Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 12 novembre 2017.
Chi รจ Fernando Armellini
Ha conseguito la licenza in Teologia presso la Pontificia Universitร Urbaniana e in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma.
Ha perfezionato gli studi di storia, archeologia biblica e lingua ebraica presso lโUniversitร di Gerusalemme.
Per alcuni anni รจ stato missionario in Mozambico.
Attualmente insegna sacra Scrittura, รจ accreditato conferenziere in Italia e allโestero ed รจ autore di commenti alle Sacre Scritture.
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Israele ha fatto lโesperienza della fedeltร del suo Dio e per lui ha coniato lโespressione hesed we โemet che ricorre spesso nella Bibbia e che puรฒ essere tradotta: fedele nellโamore. Quando il Signore stipula unโalleanza non viene meno ai patti, anche se la controparte tradisce gli impegni presi; quando fa una promessa, non manca mai di parola.
Ne era profondamente convinto Paolo: โFedele รจ Dio, dal quale siete stati chiamatiโ (1 Cor 1,9); โSe noi siamo infedeli, egli perรฒ rimane fedele, perchรฉ non puรฒ rinnegare se stessoโ (2 Tm 2,13) e, ricordando lโinfedeltร dโIsraele, esclama: โLa loro incredulitร puรฒ forse annullare la fedeltร di Dio? Impossibile!โ (Rm 3,3-4).
Ma potrร lโuomo corrispondere mai a questo amore?
Nella Bibbia si parla dei hasidim (i fedeli; da hesed, fedele) e, giร prima di Cristo, un gruppo di uomini pii e virtuosi โ che si erano dati questo nome โ si proponevano di incarnare lโisraelita leale, osservante della legge, disposto anche al martirio pur di non tradire la propria fede. Questa corrente spirituale si รจ mantenuta fino ad oggi nel popolo giudaico. Ecco quanto ha lasciato scritto uno di questi hasidim davanti alla camera a gas: โDio dโIsraele hai fatto il possibile perchรฉ non credessi in te. Qualora tu pensassi di riuscire a farmi deviare dalla mia via, ebbene ti dico, Dio mio, Dio dei miei padri, non ci riuscirai. Mi puoi percuotere, togliermi quanto di piรน prezioso e caro ho sulla terra, mi puoi tormentare a morte, ma io crederรฒ sempre in te. Ti amerรฒ sempre. Muoio come sono vissuto, credendo fermamente in teโ.
Quando soffia il vento della prova โla lampada degli empi si spegne, la luce dei giusti risplendeโ (Pr 13,9).
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โFa, o Signore, che, nellโultimo giorno, possa ripetere, come Paolo: โHo terminato la mia corsa, mi sono conservato fedeleโ.
Prima Lettura (Sap 6,12-16)
Piรน della ricchezza, della bellezza e della forza, gli israeliti โ come tutti i popoli dellโantichitร โ stimavano la โsapienzaโ. Apprezzavano chi scrutava i segreti della natura, chi componeva proverbi, canti e poesie, chi rifletteva sugli enigmi del mondo, sulla vita e sulla morte, sulla gioia e sul dolore. Il piรน famoso dei saggi fu Salomone la cui sapienza โfu maggiore di quella di tutti gli orientali e di tutta la terra dโEgittoโ (1 Re 5,9-14).
Quando la Bibbia parla di โsapienzaโ si riferisce perรฒ, soprattutto, allโarte di orientare bene la propria vita. Saggio รจ colui che, riflettendo sulla propria esperienza, sugli insegnamenti dei saggi che lo hanno preceduto, sugli avvenimenti della storia del suo popolo, trae insegnamenti utili per sรฉ e per gli altri, sa distinguere ciรฒ che รจ bene da ciรฒ che รจ male, ciรฒ che รจ giusto da ciรฒ che รจ sbagliato, riesce a controllare i propri istinti e le proprie passioni, agisce con ponderazione, รจ leale nel parlare e nellโagire, รจ umile e modesto.
Nel mondo non esiste perรฒ unโunica sapienza: accanto a quella di Dio cโรจ anche quella del โserpenteโ che la Bibbia presenta come la piรน astuta delle creature fatte dal Signore Dio (Gn 3,1). ร lโimmagine della furbizia dellโuomo che pretende di divenire padrone assoluto del proprio destino, ma che, escludendo Dio dalla propria vita, finisce per decretare la propria rovina. Potrร costui fregiarsi del titolo di โsaggioโ? La risposta della Bibbia รจ: no. ร lโinsensato che, in cuor suo, esclama beffardo: โNon cโรจ alcun Dio!โ (Sal 14,1).
ร dunque fondamentale per ogni uomo, per ogni famiglia, per ogni popolo, verificare qual รจ la โsapienzaโ che lo guida, che lo prende per mano: รจ quella di Dio o quella del โserpenteโ?ย Da quale โsaggezzaโ dipendono le decisioni che vengono prese? Si tratta di scegliere fra vita e morte.
Lโautore del brano che ci viene proposto oggi รจ un saggio che ha scoperto la sapienza di Dio e vuole che i suoi lettori se ne innamorino, per questo la presenta, personificata, come una splendida ragazza, come una giovane fanciulla che gioca e scherza davanti a Dio: รจ luminosa e incorruttibile, chi la ama non si stanca mai di contemplarla (v. 12).
E le pene dโamore? Le sperimenta chi si sente rifiutato, chi si vede continuamente sfuggire lโamata, chi scopre che la donna dei suoi sogni รจ irraggiungibile. Ottenere la sapienza di Dio รจ forse cosรฌ arduo?
No! โ risponde il nostro autore โ essa puรฒ essere trovata facilmente da chiunque la cerchi (v. 12), anzi, รจ essa stessa che previene chi la ama, mette in atto mille malie per farsi notare, per farsi conoscere (v. 13). Fin dal mattino va in ricerca di un uomo saggio per allietarlo con la sua bellezza e, per sedurlo, si fa incontrare sulla porta della sua casa (v. 14).
Di alcuni รจ essa stessa ad invaghirsi, rimane affascinata perchรฉ โsono degni di leiโ. Quando li scopre non li abbandona piรน, li segue ovunque, li accompagna lungo tutte le strade (v. 16).
Il brano si conclude proclamando beato e senza affanni chi fa sua la sapienza di Dio, chi affida ad essa la propria vita (v.15).
Seconda Lettura (1 Ts 4,13-18)
Nelle prime comunitร cristiane si era diffusa la convinzione che molto presto Gesรน sarebbe ritornato per prendere con sรฉ i discepoli e introdurli nel regno del Padre. Anche Paolo condivideva questa idea. Da dove era sorta, comโera nata?
ร spontaneo e naturale immaginare che la propria generazione sia lโultima e che il mondo finisca con noi. Fin qui nulla di strano; i guai cominciano quando compaiono i cosiddetti millenaristi che, approfittando dellโingenuitร della gente, annunciano eventi spaventosi e fanno perdere la testa a qualcuno, convincendolo che sono giunti โgli ultimi giorniโ. Le conseguenze di questi fanatismi possono anche essere tragiche.
Al tempo di Paolo lโattesa dellโimminente fine del mondo era alimentata anzitutto dai rabbini. Essi dicevano che, a causa delle innumerevoli disgrazie che avevano colpito il loro popolo e delle tante sofferenze, umiliazioni, violenze che ogni giorno Israele continuava a sopportare, Dio sarebbe presto intervenuto per dare inizio al suo regno. Ma anche alcune frasi di Gesรน, interpretate alla lettera e in modo scorretto, avevano contribuito a suscitare questโaspettativa (Mt 24).
A Tessalonica lโattesa dellโimminente fine del mondo cominciava a creare seri problemi, tanto che Paolo sentรฌ il bisogno di intervenire. Alcuni, convinti che rimanesse ormai poco tempo da vivere e che le scorte di cibo potessero essere sufficienti, avevano smesso di lavorare, erano divenuti dei perdigiorno, screditando cosรฌ tutta la comunitร .
Cโera anche un problema teologico che suscitava perplessitร e interrogativi: riguardava la sorte dei defunti. Ci si chiedeva: se il Signore verrร a prendere noi, i vivi, che ne sarร dei nostri parenti e amici che sono morti?
Nella lettura di oggi viene chiarito il secondo problema. A quello dellโastensione dal lavoro risponderร una seconda lettera, scritta alla medesima comunitร .
Paolo comincia richiamando alcune veritร fondamentali: di fronte alla morte, pagani e cristiani si trovano su posizioni non solo distanti, ma opposte; i primi โnon hanno speranzaโ e quindi, di fronte alla morte, non possono far altro che disperarsi: per loro รจ la fine di tutto. I cristiani invece credono nella vita eterna, sanno che la vita di Dio, ricevuta nel battesimo, non รจ interrotta dalla morte; pur soffrendo per il distacco da una persona cara, non si rattristano โcome coloro che non hanno speranzaโ (v. 13).
La seconda veritร cui i tessalonicesi devono fare riferimento รจ la risurrezione di Cristo (v.14). Gesรน ha vinto la morte, รจ entrato nella gloria del Padre e condurrร con sรฉ tutti coloro che, nel battesimo, sono stati uniti a lui.
La terza veritร consolante (vv.15-17) รจ che, alla venuta di Cristo, non ci sarร alcuna differenza fra coloro che sono giร morti e coloro che saranno trovati ancora in vita: tutti verranno raccolti e staranno per sempre con il Signore.
In queste veritร โ che costituiscono il centro della fede โ i cristiani devono trovare la risposta allโenigma che da sempre ha angosciato gli uomini, quello della morte.
Vangelo (Mt 25,1-13)
Nella parabola di oggi ci sono alcuni dettagli strani, poco verosimili, addirittura contraddittori. Ne elenco alcuni: come mai le vergini stolte non entrano alle nozze col poco olio che ancora rimane loro? Cosa passa loro per la mente di andare a comperarne al mercato? A mezzanotte non ci sono mercati aperti. Le vergini sagge sono introdotte con grande onore alla festa, ma a noi verrebbe voglia di scacciarle: non sapremmo che farcene di amiche tanto egoiste. La raccomandazione con cui si conclude il racconto: โvigilate dunque, perchรฉ non sapete nรฉ il giorno nรฉ lโoraโ (v. 13) non cโentra affatto con la parabola, perchรฉ anche le vergini sagge hanno dormito e nessuna รจ stata vigilante.
Anche la figura dello sposo (che rappresenta chiaramente Cristo) non รจ per nulla simpatica. ร un tipo strano: arriva ad un ora impossibile, poi, proprio nel giorno in cui dovrebbe mostrarsi affabile con tutti, inizia a minacciare e a scacciare le persone per errori da niente. Al suo banchetto tutti noi parteciperemmo con apprensione.
Per comprendere questi particolari strani, bisogna tener presente anzitutto che ci troviamo di fronte ad una parabola e, nelle storie, non tutto รจ logico; a volte vengono introdotti elementi che hanno come unico scopo provocare la fantasia dellโascoltatore, mantenerlo interessato e attento, per fargli assimilare piรน facilmente il messaggio. I particolari drammatici della nostra parabola sono dovuti โ come ho giร avuto modo di dire altre volte โ al tipico gusto orientale per le immagini impressionanti. Non รจ su di essi che si deve fissare lโattenzione, ma sullโinsegnamento centrale.
Cโรจ un altro elemento importante da tenere presente per comprendere la parabola: il racconto iniziale di Gesรน รจ stato ritoccato da Matteo che lโha adattato ai bisogni catechistici delle sue comunitร . Vedremo come.
La festa di nozze in Israele era molto solenne e durava circa una settimana. Nel primo giorno lo sposo si recava alla casa dei suoceri a prendere la sposa per portarla con sรฉ. Ad accoglierlo cโerano le damigelle โ le ragazze nubili del villaggio โ che, cantando, danzando e, se era notte, impugnando fiaccole, accompagnavano lโamica che si sposava fino alla sua nuova dimora dove si svolgeva la festa di nozze.
Gesรน prende spunto da questa cerimonia โ cui ha certo assistito e partecipato spesso โ per comporre una parabola con cui mediare un suo messaggio.
Se si tiene presente che, sia il numero cinque sia la vergine sono simboli del popolo di Israele e che il numero dieci indica la totalitร , รจ facile cogliere il significato che la parabola ha avuto sulla bocca di Gesรน. Le dieci vergini rappresentano il popolo di Israele che attende il messia (lo sposo): una parte di questo popolo (le cinque vergini sagge) รจ preparata ad accoglierlo ed entra nella comunitร cristiana, unโaltra parte invece (le cinque vergini stolte) non รจ attenta ai progetti di Dio, รจ infedele e resta fuori dalla sala del banchetto.
Cinquantโanni dopo, quando Matteo scrive il suo vangelo, il contesto storico, culturale e religioso รจ mutato, sono sorte comunitร cristiane nel mondo pagano, i problemi con cui i discepoli si devono confrontare sono diversi e, nella nuova situazione, si sente piรน che mai il bisogno della parola illuminante del Maestro. Matteo โ da vero pastore dโanime attento ai bisogni spirituali della sua chiesa โ riprende la parabola di Gesรน e la ripropone, adattandola alla nuova realtร .
Quali erano i problemi delle comunitร cristiane alla fine del I secolo d.C.?
Abbiamo visto nella seconda lettura che, nei primi decenni di vita della chiesa, si era diffusa la convinzione che il Signore sarebbe tornato presto โsulle nubi del cieloโ per prendere con sรฉ e introdurre nella gloria i suoi discepoli. Ma non era accaduto nulla, lโattesa febbrile era andata delusa, erano sorti i primi dubbi, erano subentrati nelle comunitร la stanchezza e lo scoraggiamento e, come conseguenza, si registravano fra i cristiani molte defezioni. Qualche apostata rivolgeva anche battute ironiche ai suoi antichi fratelli di fede: โDovโรจ la promessa della venuta del Signore? Dal giorno in cui i nostri padri hanno chiuso gli occhi, tutto rimane come al principio della creazioneโ (1 Pt 3,4).
Delusi per il mancato ritorno del Signore, molti riprendevano la vita dissoluta che avevano condotto prima del battesimo, tornavano a interessarsi del commercio e degli affari, assumevano di nuovo atteggiamenti arroganti nei confronti dei loro dipendenti e sfruttavano gli schiavi, proprio come se non avessero mai udito il vangelo di Cristo. Erano sprofondati in un pericoloso sonno spirituale, erano in balรฌa del piรน completo ottundimento della coscienza.
ร per richiamare queste persone che hanno lasciato spegnere in loro la fiaccola della fede, รจ per scuotere chi permette che la propria fede si riduca ormai a un lucignolo fumigante che Matteo riscrive la parabola. La scena รจ quella del giudizio di Dio, le tinte sono cupe, il linguaggio รจ duro, ma รจ la situazione che lo richiede. Cโรจ anche lโaggiunta di unโesortazione che Gesรน ha certamente pronunciato in altra occasione โ โVigilate dunque, perchรฉ non sapete nรฉ il giorno nรฉ lโora!โ (v. 13) โ ma lโevangelista ritiene opportuno collocarla in questo contesto.
Nella prima parte della parabola (vv. 1-5) vengono introdotti i personaggi e descritti i preparativi per la festa.
Nella nuova versione โ quella adattata da Matteo alla sua comunitร โ le dieci vergini non indicano piรน Israele, ma la chiesa che attende il ritorno del suo Signore, del suo Sposo. Ha cosรฌ una spiegazione logica anche il fatto che non compaia la sposa: รจ la comunitร cristiana la sposa, rappresentata dalle dieci vergini.
โCinque di esse erano stolte e cinque saggeโ (v. 2).
Qui viene ripreso un tema caro a Matteo: nella comunitร cristiana convivono il male e il bene; il grano e la zizzania crescono nello stesso campo; i pesci buoni e quelli cattivi si trovano nella stessa rete; gente pulita e gente sporca siede alla stessa mensa; i sapienti e gli stolti sono affiancati.
Si noti anche che le vergini stolte sono nominate per prime, perchรฉ sono loro che destano preoccupazioni. Rappresentano i cristiani a rischio, quei discepoli che si sono assopiti e che si comportano come ragazze frivole, vanesie e svampite, che perdono la testa per i vestiti, i monili, i profumi, il look e trascurano lโessenziale. Puntano la vita su ciรฒ che รจ caduco, trascurano i valori autentici, dimenticano lโunica cosa necessaria, quella che Maria aveva scelto stando ai piedi del Signore e divenendo sua discepola (Lc 10,38-42).
Le vergini vigilanti sono invece i cristiani che non si lasciano sedurre dalle vanitร e rimangono concentrati su ciรฒ che รจ importante nella vita.
La parabola รจ riproposta ai cristiani di oggi, per aiutarli a scoprire e riconoscere la โvergine stoltaโ che si trova in ognuno di loro. Spesso รจ lei che โ senza che se nโavvedano โ li prende per mano, li consiglia, li guida, dร suggerimenti e orienta verso scelte insensate.
Nella seconda parte della parabola (vv. 6-9) cโรจ, anzitutto, il grido di qualcuno che, piรน vigilante degli altri, intuisce per primo che sta per giungere lo sposo, poi vengono messi a confronto i due gruppi e il modo opposto con cui hanno vissuto il tempo dellโattesa.
Il comportamento sconcertante delle vergini sagge, che rifiutano il loro olio alle compagne, contiene un messaggio prezioso. In passato si udiva ripetere dai maestri spirituali la frase: โLโimportante รจ morire in grazia di Dioโ, quasi bastasse un buon sentimento, un buon pensiero al termine della vita, per rimettere a posto unโesistenza gestita male. Una vita rovinata non viene ricostruita allโultimo minuto e nessuno puรฒ prestare parte della sua. Lโimportante dunque non รจ morire bene, ma vivere bene. Dio โ รจ vero โ trova sempre e comunque il modo di salvare lโuomo, ma alla fine ognuno si ritroverร con ciรฒ che ha fatto: con un palazzo splendido e solido o con un castello di cartapesta, che non resisterร al fuoco del giudizio di Dio, quando egli โmetterร alla prova la qualitร dellโopera di ognunoโ (1 Cor 3,13-17).
La terza parte (vv. 10-12) contiene la scena di giudizio: arriva lo sposo, alcuni sono ammessi alla festa, altri sono rifiutati.
In Matteo le parabole si concludono spesso in modo drammatico, con minacce e castighi. Questi non sono introdotti per terrorizzare, ma per mettere in guardia da comportamenti errati che conducono al fallimento. Sono un richiamo allโimportanza del momento presente, lโunico che ci รจ dato e che neppure Dio ci puรฒ far rivivere. Se lo si investe male, รจ perso per sempre.
La chiusura della porta indica la fine di tutte le opportunitร . Da qui lโurgenza di stabilire come impiegare bene la vita e lโimmagine della lampada accesa suggerisce il modo.
Verrร approvato da Dio chi avrร fatto scelte evangeliche, sarร stato perseverante e avrร mantenuta accesa nella mente e nel cuore la luce della fede, anche nei momenti in cui le prove e le difficoltร saranno andate al di lร del previsto. Verrร condannata e giudicata insensata, invece, la scelta di chi, per un poโ, avrร seguito le proposte di Cristo, ma poi, stanco, avrร ripiegato su altri valori, su altri interessi.
ย Solo questo รจ il messaggio della parabola, il resto รจ drammatizzazione per renderlo incisivo, non รจ la descrizione di ciรฒ che Gesรน farร alla fine del mondo con chi si sarร comportato da stolto.
Lโepilogo (v. 13) รจ un ultimo richiamo alla vigilanza: lo Sposo puรฒ venire da un momento allโaltro ed รจ necessario essere sempre pronti ad accoglierlo.
Sarebbe un errore immaginare questo mondo come una sala dโattesa in cui, seduti, pazienti e magari sonnecchiando, i cristiani aspettano che il Signore venga a prenderli per introdurli nel mondo futuro.
Questa concezione (che era quella di alcuni cristiani di Tessalonica) ha dato origine al disimpegno, allโimmobilismo, alla disaffezione, al disinteresse per i problemi del mondo e delle realtร terrene e questi atteggiamenti sono quanto di piรน antievangelico si possa immaginare.
Gesรน non viene solo al termine della nostra vita, viene in ogni istante e vuole trovare i suoi discepoli impegnati nel servizio, nel dono di sรฉ al fratello. Nella loro stanza, la lampada deve essere sempre accesa, come punto di riferimento e richiamo di speranza per il povero in cerca di aiuto, per lโemarginato e lo straniero che invocano amore e giustizia, per la donna che chiede rispetto, per chi รจ vittima di violenza e anela alla pace, per chi ha sbagliato e ha bisogno di comprensione e di perdono.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 12 Novembre 2017 anche qui.
XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Sap 6, 12-16; Sal.62; 1 Ts 4, 13-18; Mt 25, 1-13
Mt 25, 1-13
Dal Vangelo secondoย Matteo
1Allora il regno dei cieli sarร simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sรฉ lโolio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche lโolio in piccoli vasi. 5Poichรฉ lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzรฒ un grido: โEcco lo sposo! Andategli incontro!โ. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: โDateci un poโ del vostro olio, perchรฉ le nostre lampade si spengonoโ. 9Le sagge risposero: โNo, perchรฉ non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e comprateveneโ. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare lโolio, arrivรฒ lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Piรน tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: โSignore, signore, aprici!โ. 12Ma egli rispose: โIn veritร io vi dico: non vi conoscoโ. 13Vegliate dunque, perchรฉ non sapete nรฉ il giorno nรฉ lโora.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 12 Novembreย – 18 Novembre 2017
- Tempo Ordinario XXXII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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