Il famigerato (piรน che famoso) discorso eucaristico che Gesรน tiene nella sinagoga di Cafarnao รจ un crescendo verso lโassurdo, se lo leggiamo solo con le nostre meningi. Tra i molti discorsi di Gesรน รจ quello che maggiormente impegna la fede. E il vangelo odierno ne รจ la prova. Passi che Gesรน dica: ยซIo sono il pane vivo disceso dal cieloยป. Ma quanto segue รจ per lo meno frastornante: ยซโฆe il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.
Siamo talmente abituati a queste sciabolate verbali che non ci fanno piรน nรฉ caldo nรฉ freddo, ma ficchiamoci nei panni di chi le udรฌ la prima volta! Altro che chiedersi: ยซCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiareยป! La dichiarazione di Gesรน potrebbe benevolmente essere intesa in senso figurato, sfumandola verso un generico โdare la vitaโ, cosa che peraltro ha fatto. Invece vuol essere preso alla lettera. Ne รจ prova il fatto che poco oltre, quando dice: ยซChi mangia la mia carne e beve il mio sangueยป, per il verbo โmangiareโ non usa piรน il raffinato faghein (aoristo del poliradicale esthรฌo), ossia mangiare in punta di forchetta, ma il robusto trogo, che cavalca pure nelle dichiarazioni successive. Orbene questโaltro verbo significa mangiare con fragorosa mandibolazione. Presumo che gli apostoli, quando, nellโultima cena, hanno visto come si mettevano le cose in atto di istituzione dellโeucaristia, abbiano tirato un sospiro di sollievo! Nulla dunque di cannibalesco, ma carne e sangue elegantemente nascosti sotto le parvenze del pane e del vino. Va detto per correttezza e precisione che la sfasatura dei verbi โmanducatoriโ รจ da attribuirsi allโevangelista che scriveva in greco, non a Gesรน che parlava aramaico.
[ads2]Cristo enuncia lโindispensabilitร dellโeucaristia per il conseguimento della vita eterna, introducendosi con la doppia clausola veritativa ยซin veritร in veritร vi dicoยป, abitualmente previa a suoi enunciati solenni, come quello che segue: ยซSe non mangiate (faghete) la carne del Figlio dellโuomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vitaยป. Formulazione sintattica perfettamente parallela a: ยซSe uno non rinasce da acqua e da spirito non puรฒ entrare nel regno di Dioยป (Gv 3,5). Ma Gesรน non sembra soddisfatto dellโenunciato eucaristico precitato e lo rinforza chiarendolo: ยซChi mangia (questa volta trogo) la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterรฒ nellโultimo giornoยป. Unโeucaristia dunque talmente affacciata allโeternitร da chiedersi se Gesรน pensasse piรน alla prima comunione o al viatico (chi se ne ricorda?). Lโeucaristia dunque come fattore di vita eterna, con buona pace di coloro che si professano credenti ma non praticanti! Segue una spiegazione: ยซPerchรฉ la mia carne รจ vero cibo e il mio sangue vera bevandaยป, ove lโaccento concettuale deve cadere su quel ยซvero/veraยป, cosรฌ ostinatamente ribattuto. Vero cibo e vera bevanda, perchรฉ fattori non di ยซquel viver chโ รจ un correre alla morteยป (Dante, Purgatorio XXX 54), ma di interminabilis vitae tota simul et perfecta possessio (= possesso perfetto e simultaneo di una vita senza fine), secondo la definizione che Boezio (โ 524) fornisce di eternitร .
Ma lโeucaristia non รจ tutta qui. Gesรน le riconosce anche unโaltra efficienza: ยซChi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in luiยป. Fa dunque scattare una specie di inabitazione reciproca, di velata (per ora) parvenza trinitaria, messa poi in luce nellโultima cena (cfr Gv 14,9).
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Alla fine il colpo di grazia: ยซQuesto รจ il pane disceso dal cieloยป. Sโera cominciato a parlarne appena entrati nella sinagoga di Cafarnao (Gv 6,31-32), in riferimento alla manna. E Gesรน assesta un fendente spiazzante: ยซ[Il pane che io vi dรฒ] non รจ come quello che mangiarono i vostri padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrร in eternoยป. Dichiarazioni di questo genere, cosรฌ supreme, cosรฌ formulate senza battere ciglio e senza timore di smentita, fanno dellโeucaristia il piรน straordinario e impensabile di tutti i sacramenti. Solo il genio di Gesรน poteva progettarla!
Mons. Alberto Albertazzi – Responsabile Uff. Catechistico presso CURIA ARCIVESCOVILE – UFFICI PASTORALI (Vercelli).
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Corpus Domini
- Colore liturgico: Bianco
- Dt 8, 2-3. 14-16; Sal. 147; 1 Cor 10, 16-17; Gv 6, 51-58
Gv 6, 51-58
Dal Vangelo secondoย Giovanni
In quel tempo, Gesรน disse alla folla:
ยซIo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: ยซCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?ยป.
Gesรน disse loro: ยซIn veritร , in veritร io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterรฒ nell’ultimo giorno. Perchรฉ la mia carne รจ vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosรฌ anche colui che mangia me vivrร per me. Questo รจ il pane disceso dal cielo; non รจ come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrร in eternoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 18 – 24 Giugno 2017
- Tempo Ordinario XI, Colore bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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