Commento alle letture del Vangelo del 14 maggio 2017 – Carla Sprinzeles

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Abbiamo bisogno di continua conversione, di riorientare la nostra esistenza a Gesรน. Oggi รจ difficile per molti trovare criteri validi di orientamento. Gesรน si propone ai suoi discepoli come la via, la veritร  e la vita. Solo lui conosce il Padre e puรฒ condurci al Padre. Le strade terrene possono infarcirci di menzogne, le fonti terrene a cui ci dissetiamo possono essere inquinate. La vita delle comunitร  cristiane non รจ senza tensioni e difficoltร  ma esse possono cercare i loro equilibri e le soluzioni efficaci orientandosi a Gesรน.
Il vangelo ci indica con chiarezza il criterio di riferimento per ogni nostra azione e scelta. La condizione per seguire Gesรน รจ la fede, la fiducia in lui, accogliere lo Spirito, che รจ la forza di vita, la forza creatrice che introduce novitร  di vita. La fede in Gesรน e la sequela di lui non hanno nessuna evasione dalla realtร , rappresentano piuttosto un orientamento serio nelle questioni del presente, impegnando la responsabilitร  dei credenti nel mondo e verso il mondo. Il processo di giustizia nel mondo, come il processo della pace tra i diversi popoli, richiede scelte coraggiose, a volte anche rischiose; ma delle scelte che devono essere ben determinate e per le quali le persone devono essere coinvolte pienamente. Queste scelte devono essere maturate attraverso il confronto e il dialogo.
“Non sia turbato il vostro cuore, abbiate fede in Dio”.
Gesรน ci invita a raggiungere l’armonia interiore, che vuol dire dare fiducia alla vita, dare fiducia al bene, cioรจ fidarsi della forza che ci investe, di quell’energia che ci attraversa, perchรฉ puรฒ diventare in noi qualitร  nuova di vita. Quando uno ha fede in Dio vuol dire che รจ convinto che esiste una forza piรน grande, che soggiace alla nostra piccola storia, che puรฒ esprimersi in noi in modo nuovo. La fede in Dio non cade dall’alto, fiorisce attraverso i rapporti degli uomini, che rendono presente e visibile l’amore di Dio attraverso i loro gesti.

ATTI 6, 1-7
La prima lettura ci presenta come i cristiani operano scelte concrete ispirandosi a Gesรน. Con il crescere della Chiesa in Gerusalemme, cominciano ad emergere problemi di rapporti. Si formano due gruppi: il primo, formato dai cristiani di Gerusalemme, l’altro formato dai giudei della diaspora, piรน aperto agli scambi col mondo pagano. Hanno due lingue diverse: l’aramaico e il greco. Tra i due gruppi sorgono incomprensioni. La comunitร  affronta il problema: ci si lamenta che vengono trascurate le vedove degli ellenisti. Emerge un’immagine di Chiesa come comunitร  radunata attorno ai suoi responsabili, che garantiscono la l’unitร , fanno proposte, ma riservano ad essa il compito di accettare e decidere.
I Dodici chiedono alla comunitร  di intervenire per cercare e selezionare i candidati al servizio delle mense per i poveri: sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza”. Dal punto di vista spirituale devono essere persone, che hanno fatto esperienza dello Spirito, non tanto perchรฉ essi ne parlino, ma perchรฉ traspare dal dono di sapienza di cui godono. Spessore di esperienza religiosa e di virtรน umane sono la condizione perchรฉ questi uomini possano prendere servizio nella comunitร , aiutano i Dodici e consentono a costoro di dedicarsi in modo integrale al servizio della preghiera e della parola.
Non viene qui descritta l’istituzione del ministero del diaconato, ma ci parla della comunitร , che riconosce i propri bisogni e provvede a dare i servizi necessari. La comunitร  risponde dando il suo appoggio. Si eleggono i “sette”, dando particolare rilievo a Stefano, al quale fa seguire Filippo in quanto evangelizzatore della Samaria: i “sette” sono tutti greci, che capiscono i bisogni della comunitร . Vengono imposte loro le mani, comunicando un dono spirituale, che li rende atti a tale incarico. La Chiesa cresce in numero ma anche in profonditร  perchรฉ la Parola fruttifica.

GIOVANNI 14, 1-12
Il Vangelo indica con chiarezza a chi vuole seguire Gesรน il criterio di riferimento per ogni azione e scelta.
Filippo chiede a Gesรน: “Mostraci il Padre e ci basta!”
“Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo?”
Dopo la resurrezione, nessuno riconosce il Signore, forse proprio perchรฉ prima, durante la vita terrena, nessuno aveva saputo discernere il suo vero volto. Lo credevano un uomo come altri, mentre era l’incarnazione del Bene: “Chi ha visto me ha visto il Padre”.
Come Tommaso, anche noi vogliamo seguire Cristo ma abbiamo paura di non farcela, di doverci inventare la strada. Pensiamo che tutto dipenda da noi e ci troviamo incapaci di realizzare il bene che vorremmo. Immaginiamo allora un Dio esigente, a nostra immagine, che ci aspetta al varco per giudicarci.
Gli apostoli non conoscono Gesรน perchรฉ non possono immaginare che egli sia diverso da loro e somigliante al Padre nella misericordia, nel perdono, nella compassione, non possono immaginare che ci aspetta sulla strada per aprirci le sue braccia.
Gesรน dice di non turbarci se siamo lontani dalla perfezione che sognamo: ci sono molti posti nella casa del Padre e la via รจ aperta, la conosciamo, รจ inscritta nel profondo del cuore di ognuno, lร  dove ci lasciamo commuovere dal dolore altrui, dopo aver attraversato i desideri di vendetta, di paura, di rifiuto dell’altro.
Il volto autentico di un essere umano รจ un mistero che scopriamo non appena crediamo nella presenza del Bene in quella persona, nel momento in cui riconosciamo in essa l’immagine del Padre. Tutto allora si trasfigura, le accuse si dissolvono, il mondo si rivela come un giardino che “Dio vide come buono” agli albori della creazione.
Anche le situazioni negative comunicano con il loro linguaggio. Mi hanno appena parlato al telefono di uno zio che violenta le nipoti, mi dicevano: “E’ un mostro!” probabilmente รจ un disperato, che riproduce, suo malgrado, violenze subite da bambino, di cui non ha forse mai potuto parlare e che comunica come puรฒ attraverso i suoi atti.
“Abbiate fede”, dice Gesรน, fidatevi, anche quest’uomo รจ immagine del Padre, anche lui va amato e aiutato senza giudizi perchรฉ possa riconoscersi come un dono, come un nuovo volto del Padre e possa abbandonare le sue angosce e smettere di ferire gli altri. Fidiamoci della vita che vuole sgorgare dai nostri cuori induriti dalla paura per raggiungere chi produce il male, perchรฉ se commette questi atti negativi, รจ segno che sta male. Il Risorto c’invita a seguirlo sulla via che porta al Padre, nel giardino dell’amicizia con Dio e con gli altri.

Amici, abbiamo tanti percorsi davanti, ma la via da seguire รจ Gesรน. Cercano di spacciarci tante veritร , ma solo Gesรน รจ la veritร  che ci apre il cuore al Padre, alla misericordia, al perdono. Gesรน ci rende fecondi e ci aiuta a produrre frutto: seguiamo lui!

A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 14 maggio 2017 anche qui.

V Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 14, 1-12
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซNon sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarรฒ andato e vi avrรฒ preparato un posto, verrรฒ di nuovo e vi prenderรฒ con me, perchรฉ dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la viaยป.

Gli disse Tommaso: ยซSignore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?ยป. Gli disse Gesรน: ยซIo sono la via, la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete vedutoยป.

Gli disse Filippo: ยซSignore, mostraci il Padre e ci bastaยป. Gli rispose Gesรน: ยซDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre รจ in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.

Credete a me: io sono nel Padre e il Padre รจ in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In veritร , in veritร  io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirร  le opere che io compio e ne compirร  di piรน grandi di queste, perchรฉ io vado al Padreยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 14 – 20 Maggio 2017
  • Tempo di PasquaV, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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