โChe cosa cercate?โ
In questa domenica che segue la festa del battesimo del Signore, lโordo liturgico ci propone lโincontro dei primi discepoli con Gesรน, secondo il racconto del quarto vangelo.
Siamo nella settimana inaugurale della vita pubblica di Gesรน (cf. Gv 1,19-2,12). Due giorni dopo lโinterrogatorio di Giovanni il Battista da parte delle autoritร sacerdotali venute da Gerusalemme, Gesรน passa e cammina davanti a Giovanni e a due suoi discepoli. E fissando lo sguardo su Gesรน, il Battista afferma: โEcco, guardate lโAgnello di Dio!โ. ร una vera e propria presentazione di Gesรน, lโindicazione che proprio lui รจ il Servo di Dio, lโAgnello pasquale che porta la liberazione al suo popolo (il termine aramaico talja contiene infatti entrambi questi significati). Giovanni, da vero rabbi e maestro, in-segna, fa segno ai discepoli e cosรฌ dร un orientamento alla loro ricerca: non li aveva se-dotti (portati a sรฉ), non li trattiene presso di sรฉ, ma li e-duca, li conduce fuori, verso il Messia. Ascoltate le parole del Battista, subito i due si mettono a seguire Gesรน, si pongono sulle sue tracce, vanno dove egli va.
Ed ecco che improvvisamente Gesรน si volta indietro, li osserva con uno sguardo penetrante e chiede loro: โChe cosa cercate?โ. Domanda, questa, ineludibile per chiunque voglia mettersi alla sequela di Gesรน, dunque domanda rivolta ancora oggi a noi che tentiamo di seguirlo. โChe cosa cerchi veramente? Qual รจ il tuo desiderio piรน profondo?โ. Queste sono le prime parole pronunciate da Gesรน secondo il quarto vangelo; non unโaffermazione, non una dichiarazione, come magari ci attenderemmo, ma una domanda: โChe cosa cerchi?โ. In tal modo Gesรน mostra che la sua sequela non puรฒ avvenire per incanto, per infatuazione, per una semplice scelta di appartenenza: il discepolo puรฒ imboccare un cammino sbagliato, se non sa riconoscere che cosa e chi veramente cerca โ โsi revera Deum quaeritโ, โse veramente cerca Dioโ, dice la Regola di Benedetto (58,7) โ, se non รจ impegnato a cercare, disposto a lasciare le sue sicurezze per aprirsi al dono di Dio. Cercare รจ unโoperazione e un atteggiamento assolutamente necessario per ascoltare e accogliere la propria veritร presente nellโintimo, lร dove il Signore parla.

A questa domanda i due discepoli rispondono con unโaltra domanda: โRabbi, dove dimori (verbo mรฉno)?โ. Gesรน รจ da loro definito โrabbiโ, maestro e guida, quindi vogliono conoscerlo nella sua dimora, nel suo abitare, vogliono dimorare dove egli dimora: non solo ascoltare un insegnamento ma essere coinvolti nella sua vita. Gesรน risponde loro con molta semplicitร : โVenite e vedreteโ, cioรจ venite e sperimentate, venite e vedrete con uno sguardo che potrร addirittura vedere la gloria di Gesรน quale Figlio di Dio (cf. Gv 1,14; 2,11). Cosรฌ รจ avvenuto lโincontro con Gesรน, un incontro che ha cambiato profondamente la loro vita, perchรฉ da quellโora (definita con precisione lโora decima, ossia le quattro del pomeriggio) cominciano a vivere, a dimorare con lui.
Questi due primi discepoli di Gesรน sono Andrea e lโaltro che non ha un nome ma che รจ stato identificato dalla tradizione nel discepolo anonimo, โquello che Gesรน amavaโ (Gv 13,23; 19,26, 20,2; 21,7.20), forse il figlio di Zebedeo. I sinottici presentano questa chiamata dei primi discepoli con un racconto molto diverso: in Galilea, sulle rive del mare, Gesรน passa e vede due coppie di fratelli, li chiama dietro a sรฉ (โSeguitemi!โ) e questi lo seguono prontamente, senza dilazioni (cf. Mc 1,16-20 e par.). Nel quarto vangelo, invece, la vocazione รจ mediata dal Battista, non รจ diretta. In entrambi i casi, perรฒ, la testimonianza รจ concorde: prima di iniziare la sua predicazione, Gesรน forma attorno a sรฉ una comunitร , i chiamati a farne parte si mettono alla sua sequela (verbo akolouthรฉo) e a loro egli chiede di condividere la sua vita sempre, nella perseveranza, fino alla fine. Certo, il discepolo anonimo, โquello che Gesรน amavaโ, appare il modello di ogni discepolo che resta con il Signore anche durante la sua passione, anche sotto la croce, e rimane come segno profetico fino alla sua venuta nella gloria (cf. Gv 19,26; 21,22).
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Ma ecco che Andrea, secondo la tradizione greca il primo chiamato, incontra suo fratello Simone e subito gli dice: โAbbiamo trovato il Messia, il Cristoโ. Si sente spinto a comunicare la buona notizia del Messia tanto atteso e ora presente, operante in mezzo al suo popolo, innanzitutto a suo fratello. Lo conduce da Gesรน, perchรฉ Simone condivideva tale attesa, essendo anchโegli in ricerca di colui del quale il Battista annunciava la venuta. Lโattesa รจ finita, la ricerca ha avuto un esito positivo. Lโespressione โabbiamo trovatoโ, al plurale, indica ormai il noi della comunitร di Gesรน, che da questo momento risuonerร in tutto il vangelo per confessare la fede e rendere testimonianza.ย
Secondo il quarto vangelo Simone non fa alcuna azione, non prende alcuna iniziativa, ma sta di fronte a Gesรน e ascolta le sue parole inequivocabili. Gesรน fissa lo sguardo su di lui, come il Battista lo aveva fissato su Gesรน stesso, e gli proclama la sua vera identitร , vocazione e missione: โโTu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Kephasโ โ che significa Pietroโ. Non รจ semplice interpretare la prima parte di questa dichiarazione: cosa significa โfiglio di Giovanniโ, detto a colui che รจ fratello di Andrea, mai chiamato con questo patronimico? Significa forse: โTu sei Simone, il discepolo di Giovanni il Battistaโ? La questione resta aperta, ma in ogni caso le parole determinanti sono quelle che seguono: โsarai chiamato Kephas, Pietroโ. Cosรฌ Gesรน rivela chi รจ veramente Simone allโinterno della sua comunitร : รจ una pietra, una roccia subito messa in posizione di autoritร , lui che sarร il portaparola dei Dodici (cf. Gv 6,67), lui che sarร il pastore del gregge delle Signore (cf. Gv 21,15-18).
Ma se il quarto vangelo ci fornisce questa narrazione โaltraโ della chiamata dei primi discepoli, subito dopo, nella chiamata di Filippo che avviene il giorno seguente, ricompare quella parola efficace rivolta da Gesรน al discepolo: โSeguimi!โ (akoloรบthei moi: Gv 1,43). Muovendosi dalle rive del Giordano verso la sua terra, la Galilea, Gesรน incontra Filippo, un altro galileo di Betsaida (come Pietro e Andrea). Non ci viene detto nรฉ dove nรฉ in quale situazione Gesรน gli rivolge tali parole, ma ciรฒ che รจ essenziale รจ che gli chieda di seguirlo. Filippo prontamente lo segue ed entra a fare parte della comunitร dei discepoli, come testimoniano anche i sinottici che lo collocano tra i Dodici (cf. Mc 3,18 e par.). Vocazione dunque senza mediazioni, ma non per questo meno contagioso. Non appena infatti Filippo incontra un altro galileo, Natanaele proveniente da Cana, gli comunica la buona notizia del compimento delle sante Scritture, la Torah di Mosรจ e i Profeti: โAbbiamo trovato colui del quale esse hanno scritto: Gesรน, il figlio di Giuseppe, da Nazaretโ (cf. Gv 1,45).
Natanaele risponde con scetticismo e ironia: โProprio da questa periferia, da questa terra impura, da un villaggio sconosciuto della Galilea delle genti puรฒ forse venire qualcosa di buono?โ (cf. Gv 1,46). Filippo ribatte: โVieni e vedi! Vieni e sperimentaโ (cf. ibid.), eco delle parole rivolte da Gesรน ai primi due discepoli. Questi infatti sono i passi costitutivi della fede: venire a Gesรน, sperimentare e conoscere la sua dimora e infine trovare dimora in lui. E mentre Natanaele va da Gesรน insieme a Filippo, ecco che Gesรน stesso mostra in realtร di precederlo nel suo itinerario. Egli non allontana chi si avvicina a lui (cf. Gv 6,37), nonostante le sue perplessitร , ma descrive Natanaele come un figlio dโIsraele vero, senza falsitร , senza doppiezza (cf. Gv 1,47). Sorpreso da questa affermazione, Natanaele pone a Gesรน una domanda: โDa dove (pรณthen) mi conosci?โ (Gv 1,48). Ovvero, da dove attingi la conoscenza della mia persona? Gesรน non gli risponde direttamente ma gli assicura di averlo visto e scelto prima di ogni sua decisione di andare a lui. Segue infine una confessione di fede piena: โMaestro, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re dโIsraeleโ (Gv 1,49). Natanaele, esperto delle Scritture, figlio dโIsraele autentico, confessa immediatamente la signoria di Gesรน, servendosi di titoli che esprimeranno la fede della chiesa nella passione e nella resurrezione del Signore.
p. Enzo Bianchi – Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica
Fonte: Monastero di bose
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
della II Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 14 Gennaio 2018 anche qui.
- Colore liturgico: Verde
- 1 Sam 3, 3-10. 19;
- Sal.39;
- 1 Cor 6, 13-15. 17-20;
- Gv 1, 35-42
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Gv 1, 35-42
Dal Vangelo secondo Giovanni
35Il giorno dopo Giovanni stava ancora lร con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesรน che passava, disse: ยซEcco lโagnello di Dio!ยป. 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare cosรฌ, seguirono Gesรน. 38Gesรน allora si voltรฒ e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: ยซChe cosa cercate?ยป. Gli risposero: ยซRabbรฌ โ che, tradotto, significa Maestro โ, dove dimori?ยป. 39Disse loro: ยซVenite e vedreteยป. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. 40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrรฒ per primo suo fratello Simone e gli disse: ยซAbbiamo trovato il Messiaยป โ che si traduce Cristo โ 42e lo condusse da Gesรน. Fissando lo sguardo su di lui, Gesรน disse: ยซTu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefaยป โ che significa Pietro.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 14 – 20 Gennaio 2018
- Tempo Ordinario II
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net
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