LA โCORSAโ DEL BATTISTA VERSO CRISTO
Ci limitiamo a commentare la 2ยช lettura (At 13,22-26), che fa parte del discorso di Paolo ad Antiochia di Pisidia (vv. 13-52), rivolto ai Giudei, ai quali era necessario annunciare prima di tutti la Parola di Dio (v. 46). Ma essi respingono la predicazione di Paolo, il quale allora annuncia loro: โEcco, ci rivolgiamo ai paganiโ (v. 46). Israele perde cosรฌ il suo ruolo di primaria importanza: i pagani sono chiamati alla fede senza passare per il giudaismo. Questo principio รจ ripetuto ancora due volte negli Atti (18,6; 28,28). Con questo discorso paolino si attua una svolta nella storia dellโannuncio della salvezza cristiana.
Giร nel discorso di Paolo erano contenuti gli elementi di relativizzazione della fede giudaica e di apertura universalistica ai pagani che provocarono la reazione di rifiuto dei Giudei, i quali presi da gelosia, contraddicevano alle cose dette da Paolo, bestemmiando (v. 45). Infatti Paolo, nel suo discorso, mostra come la promessa di Dio ai padri giunga fino al Battista che preparรฒ la venuta del โSalvatore per Israele, Gesรนโ (v. 23), rifiutato dagli abitanti di Gerusalemme e dai loro capi e condannato perchรฉ essi non compresero le Scritture, le quali pure si adempirono in lui (v. 27). Gesรน รจ veramente il Figlio di Dio, di cui Davide era soltanto una prefigurazione; Davide infatti โsโaddormentรฒ, fu sepolto coi padri suoi e vide la corruzioneโ (v. 36), mentre Gesรน, โcolui che Dio ha risuscitato, non ha visto la corruzioneโ (v. 37). La svolta assolutamente inaspettata e nuova si รจ compiuta con Gesรน morto e risorto, non piรน โpossessoโ dei Giudei come la Legge, ma principio unico e normativo di salvezza per tutti. Gesรน โchiudeโ, in certo senso, la storia giudaica dellโAntico Testamento. ร ciรฒ che provoca la reazione violenta, piena di bestemmie, dei Giudei.
Il discorso di Paolo era profondamente rivoluzionario per i Giudei, disegnando una storia divinamente salvifica culminante e centrata su Gesรน che essi hanno respinto, condannato e ucciso. In questo grandioso contesto di teologia della storia salvifica va collocata la pericope della festa liturgica della nativitร di Giovanni Battista.
Suscitamento di Davide/Gesรน
Il nostro testo liturgico comincia (v. 22) col presentarci il re Davide con unโespressione sintomatica: โDio suscitรฒ per Israele come re Davideโ. Il verbo usato (in greco โegeรญrenโ) richiama la stessa espressione adoperata nei seguenti vv. 30.37 a proposito della risurrezione di Gesรน. Se poi ammettiamo che nel v. 23 ricorra lo stesso verbo โegeรญrenโ invece di โรฉgagenโ (trasse), avremmo un perfetto parallelismo: Dio suscitรฒ Davide come re; dalla sua discendenza Dio suscitรฒ come loro salvatore Gesรน.
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Comunque si risolva la questione di critica testuale, dal contesto risulta chiaro che la โpromessaโ del successore fatta a Davide si realizza con la risurrezione di Gesรน: โLa promessa fatta ai padri, Dio lโha adempiuta per noi, loro figli, facendo risorgere Gesรนโ (v. 33). Si tratta della promessa di cui parla 2 Sam 7,14. โSuscitato da Dio per essere il re di Israele, David in questo modo diviene la figura del Cristo risuscitato da Dio per essere il Salvatore dโIsraele. La salita al trono di David diviene un presagio della risurrezione del Cristo e della sua elevazione alla destra di Dioโ (J. Dupont).
Il fatto che poi da Davide si passi direttamente a Gesรน rivela unโintenzione particolare di Paolo: egli non vuole tanto tracciare una storia, in senso cronologico, del popolo di Israele, quanto mostrarne la logica interna di tendenza e il punto focale verso il quale lโAntico Testamento รจ tutto proiettato e da cui riceve senso e pienezza. Mi pare quindi che qui Davide rappresenti lโAntico Testamento in quanto รจ promessa della regalitร messianica, in concreto della risurrezione di Gesรน.
Di qui si comprende anche lโidealizzazione fatta di Davide, โuomo secondo il mio cuore, che eseguirร tutti i miei voleriโ (v. 22), senza che sia fatto cenno alcuno ai peccati del re. Davide rappresenta qui per Paolo la linea storica di salvezza operata da Dio, che culminerร nella risurrezione di Cristo. ร una storia che, per quanto riguarda Dio, non conosce infedeltร . Le citazioni scritturistiche addotte in appoggio alla dimostrazione che la risurrezione di Gesรน adempie la Scrittura (cf vv. 33.34.35) intendono svelare la tendenza energetica finalizzata dellโazione salvifica di Dio che nellโAntico Testamento รจ โpromessaโ e con Gesรน diviene novitร -compimento. Lโespressione โeseguirร tutti i miei voleriโ (v. 22) รจ presa da Is 44,28 ove รจ riferita a Ciro, ma essa qui serve a Paolo per tracciare una figura perfetta di โservoโ cui si possa applicare ciรฒ che si dice di Cristo. Lโaltra espressione: โho trovato Davideโ รจ presa dal Sal 89,21. La formula โun uomo secondo il mio cuoreโ si rifร a 1 Sam 13,14. Davide รจ figlio di Iesse, come viene ricordato in 1 Sam 16,10ss.
In conclusione, Paolo mostra a partire dalla risurrezione (v. 33) che Gesรน รจ il Messia atteso e preannunciato, promesso ai padri. Egli รจ il Salvatore per Israele e ciรฒ appare soprattutto dalla risurrezione. Egli รจ il discendente davidico salito sul trono di Davide, cioรจ intronizzato Messia con la sua risurrezione (cf At 5,31). Le Scritture mostrano il carattere messianico della risurrezione, che viene cosรฌ considerata come il centro e il culmine di tutta la Scrittura o del piano salvifico di Dio. I testi veterotestamentari illuminano il fatto cristiano, ma anche il fatto cristiano rivela la profonda portata dellโAntico Testamento. Gesรน morto e risorto illumina di sรฉ tutto lโAntico Testamento. โEgli dร un senso alle Scritture, il loro senso, perchรฉ egli le realizzaโ (J. Dupont).
Giovanni Battista, il precursore
In due testi degli Atti che fanno menzione del Battista (10,37 e 13,24ss) questi รจ inserito entro lo schema del kรฉrygma che proclama la morte-risurrezione di Gesรน di Nazaret. Ma anche in 19,4 Paolo spiega il senso della missione di Giovanni come pedagogia alla fede cristiana: โGiovanni battezzรฒ con un battesimo di penitenza, dicendo al popolo che occorreva credere a colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioรจ in Gesรนโ.
Per il Vangelo di Luca e gli Atti, Giovanni Battista appartiene al tempo della promessa e non al tempo del compimento. Egli รจ il piรน grande tra i nati di donna, ma โil piรน piccolo nel regno di Dio รจ piรน grande di luiโ (Lc 7,28). Giovanni non รจ detto la piรน grande personalitร semplicemente, ma il piรน grande nel tempo della promessa per la missione di preparare immediatamente la venuta di Gesรน. Solo dopo che Giovanni ha compiuto la sua โmissioneโ (letteralmente: la sua โcorsaโ, v. 25) entra in scena Gesรน. Giovanni รจ presentato da Luca come un profeta e precursore. Egli ha il compito, piรน che di battezzare, di โproclamare in anticipoโ (prokรชrยดyssein) un battesimo di penitenza e cosรฌ โpreparareโ la venuta del Salvatore. La predicazione del Battista avvenne โprima della venutaโ di Gesรน: egli รจ pre-cursore. Tutta la storia dellโAntico Testamento, la promessa di cui parla il v. 23, culmina nel suo annuncio. Egli si trova alla confluenza delle ramificate preparazioni veterotestamentarie quale foce ove il fiume dellโAntico Testamento sbocca nel mare.
In tal modo diviene chiaro il legame tra il v. 24 e i vv. precedenti. Al compimento della corsa veterotestamentaria si incontra Giovanni Battista. Come la promessa dellโAntico Testamento, cosรฌ anche la proclamazione di Giovanni รจ rivolta โa tutto il popolo di Israeleโ (v. 24). Come la promessa veterotestamentaria, cosรฌ anche la predicazione del Battista ha il suo punto di gravitร nellโannuncio di Cristo, cui รจ finalizzata. In quanto รจ tutta protesa e indirizzata al Cristo, la predicazione di Giovanni puรฒ veramente chiamarsi un โevangelizzareโ (euagelรญzesthai), un โannunciare la buona novellaโ (Lc 3,18).
Luca, nel Vangelo e negli Atti, presenta il Battista come precursore e araldo del Cristo, e lo fa in modo piรน accentuato che la tradizione a lui precedente. Quale scopo pastorale si prefiggeva Luca tratteggiando cosรฌ la figura del Battista dinanzi agli occhi dei cristiani?
La predicazione di Giovanni indicava la necessitร di โcredere a colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioรจ in Gesรนโ (19,4). Non basta essere stirpe di Abramo per essere salvati. Il Salvatore viene bensรฌ dalla stirpe di Abramo (v. 23), ma รจ anche una novitร suscitata da Dio cui si accede con la fede: โNessun altro nome sotto il cielo รจ stato concesso agli uomini, per il quale siamo destinati a salvarciโ (4,12). Giovanni Battista โ e tutto lโAntico Testamento chโegli riassume rappresentativamente in sรฉ โ รจ solo araldo del Salvatore: โE tutti i profeti, da Samuele in poi, tutti quanti hanno parlato, hanno anche preannunciato questi giorniโ (4,24; cf 10,43). Ora, sia nella predicazione missionaria ai Giudei sia nella preparazione al battesimo cristiano, gli evangelizzatori dovevano presentare la storia della salvezza predisposta da Dio, ma soprattutto mostrare come essa trovi la sua piena realizzazione nellโunico Salvatore, Gesรน Cristo morto e risorto.
Il Battesimo di Giovanni
Battesimo e predicazione costituiscono, inseparabilmente uniti, la missione del Battista (cf 19,4). Il battesimo era un gesto che portava in sรฉ lโappello alla conversione e il riferimento a Cristo. Il suo battesimo รจ fatto โcon acquaโ e prepara quello โin Spirito Santoโ (1,5; 11,16); il suo รจ un battesimo di penitenza (19,4; Lc 3,3) che come tale rimanda a Gesรน. Sia con la sua predicazione sia col suo battesimo, Giovanni vuol far prendere coscienza del peccato e portare al pentimento; ricevere il battesimo era un gesto-simbolo della volontร di convertirsi ed essere purificati dai propri peccati.
ร interessante notare, come abbiamo fatto allโinizio, il ruolo primario che ha il tema della risurrezione in tutto il discorso di Paolo di cui stiamo studiando un brano. Ebbene, anche la predicazione del Battista va vista alla luce del suo termine, la risurrezione di Gesรน. Cโรจ infatti un nesso molto stretto, negli Atti, tra conversione e risurrezione di Gesรน. La risurrezione di Gesรน pone gli uomini di fronte alla scelta decisiva: se vogliono vivere con lui, devono convertirsi. โLa risurrezione di Gesรน, come segno precursore della fine dei tempi, invita i peccatori a rientrare in se stessi, a pentirsi e a credere per ottenere il perdono dei loro peccati prima della grande assise del giudizio finaleโ (J. Dupont).
Anche il Battista proclama la promessa fatta ai padri e adempiutasi nella risurrezione di Gesรน (v. 32). Non รจ dunque possibile pensare che Luca abbia inserito nel kรฉrygma cristiano primitivo il Battista proprio perchรฉ vide nella sua predicazione e nel suo battesimo una preparazione e un annuncio profetico della risurrezione di Gesรน?
Giovanni Battista, servo del Signore
Il Battista diceva: โIo non sono ciรฒ che voi pensate che io sia: ma ecco, viene dopo di me uno a cui non sono degno di sciogliere i sandaliโ (v. 25). โSlegare i legacci dei sandaliโ era un compito dello schiavo: il Battista confessa la sua totale subordinazione al Cristo, di fronte al quale non solo รจ meno forte o meno dotato, ma scopre perfino lโindegnitร di essergli schiavo. Il cristiano battezzato deve ricordare la lezione del Battista: Gesรน รจ il Signore e Salvatore, noi siamo soltanto servi indegni! Conzelmann vede in questa umiltร del Battista la sua dote caratteristica: โIl suo grande merito รจ quello di aver rifiutato per sรฉ il ruolo messianicoโ. La migliore raffigurazione plastica del ruolo del Battista รจ quella offertaci dal quarto evangelista: Giovanni stava lร e fissando lo sguardo su Gesรน che passava, disse: โEcco lโAgnello di Dioโ (Gv 1,35-36). Un uomo con gli occhi fissi su Gesรน, il dito puntato su di lui, la voce proclamante la sua identitร !
Non รจ difficile cogliere, proprio seguendo quella che pare essere lโintenzione pastorale di Luca, lโattualizzazione cristiana del ruolo del Battista e del suo messaggio. Cristo deve essere il Signore cui servire; la โcorsaโ del cristiano ha come mรจta Cristo cui egli sarร sempre inferiore e cui non potrร mai stare alla pari. Anche per il battezzato รจ sempre necessario il cammino della penitenza-conversione.
Tratto da โOmelie per un anno 1 e 2 โ Anno Aโ โ a cura di M. Gobbin – LDC
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XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO B
NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA
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- Colore liturgico: Verde
- Is 49, 1-6; Sal. 138; At 13, 22-26; Lc 1, 57-66. 80
Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 57-66.80
Per Elisabetta si compรฌ il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarรฌa. Ma sua madre intervenne: ยซNo, si chiamerร Giovanniยป. Le dissero: ยซNon c’รจ nessuno della tua parentela che si chiami con questo nomeยป.
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: ยซGiovanni รจ il suo nomeยป. Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprรฌ la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: ยซChe sarร mai questo bambino?ยป. E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore
Fonte: LaSacraBibbia.net
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