Oggi la liturgia ci propone due letture una tratta dal libro della Genesi e l’altra dal Vangelo di Matteo in cui si parla delle tentazioni, che ha avuto Gesรน. Il dialogo tra Dio e l’uomo passa necessariamente attraverso la prova, la “tentazione”: Gesรน ci รจ oggi proposto come modello per superare la tentazione mediante la fede, riaffermando il continuo primato di Dio nella nostra vita.
GENESI 2, 7-9; 3, 1-7
Nella prima lettura narra prima la creazione dell’uomo, poi la tentazione e caduta. L’accostamento ci dimostra la generositร e la premura di Dio per la sua creatura.
Il terzo capitolo di Genesi ci parla della caduta di Adamo ed Eva. Il racconto biblico non ha intenzione di scrivere com’era l’uomo all’inizio, che non รจ noto, ma l’esperienza di una crescita. Il dono della vita รจ tanto ricco e profondo, che non puรฒ essere accolto dall’uomo, se non in momenti successivi, in piccole situazioni, sempre tesi verso l’accoglienza del dono, che รจ piรน grande di noi, e che noi possiamo accogliere in misure diverse.
Ogni giorno รจ un’occasione per riempire di vita la nostra esistenza. Anche oggi possiamo fare il pieno di vita, un pieno limitato, ogni giorno con qualche frammento in piรน. Noi siamo in questa esistenza per morire, per giungere a un compimento. Come il feto รจ nel seno della madre per uscirne, cosรฌ anche noi siamo in questo stato di vita per venirne fuori. Tutto ciรฒ che ci accade ha una finalitร , ci conduce al compimento, alla forma suprema della vita, che ha nella morte il suo principio. L’amore della madre spinge il figlio ad uscire dal suo seno, di aprire la porta di casa, lo rende capace di morire.
Abbiamo letto il racconto della creazione dell’uomo e della donna: erano nudi e non ne provavano vergogna..ed ora ecco il serpente..cosa c’entra? Il testo sta passando dal racconto sul desiderio di come vorremmo essere, il modello, la misura…a come vanno le cose in realtร , passa dal desiderio alla storia, Dallo specchio alla veritร su di noi. Ricordiamo che nel Vangelo un versetto dice:”Siate semplici come colombe e astuti come i serpenti!!
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Essere astuti non รจ un male! La questione del serpente รจ che ha usato male l’astuzia! Il mondo, le cose, la storia hanno una loro astuzia, una loro potenza e io ho la possibilitร di aggiungere la semplicitร delle colombe all’astuzia delle cose! Non possiamo controllarla ma abbiamo bisogno gli uni degli altri per mettere tutta la semplicitร necessaria insieme all’astuzia del mondo, per far sรฌ che le cose cambino verso. Una frase tipica dell’astuzia รจ “si deve, non si deve”. Il serpente dice:”E’ vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare nessun albero del giardino?” Questo verbo dovere dร un vincolo senza dire come attuarlo e suscita la paura o il senso di colpa.
Un’altra struttura tipica dell’astuzia con cui il mondo fa nascere la nostra paura รจ questa. Il serpente non prende una posizione, non dice una cosa, fa una domanda, mette in cattiva luce Dio. Fa il gioco di sponda (come nel biliardo) usa gli altri e confonde le carte. “E’ vero che Dio ha detto…” Bisognerebbe rispondere al serpente: “Vai a chiederlo a Dio!” La paura nasce dalla rifrazione, dal non guardare le cose di fronte, ma guardarle riflesse in cento altre facce!
Tutto il testo che leggeremo รจ costruito intorno a una paura:”Ho udito i tuoi passi nel giardino, ho avuto paura perchรฉ sono nudo.” L’abito, รจ il luogo dove gli altri mi toccano. L’abito รจ una difesa. La paura abita nell’interioritร .
Il serpente era la bestia piรน astuta.” Serpente e nudo” si esprime con lo stesso termine ebraico.
La donna รจ innocente, risponde quello che si puรฒ fare, mangiare dei frutti degli alberi del giardino possono, solo uno non possono altrimenti muoiono (questo dice che la morte c’era giร allora!). La radice della menzogna รจ: “Diventerete come Dio” ossia si azzererebbe la differenza tra Dio e l’uomo. Dio ha creato l’uomo diverso da sรฉ. La diversitร non sminuisce! Questo รจ il punto, invece l’astuzia senza semplicitร insinua: “Voi siete meno!” Facciamo attenzione che questo รจ il nodo delle nostre falsitร !
AZZERANDO la DIFFERENZA. Dio ha creato l’uomo diverso da sรฉ, come forma di perfezione. Il tentatore dice: voi siete diversi, perchรฉ siete un po’ meno! Se mangerete il frutto “diventerete come Dio”..I due che stavano nudi, diversi, senza vergogna, cominciano a entrare nella logica che la diversitร รจ qualcosa che sminuisce e dunque sarebbe bello essere come..”conoscendo il bene e il male”.
Questa รจ la seconda faccia della menzogna: ci illudiamo che tutto stia dentro di noi, bastiamo a noi stessi, non abbiamo piรน bisogno degli altri, avendo ognuno dentro di sรฉ la radice di ogni giudizio: crediamo di essere l’inizio e la fine di ogni propria storia. E’ la perdita dell’innocenza. Si aprono i loro occhi e si vedono nudi, hanno bisogno di proteggersi dagli altri, si nascondono, odono i passi di Dio e si nascondono, hanno paura. Ecco dove nasce la paura dal nascondersi a sรฉ, agli altri e a Dio. Come reagisce Dio? NON MANDA UN FULMINE DAL CIELO E LI INCENERISCE! Forse avremmo fatto cosรฌ noi!
Ma il Signore Dio chiamรฒ l’uomo e gli disse:”Dove sei?” L’uomo, sentendo il rumore dei passi di Dio, si nasconde perchรฉ ha paura. Dio non ha paura, fa il movimento contrario, chiama, tira fuori, fa venire fuori, ricucisce, dialoga.
MATTEO 4, 1-11
Chiediamoci: “Come mi devo comportare quando sono tentato?”
Come mai teniamo duro una o due volte e cadiamo alla terza? Una ragazza che fumava molto ha smesso da un giorno all’altro. “Come hai fatto?” le chiesero gli amici. “Fumavo per riempire un vuoto di cui ho preso coscienza, che ho chiamato per nome, e ho capito che le sigarette non lo potevano riempire”.
La tentazione offre una falsa opportunitร di realizzazione, proponenendoci di stringere tra le mani un bene come se ne fossimo proprietari, come se ne fossimo l’origine, isolandolo dalla fonte di ogni bene, che รจ Dio.
Gesรน si era messo in fila con i peccatori per ricevere il battesimo di purificazione di Giovanni e subito dopo lo Spirito lo aveva spinto nel deserto per esservi tentato.
Non basta immedesimarsi apparentemente con chi fa fatica, non basta nemmeno condividere la sua vita in una comunitร terapeutica o nelle favelas. Bisogna anche accettare di provare la stessa debolezza, scendere nell’abisso del suo vuoto riconoscendo il nostro.
Cristo, pur essendo Dio, ha voluto attraversare la nostra costante tentazione di cercare una felicitร circoscritta alla condizione di creature.
Siamo invece un vuoto che si deve lasciare coinvolgere continuamente dal Bene che รจ Dio.
Cristo รจ stato tentato di instaurare la giustizia sulla terra con soluzioni miracolistiche, dando del pane a tutti, quando invece sapeva di dover essere uno spazio perchรฉ l’amore del Padre potesse esprimersi attraverso gesti di condivisione e parole suggerite dal suo Spirito.
Fu tentato di infrangere le leggi della natura, di fare uno “scoop” pubblicitario, che avrebbe affascinato la gente, ma sapeva di dover essere un semplice uomo nel quale il Padre avrebbe dovuto manifestare la sua potenza, attraverso il perdono, che risolleva le esistenze piรน schiacciate.
Infine ha esperimentato le vertigini di un potere a portata di mano, che egli avrebbe esercitato a fin di bene per salvare l’umanitร ; ma intuรฌ che solo quando fosse sceso dove l’ultimo lo avrebbe riconosciuto come fratello, condannato a una morte infame, solo lร avrebbe attirato tutti gli uomini.
Cristo ci insegna che non siamo noi la fonte del bene, ma che siamo chiamati ad essere mediatori, a patto di resistere alle vertigini del nostro vuoto, fidandoci della Vita.
Amici, la vita รจ un cammino, dobbiamo alzare il passo per farne un altro e in un attimo perdiamo la stabilitร , ma attraverso la fiducia la ritroviamo per fare un altro passo.. La stabilitร non รจ una nostra caratteristica, a meno che non stiamo fermi. Fidiamoci della fonte del Bene e della Vita e uniamoci a Gesรน che ha superato le tentazioni!
A cura di Carla Sprinzeles | via Qumran
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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 5 marzo 2017 anche qui.
I Domenica del Tempo di Quaresima
- Colore liturgico: verde
- Gn 2, 7-9; 3, 1-7; Sal.50; Rm 5, 12-19; Mt 4, 1-11
Mt 4, 1-11
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesรน fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinรฒ e gli disse: ยซSe tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino paneยป. Ma egli rispose: ยซSta scritto: “Non di solo pane vivrร l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”ยป.
Allora il diavolo lo portรฒ nella cittร santa, lo pose sul punto piรน alto del tempio e gli disse: ยซSe tu sei Figlio di Dio, gรจttati giรน; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darร ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perchรฉ il tuo piede non inciampi in una pietra”ยป. Gesรน gli rispose: ยซSta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”ยป.
Di nuovo il diavolo lo portรฒ sopra un monte altissimo e gli mostrรฒ tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: ยซTutte queste cose io ti darรฒ se, gettandoti ai miei piedi, mi adoreraiยป. Allora Gesรน gli rispose: ยซVร ttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”ยป.
Allora il diavolo lo lasciรฒ, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 05 – 11 Marzo 2017
- Tempo di Quaresima I, Colore viola
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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