Commento video al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
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SIEDERร SUL TRONO DELLA SUA GLORIA E SEPARERร GLI UNI DAGLI ALTRI
Nel vangelo di Matteo che commentiamo, cap. 25, versetti 31-46, viene riportato lโultimo importante insegnamento di Gesรน. Per questo insegnamento Gesรน si rifร ad unโimmagine conosciuta nel mondo ebraico e la troviamo nel Talmud dove si legge che nellโaldilร il Santo, che benedetto sia, prenderร un rotolo della Torah, la Legge, se lo poserร tra i ginocchi e dirร : โChi se ne รจ occupato venga e riceverร la sua ricompensaโ.
Ebbene Gesรน prende come modello questa descrizione, ma ne cambia i contenuti. Quello che determina la realizzazione dellโindividuo non รจ il rapporto che avrร avuto con la legge, con Dio, ma la relazione, il rapporto che avrร avuto con le altre persone. Perchรฉ questo? Con Gesรน, Dio โ come descrive Matteo allโinizio del suo vangelo โ รจ il Dio con noi. Allora con Gesรน la direzione dellโumanitร non รจ piรน verso Dio, ma con Dio e come Dio verso gli uomini.
Il Dio di Gesรน non chiederร mai se si รจ creduto in lui, ma se si รจ amato come lui.
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Vediamo allora lโinsegnamento di Gesรน. Gesรน si presenta come il figlio dellโUomo che appare nella sua gloria, e divide i popoli pagani. Non รจ un giudizio universale. Israele รจ giร stata giudicata in questo vangelo, รจ il giudizio di quanti non hanno conosciuto Dio.
Ebbene, come il pastore separa le pecore dalle capre dividerร le persone. Cosรฌ come il contadino distingue i frutti buoni dai frutti fradici, come il pescatore in questo vangelo ha saputo distinguere i pesci buoni e scartare quelli marci, cosรฌ il Signore riconosce subito chi ha orientato la propria vita per il bene degli altri.
Allora il re dirร a quelli che saranno alla sua destra: โVenite, benedetti dal Padre mioโ, li benedice perchรฉ sono quelli che hanno realizzato il progetto di Dio sullโumanitร . E poi elenca sei azioni di bisogno, di sofferenza, di necessitร da parte dellโumanitร con le risposte che sono state date.
Di queste sei azioni nulla riguarda lโatteggiamento verso la religione, nulla riguarda il comportamento verso Dio, ma quello avuto nei confronti dei bisogni dei bisognosi dellโumanitร . Quello che consente la vita eterna non รจ quindi il comportamento religioso, ma un comportamento umano.
Quello che distacca in queste sei situazioni รจ il carcerato. โEro in carcere e siete venuti a trovarmiโ. A quel tempo il carcerato non suscitava la compassione, non suscitava pietร , ma soltanto disprezzo. Andare a trovare un carcerato significava anche alimentarlo, visto che i carcerieri certo non provvedevano alla sua alimentazione. La sorpresa di queste persone alle quali Gesรน ha detto che hanno fatto tutte queste cose a lui โฆ โSignore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, ecceteraโ.
Ebbene la risposta di Gesรน: โIn veritร io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piรน piccoli โฆโ Chi sono i fratelli piรน piccoli? Sono gli invisibili della societร , sono i bisognosi, gli emarginati, gli esclusi. Ebbene Gesรน lo considera fatto a lui. Questo non significa che bisogna amare gli altri per Gesรน, ma amarli con Gesรน e come Gesรน.
E poi ecco il rovescio della medaglia. Poi dirร anche a quelli che saranno alla sinistra: โVia, lontano da me, maledetti โฆโ Eโ importante sottolineare questo. Mentre prima Gesรน ai giusti li ha chiamati โbenedetti dal Padre mioโ qui li dichiara โmaledettiโ, ma non dal Padre suo; Dio non maledice, Dio รจ soltanto benedizioni. Questa maledizione โ รจ lโunica volta in cui appare nel vangelo โ richiama la prima maledizione presente nella Bibbia, nel libro del Genesi, scagliata su Caino che ha assassinato il proprio fratello.
Allora Gesรน รจ molto severo. Non offrire aiuto, non rispondere agli elementari bisogni, alle sofferenze, alle necessitร degli altri, equivale a un omicidio. Sono maledetti non da Dio, ma il loro egoismo, la loro chiusura ai bisogni degli altri, li ha come maledetti. Chiunque si chiude alla vita si maledice.
โMaledetti, nel fuoco eternoโ, il fuoco eterno significa quello che distrugge tutto, โpreparato per il diavoloโ. Eโ lโultima volta in questo vangelo che compare il diavolo nella sua distruzione finale, significa la sua sconfitta definitiva perchรฉ va a finire nel fuoco eterno che ha lโimmagine di quello che distrugge tutto, โe i suoi angeliโ, cioรจ i suoi emissari, quelli che si sono fatti strumenti di morte. Queste persone Gesรน non le rimprovera per aver fatto qualcosa di male, ma sono diventati strumenti di morte perchรฉ non hanno fatto il bene in occasioni di necessitร , in occasioni di sopravvivenza.
Anche questi rispondono โ e lo fanno riassumendo tutte le situazioni di disagio dellโumanitร , la fame, la sete, ma รจ interessante il finale โe non ti abbiamo servito?โ che i giusti non lo dicono. Loro ovviamente credono di aver servito il Signore, di averlo servito nella liturgia, nel culto, non hanno compreso che con Gesรน Dio non chiede di essere servito, ma lui che รจ Dio si mette a servizio degli uomini perchรฉ gli uomini con lui e come lui si mettano a servizio degli altri.
Ed ecco la sentenza di Gesรน: โIn veritร io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi a uno solo di questi piรน piccoli, non lโavete fatto a meโ. Quindi, ancora una volta, quello che determina la riuscita nella vita e il comportamento della persona non รจ il rapporto avuto con Dio, ma il rapporto avuto con gli altri. Quando ci si chiude agli altri ci si chiude a Dio.
E se ne andranno questi al supplizio eterno, questa รจ unโimmagine tratta dal libro del profeta Daniele, capitolo 12, versetto 2, che significa il fallimento definitivo della propria vita. Il termine tradotto con โsupplizioโ in greco significa โmutilareโ. La punizione quindi non รจ dovuta al Padre, ma sono essi stessi che si sono puniti in quanto la loro รจ una vita mutilata, una vita che non รจ giunta alla pienezza.
Quindi non รจ un castigo, ma il fallimento totale, quello che nellโApocalisse verrร definito โmorte secondaโ. Ma il vangelo termina con unโimmagine positiva, โI giusti invece alla vita eternaโ. Quanti hanno vissuto facendo del bene, comunicando vita a chi ne aveva bisogno, questi hanno realizzato la propria esistenza e soprattutto realizzato il progetto di Dio sullโumanitร .
