Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 7 gennaio 2018.
Battesimo di Gesรน: Volle risalire con noi da un abisso
Ai luoghi biblici รจ legato spesso un significato teologico. Il mare, il monte, il deserto, la Galilea delle genti, la Samaria, il fiume Giordano, le terre al di lร del lago di Genezaret sono molto piรน di semplici indicazioni geografiche (spesso neppure del tutto esatte).
Luca non specifica il luogo dove รจ avvenuto il battesimo di Gesรน, ma vi allude Giovanni: โAvvenne in Betania, al di lร del Giordano, dove Giovanni stava battezzandoโ (Gv 1,28). La tradizione ha giustamente localizzato lโepisodio a Betabร ra, il guado dove anche il popolo dโIsraele, guidato da Giosuรจ, ha attraversato il fiume ed รจ entrato nella Terra promessa.
Nel gesto di Gesรน sono dunque presenti richiami espliciti al passaggio dalla schiavitรน alla libertร e allโinizio di un nuovo esodo verso la vera Terra promessa.
Betabร ra ha anche un altro richiamo, meno evidente, ma altrettanto significativo: i geologi assicurano che questo รจ il punto piรน basso della terra (400 m. sotto il livello del mare).
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La scelta di iniziare da lรฌ la vita pubblica non puรฒ essere casuale. Gesรน, venuto dalle altezze del cielo per liberare lโuomo, รจ sceso fin nellโabisso piรน profondo per mostrare che vuole la salvezza di ogni uomo, anche del piรน derelitto, anche di colui che la colpa e il peccato hanno trascinato in un baratro da cui nessuno puรฒ immaginare sia possibile risalire. Dio non dimentica e non abbandona nessuno dei suoi figli.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ ร apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uominiโ.
Prima Lettura: (Is 42,1-4.6-7)
1 Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterร il diritto alle nazioni.
2 Non griderร nรฉ alzerร il tono,
non farร udire in piazza la sua voce,
3 non spezzerร una canna incrinata,
non spegnerร uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerร il diritto con fermezza;
4 non verrร meno e non si abbatterร ,
finchรฉ non avrร stabilito il diritto sulla terra;
e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.
6 โIo, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
7 perchรฉ tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebreโ.
Nella seconda parte del libro di Isaia entra in scena un personaggio misterioso che lโautore chiama: il โservo del Signoreโ. La sua storia viene raccontata in quattro brani (Is 42,1-7; 49,1-6; 50,4-9; 52,13-53,12).
Chi รจ costui? Si tratta di un individuo concreto o di una figura simbolica che rappresenta tutto il popolo di Israele? I biblisti non sono ancora riusciti a dare una risposta sicura e non รจ nemmeno tanto imยญportante averla. Ciรฒ che ci interessa รจ che in questo Servo del Signore i primi cristiani hanno immediatamente riconosciuto lโimmaยญgine di Gesรน (At 8,30-35). Come รจ avvenuta questa identificazione?
Tutto inizia in quel drammatico venerdรฌ, 7 aprile dellโanno 30 d.C., giorno in cui Gesรน viene giuยญstiziato. I discepoli, sconvolti, si chiedono come mai la vita di un uomo buono e giusto si sia conclusa con un fallimento. Cercano nelle Scritture una soluzione allโenigma e, nel libro di Isaia, trovano la storia di questo Servo che, dopo un processo iniquo, viene tolto di mezzo da quelle stesse persone che egli voleva liberare. Capiscono: Dio non salva concedendo la vittoria, il successo, il dominio, lโumiliazione dei nemici, ma mediante la sconfitta, il dono della vita. Ciรฒ che il profeta aveva detto riguardo al โservo del Signoreโ si รจ realizzato pienamente in Gesรน di Nazaret.
La lettura di oggi ci riporta lโinizio della storia di questo Servo.
Viene descritta anzitutto la sua elezione (v. 1).
Questa parola ha in noi delle risonanze non sempre positive: ci richiama la preferenza nei confronti di qualcuno e lโesclusione degli altri. Non ci piace sentir parlare di popolo โelettoโ, di stirpe โelettaโ perchรฉ queste espressioni risvegliano i drammatici ricordi della follia provocata dallโillusione di appartenere ad una โrazza elettaโ.
Lโelezione di Dio non ha nulla a che vedere con lโesclusivismo, il particolarismo, il separatismo. Quando Dio sceglie una persona o un popolo, lo fa solo per affidargli una missione (sempre difficile, gravosa, poco gratificante), per chiedergli un servizio in favore degli altri.
ย ร facile, purtroppo, per chi รจ stato scelto dal Signore, interpretare la sua elezione secondo categorie e criteri umani e accampare diritti a onori e privilegi. Il personaggio di cui ci parla la lettura viene, fin dallโinizio, identificato non come signore, ma come โservoโ, incaricato di portare a termine unโimpresa impegnativa. Chi gli darร la forza?
Lโuomo โรจ carneโ, cioรจ, รจ rivestito di debolezza. Quando il Signore chiede a qualcuno di svolgere un compito, gli dร anche la capacitร per adempierlo. Al suo โservoโ il Signore comunica come sostegno il suo Spirito, la sua forza irresistibile.
Subito si accenna anche alla missione affidata a questo โservo elettoโ: egli รจ destinato a portare il diritto alle nazioni (v. 1), a far trionfare nel mondo โla giustiziaโ, โla giustizia di Dioโ che consiste nella sua benevolenza, nella sua salvezza.
Nei versetti seguenti (vv. 2-5) viene descritto come il Servo attuerร la sua missione. Si comporterร in modo inatteso: non si imporrร con la forza, con la pressione giuridica, con le minacce di sanzioni contro chi si oppone alle sue disposizioni. Non griderร , non alzerร la voce come fanno i re quando proclamano i loro programmi o millantano nelle piazze le loro imprese. Non sarร intollerante e intransigente con i deboli. Non condannerร nessuno. Recupererร chi ha sbagliato invece di annientarlo e distruggerlo, ricostruirร con pazienza e rispetto ciรฒ che sta andando in rovina. Per lui non ci saranno mai casi perduti, situazioni irrecuperabili.
Sarร anche tentato dallo scoraggiamento di fronte ad unโopera tanto ardua, ma si manterrร fermo e deciso nel portarla avanti e non arretrerร di fronte a nessun ostacolo.
Servendosi di immagini, lโultima parte della lettura (vv. 6-7) sviluppa la missione del Servo: egli sarร luce per le nazioni, aprirร gli occhi ai ciechi, libererร i priยญgionieri e gli schiavi che camminano nelle tenebre.
Il racconto sul Servo del Signore รจ stato composto da un autore anonimo e poi collocato nel libro di Isaia circa 500 anni prima della nascita di Gesรน. Non sapยญpiamo a chi concretamente si riferisse il profeta; ciรฒ che perรฒ รจ sicuro รจ il fatto che Gesรน ha realizzato tutto quanto รจ scritto nel libro di Isaia: egli รจ stato il Servo fedele a Dio. Quasi tutti i versetti di questa lettura, infatti, sono riportati nei vangeli e applicati a Gesรน (cf. Mt 3,17; 12,18-21; 17,5).
Seconda Lettura (At 10,34-38)
34 Pietro prese la parola e disse: โIn veritร sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, 35 ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, รจ a lui accetto.
36 Questa รจ la parola che egli ha inviato ai figli dโIsraele, recando la buona novella della pace, per mezzo di Gesรน Cristo, che รจ il Signore di tutti.
37 Voi conoscete ciรฒ che รจ accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; 38 cioรจ come Dio consacrรฒ in Spirito Santo e potenza Gesรน di Nazaret, il quale passรฒ beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perchรฉ Dio era con luiโ.
La lettura riporta una parte del discorso tenuto da Pietro nella casa di Cornelio a Cesarea.
Nella chiesa primitiva un problema molยญto dibattuto divideva le comunitร : si poteva o no concedere il battesimo ai paยญgani? Pietro, inizialmente, era piuttosto restio, condizionato comโera dal pregiudizio, profondamente radicato in Israele, che gli altri popoli fossero immondi.
Un giorno, mentre si trovava in preghiera a Giaffa, il Signore gli rivelรฒ che nessuna creatura di Dio รจ impura e profana. Di fronte a lui tutti sono ugualmente puri e privilegiati. Tutti sono indistintamente chiamati alla salvezza, perchรฉ egli รจ il Signore di tutti (Rm 10,12).
Lโespressione Dio non fa preferenza di persone โ impiegata in questo brano โ viene ripresa piรน volte nel Nuovo Testamento (Rm 2,11; Gal 2,6; 1Pt 1,17) per denunciare la pericolosa tentazione di proiettare in Dio le nostre discriminazioni e mettere in guardia dallโillusione che il Signore tratti in modo diverso gli uomini, in base alla confessione religiosa cui appartengono.
Il discorso di Pietro continua presentando una breve sintesi della vita di Gesรน (vv. 37-38). Con lโespressione โegli passรฒ beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavoloโ viene riassunta la sua missione. Egli si รจ impegnato contro ogni forma di male, contro tutto ciรฒ che impedisce la vita dellโuomo.
Lโopera da compiere fu difficile e impegnativa, ma Gesรน riuscรฌ a portarla a termine perchรฉ era colmo dello Spirito del Signore e perchรฉ Dio era con lui.
Viene notato anche il tempo e il luogo in cui iniziรฒ a manifeยญstarsi la salvezza: tutto ebbe inizio in Galilea quando Giovanni cominciรฒ a battezzare lungo il Giordano.
Con queste parole Pietro definisce di nuovo il periodo della vita di Gesรน cui deve far riferimento la fede dei credenti: la vita pubblica, โdal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui egli รจ stato di tra noi assunto in cieloโ (At 1,22).
Vangelo (Mc 1,7-11)
In quel tempo 7 Giovanni predicava: โDopo di me viene uno che รจ piรน forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerร con lo Spirito Santoโ.
9 In quei giorni Gesรน venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E, uscendo dallโacqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. 11 E si sentรฌ una voce dal cielo: โTu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciutoโ.
I primi versetti di questo brano (vv. 7-8) li abbiamo giร meditati nella seconda domenica di Avvento. Presentano, in sintesi, la differenza fra il battesimo di Giovanni e quello di Gesรน. Apparentemente uguali, i due riti hanno un significato completamente diverso. Il primo รจ unโabluzione esterna, indica la purificazione dal peccato, la rottura con una condotta di vita contraria alla legge di Dio e presuppone la decisione di non volersi piรน macchiare con altre trasgressioni. Il secondo, il battesimo con lo Spirito Santo, non รจ un lavacro esteriore, ma un prodigio operato dal Signore nellโintimo dellโuomo, รจ lโinfusione di unโacqua zampillante apportatrice di feconditร e di vita, รจ la sostituzione del cuore antico con un cuore nuovo, capace di rispondere sรฌ alla proposta dโamore fatta da Dio. Il battesimo di Giovanni segnava la fine di un lungo e travagliato fidanzamento, quello di Gesรน era lโinizio della festa di nozze.
Dopo aver rilevato il diverso valore dei due battesimi, Marco che, a differenza di Matteo e Luca, non fa alcun accenno allโinfanzia di Gesรน, per la prima volta mette in scena il protagonista del suo vangelo e lo fa con una formula solenne, impiegata spesso dai profeti nei loro oracoli: โIn quei giorniโฆโ (Gl 3,2); poi ricorda il nome del villaggio da cui proviene, Nazaret in Galilea (v. 9).
Non dice nรฉ che etร avesse nรฉ a quale famiglia appartenesse, gli interessa solo indicare come, quando e dove รจ cominciata la manifestazione del vangelo di Dio al mondo: tutto รจ iniziato presso il Giordano, il fiume che scorre tranquillo nella steppa di Gerico, segnando il confine fra il deserto orientale e la terra promessa, dove Giosuรจ ha introdotto il popolo uscito dallโEgitto. Lร , dove accorrevano tutti gli abitanti della Giudea per farsi battezzare (Mc 1,5-6), un giorno comparve, fra i peccatori, anche Gesรน, proveniente dalla Galilea, la regione abitata da israeliti che lโaristocrazia religiosa di Gerusalemme riteneva semipagani. Scendendo nellโacqua assieme ai peccatori, egli mostrรฒ di voler condividere la loro condizione, di volersi mettere al loro fianco per accompagnarli nellโesodo dalla schiavitรน verso la libertร .
In questa scena si puรฒ giร cogliere la novitร del Dio cristiano. Egli non รจ un Dio che rimane lontano, in cielo, a impartire disposizioni e a controllare chi le osserva e chi le vรฌola; ma si fa uno di noi, diviene solidale con lโumanitร non nel peccato, ma nel portarne le conseguenze che coinvolgono sempre, come ben sappiamo, anche chi non ha peccato.
Noi siamo affezionati al male e, nelle preghiere, piรน che chiedere al Signore di farcelo evitare, imploriamo che ci scampi, con qualche intervento prodigioso, dalle sue tragiche conseguenze: malattie, fame, miseria, angosce, dissidi familiari, guerreโฆ
Dio, che non si rassegna a soluzioni palliative, ha inviato suo figlio per distruggere il male alla radice e creare un mondo nuovo, senza peccato, un mondo in cui si compiranno tutte le sue promesse di bene: โI granai saranno pieni e traboccheranno di frutti di ogni specieโ (Sl 144,13), โabbonderร il frumento nel paeseโ (Sl 72,16), โi poveri mangeranno e saranno saziatiโ (Sl 22,27), โi miti possederanno la terra e godranno di immensa paceโ (Sl 37,11). Non si tratta di immagini, ma di realtร concrete che รจ possibile veder attuate, se ci si fida di Cristo e della sua parola.
Tutti gli evangelisti danno importanza al battesimo di Gesรน perchรฉ ha segnato lโinizio della sua vita pubblica. Ma non รจ tanto sullโepisodio in sรฉ che essi vogliono attirare lโattenzione, quanto sulla rivelazione del cielo che, in questo avvenimento, รจ possibile cogliere. I vangeli sinottici ce la presentano con tre immagini ben comprensibili per i loro lettori: lโapertura dei cieli, la colomba, la voce dal cielo (vv. 10-11).
In Matteo e Luca pare che tutti i presenti abbiano contemplato i cieli che si spalancavano, abbiano visto lo Spirito che scendeva come colomba e abbiano udito la voce dal cielo. In Marco, invece, Gesรน รจ lโunico destinatario della visione e della rivelazione: โUscito dallโacqua, egli videโฆโ (v. 10). ร stato quello il momento della sua vocazione, quello in cui il Padre gli ha manifestato la missione alla quale lo chiamava.
Vide anzitutto i cieli che si spezzavano.
Lโimmagine รจ subito chiara per chi conosce le Scritture: lโevangelista si riferisce a un celebre testo del profeta Isaia.
Negli ultimi secoli prima di Cristo, il popolo dโIsraele aveva avuto la sensazione che il cielo si fosse chiuso. Sdegnato per i peccati e le infedeltร del suo popolo, Dio si era ritirato nel suo mondo, aveva smesso di inviare profeti e sembrava deciso a rompere ogni dialogo con lโumanitร . I pii israeliti si chiedevano: quando avrร fine questo silenzio che tanto ci angoscia? Il Signore non tornerร a parlarci, non ci mostrerร piรน il suo volto sereno, come nei tempi antichi? E lo invocavano cosรฌ: โSignore, tu sei nostro Padre; noi siamo lโargilla e tu colui che ci dร forma, tutti noi siamo opera delle tue mani. Non adirarti troppo, non ricordarti per sempre delle nostre iniquitร โฆ Ah, se tu squarciassi i cieli e scendessi!โ (Is 64,7-8; 63,19).
Nel battesimo di Gesรน i cieli si sono squarciati: sono stati ristabiliti per sempre i rapporti fra Dio e lโuomo, sono cadute le frontiere e sono finite tutte le paure dei castighi di Dio. Ora appare evidente quanto siano assurdi i timori di chi ancora lo immagina irato, vendicativo e violento. Non ci si deve piรน affannare per placarlo perchรฉ egli non rifiuta nessuno, non si comporta da giudice, ma sta sempre dalla parte dellโuomo.
Il secondo oggetto della โvisioneโ รจ lo Spirito che scende su Gesรน come una colomba.
Quando Dio destina qualcuno a una grande missione, gli dona sempre anche la forza per portarla a compimento. Nei re, nei profeti, nei giudici egli infondeva il suo spirito. Nel momento in cui invia il suo โservo fedeleโ, dichiara: โHo posto il mio spirito su di lui egli porterร il diritto alle nazioniโฆ Non spezzerร una canna incrinata, non spegnerร uno stoppino dalla fiamma smortaโ (Is 42,1-4) e il โservoโ inviato, presa coscienza della forza divina entrata in lui, esclama: โLo spirito del Signore Dio รจ su di me perchรฉ il Signore mi ha consacrato con lโunzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertร degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieriโ (Is 61,1).
Allโinizio della sua vita pubblica, anche Gesรน fu riempito della forza dello Spirito.
Per aiutare a cogliere il messaggio teologico presente in questโevento, lโevangelista ricorre allโimmagine della colomba.
Sono numerosi i richiami biblici legati a questa figura. Il primo potrebbe essere alla creazione, al momento in cui โlo Spirito di Dio aleggiava sulle acqueโ (Gn 1,2), come una colomba sopra il suo nido, spiegavano alcuni rabbini.
Lโoceano primordiale, simbolo del caos e degli elementi ostili, era stato allora dominato dal โvento divinoโ e sulla terra era sbocciata la vita. Posandosi su Gesรน, lo spirito di Dio รจ entrato nel mondo e, con la sua presenza, ha dato inizio alla nuova creazione.
Il secondo richiamo, il piรน immediato, รจ alla colomba del diluvio, accolta da Noรจ nellโarca quando, sul far della sera, tornรฒ con il ramoscello dโulivo (Gn 8,8-12). Fu quello il segno della pace ristabilita fra il cielo e la terra, dopo la distruzione di ogni forma di peccato.
Da secoli, da quando il cielo si era chiuso, lo spirito del Signore pareva non trovare piรน alcuno su cui posarsi e, come la colomba del diluvio, attraversava il cielo per poi tornare a Dio. Ora scende su Gesรน, pone in lui la sua stabile dimora e costituisce la forza che gli consentirร di portare a compimento la sua opera di salvezza.
La colomba richiama anche la tenerezza e lโamore. Mosso dallo Spirito, Gesรน si accosterร ai peccatori sempre con la dolcezza e lโamabilitร della colomba.
Infine si udรฌ una voce dal cielo.
Lโespressione รจ ben nota: la impiegavano i rabbini per attribuire a Dio unโaffermazione. Nel nostro brano ha lo scopo di definire, in nome del Signore, lโidentitร di Gesรน.
Marco scrive dopo la Pasqua e deve rispondere agli interrogativi che i discepoli si pongono. Il loro Maestro รจ stato condannato come un bestemmiatore dai garanti della purezza della fede dโIsraele; รจ apparentemente uno sconfitto, un reietto e abbandonato dal Signore. La domanda inquietante รจ: Dio ha forse condiviso questa sentenza?
Ai cristiani delle sue comunitร Marco riferisce il giudizio del Signore con una frase che allude a tre testi dellโAT.
Tu sei il figlio mio: รจ la citazione del Sl 2,7. Il giorno dellโincoronazione regale costituiva, per il sovrano davidico che si insediava in Gerusalemme, una nuova nascita, era il momento in cui Dio lo dichiarava suo figlio, gli conferiva i suoi poteri e la sua forza, lo presentava, come suo luogotenente, al mondo.
Per Gesรน lโinvestitura da parte del Padre ha avuto luogo al Giordano. Lรฌ egli รจ stato indicato a tutti come il salvatore, come il volto umano del Dio che esiste da tutta lโeternitร . โA quale degli angeli โ si chiede lโautore della Lettera agli ebrei โ Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato? E ancora: Io sarรฒ per lui padre ed egli sarร per me figlio?โ (Eb 1,5). Nel giorno del suo battesimo, il Figlio che, da tutta lโeternitร , esiste โnel seno del Padreโ (Gv 1,18) โรจ natoโ come messia.
Nella cultura semitica il termine figlio non indica solo la generazione biologica, implica anche lโaffermazione di una somiglianza. Rivolgendosi a Gesรน come a suo figlio, Dio garantisce di riconoscersi in lui, nelle sue parole, nelle sue opere e, soprattutto, nel suo gesto supremo di amore: il dono della vita. Chi vuole conoscere il Padre non deve far altro che contemplare questo figlio.
ร significativo il fatto che Dio lo riconosca come figlio proprio nel momento in cui Gesรน si mette a fianco dei peccatori. Il suo รจ lโunico volto autentico del Padre, gli altri volti, quello, soprattutto, del giudice che condanna, non sono che maschere che gli uomini gli hanno applicato.
Il prediletto. Il riferimento รจ al racconto della prova cui รจ stato sottoposto Abramo: gli era stato chiesto di offrire il figlio Isacco, lโunico, il prediletto (Gn 22,2.12.16). Applicando a Gesรน questo titolo, Dio invita a non considerarlo un re o un profeta come gli altri: egli รจ, come Isacco, lโunico, lโamato.
Nel quale mi sono compiaciuto. Conosciamo giร questโespressione perchรฉ si trova nel primo versetto della lettura di oggi (Is 42,1). Dio dichiara che รจ Gesรน il servo di cui ha parlato il profeta, รจ lui lโinviato a โinstaurare il diritto e la giustiziaโ nel mondo. Per portare a compimento questa missione offrirร la vita.
La voce dal cielo ribalta il giudizio pronunciato dagli uomini e smentisce le attese messianiche del popolo dโIsraele che non concepiva che il messia potesse essere umiliato, sconfitto, giustiziato. Il modo con cui Dio ha adempiuto le sue promesse ha costituito per tutti, anche per il Battista, una sorpresa.
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[accordion title=”Chi รจ Fernando Armellini” load=”hide”]Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโUniversitร di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโestero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.[/accordion]
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DELLA DOMENICA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE
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Battesimo del Signore – Anno B
- Colore liturgico: Bianco
- Is 55, 1-11;
- da Is 12;
- 1 Gv 5, 1-9;
- Mc 1, 7-11
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Mc 1, 7-11
Dal Vangelo secondo Marco
7E proclamava: ยซViene dopo di me colui che รจ piรน forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerร in Spirito Santoยป. 9Ed ecco, in quei giorni, Gesรน venne da Nร zaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dallโacqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: ยซTu sei il Figlio mio, lโamato: in te ho posto il mio compiacimentoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 07 – 13 Gennaio 2018
- Tempo Ordinario I
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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