โIo sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ
Purtroppo in Italia festeggiamo lโAscensione del Signore Gesรน Cristo non il quarantesimo giorno dopo la resurrezione (cf. At 1,3) โ come previsto dal calendario della chiesa romana โ ma la domenica successiva, la settima domenica di Pasqua, quella che precede la domenica della Pentecoste, cinquantesimo giorno postpasquale. La solennitร dellโAscensione รจ comunque sempre memoria di una cristofania pasquale, di una manifestazione del Cristo risorto, glorificato dal Padre nella potenza dello Spirito santo. Lโascensione o assunzione di Gesรน al cielo, il suo esodo da questo mondo al Padre (cf. Gv 13,1), รจ narrata come uno staccarsi di Gesรน dai suoi, un essere portato verso il cielo. Troviamo questo racconto nella conclusione del vangelo secondo Luca (cf. Lc 24,50-51) e allโinizio degli Atti degli apostoli (cf. At 1,6-11), mentre in Matteo, Marco (a parte la chiusura canonica, posteriore; cf. Mc 16,19-20) e Giovanni si narrano apparizioni del Risorto ma non si parla esplicitamente di una partenza, di un lasciare la terra per il cielo.
Nel vangelo secondo Matteo viene testimoniata unโunica e sola apparizione del Risorto in Galilea, su una montagna, come ultimo e definitivo saluto testamentario ai discepoli. Se Matteo aveva aperto il suo vangelo con le parole โlibro della genesi di Gesรน Cristo โฆ lโEmmanuele, il Dio-con-noiโ (Mt 1,1.23), ora lo chiude con unโallusione allโultimo versetto delle Scritture ebraiche che egli conosceva, lร dove si legge: โIl Signore, Dio del cielo, mi ha consegnato tutti i regni della terraโ (2Cr 26,23); e qui il Risorto, colui che รจ il Dio-con-noi per sempre, dice: โA me รจ stato dato ogni potere in cielo e sulla terraโ. Cosรฌ il vangelo porta a pieno compimento tutta la storia della salvezza.
Ma leggiamo il testo di Matteo con attenzione e umiltร . La sera della sua passione, durante la cena pasquale, dopo aver spezzato il pane e aver reso grazie sul calice, mentre con i suoi usciva verso il monte degli Ulivi Gesรน aveva predetto lo scandalo di tutti e il rinnegamento di Pietro, dando perรฒ loro lโappuntamento dopo la sua resurrezione in Galilea (cf. Mt 26,30-35). Poi era venuta lโora dellโarresto e della fuga di tutti i discepoli, la notte della passione, il giorno della morte e della sepoltura. Ma Matteo racconta che allโalba del giorno dopo il sabato Maria Maddalena e lโaltra Maria trovarono la tomba vuota e ascoltarono da un messaggero lโannuncio della resurrezione di Gesรน. E mentre andavano a portare ai discepoli questo vangelo, incontrarono il Risorto, il quale rinnovรฒ loro lโinvito, da rivolgere agli stessi discepoli, ad andare in Galilea, dove lui li precedeva e dove lโavrebbero veduto (cf. Mt 28,1-10).
Ed ecco che i discepoli, undici e non piรน dodici, a causa del tradimento di Giuda, โvanno in Galilea, sul monte che Gesรน aveva loro indicatoโ. Non sono chiamati apostoli, inviati, ma discepoli, perchรฉ devono ancora essere iniziati dal loro grande rabbi Gesรน, e sono nuovamente in Galilea, la terra in cui sono stati chiamati e sono rimasti per anni alla sua sequela. Per Matteo la Galilea non รจ tanto la terra dellโinfanzia di Gesรน, da cui ha preso lโappellativo di โgalileoโ, quanto piuttosto la terra voluta da Dio come luogo dellโevangelizzazione, la โGalilea delle genti, dei paganiโ (cf. Mt 4,12-16; Is 8,23-9,1), terra ritenuta impura, da cui โnon poteva uscire nulla di buonoโ (cf. Gv 1,46), terra di mescolanza di popoli, lontana dal centro della fede e del culto, la cittร santa di Gerusalemme. La Galilea, dunque, come terra per eccellenza di evangelizzazione e di missione: qui sono richiamati i discepoli, quasi a ricominciare quella sequela conclusasi con lโabbandono di Gesรน.
Il luogo dellโappuntamento รจ la montagna, sito teologico per Matteo, lร dove Dio a piรน riprese si รจ rivelato e ha voluto essere incontrato, lร dove Gesรน aveva pronunciato il lungo discorso contenente anche le beatitudini (cf. Mt 5,1-7,29), lร dove Pietro, Giacomo e Giovanni avevano contemplato la sua trasfigurazione (cf. Mt 17,1-8). Al vedere Gesรน gli undici discepoli, che lโavevano visto lโultima volta catturato dai suoi nemici, non possono fare altro che prostrarsi in adorazione. Cosโรจ accaduto? Matteo non ci ha parlato della reazione dei discepoli allโannuncio delle donne nรฉ di altri segni dati da Gesรน; ma ora, di fronte a questa cristofania, essi lo adorano, senza dire nulla. Alcuni tra loro giungono alla fede nella resurrezione, ma altri nutrono ancora dei dubbi, perchรฉ esitano a riconoscerlo: la fede non รจ mai visione ma รจ una continua vittoria sui dubbi, vittoria che si ottiene solo adorando e soprattutto amando. Nei vangeli non cโรจ traccia di esaltazione irrazionale davanti a Gesรน risorto, ma vi รจ un faticoso riconoscimento che si realizza solo in una relazione amorosa, carica di fiducia e di abbandono al Signore.
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Cosรฌ Gesรน si avvicina agli undici, non li rimprovera per la fuga (cf. Mt 26,56), non li fa arrossire per la loro poca fede (cf. Mt 14,31), ma si rivela nella gloria ricevuta dal Padre, che lo ha richiamato da morte: โA me รจ stato dato ogni potere in cielo e sulla terraโ, parole che ci scuotono e che possiamo accogliere solo nella fede. Chi รจ costui? Sono parole che puรฒ dire solo il Kรฝrios, il Signore del cielo e della terra. Gesรน possiede unโexousรญa, un potere: non se lโรจ dato da solo e neppure lo ha voluto, perchรฉ lo ha rifiutato quando gli รจ stato offerto dal tentatore, il diavolo (cf. Mt 4,8-10), ma lโha ricevuto da Dio, il Padre. Infatti รจ lui โil Figlio dellโuomo giunto presso Dio, che gli diede potere, gloria e regno โฆ un potere eterno, che non tramonta mai, un regno che non sarร mai distruttoโ (cf. Dn 7,13-14). NellโAntico Testamento Dio solo รจ il Signore del cielo e della terra, Signore del mondo visibile e di quello invisibile, Re del cosmo intero, e nella gloria Gesรน ci rivela che questo potere divino รจ condiviso da lui. Cosรฌ Matteo, anche senza descriverci unโascensione di Gesรน in termini visivi, ottici, ci rivela dove dobbiamo cercare e trovare il Risorto: in Dio, uguale a Dio nella sua signoria, โnel seno del Padreโ (Gv 1,18) direbbe il quarto vangelo. La chiesa adora e confessa Gesรน come colui che siede alla destra del Padre, colui che intercede per noi presso di lui. Queste e simili formulazioni risultano sovente incapaci di svelarci il mistero, ma ciรฒ che รจ decisivo non รจ un nostro esercizio immaginativo per leggere lโascensione, quanto piuttosto il fare sรฌ che il Signore Gesรน regni davvero in noi, sia il centro della nostra storia, sia colui che crediamo e attendiamo come unico Salvatore.
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E siccome Dio ha rivestito Gesรน di una tale autoritร , egli puรฒ dire: โDunque (oรปn) andando fate discepole tutte le gentiโ, dove lโaccento non cade sul verbo โandareโ (non sta scritto: โAndateโ), su una missione di conquista, di occupazione di terre e spazi, ma sullโapertura a tutte le genti, a tutte le culture, a tutti gli uomini e le donne che fanno parte dellโumanitร . ร venuta lโora dellโannuncio alle genti: Gesรน era venuto innanzitutto per il popolo di Israele, cui era stato promesso come Messia e Salvatore, e a questa missione conferitagli dal Padre aveva obbedito; ma dopo la sua morte e resurrezione il vangelo deve raggiungere tutte le genti della terra. Cadono tutti i muri: quello tra Israele e i pagani, quelli tra le genti, tutti i muri edificati nella storia. Ormai tutti gli esseri umani sono destinatari del Vangelo,
che va proposto non imposto,
che va offerto come testimonianza, non propagandato a parole,
che va vissuto per essere eventualmente annunciato.
Infatti, non si puรฒ insegnare e trasmettere il Vangelo senza viverlo e senza viverne! Ecco il compito dei discepoli, che in quellโora in Galilea sono veramente piccola comunitร , โpiccolo greggeโ (Lc 12,32): un compito che non guarda alla pochezza di chi lo svolge ma alla promessa di chi ha chiesto di viverlo e annunciarlo.
Qui viene nuovamente delineato da Gesรน chi รจ il discepolo: รจ uno reso tale grazie allโascolto di Gesรน, stando con lui; รจ uno che รจ immerso nella vita della comunione divina, tra Padre, Figlio e Spirito santo; รจ uno che, vivendo di questa vita donata, accoglie lโinsegnamento degli inviati, degli apostoli, della chiesa, per vivere ciรฒ che Gesรน ha chiesto, per vivere il Vangelo. La promessa di Gesรน in cui mettere fede e speranza รจ: โIo sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ. Ecco la nuova e definitiva alleanza con la quale Dio si รจ legato al suo popolo: โIo sarรฒ il vostro Dio, io sarรฒ il Dio-con-voiโ. Questa lโultima parola del vangelo, questa la nostra fede: il Signore Gesรน Cristo รจ con noi sempre. Nellโinviarlo nel mondo, il Padre aveva rivelato attraverso il suo messaggero: โSarร chiamato Emmanuele, Dio-con-noiโ (Mt 1,23; Is 7,14); ora Gesรน assume pienamente e definitivamente questo nome ricevuto dal Padre per lโeternitร . Dio aveva detto a Mosรจ: โIo sarรฒ con teโ (Es 3,12), e Gesรน Cristo lo dice a ciascuno di noi, battezzato nel suo nome, cristiano che porta il suo nome e tenta di vivere, di osservare il suo Vangelo.
p. Enzo Bianchi
Fonte: Monastero di bose
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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 28 maggio 2017 anche qui.
Ascensione del Signore
- Colore liturgico: Bianco
- At 1, 1-11; Sal 46; Ef 1, 17-23; Mt 28, 16-20
Mt 28, 16-20
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesรน aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi perรฒ dubitarono. Gesรน si avvicinรฒ e disse loro: ยซA me รจ stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciรฒ che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 28 Maggio – 03 Giugno 2017
- Tempo di Pasqua VII, Colore – Bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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