Commento al Vangelo del 11 giugno 2017 – Damiano Antonio Rossi

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Commento a cura di Damiano Antonio Rossi con la collaborazione delle Suore Adoratrici Perpetue del S.S. Sacramento di Vigevano.

Santissima Trinitร  (Gv 2, 16-18)

Nicodemo รจ un fariseo, un maestro molto stimato in Israele e membro del Sinedrio, il tribunale amministrativo e religioso ebraico cui il potere romano concede autonomia in materia religiosa e nella gestione degli affari interni di Israele, avocando a sรฉ, perรฒ, il diritto di comminare ed eseguire le eventuali condanne a morte pronunciate dal tribunale ebraico, in osservanza delle norme sancite dalla Torรขh. Questo notabile autorevole di Israele si presenta a Gesรน, di notte, non certo per una visita di pura cortesia.

Gesรน svela a Nicodemo ed agli uomini tutti il progetto salvifico universale del Padre, realizzabile solo nei credenti. Dio si trova allโ€™origine del movimento di salvezza, che scaturisce dal suo insondabile ed infinito amore per lโ€™uomo. Al cuore della salvezza, specie del ruolo svolto dal โ€œFiglio unicoโ€ nel suo cammino verso la croce, si trova Dio che ama il mondo, cioรจ lโ€™intera umanitร .

Non cโ€™รจ rapporto di reciprocitร : Dio ama lโ€™uomo a prescindere dalla risposta dโ€™amore che lโ€™uomo puรฒ offrire a Dio. Dio ama in modo assoluto ed il suo amore ha come progetto esclusivamente la salvezza e la vita dell’uomo e, per questo, non ha esitato a consegnare al sacrificio estremo il proprio Figlio unigenito, donandolo per la nostra salvezza (Rm 8,22). Lo scopo ultimo del progetto salvifico del Padre รจ la salvezza eterna, donata gratuitamente allโ€™uomo tramite il Figlio. Dal progetto, quindi, viene esclusa la condanna (giudizio) precostituita dellโ€™uomo alla โ€œmorte eternaโ€, purchรฉ lโ€™uomo accetti, senza condizioni, il dono della salvezza manifestando la propria adesione di fede al progetto salvifico del Padre. Non รจ tanto Dio a condannare lโ€™uomo, ma lโ€™uomo stesso che, non credendo allโ€™amore salvifico di Dio, si autoesclude dalla vita eterna.

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[ads2]Lโ€™incontro con Gesรน determina necessariamente una scelta, una decisione (krรฌsis) inevitabile. Non cโ€™รจ bisogno di aspettare il โ€œgiudizio universaleโ€ per essere collocati tra coloro che saranno posti โ€œalla destraโ€ (i salvati) od โ€œalla sinistraโ€ (i dannati) di Cristo giusto Giudice: il giudizio รจ giร  presente ora, nellโ€™incontro quotidiano con Gesรน. La vita e la morte dipendono dalla fede in Cristo Gesรน e sono determinate dallโ€™adesione o meno alla Legge di Dio, luce e guida dellโ€™uomo (Sal 119,105; 18, 29; Pr 6,23). La fedeltร  ai precetti, rivelati da Dio, รจ la via mediante la quale lโ€™uomo puรฒ raggiungere una pienezza che egli non possiede e realizzare il suo profondo desiderio di โ€œvitaโ€. Sottrarsi a questa Legge significa scegliere la morte, dal momento che la Legge di Dio รจ Cristo in persona (cf. anche Dt 30,15-19).

Nella venuta del Figlio in questo mondo, nel suo messaggio e nel suo itinerario verso la croce, si รจ rivelato lโ€™amore stesso di Dio; in Gesรน si รจ reso visibile il desiderio di Dio di salvare il mondo intero, riscattandolo dalla tragedia del peccato. Nel mondo dellโ€™Antico Testamento la salvezza era incentrata sulla decisione libera e personale dellโ€™uomo, sullโ€™osservanza scrupolosa di una serie di precetti e sulla soddisfazione delle esigenze proprie del culto da rendere a Dio. Nella prospettiva del Nuovo Testamento, fatta salva la libera scelta dellโ€™uomo, il fulcro della salvezza รจ Cristo, il quale esige che si abbia fede in Lui, lโ€™amore di Dio rivelato.

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