Vangelo del giorno – 30 settembre 2017 – don Antonello Iapicca

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PER RADICARE IN NOI IL SUO AMORE, CON L’ESPERIENZA CHE FACCIAMO NELLA COMUNITA’,GESU’ PIANTA NELLE ORECCHIE E NEL CUORE LA PAROLA CHE LA CHIESA CI ANNUNCIA

Dio รจ grande, onnipotente, ma oggi ci stupisce per la sua… testardaggine. Gesรน, infatti, conosceva quello che gli uomini avevano nel cuore; sapeva che i suoi discepoli non avevano capito nulla di quello che Egli diceva e faceva. Non solo, si nascondevano per paura come Adamo, e, pur avendo accanto a loro l’Autore di quei gesti e di quelle parole, non riuscivano neppure a rivolgergli domande su quell’amore incredibile. Ebbene, perchรฉ Gesรน, pur sapendo tutto questo dei suoi discepoli, si intestardisce al punto di conficcare nelle loro orecchie parole che non avrebbero compreso e dalle quali sarebbero sfuggiti? Non si tratta di una questione di poco conto.

E’ anzi attualissima, in questo tempo in cui regna l’idolo della tolleranza e del rispetto di ogni diritto. Ecco, รจ proprio qui il punto: non solo gli ideologi, i cattivi maestri e i falsi profeti di turno esaltano e idolatrano la menzogna ipocrita dell’indifferenza spacciata per amore; anche noi, vescovi, preti, padri e madri, cristiani, siamo intrappolati nell’inganno subdolo del demonio che, con la scusa del rispetto, ci imbavaglia perchรฉ non si annunci il vangelo. Non รจ opportuno, รจ troppo presto, non capirebbero… Non si puรฒ far violenza, occorre la delicatezza che sa avere pazienza e cogliere il momento propizio. I consigli pastorali e i differenti comitati che organizzano a tavolino la missione della Chiesa come fosse una qualsiasi multinazionale, nascono da questo inganno di fondo. Cosรฌ come le crisi dei genitori che, dopo aver sperimentato tante volte il rifiuto dei figli e la totale chiusura alle loro parole, si ritirano in una libertaria e moderna tolleranza, perchรฉ in fondo capiranno da soli con l’esperienza, non รจ capitato anche a noi? A me no, e sono ancora distante anni luce dalla conversione; ma nemmeno ai santi, come a nessun cristiano. Non si aprono gli occhi solo in virtรน della propria esperienza, anzi; spesso questa porta a cadere ancora piรน in basso, a chiudersi nella paura e a non domandare aiuto e luce, proprio come i discepoli di Gesรน.

Per convertirsi, per aprirsi cioรจ all’amore di Dio rivelato in Cristo suo Figlio, occorre che qualcuno pianti la sua Parola nelle orecchie. Il testo originale dice proprio cosรฌ: seminate, piantate, infilate bene e a fondo “queste parole”. Conficcatele nelle orecchie perchรฉ penetrino nel cuore. Come fece, ad esempio, S. Ignazio di Loyola con quella stoffa grezza e ribelle che era, all’inizio, Francesco Saverio. Come una goccia d’acqua che cade sul ferro sino a forarlo, Ignazio ripeteva ogni giorno al giovane studenteย queste parole di Gesรน: “Che gioverร  a un uomo aver guadagnato tutto il mondo se perde poi lโ€™animaย sua?”.ย Francesco Saverio era in quel momento lanciato verso il futuro; dotato di una intelligenza fuori dal comune, brillante e geniale,ย sognava di diventare un intellettuale, un giurista o un uomo dโ€™armi per ottenere una posizione di rilievo nella sua nativa Javier, e risollevare cosรฌ la sua famiglia umiliata dalle vicende avverse dela storia. Si trovava quindi nel momento meno favorevole per accogliere la parola di Gesรน annunciata da Ignazio. E invece, la sua ripetizione incessante, ebbe ragione del cuore duro e indocile del giovane navarro, e vi si conficcรฒ per non sganciarvisi mai piรน. Quella parola “messa bene nelle sue orecchie” cominciรฒ ad ardere nel suo cuore trasformandosi in amore e zelo che lo spinsero a consumare la sua vita per annunciarla in ogni angolo dell’Asia. Grazie ad Ignazio che non ebbe timore e rispetto umano, Francesco Saverio percorse senza sosta un continente immenso per “mettere bene nelle orecchie” di chi ancora non lo conosceva, le Parole redentrici di Cristo.

Quelle parole che annunciano la consegna del Figlio dell’uomo nelle mani degli uomini, seminate nelle orecchie dei discepoli sono il primo passo della consegna. In esse รจ Gesรน stesso che si consegnava per essere seminato nel loro cuore. L’imperativo aoristo positivo usato da Gesรน, infatti, nell’originale greco indica “la necessitร  di dare inizio a una cosa nuova, fare ciรฒ che i discepoli non avevano ancora fatto” (Silvano Fausti). Si trattava della stessa necessitร  di Gesรน di consegnarsi e lasciarsi consegnare alla morte per ogni figlio di Adamo schiavo dell’inganno del demonio che getta nell’ignoranza. I discepoli, infatti, “ignoravano” le parole di Gesรน, schiavi dell’imperfetto che, nel greco originale, indica un’azione del passato che dura nel presente.

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Come loro, anche noi con i nostri figli siamo incapaci di comprendere l’amore di Dio che si lascia uccidere dai malvagi, perchรฉ abbiamo ascoltato e accolto la parola di menzogna del serpente, che ha chiuso la nostra mente e il nostro cuore nel sepolcro dell’ignoranza, sigillato dalla durissima pietra dell’incredulitร . Per questo Gesรน, nel momento in cui “stava per essere consegnato”, ha voluto seminare il primo passo del suo amore proprio nei cuori di coloro che aveva scelto perchรฉ lo annunciassero a tutti gli uomini. E’ un po’ come fa un prestigiatore quando ti fa scegliere una carta prima di nasconderla nel mazzo; devi essere sicuro che quella che poi riuscirร  a riconoscere era proprio quella che tu avevi visto e scelto. Sulla soglia del suo compimento, Gesรน ha conficcato nelle orecchie dei discepoli la primizia della sua passione d’amore proprio mentre erano chiusi ad essa, perchรฉ vedendolo poi risuscitato, quel seme si dischiudesse dalla loro carne, come una fonte interiore che zampilla per la vita eterna. Gesรน ha piantato la sua Parola perchรฉ facesse spazio allo Spirito che avrebbe donato dopo essere risuscitato. Il greco originale “mellein” tradotto con “sta per”, indica proprio un futuro giร  presente e iniziato. Per amore dunque, pur conoscendo la loro ignoranza e la loro chiusura, Gesรน ha voluto piantare nel cuore dei discepoli l’embrione della sua opera di salvezza. Senza quella semina della Parola nel buio di una terra ostile e, apparentemente, pure fuori stagione, il seme dell’amore non sarebbe cresciuto sino ad uscire con Cristo dal sepolcro per incontrare la luce della risurrezione, il compimento dello Spirito santo che lo avrebbe fatto fruttificare.

Coraggio allora, perchรฉ anche oggi il Signore si dona a noi piantandosi nella nostra vita, anche se non capiamo e non vogliamo capire, nella paura di vederla stravolta come accadde a San Francesco Saverio. Coraggio, non temiamo di annunciare il Vangelo dell’amore infinito di Dio a chi ci รจ accanto, ai giapponesi che sembrano impermeabili a tutto; non cediamo alla tentazione demoniaca che, con la scusa dellโ€™inculturazione, vorrebbe farci tacere per squagliare la Veritร  celeste del Vangelo nella cultura che รจ sempre frutto dellโ€™uomo vecchio schiavo del peccato. Questo non รจ rispetto, ma disprezzo per l’altro! Annuncia, non temere, anche e soprattutto ai figli che sembrano dei muri invalicabili. Pianta nel loro cuore la Parola, una, due, mille volte, perchรฉ ogni istante รจ il momento nel quale Cristo “sta per consegnarsi a lui” attraverso di te, di voi genitori, e poi della comunitร  cristiana. Non aver paura di donarti, prendi oggi su di te la paura dell’altro, รจ identica alla tua, che Cristo ha vinto con la forza dell’amore piantato nella tua morte per farti risorgere con Lui nella vita nuova e libera dalla schiavitรน del peccato. Perchรฉ ogni parola predicata e conficcata in chi ci รจ accanto prepara l’avvento dello Spirito Santo vivificante, primizia del Cielo preparato per ogni uomo.

don Antonello Iapicca

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 9, 43-45
Dal Vangelo secondoย  Luca

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซMettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uominiยป.
Essi perรฒ non capivano queste parole: restavano per loro cosรฌ misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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