Commento al Vangelo del 25 giugno 2017 – dom Luigi Gioia

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Il commento alle Letture di domenica 25 giugno 2017 (audio e testo), XII domenica del Tempo Ordinario, a cura di dom Luigi Gioia.

https://youtu.be/mobzSa-atWM

File audio prelevato dal sito web di dom Luigiย  ed il testo del commento รจ presente nel libro “Mi guida la Tua mano – Omelie sui vangeli domenicali. Anno A” disponibile nelle seguenti librerie:

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Oltre ogni paura

E’ difficile considerare il cristianesimo โ€˜vangelo’, cioรจ buona notizia, quando ci annuncia che il peccato regna nel mondo, che al peccato di un solo uomo (Adamo) si sono aggiunti i peccati di molti, tutti hanno peccato, e che questo genera strutture di peccato all’opera nella storia delle quali siamo inevitabilmente complici. Gli esempi sono nella cronaca di tutti i giorni. Individualmente, nessuno di noi รจ insensibile al dramma di migliaia di profughi costretti dalle guerre -che sono i nostri paesi occidentali ad avere innescato- ad abbandonare le loro patrie per cercare rifugio nei nostri paesi. Individualmente, non siamo insensibili alla loro sorte e se ne incontrassimo li aiuteremmo senz’altro in qualche modo, ma collettivamente facciamo di tutto per tenerli lontani, per impedire loro di entrare nei nostri paesi, per deportarli nei loro luoghi d’origine dove saranno di nuovo esposti a pericoli mortali. Una struttura di peccato รจ questa: indipendentemente dalla volontร  dei singoli, essa stritola tutti sul suo passaggio e, a meno di essere eroi, nessuno sembra capace di resistere ai suoi meccanismi letali. Il nostro benessere riposa su queste strutture e nessuno รจ pronto a rinunciarvi, nรฉ saprebbe come fare. C’รจ davvero una inevitabilitร  riguardo al male nel mondo e alla nostra complicitร  con esso, che la tradizione cristiana ha chiamato โ€˜peccato originale’ e che Paolo descrive impietosamente quando afferma che in tutti gli uomini si รจ propagata la morte.

Il cristianesimo non pecca perรฒ di pessimismo o di fatalismo nell’offrire questo quadro. Se denuncia cosรฌ accoratamente questa situazione non รจ per colpevolizzare nessuno, nรฉ per dispensare dalla lotta per la giustizia. Ben al contrario, รจ in virtรน della sua acuta consapevolezza di quanto tale situazione, pur restando critica, porti giร  in sรฉ i semi di cambiamento dai quali risulteranno i cieli e la terra nuovi. Da dove proviene infatti la diagnosi del cristianesimo sulla storia? Non prima di tutto dall’esperienza, nรฉ da una analisi meramente storica, sociologica o filosofica. Sorprendentemente, tale diagnosi proviene dalla salvezza di Cristo e il ragionamento di Paolo, che รจ poi diventato quello cristiano, รจ facilmente riassumibile come segue: se era necessario che Dio si facesse uomo per salvarci, questo vuol dire che la nostra situazione doveva essere (e resta) davvero drammatica. Gli esegeti hanno infatti appurato che Paolo ragiona a partire non dal peccato, ma dal dono della grazia: รจ perchรฉ tutti hanno bisogno del perdono di Cristo che sappiamo che tutti hanno peccato; รจ misurando quanto il dono della grazia non sia come la caduta, e con quale abbondanza il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesรน Cristo, si sia riversato su tutti, che deduciamo quanto ne avessimo bisogno.

Se dunque il cristianesimo presenta un quadro non roseo della situazione dell’umanitร  non รจ per incuterci timore, per colpevolizzarci o per scoraggiarci, ma ben al contrario come sottofondo al grande messaggio di consolazione e di speranza che risuona praticamente in ogni pagina della Scrittura. Se infatti spesso vi รจ terrore all’intorno, se spesso insulto e vergogna coprono la nostra faccia, se la vita ci esporrร  ad ogni sorta di sfide, di prove, di sofferenze, l’invito reiterato due volte nel vangelo di oggi รจ non abbiate paura.

Ci รจ garantita l’amorevole assistenza di un Dio che ci conosce a tal punto da aver contato il numero dei capelli sul nostro capo, che ci ha tanto amato da dare il suo Figlio per noi e la cui fedeltร  รจ eterna.

[ads2]Ogni volta che nella Scrittura un profeta o un salmo si lamentano di una prova, gridano una sofferenza, protestano contro il Signore, lo fanno con onestร , audacia, senza paura di offendere il Signore, consapevoli di poter dire tutto a Dio, ma concludono sempre questi sfoghi con una lode, con un ringraziamento, dando giร  per scontato di essere stati ascoltati ed esauditi. Le letture di oggi ci mostrano questo modello all’opera sia nel testo di Geremia che nel salmo. Il primo si conclude con un invito a cantare inni al Signore e a lodarlo perchรฉ ha liberato il povero dalla mano dei malfattori e il secondo invita i poveri a vedere, a rallegrarsi, a farsi coraggio, giร  sicuro che il Signore ascolta i miseri, e conclude con un invito alla lode: A lui cantino lode i cieli e la terra,
i mari e quanto brulica in essi.

Ritroviamo la stessa dinamica presente nel pensiero di Paolo. Possiamo dire che รจ la fede nella fedeltร  di Dio, nel suo amore per noi, che libera il grido di dolore e gli permette di esprimersi in tutta la sua veemenza. Il salmista puรฒ rivolgere a Dio la sua preghiera con sinceritร , senza timore, perchรฉ ne conosce la fedeltร , la bontร  ed anche la tenerezza: Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontร , rispondimi,
nella fedeltร  della tua salvezza.

Rispondimi, Signore, perchรฉ buono รจ il tuo amore; volgiti a me nella tua grande tenerezza.

Il realismo cristiano, insomma, non ha bisogno di edulcorare in nulla la realtร  del male del mondo, ma รจ al sicuro da ogni forma di fatalismo, di cinismo e di disperazione perchรฉ conosce il Dio in cui spera, ha imparato a decifrare il suo intervento nella storia, ne conosce la tenerezza e la fedeltร  e a queste sa di poter ricorrere senza temere mai di restare deluso.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 25 giugno 2017 anche qui.

XII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Mt 10, 26-33
Dal Vangelo secondoย Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi apostoli:
ยซNon abbiate paura degli uomini, poichรฉ nulla vi รจ di nascosto che non sarร  svelato nรฉ di segreto che non sarร  conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geรจnna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrร  a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete piรน di molti passeri!
Perciรฒ chiunque mi riconoscerร  davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerรฒ davanti al Padre mio che รจ nei cieli; chi invece mi rinnegherร  davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherรฒ davanti al Padre mio che รจ nei cieliยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 25 Giugno – 01 Luglio 2017
  • Tempo Ordinario XII, Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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