โNun me piace!โ รจ il conosciuto tormentone della commedia di Eduardo de Filippo โNatale in casa Cupielloโ. Lโanziano protagonista, amante delle tradizioni, in occasione del Natale, ha allestito โil piรน bel presepio di tutti gli altri anniโ, e cerca il consenso del figlio Tommasino (Nennillo), un tontolone (โha avuto la malattiaโฆ รจ nervoso!โ), viziato dalla madre. Niente da fare: โNun me piace!โ, รจ la sua risposta. Inutilmente il padre tenta di fargli notare la bellezza degli angioletti, dei tre re magi, della stella cometaโฆโNun me piace!โ, รจ la sua risposta. Questo ragazzo tardo e pigro รจ la parodia del negazionista, colui che rifiuta di vedere il bello, il buono, e sa rispondere solo ripetendo la stessa solfa e lo stesso slogan: โNun me piace!โ. Non cโรจ motivo, semplicemente non gli piace. Il personaggio di Tommasino รจ la caricatura di quelle nullitร , che per far notare la loro presenza hanno bisogno di gridare la loro tanto ostinata quanto ottusa contrarietร .
Ma il negazionismo ha radici antiche e giร nelle prime pagine della Bibbia si trova il primo negazionista. Nel Libro della Genesi si legge che il Creatore aveva avvertito lโuomo e la donna, da lui creati, di non mangiare โdellโalbero della conoscenza del bene e del maleโ, perchรฉ altrimenti sarebbero morti (Gen 2,17). Ed ecco spuntare il primo negazionista della storia, il serpente, che disse alla donna: โNon morirete affatto!โ (Gen 3,5), e si sa come poi รจ andata a finire. E negazionisti spuntano anche al tempo di Noรจ, โuomo giusto e integro tra i suoi contemporaneiโ (Gen 6,9). Avvertito da Dio dellโimminente disastro, pensa a mettersi in salvo costruendo unโarca di legno, ma gli altri no, โmangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano maritoโฆ e non si accorsero di nulla finchรฉ venne il diluvio e travolse tuttiโ (Mt 24,38).
Cโรจ poi un altro tipo di negazionismo dalle conseguenze drammatiche, perchรฉ si fonde con il fanatismo religioso. ร il negazionismo che, forte delle sue sacre convinzioni, rifiuta la realtร perchรฉ รจ inammissibile, scomoda o spiacevole, o semplicemente non puรฒ essere. Un esempio di questo negazionismo si trova negli scritti di Geremia, dove il profeta avverte il popolo dellโimminente pericolo, rappresentato dallโinvasione dei Babilonesi guidati da Nabucodonosor, invitandolo ad abbandonare false certezze: โNon confidate in parole menzognere ripetendo: Questo รจ il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signoreโ (Ger 7,4). Ma il grido dโallarme del profeta non fu ascoltato nonostante lโevidenza dellโapprossimarsi della tremenda invasione. Gerusalemme era la cittร del Dio dโIsraele e per questo non poteva essere conquistata. La tradizione religiosa, infatti, credeva che Gerusalemme fosse imprendibile in quanto Dio stesso avrebbe impedito la caduta del luogo che conteneva la sua presenza. Del resto anche il salmista esaltava lโimprendibilitร di Gerusalemme, perchรฉ โDio รจ in mezzo ad essa: non potrร vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dellโalbaโฆ Il Signore degli eserciti รจ con noi, nostro baluardo รจ il Dio di Giacobbeโ (Sal 46, 6.8), per poi dover amaramente constatare che โhanno ridotto Gerusalemme in macerieโ (Sal 79,1), come giร Geremia aveva vanamente profetizzato: โGerusalemme diventerร un cumulo di rovineโ (Ger 26,18).
Ugualmente, secoli dopo, durante lโassedio di Gerusalemme da parte dei Romani, a causare la morte di molti durante lโattacco alla cittร santa, quando era evidente a tutti che era assurdo resistere alla soperchia forza distruttrice degli invasori, fu proprio โun falso profeta che in quel giorno aveva proclamato agli abitanti della cittร che il Dio comandava loro di salire al tempio per ricevere i segni della salvezzaโ (Guerra, VI, 5,2 ยง285). E vi incontrarono la morte. […]
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