Commento al Vangelo del 23 aprile 2017 – dom Luigi Gioia

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Il commento alle Letture di domenica 23 aprile 2017 (audio e testo), Seconda Domenica dopo Pasqua, a cura di dom Luigi Gioia.

https://youtu.be/fKMqlAzB3e4

File audio prelevato dal sito web di dom Luigiย  ed il testo del commento รจ presente nel libro “Mi guida la Tua mano – Omelie sui vangeli domenicali. Anno A” disponibile nelle seguenti librerie:

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Oltre le nostre porte chiuse

Se facciamo fatica a capire cosa significhi davvero la resurrezione siamo in buona compagnia. Gli stessi discepoli non capivano e ogni volta che Gesรน ne parlava si interrogavano tra di loro su cosa volesse dire. Ma anche dopo la resurrezione, pur vedendo Cristo, hanno continuato ad essere come frastornati. In effetti, la resurrezione di Gesรน non รจ semplicemente il ritorno alla vita, non ha nulla a che fare con quella di Lazzaro, ma รจ una novitร  assoluta, paragonabile alla creazione dal nulla. Questa novitร  Gesรน la rivela attraverso i segni che compie e che puntano tutti verso un centro, verso una veritร  importante che facciamo molta fatica ad accettare e soprattutto a credere. Su questa veritร  siamo invitati a meditare.

Vale per noi la stessa cosa che successe per i discepoli, dei quali si dice: Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, per paura dei Giudei, e ancora Gesรน venne e le porte erano chiuse. Come i discepoli anche noi siamo al chiuso per paura. La nostra fede in Gesรน, la nostra speranza in lui restano timide, paurose. Siamo ripiegati su noi stessi, perchรฉ la nostra speranza osa solo fino ad un certo punto. Quando le situazioni, da un punto di vista umano, ci sembrano disperate, facilmente crediamo che il Signore sia impotente o che ci abbia abbandonato. Anche quando vogliamo credere, incontriamo in noi delle resistenze che non ci aspettavamo. Le nostre porte chiuse sono allora spesso quelle dello scoraggiamento, dell’usura, della rassegnazione se non di un certo cinismo, di un cuore che lentamente si irrigidisce e diventa incapace di gioire, di amare, di credere alla novitร .

La resurrezione non consiste nel passare attraverso delle porte di legno o delle mura – questa sarebbe magia. La resurrezione invece รจ la capacitร  nuova che ha adesso Gesรน di raggiungerci fin nelle nostre chiusure, nella nostra solitudine, nelle nostre paure, nelle nostre angosce, nella nostra disperazione, nelle nostre depressioni, nel nostro cinismo. Gesรน ci raggiunge in queste chiusure non dicendoci prima di tutto delle parole, ma affidandosi interamente all’eloquenza di un gesto: ci mostra le sue mani, il suo fianco, i segni delle sue ferite, dei chiodi, della lancia. Questo gesto รจ la maniera piรน efficace che Dio ha trovato per consolarci e per dirci: “Quello che soffri lo conosco perchรฉ l’ho condiviso. Questa sofferenza che ti ha schiacciato, grazie a me รจ diventata sorgente di vita, di luce, di pace, di gioia. Riapre le porte, abolisce i muri, ristabilisce la relazione con il Padre e con i fratelli”.

Questa รจ la resurrezione. Non รจ vedere un fantasma, non รจ toccare delle piaghe, non รจ un miracolo che ci convincerebbe perchรฉ strepitoso. Al contrario รจ una realtร  della quale sia Giovanni, nel vangelo, che Pietro, nella seconda lettura, dicono che non la si vede. Gesรน disse a Tommaso: Perchรฉ hai veduto hai creduto. Beati quelli che non hanno visto ed hanno creduto. Questi beati siamo noi: non abbiamo visto, eppure crediamo. E Pietro nella seconda lettura dice: Voi lo amate pur senza averlo visto, e senza vederlo credete in lui.

Questa รจ la chiave per capire cosa sia la resurrezione. La resurrezione non รจ una realtร  che si vede, ma una presenza che si scopre. Non รจ al di fuori di noi, ma รจ in noi. Ed รจ in noi, naturalmente, perchรฉ รจ avvenuta fuori da noi. Non si tratta di ridurre la resurrezione ad un sentimento. Se scopriamo Gesรน in noi, รจ perchรฉ c’รจ veramente, รจ perchรฉ, essendo risorto dai morti, puรฒ raggiungerci fin nel luogo dal quale il Padre era stato cacciato, vale a dire nel nostro cuore.

Ciรฒ che fino ad oggi รจ stato un macigno insormontabile, ciรฒ che ci opprimeva, che ci faceva paura, che bloccava il nostro orizzonte: ecco cosa sono le “porte chiuse”. Queste porte, pur restando chiuse, non ci imprigionano piรน in noi stessi, perchรฉ con la sua morte, anzi con il suo amore piรน forte della morte, con la sua resurrezione, Cristo ha conquistato la capacitร  di raggiungerci ovunque, di essere con noi ovunque, di consolarci ovunque, di restituirci la speranza ovunque, di essere โ€˜con me’ ovunque. Risorto, ci dice Gesรน: io sono con te. Io sono con te per sempre.

Allora capiamo Pietro che, nella seconda lettura, irrompe in questa esclamazione: Perciรฒ siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po’ di tempo afflitti da varie prove. Sรฌ, siamo ancora afflitti da varie prove, anche dopo la resurrezione di Gesรน. La resurrezione non รจ l’eliminazione delle sofferenze o delle prove. Ma, pur ancora afflitti, giร  siamo nella gioia. Non quella superficiale, triviale, frivola, ma la gioia profonda, che dimora, che proviene dal sapersi capiti, accettati, amati da Gesรน. รˆ la gioia che proviamo quando ritroviamo le ragioni per sperare.

In ultima analisi, la resurrezione di Cristo puรฒ essere espressa pienamente solo come lo fa Pietro: Il Padre, nella sua grande misericordia, ci ha rigenerati mediante la resurrezione di Gesรน Cristo dai morti, per una speranza viva. Per una speranza viva! Questo รจ la resurrezione: รจ il trionfo della speranza. Scoprire Cristo risorto in me, scoprirlo nel piรน profondo della mia solitudine, della mia povertร , della mia sofferenza, della mia miseria, delle mie angosce, delle mie paure, delle mie disperazioni, delle mie depressioni – scoprire Gesรน presente lรฌ: questo restituisce la speranza, la speranza viva. E chi spera in Dio non resterร  deluso.

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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 23 aprile 2017 anche qui.

OTTAVA DI PASQUA.
In Albis, della Misericordia di Dio.

II Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 20, 19-31
Dal Vangelo secondo Giovanni

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesรน, stette in mezzo e disse loro: ยซPace a voi!ยป. 20Detto questo, mostrรฒ loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesรน disse loro di nuovo: ยซPace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voiยป.

22Detto questo, soffiรฒ e disse loro: ยซRicevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonatiยป. 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dรฌdimo, non era con loro quando venne Gesรน. 25Gli dicevano gli altri discepoli: ยซAbbiamo visto il Signore!ยป. Ma egli disse loro: ยซSe non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credoยป.

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e cโ€™era con loro anche Tommaso. Venne Gesรน, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: ยซPace a voi!ยป. 27Poi disse a Tommaso: ยซMetti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!ยป. 28Gli rispose Tommaso: ยซMio Signore e mio Dio!ยป. 29Gesรน gli disse: ยซPerchรฉ mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!ยป.

30Gesรน, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perchรฉ crediate che Gesรน รจ il Cristo, il Figlio di Dio, e perchรฉ, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16- 22 Aprile 2017
  • Tempo di Pasqua I, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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