Lectio Divina del 22 Aprile 2018 – Ordine dei Carmelitani

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Tempo di Pasqua

Orazione iniziale

Signore Gesรน, invia il tuo Spirito, perchรฉ ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l’hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Cosรฌ, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, รจ apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.

Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinchรฉ anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternitร , di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesรน, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.

Lettura

Dal Vangelo secondo Giovanni 10, 11-18

11Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 12Il mercenario invece, che non รจ pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 13egli รจ un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perchรฉ io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poichรฉ ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mioยป.

Chiave di lettura

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Il Vangelo di questa 4a Domenica di Pasqua ci riporta la parabola del Buon Pastore. Per questo, a volte, รจ chiamata Domenica del Buon Pastore. In alcune parrocchie si celebra la festa del parroco, pastore del gregge. Nel vangelo di oggi, Gesรน si presenta come il Buon Pastore che venuto โ€œperchรฉ tutti abbiano vita e vita in abbondanzaโ€ (Gv 10,10). In quel tempo, il pastore era lโ€™immagine del leader. Gesรน dice che molti si presentavano come pastori, ma in realtร  erano โ€œladri e brigantiโ€. Oggi succede la stessa cosa. Ci sono persone che si presentano come leaders, ma in realtร , invece di servire, cercano i loro propri interessi. Alcuni di loro hanno un modo di parlare cosรฌ mansueto, e fanno una propaganda cosรฌ intelligente da riuscire ad ingannare la gente.

Hai mai fatto lโ€™esperienza di essere stato ingannato? Quali sono i criteri per valutare una leadership sia a livello di comunitร  che di paese? Chi รจ, e come deve essere un buon pastore? Con queste domande nella mente cerchiamo di meditare il testo del vangelo di

oggi. Nel corso della lettura cerchiamo di essere attenti alle immagini che Gesรน usa per presentarsi alla gente come un vero e buon pastore.

Una divisione del testo per aiutarne la lettura:

Gv 10,11: Gesรน si presenta come il Buon Pastore che dร  la sua vita per le pecore Gv 10,12-13: Gesรน definisce lโ€™atteggiamento del mercenario Gv 10,14-15: Gesรน si presenta come il Buon Pastore che conosce le sue pecore Gv 10,16: Gesรน definisce la meta da raggiungere: un solo gregge ed un solo pastore Gv 10,17-18: Gesรน e il Padre

Momento di silenzio orante

perchรฉ la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.

Alcune domande

per aiutarci nella meditazione e nella orazione.

  1. Cosa ti ha maggiormente colpito nel testo del Buon Pastore? Perchรฉ?
  2. Quali sono le immagini che Gesรน applica a se stesso, come le applica e cosa significano?
  3. Quante volte in questo testo, Gesรน usa la parola vita e cosa afferma sulla vita?
  4. Cosa dice il testo sulle pecore che siamo noi? Quali sono le qualitร  ed i compiti delle pecore?

Pastore-Pastorale. Sarร  che le nostre pastorali continuano la missione di Gesรน- Pastore?

Per coloro che desiderano approfondire maggiormente il testo

Contesto:

Il discorso di Gesรน sul Buon Pastore (Gv 10,1-18) รจ come un mattone inserito in una parete giร  pronta. Con questo mattone la parete รจ piรน forte e piรน bella. Immediatamente prima, in Gv 9,40-41, il vangelo parlava della guarigione di un cieco nato (Gv 9,1-38) e della discussione di Gesรน con i farisei sulla cecitร  (Gv 9,39-41). Immediatamente dopo in Gv 10,19-21, Giovanni colloca la conclusione della discussione di Gesรน con i farisei sulla cecitร . I farisei si presentavano al popolo in qualitร  di leaders e pensavano di essere in grado di poter discernere ed insegnare le cose di Dio. In realtร , loro erano ciechi (Gv 9,40-41) e disprezzavano lโ€™opinione della gente rappresentata dal cieco fin dalla nascita che era stato guarito da Gesรน (Gv 9,34). Il discorso sul Buon Pastore รจ stato inserito qui allo scopo di offrire alcuni criteri per saper discernere chi รจ il leader, il pastore che merita credito. La parabola realizza una parola che Gesรน aveva appena detto ai farisei: โ€œGesรน allora disse: ยซIo sono venuto in questo mondo per giudicare, perchรฉ coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi!โ€ (Gv 9,39)

Il discorso di Gesรน sul “Buon Pastore” presenta tre paragoni, legati tra di essi dallโ€™immagine delle pecore, che offrono criteri per discernere chi รจ il vero pastore:

1ยฐ paragone (Gv 10,1-5): โ€œEntrare per la portaโ€. Gesรน distingue tra il pastore delle pecore e colui che assalta per rubare. Ciรฒ che rivela chi รจ il pastore รจ il fatto che lui entra per la porta. Il brigante da unโ€™altra parte.

2ยฐ paragone (Gv 10,6-10): โ€œIo sono la portaโ€. Entrare per la porta significa agire come Gesรน, la cui preoccupazione maggiore รจ la vita in abbondanza delle pecore. Ciรฒ che rivela il pastore รจ la difesa della vita delle pecore.

3ยฐ paragone (Gv 10,11-18): โ€œIo sono il buon pastoreโ€. Gesรน non รจ semplicemente un pastore. Lui รจ il Buon Pastore. Ciรฒ che rivela chi รจ il Buon Pastore รจ (1) la conoscenza reciproca tra la pecora ed il pastore e (2) dare la vita per le pecore.

In che modo la parabola del Buon Pastore puรฒ togliere la cecitร  ed aprire gli occhi delle persone? In quel tempo, lโ€™immagine del pastore era il simbolo del leader. Ma non per il semplice fatto che qualcuno si occupi delle pecore puรฒ costui essere definito un pastore. Anche i mercenari contano. I farisei erano persone leaders. Ma erano anche pastori? Come vedremo, secondo la parabola, per discernere chi รจ pastore e chi รจ mercenario, bisogna fare attenzione a due cose: (a) Allโ€™atteggiamento delle pecore davanti al pastore che le conduce, per vedere se riconoscono la sua voce. (b) Allโ€™atteggiamento del pastore davanti alle pecore per vedere se il suo interesse รจ la vita delle pecore e se รจ capace di dare la vita per loro (Gv 10,11-18).

Il testo del Vangelo di questa 4a domenica di Pasqua (Gv 10,11-18) รจ lโ€™ultima parte del discorso sul Buon Pastore (Gv 10,1-18). Per questo vogliamo commentare tutto il testo. Osserviamo da vicino le diverse immagini di cui Gesรน si serve per presentarsi a noi come il vero e buon pastore.

Commento del testo:

Gv 10,1-5: 1a Immagine: il pastore “entra per la portaโ€

Gesรน inizia il discorso con un paragone sulla porta: โ€œChi non entra per la porta, ma sale da unโ€™altra parte, รจ un ladro e assaltante! Chi invece entra per la porta, รจ il pastore delle pecore!” Per capire questo paragone, รจ bene ricordare quanto segue. In quel tempo, i pastori curavano il gregge durante il giorno. Quando giungeva la notte, loro portavano le pecore in un grande recinto comunitario, ben protetto contro ladroni e lupi. Tutti i pastori di una stessa regione portavano lรฌ il loro gregge. Un guardiano se ne occupava durante la notte. Il giorno dopo, al mattino presto, giungeva il pastore, batteva le mani sulla porta ed il guardiano apriva. Le pecore riconoscevano la voce del loro pastore, si alzavano e uscivano dietro a lui a pasteggiare. Le pecore degli altri pastori udivano la voce, ma non si movevano, poichรฉ per loro era una voce sconosciuta. La pecora riconosce la voce del suo pastore. Ogni tanto, appariva il pericolo dellโ€™assalto. Per rubare le pecore, i ladri non si presentavano al guardiano dalla porta, ma entravano da un altro lato o distruggevano il recinto, fatto di pietre una sullโ€™altra.

Gv. 10,6-10: 2a Immagine: spiega cosa significa “entrare per la porta”: Gesรน รจ la porta.

Coloro che stavano ascoltando Gesรน, i farisei (cf. Gv 9,40-41), non capirono il paragone. Allora Gesรน spiegรฒ: “Io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti”. Di chi sta parlando Gesรน in questa frase cosรฌ dura? Probabilmente, si sta riferendo ai leaders religiosi che trascinavano la gente dietro di loro, ma che non rispondevano alla speranza della gente. Ingannavano la gente, lasciandola peggio di prima. Non interessava loro il bene della gente, bensรฌ il loro proprio interesse ed il proprio portafoglio. Gesรน spiega che il criterio fondamentale per discernere chi รจ il pastore e chi รจ assaltante รจ la preoccupazione per la vita delle pecore. Chiede alla gente di non seguire colui che si presenta in qualitร  di pastore, ma non desidera la vita della gente. Eโ€™ qui che Gesรน pronunciรฒ quella frase che cantiamo fino ad oggi: โ€œSono venuto perchรฉ abbiano vita, e vita in abbondanza!” Questo รจ il primo criterio!

Gv 10,11-16: 3a Immagine: spiega ciรฒ che significa โ€œsono venuto perchรฉ abbiano vita in abbondanza” (Qui inizia il testo di questa quarta domenica di Pasqua)

Gv 10,11: Gesรน si presenta come il Buon Pastore che dร  la sua vita per le pecore. Gesรน cambia il paragone. Prima, lui era la porta delle pecore. Ora dice che รจ il pastore delle pecore. Non un pastore qualsiasi, bensรฌ: “Io sono il buon pastore!” Lโ€™immagine del buon pastore viene dal Vecchio Testamento. Tutti sapevano ciรฒ che era un pastore e come viveva e lavorava. Nel dire che รจ un Buon Pastore, Gesรน si presenta come colui che viene a compiere le promesse dei profeti e le speranze della gente. Insiste su due punti: (a) la difesa della vita delle pecore; il buon pastore dร  la sua vita (Gv

10,11.15.17.18); (b) nella reciproca comprensione tra il pastore e le pecore; il Pastore conosce le sue pecore e loro conoscono il pastore (Gv 10,4.14.16).

Gv 10,12-13: Gesรน definisce lโ€™atteggiamento del mercenario che non รจ pastore.

โ€œIl mercenario che non รจ pastoreโ€. Guardando dal di fuori, non si percepisce la differenza tra il mercenario ed il pastore. Tutti e due si occupano delle pecore. Oggi ci sono molte persone che si occupano di altre persone negli ospedali, nelle comunitร , negli asili per anziani, nei collegi, nei servizi pubblici, nelle parrocchie. Alcuni lo fanno per amore, altri, appena per uno stipendio, per poter sopravvivere. A queste persone gli altri non interessano. Hanno un atteggiamento da funzionari, da stipendiati, da mercenari. Nel momento del pericolo, loro non si interessano, perchรฉ โ€œle pecore non sono loroโ€, i bambini non sono loro, gli alunni non sono loro, i vicini non sono loro, i fedeli non sono loro, i malati non sono loro, i membri della comunitร  non sono loro. Ora, invece di giudicare il comportamento degli altri, mettiamoci davanti alla nostra propria coscienza e chiediamoci: โ€œNel mio rapporto con gli altri, sono mercenario o pastore?โ€ Guarda che Gesรน non ti condanna perchรฉ lโ€™operaio ha diritto al suo stipendio (Lc 10,7), ma ti chiedi di dare un passo in piรน e diventare pastore.

Gv 10,14-15: Gesรน si presenta come il Buon Pastore che conosce le sue pecore Due cose caratterizzano il buon pastore: a) conosce le pecore ed รจ conosciuto da loro. Nella lingua di Gesรน, โ€œconoscereโ€ non รฉ una questione di conoscere il nome o il volto della persona, ma di rapportarsi alla persona per amicizia, e per affetto. b) dare la vita per le pecore. Ciรฒ significa essere disposti a sacrificarsi per amore. Le pecore sentono e percepiscono, quando una persona le difende e le protegge. Questo vale per tutti noi: per i parroci e per coloro che hanno qualche responsabilitร  verso altre persone. Per un parroco sapere se รจ buon pastore non basta con lโ€™essere nominato parroco ed obbedire alle norme del diritto canonico. Eโ€™ necessario essere riconosciuto come buon pastore dalle pecore. A volte ciรฒ viene dimenticato nellโ€™attuale politica della Chiesa. Gesรน dice che non solo il pastore riconosce le pecore, ma che anche le pecore riconoscono il pastore. Loro hanno criteri per questo. Perchรฉ se loro non lo riconoscono, pur anche se lui รจ nominato secondo il diritto canonico, lui non รจ pastore secondo il cuore di Gesรน. Non sono solo le pecore che devono obbedire a chi le conduce. Anche colui che conduce deve essere molto attento alla reazione delle pecore per sapere se agisce come pastore o come mercenario.

Gv 10,16: Gesรน definisce la meta da raggiungere; un solo gregge, un solo pastore Gesรน apre lโ€™orizzonte e dice che ha altre pecore che non sono di questo gregge. Ancora non hanno udito la voce di Gesรน, ma quando lโ€™udiranno, si renderanno conto che lui รจ il pastore e lo seguiranno. Chi farร  ciรฒ, e quando avverrร ? Siamo noi, imitando in tutto il comportamento di Gesรน, Buon Pastore!

Gv 10,17-18: Gesรน รจ il Padre

In questi due versetti finali Gesรน si apre e ci lascia capire qualcosa che cโ€™รจ nel piรน profondo del suo cuore: il suo rapporto con il Padre. Qui si percepisce la veritร  di quanto dice in un altro momento: โ€œNon vi chiamo piรน servi, ma vi ho chiamati amici perchรฉ tutto ciรฒ che ho udito dal Padre lโ€™ho fatto conoscere a voiโ€ (Gv 15,15). Gesรน รจ per noi un libro aperto.

Ampliando lโ€™informazione:

In Palestina, la sopravvivenza della gente dipendeva dallโ€™allevamento del bestiame: capre e pecore. Lโ€™immagine del pastore che guida le sue pecore nei pascoli era da tutti conosciuta, come oggi conosciamo lโ€™immagine del conducente di autobus. Era normale usare lโ€™immagine del pastore per indicare la funzione di colui che governava e conduceva il popolo. I profeti criticavano i re perchรฉ erano pastori che non si occupavano del loro gregge e non lo conducevano a pascolare (Jr 2,8; 10,21; 23,1-2). Questa critica dei cattivi pastori aumentรฒ e giunse a un punto culminante quando per colpa dei re il popolo fu deportato in esilio (Ez 34,1-10; Zc 11,4-17).

Di fronte alla frustrazione sofferta a causa dellโ€™attuazione dei cattivi pastori, sorge il desiderio di avere Dio come pastore, desiderio cosรฌ ben espresso nel salmo: “Il Signore รจ l mio pastore, non manco di nulla (Sl 23,1-6; Gn 48,15). I profeti sperano che, nel futuro, Dio stesso venga a guidare il suo gregge, come un pastore (Is 40,11; Ez 34,11ยญ16). E sperano che questa volta la gente sappia riconoscere la voce del suo pastore: “Ascoltate oggi la sua voce!” (Sl 95,7). Sperano che Dio venga in qualitร  di Giudice che pronuncerร  il giudizio tra le pecore del gregge (Ez 34,17). Sorgono il desiderio e la speranza che un giorno, Dio susciti buoni pastori e che il messia sia un buon pastore per il popolo di Dio (Jr 3,15; 23,4).

Gesรน realizza questa speranza e si presenta come il buon pastore, diverso dagli assaltanti che, prima di lui, avevano rubato al popolo. Si presenta anche come il Giudice del popolo che, alla fine, emetterร  la sentenza come il pastore che separa le pecore dai capri (Mt 25,31-46). In Gesรน si realizza la profezia di Zaccaria che dice che il buon pastore sarร  perseguitato dai cattivi pastori, infastiditi dalla sua denuncia: โ€œPercuoti il pastore e sia disperso il gregge!” (Zc 13,7).

Al termine del vangelo di Giovanni, lโ€™immagine si estende e Gesรน finisce con essere tutto allo stesso tempo: porta (Gv 10,7), pastore (Gv 10,11) agnello e pecora (Gv 1,36)!

Una chiave per il vangelo di Giovanni

Tutti percepiscono la differenza che cโ€™รจ tra il vangelo di Giovanni e gli altri tre vangeli di Matteo, Marco e Luca. Qualcuno la definisce cosรฌ: Gli altri tre fanno una fotografia, Giovanni fa una radiografia. Ossia, Giovanni aiuta i suoi lettori a scoprire la dimensione piรน profonda che cโ€™รจ in ciรฒ che Gesรน dice e fa. Rivela le cose nascoste che solamente i raggi X della fede riescono a scoprire e rivelare. Giovanni insegna a leggere gli altri vangeli con lo sguardo della fede ed a scoprire il significato piรน profondo. Gesรน stesso aveva giร  detto che avrebbe mandato il dono del suo Spirito affinchรฉ potessimo capire tutta la pienezza delle sue parole (Gv 14,24-25; 16,12-13). Gli antichi Padri della Chiesa dicevano: il Vangelo di Giovanni รจ โ€œspiritualeโ€ e โ€œsimbolicoโ€.

Alcuni esempi: (a) Gesรน cura il cieco nato (Gv 9,6-7). Per Giovanni questo miracolo ha un significato piรน profondo. Rivela che Gesรน รจ la Luce del Mondo che ci fa comprendere e contemplare meglio le cose di Dio nella vita (Gv 9,39). (b) Gesรน risuscita Lazzaro (Gv 11,43-44) non solo per aiutare Lazzaro e consolare le due sorelle, Marta e Maria, ma anche per rivelare che lui รจ la Risurrezione e la vita (Gv 11,25-26). (c) Gesรน cambia 600 litri di acqua in vino nelle nozze di Cana (Gv 2,1-13). E lo fa non solo per salvare lโ€™allegria della festa, ma anche e soprattutto per rivelare che la nuova Legge del Vangelo รจ come vino paragonato allโ€™acqua della Legge precedente. E lo fa con tale abbondanza (600 litri!), proprio per significare che non mancherร  per nessuno, fino ad oggi! (d) Gesรน moltiplica il pane ed alimenta gli affamati (Gv 6,11) non solo per saziare la fame di quella gente povera che stava con lui nel deserto, ma anche per rivelare che lui stesso รจ il pane di vita che alimenta tutti lungo la vita (Gv 6,34-58). (e) Gesรน conversa con la Samaritana sullโ€™acqua (Gv 4,7.10), ma lui voleva che lei giungesse a scoprire lโ€™acqua del dono di Dio che giร  portava dentro (Gv 4,13-14). In una parola, รจ lo Spirito di Gesรน che dร  vita (Gv 6,63). La carne o solo la lettera non bastano e possono perfino uccidere il senso e la vita (2 Cor 3,6).

Preghiera di un Salmo: Salmo 23 (22)

Il Signore รจ il mio pastore!
Il Signore รจ il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perchรฉ tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
Felicitร  e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterรฒ nella casa del Signore per lunghissimi anni.

Orazione Finale

Signore Gesรน, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontร  del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unitร  dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

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