama Gesù.

La responsabilità è l’abilità di rispondere a questa chiamata di conversione del proprio pensiero e del proprio gusto. L’impegno nel cambiamento è costantemente soggetto alle esigenze del proprio io, alle aspettative umane, al desiderio dell’affermazione di sé e del proprio punto di vista. È così che il Signore ci mette in guardia dai falsi profeti, perché di- stolgono il nostro sguardo da Dio e dal vero impegno di evangelizzare, annunciare la verità rivelata, per orientare invece i nostri sforzi e il nostro modo di stare nel mondo a ideologie, costrutti mondani e visioni distorte del Vangelo.

Le relazioni cristiane sono vere quando sono gratuite, non soggette a proiezioni ed aspettative altrui. Gesù ama nella libertà e chiede un impegno, nel modo di stare in relazione con lui, che è allo stesso tempo un esercizio di libertà. È l’impegno costante di vigilare sulla propria coscienza giusta e retta delle cose che facciamo ogni giorno, per noi stessi, per gli altri e per il Padre.

Una coscienza giusta e retta non lascia spazio alle impressioni e suggestioni altrui, che cercano di orientare le nostre azioni e la nostra spiritualità cristiana verso il loro modo di pensare, di sentire e di interpretare il Vangelo. Sapersi con- frontare è ricchezza, lasciarsi confondere è pusillanimità. Una coscienza giusta e retta non lascia spazio alle percezioni e interpretazioni soggettive di chi cerca di assoggettare la vita cristiana propria e degli altri ai dettami dell’autoreferen- zialismo farisaico, la manipolazione di chi propone se stesso quale modello e criterio di giudizio. Imparare dalla propria esperienza è virtuoso, basarsi sull’esperienza degli altri è asservimento.

Una coscienza giusta e retta si nutre in modo costante dell’esperienza di Gesù, confronta i propri criteri di giudizio con il pensiero espresso di Gesù, si basa per ragionare, scegliere ed operare, sulla disposizione profonda di chi cerca di fare i propri i sentimenti di Gesù. L’unico criterio, modello ed esempio di formazione cristiana, maturazione evangelica e impegno apostolico, è una persona sola e nessun altro. È il Signore Gesù.

Il frutto dell’impegno cristiano è la configurazione di sé al modo proprio di essere umano che è quello di Gesù.

Formazione Umana

Nozioni psico-educative sulla virtù dell’impegno

Interrogarsi frequentemente su quello che si sta trasmettendo ai bambini che ci sono stati affidati, sia con l’esempio personale che tramite lo scambio comunicativo, è fondamentale per essere dei buoni educatori, catechisti o Guide NET. Un valore importante da trasmettere è l’impegno, inteso come volontà e diligenza nel fare qualche cosa: studiare, allenarsi, lavorare, giocare etc. Trasmettere la cultura dell’impegno è una grande missione perché aiuta a far capire ai bambini che la dedizione profusa nel raggiungere uno scopo è più importante di ottenere la perfezione del risultato stesso.

Comunicare ai bambini messaggi riflessivi del tipo “non mi interessa se hai vinto o meno il gioco, l’importante è che tu chieda a te stesso se ce l’hai messa tutta, se pensi di esserti impegnato al massimo per questo compito” è molto più educativo e motivante rispetto ad un messaggio svalutante. Infatti, l’essere umano cresce e si arricchisce personalmen- te non tanto nell’aver “tagliato il traguardo” (esperienza comunque necessaria) bensì nel riconoscimento del valore del sacrificio, della tenacia, della perseveranza che ha impiegato per arrivare alla meta prefissata.

“Alleggerire i pesi”, togliere qualsiasi esperienza di sopportazione e fatica non è un approccio positivo per il bambino poiché potrebbe comportare un ostacolo, da un punto di vista psicologico, allo sviluppo della resilienza, fattore impre- scindibile per garantire lo sviluppo armonico della piccola persona in crescita.

Ricerche scientifiche spiegano come l’impegno verso un’attività e la resilienza che si attiva di fronte alle difficoltà, dipendano dall’autoefficacia percepita dal bambino. Pertanto, è necessario fornire stimoli adeguati dai quali il bam- bino possa migliorare la percezione di sé in termini di efficacia, come per esempio:

  • l’esposizione graduale a compiti complessi;
  • l’osservazione di modelli comportamentali in cui l’impegno viene sempre premiato;
  • incoraggiare positivamente il bambino rispetto le proprie capacità e competenze in crescita;
  • favorire un’ambiente che permetta la concentrazione e la calma, in cui il bambino possa sperimentarsi e met- tersi alla prova senza la paura del giudizio dell’altro e dello sbaglio;
  • monitorare che il bambino si trovi in una condizione psico-fisica adeguata per affrontare un ostacolo e attivare tutte le energie che sono dietro la parola “impegno”.

Come trasmettere l’impegno?

I valori dell’impegno e della resilienza possono influenzare positivamente il bambino nel modo di approcciarsi alla scuo- la e alle attività extrascolastiche, come per esempio il Catechismo e il Club NET.

In qualità di educatori possiamo aiutare il bambino nei contesti di vita familiare, scolastica ed extrascolastica a svilup- pare l’impegno attraverso i seguenti strumenti:

  • essere da esempio, adottando per primi comportamenti di perseveranza di fronte agli impegni mostrandone i vantaggi;
  • far rispettare le regole e i programmi del gruppo;
  • far sperimentare attività creative e piacevoli, né troppo facili né troppo difficili, che riesca a concludere nei tempi stabiliti;
  • allenare all’attesa nei giochi e nelle attività;
  • allenare al problem solving, senza sostituirsi al bambino o fornire direttamente la soluzione;
  • educare a gestire le proprie emozioni primarie quali la tristezza, la rabbia, il disgusto e le emozioni secon- darie come la vergogna, il senso di colpa, la noia, la frustrazione etc.;
  • educare la sua capacità di giudizio, ragionando insieme a lui sulle scelte possibile in termini di opportunità e svantaggi;
  • affidargli quotidianamente un piccolo compito da portare a termine e ringraziarlo per il suo contributo al benessere del gruppo.

Il valore dell’impegno è quindi centrale per la formazione del bambino e risulta indispensabile per una corretta crescita nella realtà scolastica e nei rapporti interpersonali. Occorre quindi investire molto su questo aspetto formativo che sicurante, tramite l’impegno trasmesso da ogni educatore, genererà un ricordo indelebile in ogni futuro giovane uomo.

Formazione Apostolica

L’apostolato dell’impegno

L’impegno lo vogliamo mettere tra le virtù perchè è quella qualità umana che trasforma un deside- rio in realtà, un intuizione in un successo e l’entusiasmo con il quale ci buttiamo nei progetti alla realizza- zione degli stessi. L’impegno è legato alla perseveranza, sostenuto dall’entusiasmo e aiutato dall’abitudine. Poi non dimentichiamo che sempre e solo Gesù darà il vero frutto al nostro impegno e quindi non scoraggiamoci se, nono- stante il nostro “impegno” non abbiamo avuto risultati o non siamo riusciti nel nostro intento di essere migliori. L’impegno ha bisogno di costanza, grinta e allenamento.

A cura di:

  • Fr. Massimo Merlino, L.C. (formazione spirituale)
  • Eleonora Leoni, psicologa (formazione umana)
  • Monica Siorpaes Gandin (formazione apostolica)

Coordinamento editoriale: Emanuele Pica

Fonte del materiale, anche in formato PDF