XIII Domenica del Tempo Ordinario โ Anno A
Il brano del vangelo di oggi รจ ancora tratto dal capitolo 10 di Matteo come domenica scorsa, cioรจ il capitolo della missione degli apostoli. Forse a prima vista il vangelo sembra difficile, duro. โChi ama il padre o la madre piรน di me non รจ degno di me. Chi ama il figlio o la figlia piรน di me non รจ degno di meโ.
Esiste un mondo, una realtร relazionale che Berdiaev spiega come la relazionalitร secondo la natura umana e questi sono proprio i rapporti familiari. La famiglia infatti appartiene allโordine della natura. Tanto รจ vero che quando nella Bibbia comincia la storia della salvezza, con la chiamata di Abramo, il Signore comincia a tirarlo fuori da un mondo del tutto soggetto alla natura, cioรจ secondo unโesistenza solo naturale. Esci dalla tua casa, la casa di tuo padre, esci dalla tua patria. Inizia un exodus tale che Abramo possa imparare un modo di esistere relazionale, non secondo la natura ma secondo la vita divina, cioรจ secondo un modo di Dio. Infatti tutta la storia di Abramo sarร questo racconto di come Dio lo educa a unโalleanza, cioรจ a una relazionalitร secondo Dio, cioรจ nellโordine dello Spirito e non della natura umana. Anzi al rovescio, dove la natura umana diventa lโespressione di una nuova relazionalitร .
E qui il vangelo viene a chiarire proprio questo punto teologicamente e spiritualmente molto significativo: non si puรฒ mettere allo stesso livello la relazione con Cristo e le relazioni dellโordine naturale, come quelle familiari. La relazione con Cristo รจ veramente una relazione secondo lo Spirito, dunque una relazione assolutamente libera, non gestita dalle necessitร . รย un modo di amare secondo Dio, cioรจ dove la relazione realizza il dono di sรฉ, dove lโio non รจ mai lโepicentro ma la relazione รจ il luogo del dono di sรฉ.
[ads2]ร interessante vedere che in greco la parola usata per questo amore umano, pur di alto livello, รจย filรฌa che รจ diversa da agape usata quando al centro si mette lโamore secondo Dio. Agape รจ lโamore libero, che riconosce lโaltro come epicentro della relazione, come ad esempio inย Gv 15,9: โCome il Padre ha amato me anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amoreโ. Qui viene usato un linguaggio che poi infatti รจ stato usato dai cristiani per designare lโamore di Dio, secondo Dio, dunque un amore che viene donato, unโesistenza relazionale che viene donata per mezzo di Cristo a noi, che ci raggiunge in Cristo. Lo stesso Gv giร nel Prologo (1,12) dice che chi lo accoglie ha potere di diventare figlio di Dio. Entra cioรจ in un livello nuovo, superiore dellโesistenza, quella filiale, che conosce il Padre.
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Non si tratta di non amare i genitori o di chi ha la prioritร ma di due livelli diversi, e se uno non accoglie questo nuovo modo di amare rimane prigioniero della relazionalitร che รจ gestita dalla necessitร della natura umana. Non libera. Se su questo stesso orizzonte includiamo anche la relazionalitร con il Signore avviene un grave fraintendimento sulla fede: da accoglienza del dono di una vita nuova puรฒ ridursi a una religione con prescrizioni, precetti comandamenti che fanno leva su di me affinchรฉ io li compia per acquistare la benevolenza di Dio. Si mette una mentalitร commerciale dentro mondo religioso, che lo sconfessa e rivela la sua falsitร perchรฉ non รจ una relazione libera. Mentre la fede รจ sprigionare questa esistenza libera. San Paolo in Galati 5 lo dice esplicitamente, Cristo ci ha liberati perchรฉ restassimo nella libertร .
Si capisce bene allora che chi ha tenuto per sรฉ la propria vita la perde. E qui per la vita รจ usata la parola psichรจ, la voglia di salvarsi, di rimanere, di salvare lโesistenza legata al bios (altra parola per vita), alla coscienza dellโio minacciata dalla precarietร , dalla fragilitร della nostra esistenza secondo natura. Chi cerca di salvare quella vita, di tenerla in mano, di gestirla, la perderร . E qui, quando il Signore dice sono venuto per darvi la vita non dice psichรจ ma zoรจ, parola che รจ riservata allโesistenza di Dio, alla vita di Dio (cfr. Gv10,10).
Il vangelo รจ esplicito e chiaro, non si parte in missione allโinterno di un orizzonte che non รจ quello che viene a dischiudersi con il dono che accogliamo, con la vita, con il Signore che accogliamo. La relazione con lui cambia orizzonte della nostra vita.
P. Marko Ivan Rupnik – Fonte
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XIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: Bianco
- 2 Re 4,8-11.14-16; Sal 88; Rm 6, 3-4. 8-11; Mt 10, 37-42
Mt 10, 37-42
Dal Vangelo secondoย Matteo
In quel tempo, disse Gesรน ai suoi discepoli: “Chi ama il padre o la madre piรน di me non รจ degno di me; chi ama il figlio o la figlia piรน di me non รจ degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non รจ degno di me.
Chi avrร trovato la sua vita, la perderร : e chi avrร perduto la sua vita per causa mia, la troverร .
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta come profeta, avrร la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrร la ricompensa del giusto.
E chi avrร dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perchรฉ รจ mio discepolo, in veritร io vi dico: non perderร la sua ricompensa”.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 02 – 08 Luglio 2017
- Tempo Ordinario XIII, Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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