Commento al Vangelo di domenica 18 giugno 2017 – Enzo Bianchi

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La carne umana, la vita di Gesรน

La chiesa celebra oggi la festa del Corpus Domini, unโ€™altra festa teologico-dogmatica, istituita nel XIII secolo per affermare la dottrina eucaristica contro quanti la interpretavano in modo non conforme alla chiesa romana. Il nuovo ordo liturgico ha mantenuto questa festa, che diventa cosรฌ lโ€™occasione per comprendere maggiormente il mistero grande dellโ€™eucaristia e per adorare il corpo e il sangue del Signore, quel corpo che egli ha dato e quel sangue che ha versato per tutta lโ€™umanitร , avendola amata fino allโ€™estremo (cf. Gv 13,1).

Il brano del vangelo secondo Giovanni proclamato nella liturgia รจ tratto dal capitolo 6, un intero capitolo dedicato al racconto della moltiplicazione dei pani, alle parole di Gesรน che spiegano quellโ€™evento e poi rispondono alle domande e alle contestazioni dei suoi ascoltatori. La pericope รจ breve ma molto densa, come emerge dalle cinque parole che in essa ricorrono a piรน riprese, come una sorta di filo rosso: mangiare (8 volte), bere/bevanda (4 volte), carne (6 volte), sangue (4 volte), vita/vivere (9 volte).

[ads2]Ascoltiamo innanzitutto una dichiarazione di Gesรน: โ€œIo sono il pane vivo, disceso dal cieloโ€ (cf. anche Gv 6,48). Gli ascoltatori sono rimandati da Gesรน non a qualcosa con carattere di straordinarietร , di grandezza, di forza, ma allโ€™umile realtร  del pane che ognuno mangia quotidianamente per sostentarsi e che molti devono cercare, a volte addirittura mendicare nella loro povertร . Il pane, questo cibo umile e semplice, ma che รจ il simbolo della vita, del cibo โ€œnecessarioโ€ per vivere: Gesรน va proprio a questa realtร  necessaria allโ€™uomo, ma semplice e umile, per rivelare qualcosa di sรฉ e per significare il dono a noi di se stesso. Gesรน dice che egli stesso รจ pane, un pane per la vita, un pane vivo che non viene dagli uomini, che gli uomini non possono darsi, ma viene dal cielo, da Dio. Un pane per la vita eterna, che รจ comunione con Dio, vita per sempre con Dio, partecipazione definitiva al suo amore. Nel quarto vangelo questo pane, chiamato nei sinottici โ€œcorpoโ€, รจ indicato come โ€œcarneโ€, che in senso biblico non รจ la sostanza fisica del corpo umano, ma รจ la totalitร  dellโ€™essere vivente, lโ€™intera persona umana. Tutta la vita di Gesรน รจ dunque nel pane che egli ci dona attraverso la sua esistenza spesa nellโ€™amore, offerta attraverso la morte in croce e risuscitata dal Padre nella potenza dello Spirito santo (cf. Rm 1,4). Ecco perchรฉ Gesรน dice: โ€œIo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne, data perchรฉ il mondo vivaโ€.

Sono parole che dobbiamo contemplare, non spiegare, perchรฉ non riusciamo a comprenderle in pienezza. Se noi vogliamo vivere della vita vera e piena, non solo della nostra vita biologica che va verso la morte, dobbiamo mangiare il pane che Gesรน ci offre, se stesso. Tutta la sua vita, tutta la sua azione, tutte le sue parole, dalla nascita a Betlemme fino alla morte di croce, tutto รจ innestato nella vita del Figlio da sempre e per sempre nel seno del Padre (cf. Gv 1,18), e perciรฒ รจ vita eterna che viene offerta a noi, se siamo in ricerca, affamati di questa vita. Attenzione: questa vita non รจ solo vita divina, in vista di una divinizzazione, ma รจ anche e innanzitutto la vita umana di Gesรน, la vita da lui vissuta nella carne fragile e mortale che aveva assunto nascendo dalla vergine Maria. Quella vita umana vissuta in questo mondo per amore di noi umani, vita di un uomo che lโ€™ha spesa, consumata fino alla morte di croce, รจ per noi cibo di vita per sempre.

Ebbene, credo che la festa odierna ci consenta, anzi ci chieda di approfondire tale realtร  decisiva per noi credenti cristiani. Noi andiamo a Dio attraverso Gesรน, โ€œlโ€™immagine del Dio invisibileโ€ (Col 1,15): narrando Dio con la sua vita (cf. Gv 1,18: exeghรฉsato), Gesรน ha giudicato tutte le immagini e i volti di Dio che gli esseri umani si fabbricano con le proprie mani, ha giudicato tutte le proiezioni umane che sovente attribuiscono a Dio il volto di un Dio โ€œperversoโ€. Ormai ciรฒ che di Dio puรฒ essere conosciuto e predicato รจ ciรฒ che รจ stato vissuto e predicato da Gesรน. Ora, se รจ vero che per la fede dei cristiani รจ decisivo aderire a Gesรน, bisogna perรฒ intendersi bene sulle parole: quando si dice โ€œGesรนโ€, ci si riferisce a un vero uomo, debole, fragile e mortale come lo siamo noi; un uomo di carne (sรกrx: Gv 1,14), la sua carne che egli ci dona. Un uomo che รจ nato, vissuto e morto come ogni figlio di Adamo (cf. Lc 3,38): humanissimus, come amavano definirlo i padri monastici medievali!

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Se dunque cโ€™รจ un Dio, per noi cristiani รจ il Dio che deve essere conosciuto, letto e โ€œvistoโ€ nellโ€™esistenza umana di Gesรน di Nazaret (cf. Gv 14,9). Per questo motivo il cristianesimo esige che Gesรน sia conosciuto attraverso la sua vita narrata e testimoniata nei vangeli da parte chi รจ stato coinvolto nella sua vicenda, i discepoli, divenuti โ€œservi della Parolaโ€ (Lc 1,2); solo attraverso questa conoscenza potremo anche credere in lui fino ad amarlo, fino a confessarlo โ€œMessiaโ€, โ€œSignoreโ€, โ€œFiglio di Dioโ€, โ€œSalvatoreโ€, e cosรฌ giungere alla fede in Dio, alla conoscenza del Dio vivente e vero. Se invece non si conosce lโ€™umanitร  di Gesรน, si finisce โ€“ lo ripeto โ€“ per credere in lui come a una realtร  da noi immaginata e costruita. รˆ assolutamente necessario guardare alla sua esistenza umana quotidiana, trovare in essa la vita stessa di Dio, leggervi lโ€™espressione compiuta di Dio, e, di conseguenza, cogliere anche gli elementi โ€œstraordinariโ€ della sua vicenda come segni, segnali โ€“ semeรฎa secondo il quarto vangelo (cf. Gv 2,11.18.23; 3,2; ecc.) โ€“ capaci di orientare la nostra fede.

รˆ dunque la sua forma di vita โ€“ la sua carne e il suo sangue, per dirla con la pagina evangelica odierna โ€“ che รจ Vangelo, buona notizia per sempre e per tutti, mentre se si acclama Gesรน quale Dio senza confessarlo โ€œvenuto nella carneโ€ (1Gv 4,2), si finisce per snaturarlo. Qui sta la singolaritร  del cristianesimo: Dio si รจ rivelato in Gesรน, si รจ fatto conoscere nella sua umanitร ; Dio si รจ fatto uomo e lโ€™incarnazione รจ lโ€™umanizzazione di Dio. Sรฌ, Gesรน ha vissuto la sua esistenza terrena quale uomo povero e fragile, esattamente come gli uomini e le donne con cui entrava in relazione; il Figlio รจ entrato nella storia come uomo, pienamente uomo: un uomo capace di fare della sua vita un capolavoro dโ€™amore. Ed รจ questo amore, nientโ€™altro che questo amore reciproco, vissuto e praticato sul suo esempio, che egli ci ha lasciato come โ€œcomandamento nuovoโ€, ultimo e definitivo (cf. Gv 13,34; 15,12), come prassi che ci consente di essere riconosciuti quali suoi discepoli e discepole (cf. Gv 13,35).

Ha scritto il grande teologo Giuseppe Colombo: โ€œLโ€™eucaristia non comunica la vita di Gesรน ai cristiani, viceversa attira la vita dei cristiani unendola e conformandola a quella di Gesรน โ€ฆ รˆ da cancellare completamente dallโ€™immaginario cristiano lโ€™idea ingenua dellโ€™eucaristia come realtร  autosufficiente cui attribuire azioni e reazioni personali. In questo senso lโ€™eucaristia non รจ Gesรน Cristo, perchรฉ sarebbe un โ€œsecondoโ€ Gesรน Cristo โ€“ il Gesรน Cristo eucaristico o il Gesรน dellโ€™eucaristia โ€“ che si aggiunge al Gesรน della storia โ€ฆ In realtร  Gesรน Cristo รจ uno solo e non puรฒ essere raddoppiato โ€ฆ Il Gesรน dellโ€™eucaristia รจ il Gesรน che ha vissuto la storia degli uomini e non un altro Gesรนโ€ (Lโ€™esistenza cristiana, Glossa, Milano 1999, pp. 15-17).

Anche noi perรฒ, come quegli ascoltatori giudei, siamo perlomeno turbati dalle parole di Gesรน rimeditate e ridette dal quarto vangelo: come รจ possibile che un uomo ci dia la sua carne come cibo? Questa รจ una follia! Eppure Gesรน non ha paura di scandalizzare con unโ€™affermazione cosรฌ forte; anzi, commentandola la rende ancor piรน scandalosa: โ€œSe non mangiate la carne del Figlio dellโ€™uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vitaโ€. Linguaggio duro โ€“ come diranno subito dopo molti dei suoi discepoli (cf. Gv 6,60) โ€“ ma con il quale Gesรน cerca di rivelarci che mangiare il pane eucaristico e bere al calice della benedizione รจ ricevere la realtร  misteriosa (cioรจ nel mistero, nel sacramento) di Cristo, umanitร  trasfigurata nella resurrezione e vita divina del Figlio nel seno del Padre. Cosรฌ nellโ€™eucaristia la vita di Cristo diventa nostra vita e noi diventiamo corpo di Cristo, sue membra viventi, per lo stesso soffio che รจ lo Spirito santo. Questo รจ il โ€œpaneโ€ che non si corrompe e che ci fa vivere per la vita eterna.

Non dobbiamo perรฒ dimenticarlo: tutto questo lo viviamo sacramentalmente, avendo davanti a noi pane spezzato e vino da bere. Ma il nostro occhio, se รจ abilitato dallo Spirito santo, discerne in quel pane e in quel vino il corpo e il sangue di Cristo. Noi ce ne cibiamo ed essi, entrati in noi, nel metabolismo eucaristico โ€“ metabolismo contrario rispetto a quello biologico โ€“ ci fanno diventare corpo del Signore. Questo รจ il grande mistero che noi innanzitutto adoriamo:

โ€œla Parola si รจ fatta carneโ€ (Gvย  1,14) in Gesรน;
la carne di Gesรน si รจ fatta pane, nostro cibo (cf. Gvย  6,51);
il pane nostro cibo, che รจ Gesรน con tutta la sua vita, morte e resurrezione, ci dร 
la vita eterna (cf. Gvย  6,58).

p. Enzo Bianchi

Fonte: Monastero di bose

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 18 giugno 2017 anche qui.

Corpus Domini

Gv 6, 51-58
Dal Vangelo secondoย Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse alla folla:
ยซIo sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrร  in eterno e il pane che io darรฒ รจ la mia carne per la vita del mondoยป.

Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: ยซCome puรฒ costui darci la sua carne da mangiare?ยป.
Gesรน disse loro: ยซIn veritร , in veritร  io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterรฒ nell’ultimo giorno. Perchรฉ la mia carne รจ vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosรฌ anche colui che mangia me vivrร  per me. Questo รจ il pane disceso dal cielo; non รจ come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrร  in eternoยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 18 – 24 Giugno 2017
  • Tempo Ordinario XI, Colore bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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