
Ripercorrendo gesti inusuali, intuizioni pionieristiche, scelte inedite (non di rado dirompenti) di Francesco, questo libro vuole offrire un ritratto, al tempo stesso originale e documentato, del primo Pontefice gesuita di sempre, venuto ยซdalla fine del mondoยป.
Evidenziando un filo rosso: il bruciante desiderio del Papa che ha voluto chiamarsi Francesco (un altro inedito storico) che la radicalitร del Vangelo sine glossa sia messa al centro sempre: nella Chiesa, nella societร , nelle relazioni quotidiane.
Il salutare scossone di Bergoglio esprime la volontร di tornare alle origini e chiama, dunque, a una testimonianza piรน limpida e coraggiosa di Cristo all’uomo di oggi.
Ovunque, fino alle estreme periferie, geografiche ed esistenziali.
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DALLA PREFAZIONE DI P. FEDERICO LOMBARDI
Per apprezzare un libro come questo nel suo giusto valore per la comprensione del pontificato attuale oc corre avere una certa esperienza e una memoria non troppo corta. Se no, si fa presto a considerare prime volte quelle che non lo sono e a non distinguere le gran di novitร reali che il servizio di papa Francesco ci sta donando.
Dato che si parla di novitร , รจ bene ricordare anzitutto che il pontificato di Francesco inizia nella situazione del tutto particolare che segue la rinuncia di Papa Be nedetto, atto di vera novitร storica โ coraggioso, lucido, sereno, lungimirante โ, che ha inteso aprire alla Chiesa e allo Spirito che la guida uno spazio di slancio rinno vato, di cui si avvertiva il bisogno e a cui le forze de clinanti dellโanziano Pontefice non erano piรน adeguate. La riflessione previa del Collegio cardinalizio met ย te a fuoco il contesto ecclesiale e storicoculturale e le caratteristiche desiderate nel nuovo Papa, mentre la deliberazione in Conclave giunge rapidamente e con ampio consenso alla scelta della persona cercata. La presenza dello Spirito nel corso di questo processo si manifesta in modo particolarmente chiaro nella pace spirituale che โ secondo la testimonianza di Francesco
โ accompagna in modo inspiegabile ma evidente lโelet to durante il maturare dellโelezione. Chi conosce le โre gole per il discernimento degli spiritiโ degli Esercizi di santโIgnazio sa bene che la pace e la consolazione sono segni inconfondibili dellโoperare dello โspirito buonoโ. Anche nel seguito di questi primi anni di pontifica to si puรฒ riscontrare lโincontro dellโesperienza umana con i segni dellโopera dello Spirito. La straordinaria e inattesa energia che si manifesta nellโattivitร del nuo vo Papa non trova altra spiegazione โ anzitutto per lui stesso โ se non nella โgrazia di statoโ, che lo sostiene e accompagna nellโaffrontare la nuova missione. Diversi testimoni possono attestare la serenitร sostanziale che continua ad essere con lui anche nei momenti in cui decisioni difficili o tensioni potrebbero essere causa di comprensibile turbamento.
La tranquilla fiducia nellโaccompagnamento dello Spirito รจ una sorgente molto abbondante di libertร in teriore, che si traduce subito nella libertร esteriore e nella spontaneitร innovatrice di numerosi gesti e com portamenti, nei quali non vi รจ ombra di calcolo o di artificio. Francesco si sente libero di essere โnormaleโ, di โessere se stessoโ senza particolari vincoli di pro tocollo, si sente libero di esprimersi nel colloquio o in conversazioni pubbliche, di prendere iniziative di in contri e rapporti personali anche originali, se vi vede unโoccasione di servizio apostolico.
I pontificati precedenti, in particolare i due ultimi, di Giovanni Paolo II e Benedetto XvI, legati da unโevidente continuitร , avevano portato alla Chiesa un forte contributo di approfondimento e consolidamento dot trinale, sulla base del Concilio vaticano II a cui am bedue avevano partecipato e in rapporto a molti temi resi urgenti dallโevoluzione culturale moderna. Questo processo si era espresso in un numero considerevole di importanti documenti magisteriali, ma anche โ in un senso che vorrei dire โsimbolicoโ โ nelle due notevo li sintesi del Catechismo della Chiesa Cattolica e del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. Papa Francesco, primo Papa a non aver partecipato al Conci lio, assume questo corpus dottrinale come fondamen to solido, profondamente acquisito, sulla cui base e a partire dal quale muoversi. In molte occasioni in cui viene interrogato su presunte novitร piรน o meno โri voluzionarieโ del suo insegnamento, risponde con de cisione che ยซรจ figlio della Chiesaยป e rimanda appunto al Catechismo e alla dottrina sociale della Chiesa. In particolare riferendosi ai suoi famosi discorsi ai mo vimenti popolari dice che si tratta di una ยซcatechesiยป di tale dottrina. Ciรฒ non gli impedisce naturalmente di fare dei passi in avanti anche rilevanti, ma sempre in continuitร evidente con i predecessori (ad esempio, lโenciclica Laudato siโ trova molte anticipazioni nella Caritas in veritate).
Diversi capitoli e contributi di questo libro mettono bene in luce che la novitร รจ quindi da vedere piuttosto nella prospettiva pastoralemissionaria del pontificato di Francesco e nella sua ispirazione radicalmente ed esplicitamente evangelica. ร quanto egli esprime molto chiaramente fin dai primi mesi nellโesortazione apostolica Evangelii Gaudium parlando della ยซtrasformazio ne missionaria della Chiesaยป a partire dal ยซcuore del Vangeloยป. Lโannuncio, per arrivare a tutti senza ecce zioni nรฉ esclusioni, si deve concentrare sullโessenziale, su ciรฒ che รจ piรน bello, piรน grande, piรน attraente e allo stesso tempo piรน necessario (n. 35).
La ยซgerarchia delle veritร ยป di cui parlava il Conci lio, che sa distinguere e mettere nel giusto ordine ciรฒ che รจ piรน e ciรฒ che รจ meno fondamentale, viene indivi duata con sicurezza ed espressa con evidenza in tutto lโinsegnamento di Francesco. Il suo centro si trova nel messaggio della misericordia e del perdono, che brilla soprattutto nel Giubileo straordinario, che ha davvero caratteri di novitร . In esso si sono moltiplicate le โpri me volteโ, come lโindimenticabile apertura della Porta Santa a Bangui; da esso continuano a venir generate nuove โprime volteโ, come la Giornata mondiale dei poveri o la serie sempre aperta dei โvenerdรฌ della mi sericordiaโ.
Ciรฒ che da subito mi apparve una delle maggiori novitร del pontificato di Francesco (anche perchรฉ mi toccava molto concretamente nel servizio quotidiano di comunicazione alla Radio vaticana e alla Sala Stam pa) รจ stata la messa feriale quotidiana a Santa Marta. Quella breve omelia pronunciata โa braccioโ divenne immediatamente uno dei punti di riferimento per la ri flessione del popolo cristiano in innumerevoli punti del mondo. Io ero e rimango un grandissimo ammiratore delle omelie di papa Benedetto, che ho considerato e definito spesso โsublimiโ nella loro sintesi di pensiero teologico e spirituale, vera โmistagogiaโ che ci introduce nella profonditร del mistero da contemplare e cu stodire nel cuore per poi tradurlo in vita. Ma non posso negare che le omelie โdialogicheโ di papa Francesco, che mentre parla ci vuole guardare negli occhi, ci met tono direttamente a confronto con la parola viva di Ge sรน, cosicchรฉ il Vangelo entra subito in rapporto con la vita concreta nostra e della gente comune. Naturalmen te, gira e rigira, รจ sempre il vangelo della misericordia. Il discorso si sviluppa in tutti quei gesti e comporta menti di โprossimitร โ con cui si puรฒ inanellare un rac conto interminabile, ma che hanno evidentemente una stessa ispirazione e uno stesso significato, perchรฉ la prossimitร che esprimono รจ sempre quella di Dio e del suo amore. Sono gesti che somigliano molto a quelli di Gesรน, in particolare verso i malati, i piccoli, i poveri, i sofferenti, i carcerati; sono di solito immediatamen te espressivi, cioรจ facili da capire per tutti, siano o no membri della Chiesa, siano o no credenti. Attraverso parole, gesti e immagini, il messaggio va lontano, su pera in modo sorprendente confini culturali e distanze oceaniche.
Cosรฌ il discorso tante volte avviato sulla โnuova evangelizzazioneโ assume un tono assai piรน concreto. Francesco non parla tanto della nuova evangelizzazio ne: la fa. In certo modo sembra svelarci un segreto: an che oggi, nel mondo globalizzato e tecnologico, lโevan gelizzazione si fa con il vangelo!
Chi rilegge il vangelo non puรฒ non accorgersi che poveri, piccoli, sofferenti sono continuamente nel cuo re di Gesรน. La frequenza e lโintensitร con cui papa Francesco ritorna a parlarne non puรฒ non colpire. Ma non รจ una sua ossessione personale, nรฉ una forzatura in senso sociale o politico del messaggio cristiano. ร semplicemente il vangelo che lo esige. In ciรฒ manifesta una forza permanente capace di sconvolgere e capo volgere le prospettive dei sistemi e delle societร in cui avere, potere, successo orientano le prioritร e i criteri di valutazione prevalenti e abituali. Bisogna guardare al nostro mondo dal centro o dalle periferie? Tutto que sto รจ immediatamente evocato fin dalla scelta del no me: โฆqui sibi nomen imposuit Franciscum. Chiamarsi Francesco, questa sรฌ che รจ stata una โprima voltaโ im portante. Ricordo che ne rimasi immediatamente fol gorato. Da secoli, nessun altro nome scelto da un Papa era stato un messaggio cosรฌ chiaro e forte. Ci voleva davvero un bel coraggio, la convinzione che lo Spirito lo avrebbe assistito nel seguire Gesรน da vicino.
Non so se i cardinali nel marzo del 2013 ne fossero proprio consapevoli e cercassero tutto questo. Certa mente, armandosi del coraggio necessario per guardare per la prima volta oltre lโOceano Atlantico non cerca vano solo di dare una soddisfazione un poโ campanili stica al continente dove oggi vive il maggior numero di cattolici, ma cercavano giustamente di innestare nel servizio petrino un tralcio portatore di energia nuova, unโesperienza ecclesiale matura e vivace, in grado di dare nuova feconditร al tronco antico. Le Chiese โgio vaniโ hanno molto da dare alla Chiesa universale. In fondo, tutti abbiamo osservato che il manifesto del nuovo pontificato, la Evangelii Gaudium, รจ il frutto dellโinnesto del documento di Aparecida sul tronco dellโEvangelii nuntiandi di Paolo VI. La riflessione e la tensione missionaria della Chiesa dellโAmerica Latina, giunta a maturitร dopo le tensioni di decenni passati, ravvivano oggi la grande prospettiva conciliare dellโe vangelizzazione del mondo contemporaneo mirabil mente formulata da papa Montini.
Il โpopolo di Dioโ in cammino di cui ci parlava il Concilio, sulle labbra di papa Francesco diventa cosรฌ il ยซsanto popolo fedele di Dioยป โ come si esprimeva Ber goglio in una famosa omelia ad Aparecida (16 maggio 2007) โ costituito da ยซnoi popolo e pastoriยป, che ยซco struiamo la Chiesa insieme, o meglio siamo strumenti dello Spirito che la costruisceยป. Ce ne rendiamo conto quando sulla loggia di San Pietro vediamo Bergoglio divenuto Francesco, vestito di bianco, chiedere la be nedizione al popolo fedele della sua nuova diocesi di Roma, chinando la testa e dicendo: ยซE ora cominciamo questo cammino, vescovo e popolo!ยป. Questa sรฌ che, a Roma, รจ una โprima voltaโ!
Proprio grazie a queste parole anche il cammino ecumenico, che ha giร visto numerosissime โprime volteโ durante ogni pontificato a partire dal Vaticano II, puรฒ riprendere con nuovo entusiasmo e continua re ad annoverarne molte altre: con il Patriarca russo, con i valdesi, con il viaggio ecumenico a Lesbo, con la commemorazione della Riforma e cosรฌ via. Analo go discorso potrebbe farsi per il dialogo con le altre religioni, in cui Francesco non ha bisogno di essere il primo a varcare le soglie di sinagoghe e moschee โ fatti per fortuna ormai โnormaliโ โ ma sa anche qui porta re il segno del suo contributo originale e coraggioso, come avviene con il triplice abbraccio davvero inedito con il rabbino e il musulmano davanti al Muro del Pianto, o con la preghiera con i Presidenti di Israele e dellโAutoritร palestinese nei giardini vaticani, insieme al โfratelloโ Patriarca Bartolomeo.
Ma soprattutto il cammino comune di vescovo, vescovi e popolo diventa sempre piรน partecipativo e coinvolge sempre piรน tutti i pastori e tutte le diverse componenti del popolo. Insieme a โcollegialitร โ, su cui aveva giร molto insistito il Concilio, ora anche โsino dalitร โ โ che vuol dire appunto โcamminare insiemeโ โ diventa quindi una delle parole chiave del pontificato. Ma soprattutto non bisogna dimenticare che questo camminare insieme devโessere guidato dallo Spirito. Questo comporta una disposizione a lasciarsi guida re, ma anche una ricerca partecipata, attenta e conti nua della volontร di Dio. Il modo e lโinsistenza con cui Francesco parla del โdiscernimentoโ e del suo esercizio a tutti i livelli della vita della Chiesa, dalla pastorale alla vita cristiana personale, รจ caratteristico, ed รจ nuovo da parte di un Papa. ร certamente nuovo, non nella dot trina ma nellโapproccio pastorale, il modo in cui nellโe sortazione postsinodale Amoris laetitia viene affron tata la problematica delle situazioni familiari difficili o non rispondenti alle norme della Chiesa. ร caratteri stico di unโimpostazione del rapporto fra la dottrina e la coscienza che rifiuta soluzioni rigide e semplicisti che in bianco e nero. Invece impegna a un cammino di ricerca paziente e fiduciosa della volontร di Dio, con lโaccompagnamento pastorale della Chiesa, nelle situa zioni concrete e per le vie percorribili, senza rimanere prigionieri di schematismi astratti e legalistici. Cosรฌ si evita che si venga a creare gradualmente un abisso fra dottrina e vita, fra dottrina e prassi pastorale. Mettere a fuoco lโimportanza del discernimento, del dialogo con lo Spirito al centro della vita concreta della persona e della comunitร , significa lanciare una sfida enorme alla pastorale della Chiesa. In questo ha certamente un peso la provenienza di Bergoglio dalla Compagnia di Gesรน. In fondo รจ la prima volta che un Papa รจ gesuita.
Concludiamo. Gli autori di questo libro hanno fatto lโinteressante e utile fatica di raccogliere una larghissi ma messe di informazioni e considerazioni sugli aspet ti innovatori del pontificato attuale. Questo ci condu ce a una riflessione attenta su quali novitร siano reali e quali apparenti, quali piรน importanti e quali meno, quali piรน radicali e allโorigine delle altre e cosรฌ via. Ci rendiamo cosรฌ conto che Francesco โ per fortuna sua e nostra โ puรฒ costruire su basi precedenti solide e puรฒ contare sullo Spirito che lo accompagna. Non deve in ventare il Sinodo dei vescovi (ci ha giร pensato Paolo vI), non deve cominciare lโinternazionalizzazione del Collegio dei cardinali (lo ha giร fatto Pio XII dalla fine della seconda guerra mondiale), non deve fare la pri ma riforma della Curia romana (ne hanno giร fatte due Paolo vI e Giovanni Paolo II), non deve cominciare a viaggiare per il mondo (ha giร cominciato Paolo vI, e Giovanni Paolo II resterร imbattibile) e cosรฌ via.
Molte piste sono aperte, su cui puรฒ continuare a lavo rare con lโenergia, lo slancio e la creativitร che Benedet to XvI gli augurava prima ancora che fosse eletto. Pe rรฒ certamente un Papa che viene dalla viva esperienza ecclesiale dellโAmerica Latina, a cui lo Spirito infonde il coraggio di chiamarsi Francesco per riannunciare ai poveri la buona notizia del vangelo della misericordia, che porta con sรฉ il โsentireโ ignaziano delle preferenze dello Spirito nella ricerca continua della volontร di Dio lungo il camminoโฆ bene, questo Papa ha certamente giร fatto fiorire molte cose buone e nuove sul solido e antico tronco della vite del Signore, e ci auguriamo che continuerร a farlo.
Federico Lombardi



