XXVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno Aย
Anche il vangelo di oggi รจ una parabola del rifiuto. Descrive il tragico rifiuto del dono del Padre cioรจ della missione del Figlio come salvatore del mondo.
ร collocata nella vigna, come giร abbiamo visto in diverse domeniche, ora si tratta del padrone che manda i suoi servi a ritirare il raccolto che i contadini dovevano consegnargli. Siccome รจ rivolta ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo รจ ovvio che quelli che lavorano nella vigna di Israele sono proprio loro. Ci sono due gruppi dei servi, iย primi arrivano, vengono presi a bastonate e uccisi, qualcuno lapidato. Allora il padrone manda il secondo gruppo e viene trattato allo stesso modo. Questi due gruppi fanno riferimento alla classica divisione, i cosiddetti libri anteriori – alcuniย libri storici, e quelli posteriori ossia i libri dei profeti.
Come a dire che dopo il peccato Dio chiama lโuomo a ritornare, a scoprire il senso e il privilegio di lavorare nella vigna, ma il peccato รจ cosรฌ tanto inciso sulla struttura stessa dellโuomo che non รจ in grado di cogliere il valore, la portata e il senso salvifico di essere nellโambito del regno e di lavorare nellโambito della vicinanza e della realtร del Signore stesso, cioรจ di stare nellโalleanza .
Questo contiene un significato spirituale incisivo anche per il nostro tempo. Il grande teologo greco Zizioulas dice che certamente la fine della modernitร ha lasciato nella nostra culturaย un danno sulla visione antropologica, su ciรฒ che uomo รจ e ciรฒ che si intende per uomo, su quale รจ la sua veritร e il suo senso di esistere. Perciรฒ non รจ piรน possibile un richiamo solo etico morale, non basta proporre un insegnamento, dargli una visione intellettuale, culturale del bene perchรฉ dandogli idee buone non diventa buono. Non รจ sufficiente insegnare, ci vuole un intervento radicale sulla struttura dellโuomo stesso che non รจ possibile fare dallโesterno con un intervento pedagogico, didattico o dottrinale, di leggi etiche. Ci vuole un sacramento in cui lโuomo rigenerato nel Figlio scopra il proprio modo di essere, cioรจ una umanitร secondo Dio.
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Anche nella parabola alla fine il padrone decide di mandare il proprio figlio e quando questo arriva la reazione di questi contadini รจ uguale. Dicono che costui รจ lโerede, e uccidendolo avranno loro la sua ereditร . Il cap 3 e 4 della Genesi sono fondamentali per capire la situazione antropologica dellโuomo. Come dice Paolo in Rm 3 tutti gli uomini sono sotto il peccato, tutta lโumanitร giace in una ferita, in uno stato che la fa peccare e che non รจ lo stato dei singoli peccati che uno puรฒ fare ma quello stato che fa sรฌ che lโuomo sia peccatore, che pecchi. Proprio lo stato in cui lโuomo ha perdutoย – privi di gloria di Dio โ quel modo di esistere e di intendere se stesso in relazione a Dio, di capire la sua identitร come simile a Dio, come quel modo di essere di Dio che รจ relazionale e si รจ perduto e perciรฒ lโuomo non puรฒ piรน rivelare questa realtร divina, non puรฒ piรน rivelare con i suoi gesti la sua stessa veritร che si richiama a Dio.
Questo si vede nella parabola: un uomo che ormai vuole prendere, vuole conquistare ciรฒ che ha perduto e non capisce il vangelo, ad es Mc 10 quando il ricco giovane si mette in ginocchio e chiede cosa deve fare per ereditare la vita eterna, perchรจ lโereditร non si prende, non si ruba e non si conquista, per essere eredi bisogna essere figli. Lui รจ il figlio e non comprendono che perciรฒ se lo accolgono avranno accesso allโereditร , perchรฉ per questo bisogna essere figli (Gv1,12). Ecco ciรฒ che Gesรน dice al giovane ricco, lascia tutto e vieni con me, prendi con me la figliolanza. โE se siamo figli, siamo anche eredi; eredi di Dio, coeredi di Cristoโ (Rm 8,17). Accogliendolo si diventa coeredi.
Invece con questo atteggiamento di conquista perdono tutto. Distruggono se stessi e uccidono il figlio. Questo ci rimanda a Eb 13,12 dove si dice che il Figlio salva gli uomini con la sua passione, con la sua morte fuori dalla cittร . Qui lโhanno portato fuori dalla vigna come escluso, come oggetto di tutta lโaggressivitร e tutto il male, e questo lui lโassume totalmente su di sรฉ.ย E al tempo stesso questa scena richiama Gn 36,18 quando i figli di Giacobbe vedono arrivare Giuseppe e decidono di ucciderlo semplicemente perchรฉ amato dal padre, gli ha dato la tunica. Si compie ciรฒ che viene detto in Gv 15,25 โmi hanno odiato senza ragioneโ. Solo perchรฉ Figlio del Padre.
Ciรฒ che lโuomo peccatore, rinchiuso nella schiavitรน della natura ferita non puรฒ capire รจ la figliolanza. ร lโamore libero tra Padre e Figlio. E la dignitร dellโamore libero tra i figli. Questo non solo che non si capisce ma dร fastidio. Si prende la violenza come mezzo contro ciรฒ che รจ bello, buono, ciรฒ che รจ lโamore. E la conclusione della parabola รจ potente. La gente risponde che certamente il padrone farร morire miseramente quei malvagi, ma Gesรน per tutta risposta cita le Scritture dicendo che la pietra scartata dai costruttori รจ diventata la pietra dโangolo. Non dice cosa farร il padrone, come sistemerร quelli, il Figlio proprio per quelli chiederร perdono in modo che nessuna violenza rimarrร non perdonata, non accolta. Tutto ciรฒ che fu scartato e buttato fuori diventa la pietra angolare, sulla quale tutto quello che รจ dellโumanitร si puรฒ costruire.
P. Marko Ivan Rupnik – Fonte
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XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Is 5, 1-7; Sal.79; Fil 4, 6-9; Mt 21, 33-43
Mt 21, 33-43
Dal Vangelo secondoย Matteo
33Ascoltate unโaltra parabola: cโera un uomo che possedeva un terreno e vi piantรฒ una vigna. La circondรฒ con una siepe, vi scavรฒ una buca per il torchio e costruรฌ una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andรฒ lontano. 34Quando arrivรฒ il tempo di raccogliere i frutti, mandรฒ i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandรฒ di nuovo altri servi, piรน numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandรฒ loro il proprio figlio dicendo: โAvranno rispetto per mio figlio!โ. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: โCostui รจ lโerede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua ereditร !โ. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrร dunque il padrone della vigna, che cosa farร a quei contadini?ยป. 41Gli risposero: ยซQuei malvagi, li farร morire miseramente e darร in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempoยป. 42E Gesรน disse loro: ยซNon avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato รจ diventata la pietra dโangolo; questo รจ stato fatto dal Signore ed รจ una meraviglia ai nostri occhi? 43Perciรฒ io vi dico: a voi sarร tolto il regno di Dio e sarร dato a un popolo che ne produca i frutti.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 08 – 14 Ottobre 2017
- Tempo Ordinario XXVII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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