Commento al Vangelo del 27 Maggio 2018 – P. Marko Ivan Rupnik – Congregazione per il Clero

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Santissima Trinitร 

La prima festa che si celebra dopo la Pentecoste รจ quella della SS. Trinitร  che non contempla un preciso evento della storia della salvezza ma tutta lโ€™opera della salvezza che svela il mistero sulla veritร  di Dio.

Nella prima lettura Mosรจ ribadisce che mai si udรฌ che un popolo abbia udito la voce di Dio o che Dio si sia scelto una nazione e si sia comunicato a essa.ย  Questo Signore che โ€œรจ Dio lassรน nei cieli e quaggiรน sulla terraโ€ ha dato al suo popolo un ordinamento per regolare le relazioni: verso Dio, tra di loro, verso la terra cioรจ verso lo spazio e anche verso il tempo che viene scandito da questo nuovo ordinamento. Tutta la vita viene scandita da questa relazionalitร  della centralitร  di Dio.

Questa centralitร  pian piano รจ stata nascosta dalla centralitร  della legge e del soggetto che la deve mettere in pratica riducendo Dio a una realtร  normativa per lโ€™uomo: tra il reale stato dellโ€™uomo e lโ€™ideale della norma cโ€™รจ lโ€™enorme spazio di uno scarto che crea una zona di paura e di schiavitรน. La relazione fondante finisce in una grave decadenza e Cristo si scontrerร  in modo tragico proprio con questa umanitร  figlia della legge che gli resiste fino alla sua condanna.

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Paolo nella lettera ai Romani dice che noi non abbiamo ricevuto uno Spirito che ci fa schiavi ma figli. E questo Spirito, in Cristo, secondo Paolo cambia radicalmente il rapporto tra lโ€™uomo e Dio. Noi nel Figlio, ricevendo lo stesso Spirito, diventiamo figli, abbiamo una vita filiale: Dio Padre ci dona effettivamente, realmente, la stessa vita che lui soffia, dona, genera nel Figlio.

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Questo Spirito che ci fa figli รจ lo stesso Spirito che ha risuscitato Gesรน dai morti (Rm 8,11), lo Spirito che il Padre ci ha dato nel Figlio รจ lo Spirito di una vita vissuta come dono di sรฉ, perchรฉ chiunque si dona muore ma lo Spirito attesta che questa vita incardinata sul modello pasquale una volta morta risuscita. La vita del cristiano รจ scandita sul modulo battesimale: ogni giorno si muore e ogni giorno si risuscita se si vive con lโ€™epicentro in questa vita da figlio. Il gioco รจ tra una vita che lotta per difendere sรฉ stessa, lโ€™io legato alla psiche di un corpo votato alla morte oppure una vita dove abbiamo identificato noi stessi con un io che conosce il Padre – dunque un io filiale – un io legato al sangue e al corpo di Cristo che muore e risuscita. Questo รจ il discernimento nella vita in ogni giorno del battezzato. Ogni mattina bisognaย  accogliere di nuovo lโ€™identitร  dellโ€™io: un io individuale, biologico o un io ecclesiale, come direbbe Zizioulas. Di questo si tratta e parte dalla veritร  della comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in unโ€™unitร  della natura di Dio posseduta con le personali e diverse impronte della paternitร , della figliolanza e della signoria della comunione, quella koinonia che รจ la peculiaritร  dello Spirito Santo.

Affermare lโ€™unitร  di Dio affermando lโ€™unitร  della natura apre la strada verso un pensare astratto e verso un Dio impersonale che non รจ Padre. E cosรฌ รจ finita la modernitร , con un Dio impersonale che ci rende schiavi. Infatti un risvolto della modernitร  รจ un razionalismo che produce moralismo e che insieme suscitano il rifiuto di un tale Dio aprendo al trionfo dellโ€™individuo. รˆ logico infatti che se le tre Persone divine sono espressione di questa natura diventano tre individui e non una comunione delle persone.

Ma il โ€œsรฉโ€ del Figlio non รจ semplicemente la natura divina, perchรฉ Cristo non emerge dalla natura divina, ma รจ generato dal Padre, il โ€œsรฉโ€ del Figlio รจ una natura divina che il figlio possiede integralmente come figlio e che perciรฒ รจ resa filiale.

Cosรฌ il Padre e cosรฌ lo Spirito, ognuno possiede integralmente la natura divina, ciascuno secondo la sua Persona. Il Figlio รจ integralmente filiale e perciรฒ quando rivela e realizza sรฉ stesso rivela il Padre perchรฉ rivela la figliolanza.

Questa รจ lโ€™esistenza di Dio, uno abita nellโ€™altro. Il โ€œsรฉโ€ di Cristo fa vedere il Padre, e in questo il Figlio realizza sรฉ stesso in pienezza (cf Gv 14.16.17).

Abitare nellโ€™altro, questa รจ lโ€™esistenza divina, ognuno realizza sรฉ stesso quando fa emergere lโ€™altro e questa รจ la vita di Dio che ci viene partecipata, questo รจ ciรฒ che succede agli uomini quando Dio ci ama: ci fa entrare in questa esistenza e promette โ€œIo sarรฒ con voi fino alla fine del mondoโ€ (Mt 28,20). In questa vita divina veniamo immersi nel battesimo. Perciรฒ Cristo sottolinea che si comincia con la vita, con il battesimo.

Dio abita lโ€™uomo ma non come in una sorta di tabernacolo che perciรฒ deve esserne degno, moralmente perfetto. Dio abita lโ€™uomo con la vita come inclusione dellโ€™altro, come comunione delle persone. Ciรฒ che veramente conta รจ far emergere tra di noi la vita ricevuta perchรฉ questa vita รจ la luce che illumina, che fa nuovo un pensiero, permette un nuovo modo di vedere, un nuovo modo di considerarsi lโ€™un lโ€™altro, un nuovo modo di guardare la storia. Questi sono i frutti di una vita che รจ sinergia con lo Spirito Santo e che ha lโ€™impronta della comunione, impressa attraverso la storia di tanti strati, di tante lacerazioni, ma che trova esito nel Corpo di Cristo.

ย Per noi la presenza di Dio significa la comunione delle persone e se Dio abita in me questo si vede nella mia ecclesialitร , nella mia arte della comunione. Quella che apre al Volto e vede il Volto nei volti, di chi dona sรฉ stesso per essere con gli altri, di chi non occupa lo spazio agli altri perchรฉ vive dentro gli altri, di uno che non chiede per sรฉ, uno che gioisce nel vedere gli altri, uno che mangia con gli altri ma non gioisce del cibo quanto del volto di quello che sta seduto di fronte.

Questa รจ la comunione, questa รจ la vita di Dio, cui ci apre lo Spirito, come dono del Padre che ci fa figli nel Figlio.

P. Marko Ivan Rupnik – Fonte

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ Domenica della Santissima Trinitร ย โ€“ ANNO B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 27 Maggio 2018 anche qui.

Battezzate tutti i popoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 28,16-20

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesรน aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi perรฒ dubitarono.
Gesรน si avvicinรฒ e disse loro: ยซA me รจ stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciรฒ che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoยป.

Parola del Signore

Fonte: LaSacraBibbia.net

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