Vangelo del Giorno – 4 marzo 2018 – don Luigi Maria Epicoco

Ci sono racconti che riascolteresti centinaia di volte non perché non te ne ricordi il finale ma perché lo svolgimento è sempre un’avventura. È così per la parabola del figliol prodigo: quella sofferenza di un Padre che si vede trattato morto dal figlio minore.

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La sofferenza di vederlo partire e rovinarsi la vita. La sofferenza di non poter far nulla se non aspettare. E poi quel miracolo della conversione che viene dopo aver toccato il fondo. Il miracolo di ritornare a casa invece di continuare a ostinarsi a invidiare gli altri, e persino i porci. Quel mistero grande di cambiare lo sguardo sulla realtà, di mettersi in piedi e in viaggio imparando a memoria un atto penitenziale che non gli sarà mai permesso di pronunciare.

La Misericordia è tutta questo Padre che deve convincere il figlio maggiore che è meglio un figlio tornato a casa che un’intera vita a rosicare di non aver avuto il coraggio di andarsene e di aver fatto l’onesto controvoglia. Questa è una storia che non ci stancherà mai perché tutti abbiamo bisogno di qualcuno che mandi all’aria i calcoli delle nostre scappatelle e ci rimetta l’anello al dito.

Tutti abbiamo bisogno di un Padre da cui poter scappare ma a cui poter sempre tornare. Il dramma sarebbe non avere Padri da tradire, o case a cui tornare perché se non posso sbagliare significa che non sono nemmeno libero, e se non sono libero allora non posso nemmeno amare.

E tutte queste storie Gesù le deve raccontare per mettere in crisi una mentalità moralistica e legalistica in cui le ragioni delle regole avevano sempre la meglio sul destino di un figlio. In fin dei conti che cos’è il perdono se non la messa in discussione di una matematica che delle volte fa fuori le persone con la loro storia?

Ciascuno di noi ha una vita incidentata, una vita che si gioca tra trasgressione (figlio minore) o frustrazione (figlio maggiore). Essere perdonati significa essere rimessi in grado di riprovare a vivere e a saper fare tesoro di un Padre che è tale perché è l’unico che può far riiniziare la storia con il suo perdono.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 15, 1-3. 11-32
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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