Commento al Vangelo del 29 marzo 2017 – don Antonello Iapicca

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La voce che ci resuscita

Gesรน aveva appena guarito un paralitico, suscitando perรฒ in coloro che Giovanni chiama “Giudei”, ovvero il gruppo forte tra i capi che hanno rifiutato Gesรน come Messia, prima lo sdegno e poi un desiderio crescente di โ€œucciderloโ€. Ma come, uno fa del bene e lo vogliono far fuori? Sรฌ, รจ cosรฌ, perchรฉ in quellโ€™Uomo capace di compiere lโ€™impossibile si nascondeva una pretesa inaccettabile alla superbia del demonio: โ€œchiamare Dio suo Padre, facendosi uguale a Dioโ€. Eh no, questa รจ proprio la falsa promessa con la quale lui seduce gli uomini. Ne ha i diritti d’autore, Gesรน entra a gamba tesa nel suo business di anime, regalando il prodotto che lui finge di vendere al prezzo salatissimo dell’anima degli acquirenti, rifilando perรฒ a tutti il solito “pacco” vuoto… Gesรน gli rovina il mercato rubandogli uno ad uno i clienti, smascherando e menzogne di satana con la gratuitร  del suo amore che li ricrea a immagine e somiglianza di Dio. E lo fa gettando la luce della risurrezione su “Shabbat”, il giorno che aveva rivelato come “kairos”, momento favorevole per compiere la salvezza. “Era giunto il momento” e in esso e di fronte ad esso il cuore di ciascuno era scrutato come ai raggi di una radiografia. L’amore autentico, infatti, attira il rancore, l’invidia, la gelosia, il marciume che s’annida nell’intimo dell’uomo schiavo del demonio per il quale tutto si risolve in una partita di dare e avere. E non c’รจ nulla da stupirsi se, tra marito e moglie, spesso accade proprio cosรฌ; o se i figli, invece della gratitudine, presentano impietosi il conto per i difetti dei genitori. E’ ovvio, perchรฉ quando รจ gratuito, l’amore mette a nudo la superbia; come la guarigione del paralitico era unโ€™evidente โ€œoperaโ€ divina che smascherava il cuore di quei giudei ostili a Gesรน. Finchรฉ ciรฒ non accade l’uomo vecchio non puรฒ riconoscere i suoi peccati per accogliere la Parola di perdono. Il paralitico non aveva fatto nulla, il suo male era evidente, non poteva nasconderlo. Lui il sabato lo osservava ogni giornoโ€ฆ Non poteva fare nulla, dipendeva completamente da qualcuno che lo prendesse in braccio e lo accompagnasse alla piscina. Sino a quel sabato speciale che compiva ogni altro suo sabato, dando senso a ogni istante speso sul lettuccio dellโ€™impotenza. In quel sabato, infatti, il Buon Pastore era finalmente giunto alla โ€œPorta delle pecoreโ€, chiusa da trentotto anni. Eโ€™ entrato, ha guardato quellโ€™uomo, gli ha “fatto udire la sua voce”, e lui, che non poteva sperare in nessuno, ha “ascoltato” e si รจ visto risuscitato e condotto fuori dalla schiavitรน. E tu ed io, abbiamo davvero bisogno di “ascoltare la voce” di Gesรน che “risuscita i morti” o no? Accettiamo di essere dei paralitici incapaci di camminare nella volontร  di Dio espressa dalla sua Legge oppure ci sentiamo a posto giudicando il mondo responsabile dei nostri fallimenti e delle nostre sofferenze? Amiamo Dio con tutto il tuo cuore, tutta la tua mente e tutte le tue forze, e il prossimo come noi stessi oppure seguiamo ancora i nostri criteri e in ogni pensiero e gesto cerchiamo la nostra gloria? Coraggio, รจ finalmente “giunto” anche per noi, come accadde a Lazzaro, “il momento” di “ascoltare la voce” di Gesรน che ci trasmette la Chiesa. Siamo morti obbligati a vivere in un sabato di riposo forzato contro cui stiamo lottando orgogliosamente. Accettiamolo, รจ per i nostri peccati che la vita ci sfugge nella frustrazione. Gesรน ci parla oggi dinanzi alla lapide che fu di Lazzaro e che oggi รจ quella che ha chiuso un matrimonio, un’amicizia o qualsiasi relazione, perchรฉ โ€œil Padre gli manifesta tutto quello che fa… e opere piรน grandi” che sta per compiere con la tua famiglia, con tuo figlio caduto nella droga, nella tua malattia, nella disoccupazione, nella solitudine della vecchiaia. Sรฌ, coraggio, perchรฉ “proprio” in questo tuo sabato di fallimenti mentre Gesรน ti chiama per nome per liberarti dal peccato, il Padre giร  sta compiendo la sua opera. Il Signore, infatti, โ€œnon puรฒ far nulla se non quello che ha visto fare dal Padreโ€ quando, calato inerme nel sepolcro, รจ stato ridestato alla vita dalla Parola dโ€™amore del Padre. Guarendo quel paralitico Gesรน stava compiendo profeticamente il suo Mistero Pasquale, dando senso e pienezza ad ogni Shabbat. Non era dunque Lui a โ€œviolarloโ€, ma quei giudei, che, nella loro arrogante superbia, ne avevano pervertito lo spirito al punto di โ€œgiudicareโ€ Dio in suo nome, e โ€œuccidereโ€ suo Figlio che osservava il sabato colmandolo del suo amore. Ma proprio in questo paradosso malvagio si celava il mistero che ci ha salvato: originando l’ostilitร  contro Gesรน, il miracolo coglieva il suo obiettivo. La guarigione del paralitico, infatti, era stata solo un pretesto profetico che annunciava lโ€™amore del Padre offerto gratuitamente nella Croce del Figlio. Come รจ accaduto per ogni nostro rifiuto opposto all’amore di Dio, sino ad oggi.

Se la Chiesa ti annuncia che Cristo รจ risorto e in Lui sei giร  perdonato, lo fa perchรฉ Lui รจ giร  sceso nel tuo sepolcro e ora รจ accanto a te per farti udire la sua “voce”. La Chiesa, infatti, deve parlare le parole di Gesรน perchรฉ esiste solo per risuscitare i morti, per accendere la Pasqua nella storia. Se tace o diluisce le sue parole in quelle mondane frustra la volontร  di Dio e tradisce gli uomini lasciandoli nei sepolcri. Se la Chiesa smette di credere nella forza della predicazione non le resta che portare fiori ai cimiteri, “opere” buone e pie per caritร , ma semplicemente umane, e per questo incapaci di chiamare fuori gli uomini dalle tombe. Cristo risorto, invece, ha inviato il suo Corpo sino agli estremi confini della terra, alle nostre “periferie esistenziali” per ricrearci nel suo amore e inviarci in famiglia, a scuola, al lavoro, a far โ€œudire la voce del Figlio di Dioโ€, perchรฉ โ€œquelli che lโ€™ascolteranno e crederanno al Padre che lโ€™ha mandato, passino dalla morte alla vitaโ€. Cโ€™รจ una missione piรน grande? Parlare ai morti per risuscitarli; annunciare il Vangelo per salvare un matrimonio, per salvare tuo figlio, tuo cugino, ogni uomo! Oggi รจ il โ€œgiudizioโ€, perchรฉ ovunque รจ predicata la Buona Notizia si anticipa quello dellโ€™ultimo giorno. Oggi tutti possono โ€œudire la sua voce e uscire dai sepolcriโ€ per una risurrezione di vita o di condanna. Abbiamo fatto “il bene”? Rendiamo grazie a Dio che lo ha compiuto in noi. Abbiamo fatto “il male”? Sรฌ, “sempre”. Coraggio! Siamo ancora in tempo per ascoltare e uscire dal peccato e consegnare la nostra condanna a Colui che ha โ€œil potere di giudicare”, perchรฉ non ci condanni nellโ€™ultimo giorno. Lui ci โ€œgiudicaโ€ oggi con “il potere di dare la vita”, perchรฉ รจ un potere che “mette in crisi” la morte, secondo l’etimologia del verbo “giudicare”. Gesรน, con il Padre e per conto del Padre, ha giudicato la morte, condannandola a restituire quelli che aveva imprigionato. Anche la Chiesa ha “il potere di giudicare” con viscere di misericordia e ridare vita al cuore piรน indurito che non vuole perdonare, perchรฉ ha imparato dal suo Signore a “non far nulla da se stessa”; non si avvita su superbe alchimie psicologiche, su poveri e limitati ricorsi umani e piani pastorali; fa solo quello che vede fare al suo Sposo. Con la Chiesa, siamo chiamati in questa Quaresima a non disperare di fronte alle situazioni piรน difficili, per giudicare noi stessi e gli altri con il giudizio di Dio. Non dobbiamo inventare nulla, perchรฉ la misericordia non รจ genialitร , ma viscere umili che accolgono l’altro cosรฌ com’รจ. E questo si impara solo “copiando” Cristo, ovvero sperimentando ogni giorno il suo amore per donarlo agli altri. Finiamola di escogitare stratagemmi con i quali difendiamo il nostro uomo vecchio, e “ascoltiamo” Lui, sino a lasciarci crocifiggere nella sua mitezza e nella sua umiltร , per “compiere la volontร  del Padre e non la nostra”; cosรฌ ogni uomo, vedendo il Figlio vivo che “opera” nei suoi apostoli, potrร  “onorare Lui e il Padre” accogliendo la sua Parola; per Dio, infatti, non c’รจ onore piรน grande di un peccatore strappato al demonio e alla morte.

don Antonello Iapicca

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Gv 5, 17-30
Dal Vangelo secondoย Giovanni

In quel tempo, Gesรน disse ai Giudei: ยซIl Padre mio agisce anche ora e anch’io agiscoยป. Per questo i Giudei cercavano ancor piรน di ucciderlo, perchรฉ non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesรน riprese a parlare e disse loro: ยซIn veritร , in veritร  io vi dico: il Figlio da se stesso non puรฒ fare nulla, se non ciรฒ che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterร  opere ancora piรน grandi di queste, perchรฉ voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dร  la vita, cosรฌ anche il Figlio dร  la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perchรฉ tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In veritร , in veritร  io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma รจ passato dalla morte alla vita. In veritร , in veritร  io vi dico: viene l’ora – ed รจ questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, cosรฌ ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perchรฉ รจ Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio รจ giusto, perchรฉ non cerco la mia volontร , ma la volontร  di colui che mi ha mandato.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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